Fratelli tutti è un'enciclica sociale sui generis, una "lettera circolare" indirizzata a tutte le persone di buona volontà, cristiane e non, con la quale papa Francesco intende affermare il valore universale della fraternità, inscritto dal Creatore nel cuore di ogni uomo e di ogni donna. Le questioni legate alla fraternità e all'amicizia sociale sono sempre state a cuore a papa Francesco che, stimolato dall'incontro con il grande imam Ahmad Al-Tayyeh (Abu Dhabi, febbraio del 2019) e provocato dall'inattesa irruzione della pandemia da Covid-19, ha ritenuto opportuno offrire un contributo di riflessione, affinché si reagisca «con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle sole parole» (FT 6).
Su questa linea si colloca la miscellanea Percorsi di fraternità curata da Walter Kasper e da George Augustin, che raccoglie 14 contributi di 15 illustri pensatori esperti in diverse discipline (filosofia, teologia, giurisprudenza, economia, ingegneria, scienze politiche, storia e teologia delle religioni, teologia morale e sacra Scrittura), europei e non solo, molti dei quali con incarichi in ambito civile ed ecclesiale e con impegni nell'economia e nelle organizzazioni internazionali.
Tutti i contributi offrono differenti letture dell'enciclica secondo un linguaggio polifonico sul tema della fraternità o della fratellanza universale; i primi quattro, di area biblico-teologica (W. Kasper, B. Forte, G. Augustin, Th. Söding), si soffermano sul fine dell'enciclica che è quello di disegnare «l'ìmmagine di un mondo nuovo, migliore, più equo e pacifico perché fondato sull'amicizia sociale» (Kasper, p. 10). Essi mostrano la necessità di un cambiamento radicale (B. Forte), del fare riferimento «a Dio per realizzare la fraternità universale» (Augustin, p. 61), in particolare alla sua paternità di Dio e alla figliolanza divina dell'uomo. Sono le risorse spirituali per la buona riuscita della fratellanza che, da una parte, sono fondate sulla inscindibilità dell'amore per Dio e dell'amore per l'uomo e, dall'altra, aprono alla «possibilità di percepire le altre religioni con gli occhi della propria fede» con le quali dialogare e «fondare un'etica comune» (Söding, p. 80).
Il contributo di Luiz Gonzalez-Carvajal Santabarbara aiuta a passare dalla fraternità alla solidarietà (parola ancora giovane) ossia da «un modo di essere» a «un modo di agire» (p. 102), alla «capacità di cercare insieme, da posizioni diverse, ciò che è conveniente per tutti, cioè quello che chiamiamo "bene comune"» (p. 105). I contributi successivi allargano l'orizzonte sviluppando l'idea che tutti gli uomini sono potenziali destinatari dell'amore e nel contempo anche mittenti, perché dotati di propri talenti e possibilità. F. Biltgen, ex politico in ambito europeo, prende spunto dalla distinzione tra amore elicito e amore imperato (FT 186) per indicare concretamente l'importanza di atti di carità per la nascita di istituzioni sane e di strutture solidali (amore imperato),a cui si deve dare necessariamente sostegno in un contesto giuridico-istituzionale. Infatti lo spirito di solidarietà «non può essere dettato "dall'alto"» (p. 134) poiché fluisce da un'ispirazione spirituale e morale. Esempio ne è l'Unione europea, la quale mostra la possibilità di passare da un'ispirazione a un ordine mondiale fondato sulla solidarietà e sulla giustizia, «da un'idea di pace a una comunità di valori» (p. 128) nella quale conciliare diritti sociali e libertà individuali. Su tale prospettiva si pone il contributo Costruire un'economia che vada bene per tutti (pp. 141-159) di J.H. Bryant (imprenditore statunitense) e di T. Keeley (filosofo) teso a illustrare come si può «lavorare insieme per costruire un'economia mondiale più inclusiva e sostenibile – che ottimizzi il potenziale umano e il compimento spirituale» (p. 142). Gli A. sono convinti che "cinque pilastri" o regole – qualcosa di simile a delle massime economiche – consentano a qualunque persona ragionevole di ricercare indipendenza e libertà in modi «coerenti con la fede in Dio e l'innata dignità umana. Essi sono: 1) quanta più istruzione possibile; 2) competenza in matematica, materia che guida [...] l'alfabetizzazione finanziaria; 3) una struttura familiare e capacità di resilienza; 4) autostima (interiore) e sicurezza di sé (esteriore); figure di riferimento /ambiente circostante» (p. 152).
In altre parole il capitale interiore è una ricchezza da "usare" per la crescita comune. La questione è perciò quella del come fare sistema coinvolgendo tutti i soggetti, nel rispetto delle diversità di funzioni e competenze. Questo ce lo chiede oggi la crisi climatica che chiama in causa «una visione efficace di bene comune universale».Per essa «le chiese cristiane e in particolare la chiesa cattolica potrebbero svolgere un ruolo eminente quali global player nella nascente società civile universale» (O. Edenhofer, p. 161). Invece la teologa K. Schlögl-Fliert, impegnata nella riflessione etica circa le tematiche biologico-ambientali, si chiede: «Soltanto belle parole?». La pandemìa è indubbiamente un tempo di prova che ha avvicinato la comunità locale e la comunità mondiale, ma è anche un tempo di grandi interrogativi su Dio e sulla vulnerabilità umana di cui ha fatto esperienza anche Gesù Cristo. Fratelli tutti sembra non offrire un approfondimento teologico adeguato, non dà contenuto alla speranza, non aiuta a risvegliare il senso della gratuità, della cordialità e dell'amor proprio inteso positivamente. Per questo la teologa dice di sentirsi delusa e un po' demotivata. Anche per quanto riguarda il ruolo della donna assegnato da papa Francesco, alle belle parole di FT 23,121 e 114 non fa seguito la chiesa cattolica che ancora non difende in modo credibile l'uguaglianza delle donne. Sarebbe stato il caso di «offrire una redazione finale femminile di questi testi» (p. 181) al fine di sostanziare meglio il ruolo della donna in tutte le sue sfaccettature, aldilà degli stereotipi.
M. Faggioli, invece, crede che Fratelli tutti abbia molte cose da dire alla società contemporanea, i cui tratti maggiori sin dalla modernità sono la mobilità e la separazione ottenuta con ''muri" visibili e invisibili, con la cultura dell'esclusione, della mentalità del ''noi contro di loro'' e della contrapposizione tra locale e universale. Papa Francesco mette in guardia da tali pericoli e affida a tutti i membri di un'unica famiglia il compito di abbattere i muri e di percorrere le vie del dialogo tra credenti e non credenti. Egli sembra mettere da parte le questioni intra-ecclesiali per proporre all'intera comunità umana la «proposta di una nuova architettura del mondo e delle relazioni umane» (p. 212). Questo è il contesto nel quale il cristianesimo può avere credibilità, può opporsi a qualsiasi forma di fondamentalismo religioso e può porre domande «sulla fede della donna e dell'uomo globali, sulla chiesa nella città globale» (A. Riccardi, p. 216).
I contributi di K. Krämer Cercare insieme la verità del dialogo (pp. 228-245) e di A. Shavan, Osare una comunità globale (pp. 246-258) trattano l'urgenza del dialogo alla luce dei suoi fondamenti antropologici e teologici, nonché la necessità di uno sguardo profetico sulla realtà. L'ultimo contributo del teologo gesuita F. Körner La musica del vangelo in economia e politica (pp. 259-285) cerca di mettere in luce il motivo per cui un testo religioso può trattare di politica, il vescovo di Roma può dare dei suggerimenti per plasmare il mondo, un'enciclica sociale può effettivamente ottenere qualcosa anche dai non cristiani. il segreto, per così dire, sta anzitutto nell'invito a contemplare «il mondo in modo critico, ma non senza speranza» (p. 262); quindi, in secondo luogo nel “riconoscimento comune” che il fondamento dei valori sta oltre ogni consenso (FT 211); infine, in terzo luogo nell'usare «coerentemente e apertamente una terminologia familiare a molte culture e filosofie, tradizioni e religioni» che nel contempo «riporta parole chiave bibliche che permettono di disvelare nuove dinamiche alla luce del Vangelo» (p. 274). Pertale motivo Körner parla di una buona ''musica del Vangelo in economia e politica".
La diversità e la ricchezza dei contributi raccolti mostra che alla fraternità universale si giunge attraverso molti percorsi con il contributo di ciascuna persona, senza alcuna distinzione o esclusione. Fratelli tutti è una sfida possibile, una proposta realizzabile a condizione che ci siano una visione alta e profetica della realtà, una comprensione delle diversità secondo il modello del poliedro e delle braccia amorevoli.
G. Zambon, in
Studia Patavina 2/2023, 368-370