Spirito e libertà sono i due protagonisti del saggio di A. Fumagalli, il quale manda alle stampe una proposta sistematica in chiave pneumatologica della teologia morale fondamentale. Lo Spirito Santo è assunto come chiave di volta per interpretare e valutare l’agire morale cristiano. La libertà dell’uomo, dal canto suo, non può esser pensata previa e indipendente dall’influsso esercitato dallo Spirito. La libertà sempre e comunque si attua in relazione allo Spirito Santo, corrispondendovi o contrastandolo.
Attraverso questa intuizione, che già era apparsa in Eco dello Spirito, Fumagalli rilegge tutto l’agire morale e i principali capitoli della teologia morale fondamentale, organizzando il libro in quattro parti. Sullo sfondo (ma non troppo) la relazione di Spirito e libertà è declinata in riferimento all’amore di Dio infuso dallo Spirito Santo. La prima parte del libro rende ragione della prospettiva pneumatologica e presenta il pregio di superare la contrapposizione post-conciliare tra etica autonoma e morale della fede, proponendo una via teologica importante a proposito del nesso cardine indagato dalla teologia morale, quello tra libertà umana e verità cristiana. La chiave amorosa, poi, permette di comprendere lo Spirito e la libertà come i costitutivi dell’amore.
La seconda parte indaga la presenza dello Spirito nella libertà, e i modi nei quali quello susciti e inabiti questa. Sempre attraverso una lente pneumatologica, si scorre il dinamismo dello Spirito Santo, descritto come attrazione, come conformazione a Cristo, come filiazione al Padre e come moto di comunione trinitaria. In particolare sottolineiamo l’importante rilettura del tema della legge, che affronta il classico capitolo sulla legge naturale a partire dalla legge nuova, che è la grazia dello Spirito Santo. Questa articolazione illustra un concetto oggi piuttosto spuntato, quale è quello della legge naturale, irrigandolo di dinamismo d’amore. Infatti, l’agire dello Spirito sulla libertà è l’agire dello Spirito quale legge dell’amore. In queste pagine il tema dell’irradiazione dello Spirito è ripercorso attraverso i grandi «luoghi» teologici della Parola biblica, della liturgia sacramentale e della comunione ecclesiale. Sottolineiamo l’importanza del concetto di immaginazione, che lo Spirito suscita nell’ascoltatore delle Scritture, il nesso tra liturgia e morale (poco indagato nella teologia morale) e la rilettura del Magistero in chiave pneumatologica.
La terza parte interroga la configurazione responsiva della libertà verso lo Spirito. La libertòà nello Spirito è la responsabilità dell’amore vissuta dalla libertà. È la parte più lunga e approfondisce i principali e classici capitoli della teologia morale. Sono ripresentati il tema delle fonti della moralità, dopo aver ripercorso lo schema medievale (oggetto, circostanze e fine), la proposta post-conciliare trascendentale ed ermeneutica e il richiamo magisteriale della dottrina dell’intrinsece malum. La chiave relazionale-pneumatologica permette un riproponimento della dottrina teologico-morale attenta a quanto è andato smarrito nel cammino della tradizione e uscendo da certe secche astratte incapaci di rendere ragione del dinamismo che intercorre tra Spirito e libertà. La struttura simbolica dell’azione è l’attenzione teorica da avere per procedere in questa rilettura, capace di tenere insieme lo Spirito che suscita, il soggetto che agisce, il tempo che scorre, il contesto che condiziona. La struttura simbolica torna in campo pure nella presentazione del capitolo sull’opzione fondamentale, dando conto del peso che le azioni hanno e dunque della responsabilità della quale la libertà si deve fare carico. Peccati e vizi, opere di carità e virtù sono temi poco percorsi dalla teologia morale contemporanea che ricevono nuovo impulso in questo saggio. Interessante è il concetto di peccato come dis-amore e la successiva rilettura della classica distinzione tra peccato veniale e peccato mortale.
Infine, la quarta parte presenta la vita in Spirito e libertà e dunque cosa accade nella vita morale e quali dinamismi sono in campo. È il cammino dell’amore, che si dipana tra il discernimento e la vita della coscienza, eco più o meno distorto, frutto dell’interazione tra lo Spirito, che parla, e la libertà, che riflette. La conversione è lo stato di cammino continuo nelle dimensioni di altezza verso Dio, profondità verso se stessi, ampiezza verso il mondo e lunghezza nel tempo. Il saggio si conclude con un capitolo dedicato al compimento escatologico: lo sguardo sull’al-di-là suscita e imprime energie di attesa e di fretta per il Regno già nell’al-di-qua.
In sintesi è un’opera corposa, non solo per le pagine, quanto per il contenuto, che di fatto ripercorre i grandi temi della teologia morale (e non solo, dal momento che ci sono pagine di trinitaria, cristologia, ecclesiologia ed escatologia) attraverso la lente della pneumatologia. L’intuizione chiave è felice: la libertà non può essere neppure pensata se non già in relazione allo Spirito e la vita morale si gioca tutta nel cammino relazionale tra i due. Alla maniera dello scriba del Vangelo, questa intuizione permette di rileggere le cose antiche della tradizione teologico-morale in modo nuovo e più dinamico. Alcuni passaggi sono davvero di grande interesse, quali la lucida lettura della necessità di assumere l’istanza pneumatologica, l’impostazione del tema della legge, una rilettura delle fonti della moralità e dell’opzione fondamentale attraverso la categoria di simbolica dell’azione.
Ci permettiamo di avanzare una riserva a riguardo degli apporti delle scienze psicologiche, neurobiologiche e sociologiche. Sono citati di tanto in tanto, soprattutto a livello dei condizion(ament)i, mentre avrebbero meritato più posto in una visione d’insieme della teologia morale.
F. Scalzotto, in
Rivista di Teologia dell’Evangelizzazione 52 (2/2022), 560-562