Commemorare i 500 anni della Riforma di Lutero come occasione imperdibile per lanciare un appello ai cristiani di tutte le confessioni, per ridare vigore al cammino verso l’unità e ricordare al contempo alle chiese come la vera sfida, oltre l’auspicabile superamento delle reciproche divisioni, che oggi si pone alla fede cristiana è quella della sua significatività nell’attuale contesto storico-culturale: questo è l’intento lodevole che anima il lavoro dei due autori, il cattolico W. Kasper e il luterano U. Wilckens. Ricordare, quindi, la Riforma, come occasione propizia per lasciarsi, tutti, riformare dallo Spirito santo come premessa per un autentico ritorno al Dio della Bibbia e per la riscoperta dell’essere la sua unica chiesa, segno e strumento di unità e fraternità offerto agli uomini nella storia.
La breve, ma densa, precisa ed efficace riflessione del cardinale Kasper passa in rassegna – dopo una sintesi storico-teologica degli avvenimenti che portarono 500 anni or sono alla rottura dell’unità – tutte le questioni che da allora oppongono la chiesa di Roma a quelle nate dalla Riforma, segnalando le nuove convergenze che il paziente lavoro ecumenico, soprattutto nel post-Concilio a seguito degli indirizzi nuovi autorevolmente promossi dal Vaticano II nell’area cattolica, ha finora conseguito, i problemi ancora aperti e le prospettive di un loro eventuale superamento. Sono sette i punti attraverso i quali l’A. articola la sua nitida presentazione, ma a noi interessa qui segnalare quasi con più forza l’ottavo e il nono nei quali Kasper illustra i problemi che il momento presente pone come sfide ineludibili alle chiese cristiane che sono chiamate a testimoniare assieme la speranza nel compimento escatologico della storia. Da qui nasce l’appello dell’A., il decimo punto del breve saggio, a coltivare, almeno, un ecumenismo spirituale, dei cuori, che si manifesti fin d’ora in piccoli segni interconfessionali concreti.
Il vescovo luterano Wilckens propone poi, nella seconda parte del libro, una riflessione parallela, radicata nella sensibilità della sua chiesa, articolata in undici punti, molti dei quali ripercorrono altri analoghi dell’A. cattolico. Segnaliamo con piacere come questi siano offerti al lettore innanzitutto secondo una ampia prospettiva biblica e segnalando dapprima ciò che unisce, nel percorso della tradizione, le confessioni cattoliche e protestanti. Solo dopo vengono i problemi aperti, accanto alle prospettive di eventuale composizione già individuate, presentati con obbiettività storica e senza alcuna animosità, nello spirito del vero ecumenismo. Anche questo A., analogamente a Kasper come si è visto, manifesta la preoccupazione del rischio dell’insignificanza della fede cristiana nel mondo odierno secolarizzato, multietnico e multireligioso.
Laddove ai tempi di Lutero le chiese cristiane si sono separate sui contenuti della fede, oggi il tema ecumenico, perché riguarda ogni chiesa indistintamente, verte soprattutto sulla separazione dei nostri contemporanei dalla fede e chiede loro il ricentramento sull’unico vangelo e una coerente testimonianza.
A. Ricupero, in
Studia Patavina 65 (1/2018), 191-192