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Intra omnes
Andrea Grillo, Luigi Mariano Guzzo (edd.)

Intra omnes

Dal popolo di Dio al conclave

Prezzo di copertina: Euro 18,00
Collana: In-Oltre
ISBN: 978-88-399-0300-6
Formato: 12,3 x 19,3 cm
Pagine: 192
© 2025

In breve

La voce di tutti per la Chiesa di domani: Intra omnes è una lettera collettiva che raccoglie i contributi di diverse persone, parte del popolo di Dio, che vorrebbero far giungere la propria voce ai cardinali chiamati a eleggere il prossimo papa. Presenta anzitutto il pontificato di Francesco come un periodo di profonde trasformazioni e di nuove consapevolezze. Non si limita, però, a una retrospettiva: identifica le sfide aperte e le traiettorie future, auspicando una Chiesa sinodale, profetica e capace di incarnare il vangelo nella complessità del mondo contemporaneo. I processi avviati richiederanno continuità e sviluppo anche da parte del successore di Francesco, che dovrà dare continuità ermeneutica a parole e gesti di un papa che a sua volta, ha interpretato la parabola del Vaticano II.

Descrizione

«Fuori tutti e tutti dentro», ha scritto papa Francesco nella sua autobiografia: «Se il conclave è il momento dell’Extra omnes, la Chiesa è caratterizzata invece dall’Intra omnes. E già un istante dopo la fumata bianca, così è per il papa. La Chiesa è Cristo. E Cristo è di tutti, è per tutti».

Con 26 lemmi-guida – da Abusi a Vocazione, da Donna a Pace, da Creato a Politica, da Cultura a Sessualità – questo Intra omnes offre un vero e proprio glossario di sfide e speranze per la Chiesa che verrà. Con pochi tratti, ciascuna voce riassume lo “stato dell’arte” dei processi di riforma avviati da Francesco (sinodalità, cura del creato, lotta agli abusi, dialogo ecumenico...), rileva le domande aperte e i nodi che restano ancora da sciogliere, indovina le traiettorie future su cui continuare a camminare.

Da un lato, questo libro corale è la felice sintesi retrospettiva su un pontificato che ha scavato un solco indelebile – un “prima“ e un “dopo“ Francesco“ – restituendo voce al popolo di Dio e ridisegnando la geografia ecclesiale. Dall’altro, ciascuna voce lancia un ponte verso il futuro, tracciando indispensabili di un cammino ancora da compiere.

Un Extra omnes rovesciato: la voce di tutti per la Chiesa di domani.

Un’agenda “dal basso“ che diventa risorsa “dall’alto“.

Questi gli autori dei contributi: Stefano Biancu, Enzo Biemmi, Fabrizio Bosin, Eraldo Cacchione, Anna Carfora, Gaia De Vecchi, Tonio Dell’Olio, Luca Diotallevi, Paola Franchina, Aristide Fumagalli, Giuseppe Guglielmi, Kasper Mariusz Kapro , Roberto Maier, Antonino Mantineo, Sergio Massironi, Simone Morandini, Stella Morra, Marcello Neri, Giulio Osto, Linda Pocher, Francesco Savino, Alberto Scerbo, Simona Segoloni, Cristina Simonelli, Sergio Tanzarella.

Recensioni

Pochi giorni or sono, ogni fotografo accreditato presso la Santa Sede si è messo nella migliore posizione possibile per immortalare il celebre Extra omnes che dà inizio al conclave. Forse la segretezza dell’assemblea contribuisce al suo fascino. Ma il conclave funziona se in realtà nella cappella Sistina non ci sono solo un centinaio di uomini isolati, ma se confluiscono nel discernimento tutti gli elementi che rendono complessa e plurale la realtà ecclesiale. Su questo gioco di parole e su questa evidenza teologica si gioca il volume Intra omnes. Dal popolo di Dio al conclave, che si colloca nel cuore del dibattito teologico contemporaneo circa la tensione tra la singolarità della rivelazione cristiana e la sua apertura universale.

Il titolo, tratto dal latino ecclesiastico, evoca un posizionamento ecclesiale e teologico che non si rinchiude in una prospettiva esclusivista, ma si pone consapevolmente “in mezzo a tutti”, come segno e strumento di una salvezza destinata all’intera umanità. Il testo è frutto di un coordinamento (sorprendente quanto al rapporto velocità-profondità) di diversi teologi. Gli autori articolano un percorso teologico solido e coerente, per quanto osservato da molteplici punti di vista, in cui la riflessione dogmatica si intreccia con l’esegesi biblica, la teologia fondamentale e la prospettiva pastorale. La volontà salvifica universale di Dio, attestata nelle Scritture e sostenuta dalla tradizione cristiana, costituisce il fondamento da cui prende le mosse una riflessione che cerca di rimanere fedele all’evento di Cristo, ma senza chiudersi in una logica identitaria o apologetica. In tal senso si legge che «l’universalità della salvezza è una verità fondante della fede cristiana, ma chiede di essere continuamente ripensata nel contesto culturale e antropologico in cui la Chiesa è chiamata a vivere» (p. 17).

Il testo sviluppa in modo sistematico il rapporto tra Cristo e l’universalità della salvezza, affermando con chiarezza che l’unico mediatore resta il Figlio incarnato, ma al tempo stesso valorizzando i semi del Verbo presenti in tutte le culture e religioni. A tal proposito, si afferma che «Cristo non è il mediatore di una salvezza esclusiva, ma colui che universalizza la possibilità di partecipare alla vita di Dio» (p. 44). In questo senso, l’universalità non è intesa in senso generico o astratto, ma come cifra concreta della presenza di Dio nella storia, una presenza che interpella la chiesa e la chiama a farsi “cattolica” non solo di nome, ma di fatto: aperta, ospitale, dialogica.

Particolarmente rilevante è la riflessione ecclesiologica, che restituisce alla chiesa la sua natura di segno efficace della comunione divina con l’umanità. Essa non è un’istituzione autoreferenziale, bensì un soggetto in ascolto, capace di riconoscere e valorizzare ciò che di vero e di buono lo Spirito opera anche fuori dei suoi confini visibili: «La chiesa è sacramento di comunione proprio perché non trattiene per sé la grazia, ma la trasmette e la distribuisce come servizio all’intera umanità» (p. 66). In questo senso, l’universalità diviene criterio ermeneutico e orientamento missionario: non annullamento delle differenze, ma superamento delle barriere culturali, etniche e religiose.

L’opera mostra una forte attenzione alle sfide del mondo contemporaneo, segnato da migrazioni, pluralismo culturale, conflitti religiosi e nuove forme di esclusione. La teologia dell’universalità proposta non è quindi soltanto una costruzione concettuale, ma una postura etica ed ecclesiale: si tratta di pensare e vivere la fede cristiana in modo aperto, dialogico, consapevoli che l’annuncio del vangelo non può prescindere dal riconoscimento dell’altro. Gli autori dialogano con autorevoli voci del pensiero teologico contemporaneo, da Karl Rahner a Hans Urs von Balthasar, da Joseph Ratzinger a teologi di area africana e asiatica, evidenziando come la questione dell’universalità attraversi tanto la teologia occidentale quanto quella emergente dalle periferie del mondo.

Il linguaggio dell’opera è denso ma mai criptico, capace di mantenere un equilibrio tra rigore accademico e profondità spirituale. Si avverte una piena consapevolezza dell’eredità conciliare, in particolare dei testi Lumen gentium e Gaudium et spes, dai quali si trae non solo ispirazione ma metodo: partire dall’umano per aprire uno spazio alla rivelazione. In definitiva, Intra omnes è un esercizio teologicamente maturo, che si propone come contributo originale e necessario in un tempo che esige da parte della teologia un salto qualitativo nel modo di concepire la missione, l’annuncio e il dialogo. Papa Francesco viene indicato come “il primo pontefice post-conciliare”: in effetti i suoi immediati predecessori avevano tutti partecipato alla storica assemblea. Le riflessioni proposte vogliono essere un contributo per non chiudere i cantieri di attuazione del concilio proposti da Francesco.


M. Belli, in Rivista di Pastorale Liturgica 3/2025, 78-79

Una lettera collettiva nella forma di un abbecedario che raggiunga simbolicamente i cardinali riuniti in conclave ma che serva anche ai fedeli, al popolo di Dio come come viatico nel compito di immaginare la Chiesa di domani, dopo la fine del pontificato di papa Francesco. Una lettera collettiva dal titolo significativo: Intra omnes, "dentro tutti", perché, come scriveva lo stesso Francesco nella sua autobiografia Spera, «Se il conclave è il momento dell'Extra omnes, la Chiesa è caratterizzata invece dall'lntra omnes. E già un istante dopo la fumata bianca, così è per il papa. La Chiesa è di Cristo. E Cristo è di tutti, è per tutti».

Pubblicato dall'editrice Queriniana di Brescia, il volume dunque presenta le trasformazioni che hanno caratterizzato l'epoca Bergoglio, ma soprattutto individua le linee direttrici che configureranno il futuro della Chiesa, che ci si augura sinodale, profetica e in grado di incarnare il vangelo in un mondo sempre più complesso. Il nuovo pontefice, ci si augura, si inserirà rispetto alle azioni e alle parole del suo predecessore in una continuità ermeneutica, dando espressione piena alle istanze del Concilio Vaticano II.

lntra omnes è curato da Andrea Grillo, professore ordinario di teologia dei sacramenti e di teologia della religione al Pontificio Ateneo "S. Anselmo" di Roma e docente di teologia liturgica e teologia dell'eucaristia all'Istituto di Liturgia Pastorale "S. Giustina” di Padova, e da Luigi Mariano Guzzo, professore associato di diritto e religione presso l'Università di Pisa; articolato in un'edizione digitale gratuita, scaricabile dal sito della Queriniana, e in una cartacea, il volume consta di 26 lemmi che vanno da ''Abusi" a "Vocazione", passando per ''Autorità", "Creato", "Culturà', "Donna”, "Giovani", "Liturgia”, "Morale", "Popolo" e altri.

A trattare i singoli temi un ampio spettro di teologi e teologhe, tra i quali Roberto Maier, docente di teologia e di filosofia morale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore; Tonio Dell'Olio, già coordinatore nazionale di Pax Christi, presidente della "Pro Civitate Christiana - Cittadella Laudato si' di Assisi"; Simone Morandini, direttore di CredereOggi, e vicedirettore Istituto di Studi Ecumenici "S. Bernardino" di Venezia; Stella Morra, professoressa stabile di teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana; Linda Pocher, docente di cristologia e mariologia presso la Pontificia Facoltà Auxilium di Roma; Simona Segoloni, presidente del Coordinamento delle teologhe italiane; Cristina Simonelli, docente di Antichità cristiana presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano.

"Intra omnes": tutti sono chiamati

Al di là del fatto che il lettore possa scegliere a proprio piacimento i lemmi che più lo interessano, i curatori offrono tre percorsi di lettura, costruiti intorno a tre tematiche più vaste: Autorità condivisa, verso una governance sinodale (un percorso che «illumina le radici istituzionali della Chiesa e le modalità di bilanciamento tra carisma e ufficio, per ripensare insieme la relazione tra autorità gerarchica e partecipazione»); Annuncio e pastorale, rinnovare il linguaggio della fede (percorso che è «centrato sul compito essenziale della Chiesa nel mondo: l'Annuncio del vangelo, che papa Francesco ha voluto ripensare profondamente in Evangelii gaudium, indicata come "la cornice apostolica della Chiesa di oggi"») e Chiesa nel mondo, giustizia, ecologia e dialogo (che «esplora il cammino verso una Chiesa impegnata sui grandi nodi globali. Prende avvio dalla cura del Creato, nostra casa comune, tema centrale fin dall'inizio del pontificato, e dall'opzione per i Poveri, intesi come «carne sofferente di Cristo», arrivando a affrontare anche il nodo degli abusi come «una questione ecclesiale legata al clericalismo e alla gestione del potere, che richiede un impegno a tutto campo per smascherare la "cattiva teologia” che li favorisce»).

Il senso profondo di quell'lntra omnes ha le sue radici nel Vangelo: «''Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze" (Mt 22,9)», ricordava Francesco nella sua autobiografia. «Tutti sono chiamati. Tutti. E allora: tutti dentro. Buoni e cattivi, giovani e vecchi, sani e ammalati. Perché questo è il progetto del Signore. Con una chiara predilezione, anzi, per questi ultimi». Allora dal Conclave dovrebbe emergere, scrive Stefano Biancu, direttore responsabile di Munera. Rivista europea di cultura, nel saggio sul "Tempo", «una Chiesa che sappia guardare la storia dalla prospettiva non dei vincitori, ma dei perdenti, degli ultimi, perché questa è la prospettiva che Dio stesso ha scelto, all'interno di una storia iniziata quando non c'era posto nell'albergo e conclusasi nell'umiliazione di un ingiusto processo e di una morte violenta. Una Chiesa dunque preoccupata - secondo la bella espressione di Evangelii gaudium - di avviare sempre di nuovo processi, piuttosto che di occupare spazi». […]


L. Eugenio, in Adista 19/2025, 2-5