In breve
«È da un pezzo che intendevo scrivere un libro sul Tempo dell’abbandono: quando Dio si allontana e tace. E tuttavia ciò che rilevavo e interpretavo intellettualmente mi si è imposto, in modo inesplicabile, come “la speranza nel Tempo dell’abbandono”». Ellul parla dunque qui di speranza, sì. Ma non lo fa né in modo filosofico né in modo teologico. Percorre tutt’altra via: quella della potenza di intervento del Dio di Gesù Cristo come Totalmente Altro. E si tratta di un dono gratuito.
Descrizione
Per l’uomo disperato c’è una sola parola di speranza: «Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do…», dice Pietro al mendicante del tempio. Ma proprio questa parola non risuona più fra i cristiani, che vivono in un mondo senza prospettiva, nel tempo dell’abbandono. Temono infatti di ingannare, di deludere il mendicante, di essere odiati. Il risultato è un atto di disperazione, un battersi il petto, un non offrire più come cristiani ciò che invece dev’essere offerto.
Ebbene, i cristiani devono tornare a ricevere il dono della speranza – e a trasmetterlo. Il miracolo consiste nell’accorgersi che il dono fatto da Dio è per l’essere umano, esattamente e decisamente. Ellul tenta con coraggio di fare uscire dal vicolo cieco chi «vive e parla della speranza in modo disperato», invitando a credere concretamente al miracolo del dono di Dio. È in quel punto che si colloca l’inizio e la fine di ogni azione politica nel mondo moderno: nel tempo del silenzio di Dio, combattere per Dio e testimoniare, contro ogni incertezza, che Dio resta il Signore di tutte le realtà.