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La Passione secondo i quattro vangeli
Albert Vanhoye, Ignace De La Potterie, Christian Duquoc, Étienne Charpentier

La Passione secondo i quattro vangeli

Prezzo di copertina: Euro 10,00 Prezzo scontato: Euro 9,50
Collana: Itinerari biblici
ISBN: 978-88-399-2912-9
Formato: 13 x 21 cm
Pagine: 136
Titolo originale: La Passion selon les quatre Évangiles
© 2018

In breve

Introduzione di Mario Masini

Una introduzione biblica alla Passione di Gesù, offerta da quattro eccellenti studiosi, per i cristiani impegnati che scelgono di riscoprire le radici profonde della loro fede.

Descrizione

Una spiegazione facile e completa dei quattro racconti della Passione di Gesù, realizzata da esegeti e teologi di grande competenza.
Il primo capitolo (A. Vanhoye) fornisce una guida alla lettura della Passione nei tre Vangeli sinottici. Il secondo capitolo (I. de la Potterie) introduce alla lettura della Passione secondo il Vangelo di Giovanni. Il terzo capitolo (Char. Duquoc) raccorda la memoria della Passione con il suo significato teologico e spirituale nell’oggi della chiesa. Il quarto capitolo (É. Charpentier) riprende in sintesi il percorso, rivolgendosi in particolare ai laici impegnati nella catechesi o dediti all’animazione liturgica.

Una introduzione eccellente ai racconti della Passione
– ricca di impulsi biblici per la vita e la spiritualità
– adatta alla lettura sia personale sia di gruppi biblici

Recensioni

In questa Settimana Santa l’attenzione del lettore non può che dirigersi al mistero pasquale. È consigliabile per questo il libro La Passione secondo i quattro Vangeli, pubblicato l’anno scorso da Queriniana in sesta edizione (pp 133, euro 10).

Gli autori sono studiosi di chiara fama: il cardinale Albert Vanhoye, ex segretario della Pontificia Commissione Biblica; il gesuita Ignace de la Potterie, professore emerito al Pontificio Istituto Biblico di Roma; il domenicano Christian Duquoc, docente di dogmatica a Lione; Étienne Charpentier, esegeta.

Lo scopo dichiarato del volume è «interpretare i testi evangelici, coglierne il valore teologico-spirituale, rilevarne il significato per il nostro presente». I testi biblici non vanno interpretati come asettiche cronache di un’esecuzione perché «i racconti della Passione seguono un itinerario che nasce dalla fede dei testimoni, esprime la fede degli evangelisti e vuol condurre alla fede coloro che li leggono».

La differenza di destinatari, oltre che il temperamento degli autori, spiega la diversità di stile, di accenti e talvolta anche di contenuti dei quattro racconti. Riguardo ai sinottici, il cardinale Vanhoye rileva che «Marco insiste di più sullo choc provocato dai fatti, Matteo presenta Cristo nella luce della fede e definisce la situazione della Chiesa, Luca considera soprattutto il rapporto personale con il Signore Gesù». Ogni Vangelo ci consegna il suo sguardo su Gesù Cristo. La Passione è un luogo per così dire strategico in cui, mantenendosi fedele alle sue fonti, ogni evangelista, con il dono dello Spirito Santo che ha ricevuto, cerca di presentare appunto il suo sguardo su Gesù. Nella passione secondo Luca, che è stata proclamata domenica scorsa, si notano diverse scelte: il fatto di descrivere un Gesù che ha una compassione totale per Gerusalemme e per il suo popolo; un Gesù che mette il servizio e il dono al centro della sua Ultima Cena; un Gesù che fonda il primato di Pietro nella sua preghiera per lui al Getsemani; un Gesù che apre una speranza ai peccatori grazie alla figura del «buon ladrone»; un Gesù che costituisce le donne testimoni del Vangelo. In definitiva, è l’umanità del Cristo che Luca mette principalmente in rilievo.

Il libro dei quattro studiosi aiuta a entrare nel clima particolare del triduo pasquale e a vivere con fede il mistero di passione, morte e risurrezione del Figlio di Dio.


F. Casazza, in La Voce Alessandrina 18 aprile 2019

Chi non si è mai soffermato su apparenti incongruenze tra i racconti dei vari evangelisti? Già il fatto di soffermarsi a costruire i fatti dietro ai racconti esprime un errore interpretativo e di comprensione dell'intenzionalità dei vari narratori per i quali, come spiega Albert Vanhoye, «la materialità dei fatti è meno importante del loro significato religioso» (19). Ognuno dei quattro vangeli è molto di più di alcuni dati raccolti ed esposti dei fatti e dei detti del Signore. C'è una visione d'insieme teologica che dona a ogni vangelo il suo colore particolare. Per questo, nel primo capitolo del libro, il già menzionato Vanhoye avverte che «isolare un particolare dal suo contesto per inserirlo in un altro racconto significa impedirgli di esprimere ciò che voleva esprimere e, nello stesso tempo, turbare la prospettiva dell'altro racconto. È dunque preferibile rispettare l'orientamento particolare dei singoli racconti evangelici» (19), affidando all'analisi letteraria il chiarimento della composizione specifica di ogni vangelo.

In questa linea, il primo capitolo del volume analizza la passione nei vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) segnalando differenze, somiglianze e significato. Il secondo capitolo analizza la passione in Giovanni. Il terzo è un capitolo teologico che si propone di mostrare la rilevanza dei racconti della passione per l'oggi. Il quarto capitolo si rivolge in modo particolare a quanti si dedicano alla catechesi e all'animazione liturgica.

Uno sguardo ai racconti della passione mostra l'importanza che i primi cristiani hanno dedicato alla memoria passionis riguardo alla quale «non solo non ne hanno lasciato svanire il ricordo, ma l'hanno gelosamente conservato ed approfondito, come testimoniano eloquentemente la lunghezza e la qualità dei racconti evangelici». «L’attenzione dedicata alla Passione caratterizza la rivelazione di Cristo e ne conferma l'autenticità divina. Il messaggio cristiano non è una costruzione mitica che consenta di dimenticare il reale. Non ci orienta verso sogni vaporosi. Dio non elude le realtà dell'esistenza, neppure se sono pesanti da portare. Le valorizza, non ci aiuta ad evitarle. C'insegna ad aderirvi più pienamente, a stimarle, a prestare loro la massima attenzione e a trarne profitto. La luce della risurrezione rivela il valore della Passione e valorizza così la nostra vita reale» (22).

Inoltre, mentre gli altri racconti di Gesù sono presentati in maniera episodica, la Passione «costituisce un insieme coerente, solidamente articolato» (23), secondo la specificità della personalità di ogni evangelista. Così in Marco abbiamo l'attenzione alla proclamazione dei fatti; in Matteo un racconto ecclesiale e dottrinale; in Luca un racconto personale e parenetico. Per quanto riguarda Giovanni, Ignace de la Potterie evidenzia come l'autore del quarto vangelo è «il solo che ci descrive l'impressione di maestà che Gesù fece su coloro che venivano ad arrestarlo ed il breve dialogo in cui Anna lo interrogava sulla sua dottrina; ma si resta colpiti soprattutto dallo spazio eccezionalmente ampio che riserva al processo romano davanti a Pilato» (74). Il biblista gesuita concorda con A. Loisy nell'affermare che «nel quarto Vangelo la Passione viene raccontata nella prospettiva della gloria del Cristo: è Gesù glorificato nella morte».

In ottica teologica, Christian Duquoc specifica che «i racconti della Passione non sono cronache imparziali, perché in essi la morte di Cristo non è più un fatto inintelligibile per i discepoli» (95-96). Gli evangelisti, in altre parole, leggono la Passione alla luce della risurrezione e da quella prospettiva ne colgono il sensus plenior. Alla luce delle letture della passione dei singoli vangeli, Duquoc presenta alcune prospettive interpretative del senso della passione di Cristo. Nel XIVe XV secolo la sensibilità doloristica creò una devozione alla croce che glorificò in Gesù la sofferenza. Nel XIX secolo, fu la volta dell'esaltazione dell'obbedienza e della rassegnazione di Gesù.

Nel XX secolo, dolorismo e rassegnazione sono lontane dalla sensibilità dei cristiani. Al loro posto sono sopraggiunti pensieri secolari come quelli di Bonhoeffer. «I cristiani meditano la debolezza di Dio in questo mondo e, invece di scorgersi una ragione di scoraggiamento, ne gioiscono, perché il Dio che ci aiuta è lo stesso Dio che ci abbandona. L’assenza apparente di Dio nella nostra società favorisce questa nuova interpretazione della Passione. In Cristo, Dio si è lasciato inchiodare sulla croce, in modo che il campo fosse libero per l'uomo. Egli muore per noi, e tale morte ci rende adulti: noi esistiamo in questo mondo come se lui, Dio, non esistesse. La sua assenza è la sua forma di presenza, perché coincide con la nostra libertà» (109). Un'altra lettura interpretativa è quella del Gesù rivoluzionario. Egli è morto per aver violato l'ordine costituito e la contestazione da lui avviata perdura nei secoli. La sua Passione è «il primo atto di liberazione, è lotta contro ogni forma di destino» (110).


R. Cheaib, in Theologhia.com 9 marzo 2018

La fortuna riscossa da questo volumetto lo ha portato alla 6° edizione. Quattro grandi specialisti illustrano con estrema semplicità didattica il valore letterario e teologico dei testi riguardanti la passione di Gesù. Essi sono, con tutta probabilità, i primi testi redatti dalla tradizione dei discepoli del Maestro, che poi recuperarono gli altri blocchi narrativi: miracoli, parabole, infanzia, preesistenza.

Masini redige una breve e profonda introduzione generale (pp. 5-18), ricordando come i testi siano nati dalla fede, nella fede, per la fede, cioè per l'annuncio di Gesù e del suo mistero rivelatore e redentore.

Nel suo contributo (pp. 19-72) Vanhoye compie un'analisi dei racconti della passione compiuti dai sinottici. All'orientamento generale egli fa seguire una presentazione delle varie fasi del racconto (arresto di Gesù, il processo davanti ai giudei e quello davanti ai romani, il calvario), evidenziando le caratteristiche narrativo-teologiche dei vari evangelisti. Marco sottolinea lo choc dei puri fatti, dalle cui tenebre scaturisce la luce. Matteo illumina con le parole il significato dei fatti, sottolineando la fine dell'era antica e la nascita della Chiesa di Cristo. Luca è attento a tralasciare eventi e parole che possano pregiudicare la dignità di Gesù e la sua persona di Maestro, mostrando l'efficacia della croce con la redenzione del "buon" ladrone.

De La Potterie (pp. 73-94) esamina il racconto della passione redazionato dall'evangelista Giovanni (Gv 18,1-19,42), sottolineando i temi teologici propri presenti nel testo: la passione come l'adempimento dell"'ora" di Gesù, l'identificazione dell'innalzamento in croce con l'esaltazione di Gesù e l'anticipazione degli eventi escatologici. I momenti del racconto comprendono il confronto di Gesù con i suoi avversari nel giardino, la sua comparizione davanti ad Anna e quindi a Pilato (con le sette scene distribuite tra "dentro" e fuori, incentrate sulla regalità di Cristo presentata in Gv 19,1-3).

Duquoc (pp. 95-114) riflette sugli eventi a livello teologico, sottolineando la possibile ambiguità della morte di Gesù e delle insidie presenti nella sua rilettura. Conclude il suo intervento con la sintesi delle interpretazioni date alla passione lungo i secoli e con l'illustrazione di Gesù come liberato e liberatore.

Charpentier (pp. 115-129) offre, infine, in modo telegrafico, una lettura teologico-catechistica dei racconti della passione seguendo distintamente i vari momenti del racconto nei diversi testi evangelici.

Un ottimo prontuario per un accostamento puntuale alla prospettiva propria di ciascun evangelista. Volume che conserva intatta la sua validità per facilitare a catechisti, sacerdoti e operatori pastorali i testi chiave del cristianesimo, letti specialmente nella Settimana Santa.


R. Mela, in SettimanaNews.it 15 febbraio 2018