Fratelli tutti (3 ottobre 2020) (FT) è la seconda enciclica che, assieme a Laudato si' (24 maggio 2015), trae ispirazione da san Francesco d'Assisi. Cura del creato e fraternità umana sono sotto scacco e minacciate dalle «ombre di un mondo chiuso» (FT 9-55). San Francesco incontrò il lebbroso e se ne prese cura, virando del tutto la sua vita. Di fronte al bisogno, allora: proseguire o fermarsi? L’interrogativo è anche quello del samaritano del vangelo (Le 10,25-37) (FT 56-86) la cui risposta definisce il tipo di persona e di progetto politico, sociale e religioso che potremo offrire. Cura e fraternità è la risposta in stile francescano che dobbiamo assumere tutti se non vogliamo naufragare. «Un mondo aperto» (FT 87 -127) e «un cuore aperto» (FT 128-153) per attuare la «politica migliore» (FT 154-197) fatta di «dialogo e amicizia sociale» (FT 198-224) capace di «avviare processi di guarigione e di rinnovamento incontro» (FT 225-270) a «servizio della fraternità» (FT 271-286).
Chiese, religioni, scienza, politica, economia devono aprire cantieri e virare decisamente le prassi quantomeno operative. Questa enciclica si rivolge a tutti: cristiani e non cristiani (FT 56), non per dettare un programma preciso, ma per ispirare fiducia e speranza, perché è l'indifferenza che, invece, va per la maggiore, che ci vede determinati solo a starsene ciascuno nel proprio brodo di credenze e prassi, ignorando vicini e lontani, al più capaci di invettive inutili contro questa o quell'altra decisione. L’errore peggiore è quello di rimanere divisi e chiusi nel proprio «particolare». E vista l'escalation degli eventi, lo facciamo alla grande.
Invertire la rotta? Si può. Come? È per rispondere a questa domanda che i due curatori di questo volume, il card. Walter Kasper e George Augustin, direttore del «Kardinal Walter Kasper Institut» di Vallendar (Germania), hanno coordinato un pool di esperti (teologi, storici, imprenditori, saggisti, esponenti delle religioni e rappresentanti del mondo politico e economico) chiedendo loro di entrare in dialogo con l'enciclica guardando al futuro dell'umanità.
Quattordici contributi che, dopo l'accordo introduttivo modulato dal card. Kasper (pp. 9-36), riflettono sull'enciclica (B. Forte), sulla paternità di Dio (T. Söding) e la nostra figliolanza e fratellanza (G. Augustin e L. Gonzalez-Carvajal Santabarbara), sul dialogo necessario (K. Krämer), sulle libertà individuali in rapporto i diritti sociali (F. Biltgen), su globalizzazione e pace (A. Riccardi), sul clima (O. Edenhofer) e l'economia (J.H. Bryant – T. Keeley), politica e vangelo (F. Körner). In questa epoca di muri eretti (M. Faggioli), quelle di papa Francesco non sono belle parole (K. Schlögl-Flierl), ma l'indicazione di una nuova rotta per una comunità pfo globale (A. Schavan).
Circola in giro sui social (non solo; anche in molti club che si vorrebbero culturalmente scafati) la convinzione che il papa scriva sempre le stesse cose, per cui gli si muovono sempre le stesse critiche. È successo anche per Fratelli tutti: scrive sempre di temi greatest hits e cita se stesso a manetta (anche se papa Benedetto XVI risulta il secondo per numero di citazioni). Non c'è che dire: è quello stesso brodo di convinzioni che non raccoglie «la sfida dell'enciclica», ma (fuori dalla realtà) guarda costantemente a un passato che non c'è più. Eppure, se mai l'avessero letta, l'enciclica risulta comprensibile a tutti, anche per chi, come i non cristiani, «bevono da altre fonti» (FT 277). Stile e lessico sono figurativi per cui non attenta alle tradizioni altre, ma per quanto possibile le valorizza.
All'orizzonte, invece, c'è in questione la proposta di una rinascita del cristianesimo dall'impatto odierno con ogni fondamentalismo sia esso religioso, politico o economico, che sa solo fomentare nuove forme di divisione sociale. Incarnare il vangelo come amicizia sociale e amore aperto a tutti, quello di Cristo, che genera, unisce, perdura e si rinnova senza fine: questo stavolta ci dice papa Francesco, anche lasciando per un attimo sullo sfondo la dimensione teologica e religiosa. Il papa, quindi, con questa enciclica ha provocato un altro processo di riflessione che il lettore trova in questo libro sviluppato in modo chiaro e interessante.
D. Passarin, in
CredereOggi 253 (1/2023), 151-153