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Percorsi di fraternità
Walter Kasper, George Augustin (edd.)

Percorsi di fraternità

Per raccogliere la sfida dell’enciclica Fratelli tutti

Prezzo di copertina: Euro 30,00 Prezzo scontato: Euro 28,50
Collana: Giornale di teologia 438
ISBN: 978-88-399-3438-3
Formato: 12,3 x 19,3 cm
Pagine: 304
Titolo originale: Soziale Freundschaft. Auf dem Weg zu einer geschwisterlichen Weltordnung nach der Enzyklika «Fratelli tutti» von Papst Franziskus
© 2022

Descrizione

Fratelli tutti è un’enciclica visionaria. Nella situazione attuale dell’umanità, così difficile e confusa, si rivolge a tutte le persone di buona volontà, cristiane e non, per invitarle al dialogo e all’impegno comune, all’insegna dell’amicizia sociale.
Papa Francesco parte dal presupposto che il messaggio sociale della fratellanza (e sororità) universale, fondamentale per il vangelo, sia stato inscritto dal Creatore nel cuore di ogni persona. Ed esorta a non arrendersi mai nella ricerca del bene comune, collaborando alla costruzione di un mondo più umano e fraterno.
Questa collezione di saggi, curata dal card. Walter Kasper e dal prof. George Augustin, chiama a raccolta svariate voci autorevoli e prestigiose del panorama internazionale per illustrare e commentare con competenza l’enciclica papale che propugna un ordine mondiale fraterno. Ne esce un’analisi fine e articolata, che svela le chiavi concettuali e illustra le sfide teologiche, etiche e sociopolitiche lanciate dalle proposte del pontefice.

Commento

Con contributi, oltre che dei curatori, a firma di: François Biltgen, John Hope Bryant, Ottmar Edenhofer, Massimo Faggioli, Bruno Forte, Luis González-Carvajal Santabárbara, Terrence Keeley, Felix Körner, Klaus Krämer, Andrea Riccardi, Annette Schavan, Kerstin Schlögl-Flierl, Thomas Söding.

Recensioni

Fratelli tutti è un'enciclica sociale sui generis, una "lettera circolare" indirizzata a tutte le persone di buona volontà, cristiane e non, con la quale papa Francesco intende affermare il valore universale della fraternità, inscritto dal Creatore nel cuore di ogni uomo e di ogni donna. Le questioni legate alla fraternità e all'amicizia sociale sono sempre state a cuore a papa Francesco che, stimolato dall'incontro con il grande imam Ahmad Al-Tayyeh (Abu Dhabi, febbraio del 2019) e provocato dall'inattesa irruzione della pandemia da Covid-19, ha ritenuto opportuno offrire un contributo di riflessione, affinché si reagisca «con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle sole parole» (FT 6).

Su questa linea si colloca la miscellanea Percorsi di fraternità curata da Walter Kasper e da George Augustin, che raccoglie 14 contributi di 15 illustri pensatori esperti in diverse discipline (filosofia, teologia, giurisprudenza, economia, ingegneria, scienze politiche, storia e teologia delle religioni, teologia morale e sacra Scrittura), europei e non solo, molti dei quali con incarichi in ambito civile ed ecclesiale e con impegni nell'economia e nelle organizzazioni internazionali.

Tutti i contributi offrono differenti letture dell'enciclica secondo un linguaggio polifonico sul tema della fraternità o della fratellanza universale; i primi quattro, di area biblico-teologica (W. Kasper, B. Forte, G. Augustin, Th. Söding), si soffermano sul fine dell'enciclica che è quello di disegnare «l'ìmmagine di un mondo nuovo, migliore, più equo e pacifico perché fondato sull'amicizia sociale» (Kasper, p. 10). Essi mostrano la necessità di un cambiamento radicale (B. Forte), del fare riferimento «a Dio per realizzare la fraternità universale» (Augustin, p. 61), in particolare alla sua paternità di Dio e alla figliolanza divina dell'uomo. Sono le risorse spirituali per la buona riuscita della fratellanza che, da una parte, sono fondate sulla inscindibilità dell'amore per Dio e dell'amore per l'uomo e, dall'altra, aprono alla «possibilità di percepire le altre religioni con gli occhi della propria fede» con le quali dialogare e «fondare un'etica comune» (Söding, p. 80).

Il contributo di Luiz Gonzalez-Carvajal Santabarbara aiuta a passare dalla fraternità alla solidarietà (parola ancora giovane) ossia da «un modo di essere» a «un modo di agire» (p. 102), alla «capacità di cercare insieme, da posizioni diverse, ciò che è conveniente per tutti, cioè quello che chiamiamo "bene comune"» (p. 105). I contributi successivi allargano l'orizzonte sviluppando l'idea che tutti gli uomini sono potenziali destinatari dell'amore e nel contempo anche mittenti, perché dotati di propri talenti e possibilità. F. Biltgen, ex politico in ambito europeo, prende spunto dalla distinzione tra amore elicito e amore imperato (FT 186) per indicare concretamente l'importanza di atti di carità per la nascita di istituzioni sane e di strutture solidali (amore imperato),a cui si deve dare necessariamente sostegno in un contesto giuridico-istituzionale. Infatti lo spirito di solidarietà «non può essere dettato "dall'alto"» (p. 134) poiché fluisce da un'ispirazione spirituale e morale. Esempio ne è l'Unione europea, la quale mostra la possibilità di passare da un'ispirazione a un ordine mondiale fondato sulla solidarietà e sulla giustizia, «da un'idea di pace a una comunità di valori» (p. 128) nella quale conciliare diritti sociali e libertà individuali. Su tale prospettiva si pone il contributo Costruire un'economia che vada bene per tutti (pp. 141-159) di J.H. Bryant (imprenditore statunitense) e di T. Keeley (filosofo) teso a illustrare come si può «lavorare insieme per costruire un'economia mondiale più inclusiva e sostenibile – che ottimizzi il potenziale umano e il compimento spirituale» (p. 142). Gli A. sono convinti che "cinque pilastri" o regole – qualcosa di simile a delle massime economiche – consentano a qualunque persona ragionevole di ricercare indipendenza e libertà in modi «coerenti con la fede in Dio e l'innata dignità umana. Essi sono: 1) quanta più istruzione possibile; 2) competenza in matematica, materia che guida [...] l'alfabetizzazione finanziaria; 3) una struttura familiare e capacità di resilienza; 4) autostima (interiore) e sicurezza di sé (esteriore); figure di riferimento /ambiente circostante» (p. 152).

In altre parole il capitale interiore è una ricchezza da "usare" per la crescita comune. La questione è perciò quella del come fare sistema coinvolgendo tutti i soggetti, nel rispetto delle diversità di funzioni e competenze. Questo ce lo chiede oggi la crisi climatica che chiama in causa «una visione efficace di bene comune universale».Per essa «le chiese cristiane e in particolare la chiesa cattolica potrebbero svolgere un ruolo eminente quali global player nella nascente società civile universale» (O. Edenhofer, p. 161). Invece la teologa K. Schlögl-Fliert, impegnata nella riflessione etica circa le tematiche biologico-ambientali, si chiede: «Soltanto belle parole?». La pandemìa è indubbiamente un tempo di prova che ha avvicinato la comunità locale e la comunità mondiale, ma è anche un tempo di grandi interrogativi su Dio e sulla vulnerabilità umana di cui ha fatto esperienza anche Gesù Cristo. Fratelli tutti sembra non offrire un approfondimento teologico adeguato, non dà contenuto alla speranza, non aiuta a risvegliare il senso della gratuità, della cordialità e dell'amor proprio inteso positivamente. Per questo la teologa dice di sentirsi delusa e un po' demotivata. Anche per quanto riguarda il ruolo della donna assegnato da papa Francesco, alle belle parole di FT 23,121 e 114 non fa seguito la chiesa cattolica che ancora non difende in modo credibile l'uguaglianza delle donne. Sarebbe stato il caso di «offrire una redazione finale femminile di questi testi» (p. 181) al fine di sostanziare meglio il ruolo della donna in tutte le sue sfaccettature, aldilà degli stereotipi.

M. Faggioli, invece, crede che Fratelli tutti abbia molte cose da dire alla società contemporanea, i cui tratti maggiori sin dalla modernità sono la mobilità e la separazione ottenuta con ''muri" visibili e invisibili, con la cultura dell'esclusione, della mentalità del ''noi contro di loro'' e della contrapposizione tra locale e universale. Papa Francesco mette in guardia da tali pericoli e affida a tutti i membri di un'unica famiglia il compito di abbattere i muri e di percorrere le vie del dialogo tra credenti e non credenti. Egli sembra mettere da parte le questioni intra-ecclesiali per proporre all'intera comunità umana la «proposta di una nuova architettura del mondo e delle relazioni umane» (p. 212). Questo è il contesto nel quale il cristianesimo può avere credibilità, può opporsi a qualsiasi forma di fondamentalismo religioso e può porre domande «sulla fede della donna e dell'uomo globali, sulla chiesa nella città globale» (A. Riccardi, p. 216).

I contributi di K. Krämer Cercare insieme la verità del dialogo (pp. 228-245) e di A. Shavan, Osare una comunità globale (pp. 246-258) trattano l'urgenza del dialogo alla luce dei suoi fondamenti antropologici e teologici, nonché la necessità di uno sguardo profetico sulla realtà. L'ultimo contributo del teologo gesuita F. Körner La musica del vangelo in economia e politica (pp. 259-285) cerca di mettere in luce il motivo per cui un testo religioso può trattare di politica, il vescovo di Roma può dare dei suggerimenti per plasmare il mondo, un'enciclica sociale può effettivamente ottenere qualcosa anche dai non cristiani. il segreto, per così dire, sta anzitutto nell'invito a contemplare «il mondo in modo critico, ma non senza speranza» (p. 262); quindi, in secondo luogo nel “riconoscimento comune” che il fondamento dei valori sta oltre ogni consenso (FT 211); infine, in terzo luogo nell'usare «coerentemente e apertamente una terminologia familiare a molte culture e filosofie, tradizioni e religioni» che nel contempo «riporta parole chiave bibliche che permettono di disvelare nuove dinamiche alla luce del Vangelo» (p. 274). Pertale motivo Körner parla di una buona ''musica del Vangelo in economia e politica".

La diversità e la ricchezza dei contributi raccolti mostra che alla fraternità universale si giunge attraverso molti percorsi con il contributo di ciascuna persona, senza alcuna distinzione o esclusione. Fratelli tutti è una sfida possibile, una proposta realizzabile a condizione che ci siano una visione alta e profetica della realtà, una comprensione delle diversità secondo il modello del poliedro e delle braccia amorevoli.


G. Zambon, in Studia Patavina 2/2023, 368-370

Fratelli tutti (3 ottobre 2020) (FT) è la seconda enciclica che, assieme a Laudato si' (24 maggio 2015), trae ispirazione da san Francesco d'Assisi. Cura del creato e fraternità umana sono sotto scacco e minacciate dalle «ombre di un mondo chiuso» (FT 9-55). San Francesco incontrò il lebbroso e se ne prese cura, virando del tutto la sua vita. Di fronte al bisogno, allora: proseguire o fermarsi? L’interrogativo è anche quello del samaritano del vangelo (Le 10,25-37) (FT 56-86) la cui risposta definisce il tipo di persona e di progetto politico, sociale e religioso che potremo offrire. Cura e fraternità è la risposta in stile francescano che dobbiamo assumere tutti se non vogliamo naufragare. «Un mondo aperto» (FT 87 -127) e «un cuore aperto» (FT 128-153) per attuare la «politica migliore» (FT 154-197) fatta di «dialogo e amicizia sociale» (FT 198-224) capace di «avviare processi di guarigione e di rinnovamento incontro» (FT 225-270) a «servizio della fraternità» (FT 271-286).

Chiese, religioni, scienza, politica, economia devono aprire cantieri e virare decisamente le prassi quantomeno operative. Questa enciclica si rivolge a tutti: cristiani e non cristiani (FT 56), non per dettare un programma preciso, ma per ispirare fiducia e speranza, perché è l'indifferenza che, invece, va per la maggiore, che ci vede determinati solo a starsene ciascuno nel proprio brodo di credenze e prassi, ignorando vicini e lontani, al più capaci di invettive inutili contro questa o quell'altra decisione. L’errore peggiore è quello di rimanere divisi e chiusi nel proprio «particolare». E vista l'escalation degli eventi, lo facciamo alla grande.

Invertire la rotta? Si può. Come? È per rispondere a questa domanda che i due curatori di questo volume, il card. Walter Kasper e George Augustin, direttore del «Kardinal Walter Kasper Institut» di Vallendar (Germania), hanno coordinato un pool di esperti (teologi, storici, imprenditori, saggisti, esponenti delle religioni e rappresentanti del mondo politico e economico) chiedendo loro di entrare in dialogo con l'enciclica guardando al futuro dell'umanità.

Quattordici contributi che, dopo l'accordo introduttivo modulato dal card. Kasper (pp. 9-36), riflettono sull'enciclica (B. Forte), sulla paternità di Dio (T. Söding) e la nostra figliolanza e fratellanza (G. Augustin e L. Gonzalez-Carvajal Santabarbara), sul dialogo necessario (K. Krämer), sulle libertà individuali in rapporto i diritti sociali (F. Biltgen), su globalizzazione e pace (A. Riccardi), sul clima (O. Edenhofer) e l'economia (J.H. Bryant – T. Keeley), politica e vangelo (F. Körner). In questa epoca di muri eretti (M. Faggioli), quelle di papa Francesco non sono belle parole (K. Schlögl-Flierl), ma l'indicazione di una nuova rotta per una comunità pfo globale (A. Schavan).

Circola in giro sui social (non solo; anche in molti club che si vorrebbero culturalmente scafati) la convinzione che il papa scriva sempre le stesse cose, per cui gli si muovono sempre le stesse critiche. È successo anche per Fratelli tutti: scrive sempre di temi greatest hits e cita se stesso a manetta (anche se papa Benedetto XVI risulta il secondo per numero di citazioni). Non c'è che dire: è quello stesso brodo di convinzioni che non raccoglie «la sfida dell'enciclica», ma (fuori dalla realtà) guarda costantemente a un passato che non c'è più. Eppure, se mai l'avessero letta, l'enciclica risulta comprensibile a tutti, anche per chi, come i non cristiani, «bevono da altre fonti» (FT 277). Stile e lessico sono figurativi per cui non attenta alle tradizioni altre, ma per quanto possibile le valorizza.

All'orizzonte, invece, c'è in questione la proposta di una rinascita del cristianesimo dall'impatto odierno con ogni fondamentalismo sia esso religioso, politico o economico, che sa solo fomentare nuove forme di divisione sociale. Incarnare il vangelo come amicizia sociale e amore aperto a tutti, quello di Cristo, che genera, unisce, perdura e si rinnova senza fine: questo stavolta ci dice papa Francesco, anche lasciando per un attimo sullo sfondo la dimensione teologica e religiosa. Il papa, quindi, con questa enciclica ha provocato un altro processo di riflessione che il lettore trova in questo libro sviluppato in modo chiaro e interessante.


D. Passarin, in CredereOggi 253 (1/2023), 151-153

L’enciclica Fratelli tutti di papa Francesco, al pari di altri documenti ampli e articolati della Chiesa o di altre istituzioni, ha un segno che la contraddistingue: grazie alla ricchezza delle riflessioni e delle suggestioni offerte è capace di entrare in dialogo con i suoi lettori, suscitando una riflessione che prende corpo nel continuo andirivieni tra il testo scritto con cui ci si confronta e il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze, tanto personali quanto comunitarie.

Questo aspetto emerge con chiarezza nel volume collettaneo curato da Walter Kasper, che è stato presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani e per i rapporti religiosi con l'ebraismo, e da George Augustin, docente di Teologia fondamentale e di dogmatica. Lo stesso titolo scelto – Percorsi di fraternità – evoca la possibilità di avvicinarsi al testo dell'enciclica attraverso una pluralità di porte d'ingresso, potendo rintracciare i diversi fili conduttori e cogliendo i legami, più o meno esplicitati, tra i vari capitoli tessuti dalla tipica maniera di riflettere di papa Francesco, che ritorna sullo stesso argomento a partire di diversi punti di vista.

Così hanno fatto i vari autori coinvolti in questo interessante progetto editoriale, che si sono misurati con il tema della fraternità al cuore dell'enciclica, affrontandolo a partire dal proprio campo di competenza. Così le riflessioni di carattere teologico (oltre ai testi dei due curatori, ricordiamo quelli di Bruno Forte e Massimo Faggioli) sono seguite da quelle maturate nel campo delle scienze sociali, l'economia (John Hope Bryant e Terrence Keeley), l'ambiente (Ottmar Edenhofer), la storia (Andrea Riccardi), la politica (Annette Schavan e Felix Korner). Utile è infine il capitolo dedicato ai concetti centrali dell'enciclica di fraternità universale e amicizia sociale, soprattutto per quanto riguarda una più puntuale comprensione di quest'ultima.

La pluralità di voci e di approcci, unita alla serietà e cura con cui i singoli contributi sono stati preparati, fa di Percorsi di fraternità uno strumento utile per le piste interessanti che offre per chi affronta per la prima volta la lettura dell'ultima enciclica sociale di papa Francesco o per chi ha in mente di rileggerla.


G. Riggio, in Aggiornamenti sociali 1/2023, 69

Una collettanea di saggi, curata da Walter Kasper e George Augustin, commenta l'enciclica Fratelli tutti. L’enciclica "visionaria” che si rivolge a tutti, nella convinzione che la fraternità (e la sororità) universale, messaggio sociale di fondo del Vangelo, «è inscritta dal Creatore nel cuore di ogni uomo e di ogni donna. La pace nel mondo e la fraternità universale sono quindi molto più che un semplice sogno dell'umanità».

Le sfide teologiche, etiche e sociopolitiche vengono illustrate da più voci autorevoli, alla ricerca di un «ordine mondiale fraterno».


In Jesus 4/2022, 93