Soteriologia

Nel volume, che richiede notevole impegno anche al lettore già iniziato a testi teologici, Werbick intende illustrare la concezione cristiana della salvezza prendendo avvio dalla crisi della soteriologia provocata dal pensiero moderno. Questo, che non può semplicisticamente essere ricondotto a un solo filone (se Lessing e Kant mostrano alcuni addentellati, non così gli idealisti Schopenauer, Kirkegaard e Nietzsche), continua a mandare la sua ombra lunga sulla cultura contemporanea, la quale di fronte all’annuncio cristiano della salvezza diventa provocatoria: come fa Dio a salvarci, posto che ci salvi? Werbick accetta la provocazione e sviluppa una rigorosa riflessione, che parte dall'annuncio di Gesù sulla signoria di Dio e sulla pratica ad essa conforme; pratica che conduce alla morte, dalla quale però Dio lo strappa. Lo sguardo alla predicazione e alla prassi di Gesù permette all'autore di preparare il terreno per reinterpretare in chiave esistenziale le metafore soteriologiche che nel Nuovo Testamento e nella tradizione cristiana sono state utilizzate. Nella reinterpretazione Werbick si avvale frequentemente delle prospettive di Drewermann. In tal modo «demitizza» la soteriologia cristiana, mostrando che quanto espresso nelle metafore della «vittoria sulle potenze», della «relazione che redime», della «partecipazione che sana» e dell'«espiazione», non riguarda eventi cosmici, bensì l'esperienza che la persona umana vive incontrando in e per Gesù un Dio che accoglie nell'amore e fa percepire gratuitamente che si è degni di stare nell'esistenza al di là di prestazioni. […] Alcune pagine manifestano una fine capacità di penetrazione psicologica, mentre altre evidenziano una grande forza sistematica, fondata su una vasta cultura esegetica e storica.