«Il Cardinal Walter Kasper nella prefazione di questo suo libro lo definisce un “volumetto” dove si è depositata una serie di appunti per un ciclo di conferenze per Esercizi spirituali accanto alla constatazione che “la misericordia, che occupa un posto tanto centrale nella Bibbia, era ampiamente caduta in oblio nella teologia sistematica o veniva trattata solo in modo molto matrignesco”. Da qui l’intenzione di approfondirne il concetto alla luce di una serie di considerazioni spirituali, pastorali e sociali a proposito di una civiltà della misericordia con l’auspicio che tutto possa costituire lo “stimolo per un’intera generazione di giovani teologi perché diano un profilo alla necessaria svolta teocentrica nella teologia e nella vita della Chiesa”: come dire una nuova prassi pastorale e una nuova modalità di testimonianza dei cristiani nel mondo.
Con la sistematicità del docente esperto, Kasper presenta una sorta di “storia” della misericordia che prende le mosse dall’antichità per giungere al messaggio dell’Antico Testamento e a quello proclamato da Gesù: “Beati i misericordiosi”. […] Per Kasper la questione dell’ateismo, molto complessa e ramificata in sé, si nutre sicuramente anche della difficile riconciliazione tra un Dio misericordioso e un mondo di sofferenza. Detto altrimenti: “La sofferenza presente nel mondo è senza dubbio l’argomento più importante dell’ateismo moderno”. La questione più radicale non è se Dio esista, ma se Dio sia “ricco di misericordia”. Ciò che fa la differenza non è l’esistenza ma la pro-esistenza di Dio, perché la manifestazione tangibile della presenza e della misericordia di Dio è la risposta vera al problema del male e della sofferenza. […] È lodevole la capacità di Kasper di far affiorare l’implicito nexus mysteriorum intorno al tema centrale della misericordia, e molto interessante è l’ottavo capitolo dove l’Autore delinea un itinerario teologico, spirituale e pastorale per la proposizione di una autentica cultura della misericordia attraverso un’attenta e puntuale analisi della dottrina sociale cristiana, della dimensione politica dell’amore e della misericordia per giungere all’importanza sociale delle opere di misericordia.
Possiamo sottolineare, in conclusione, come Misericordia di Kasper apra uno sfondo sul quale poter lavorare in avvenire, anche al di fuori dello stretto novero degli studiosi di teologia e filosofia, che è rappresentato da una linea sociale aperta alla povertà in nome della misericordia, che ha nel perdono di Dio il suo fondamento specifico e peculiare».
F. Pieri, in
Gregorianum 96/2 (2015)