«Spesso, lo humour di questo teologo domenicano ci sorprende, forse perché da sempre siamo abituati al fatto che i discorsi seri vanno affrontati in modo serio (o almeno serioso). Il suo approccio lieve ricorda l’ironia di Gesù, il risus paschalis del Medioevo, e la vita di molti santi: basti pensare a un suo celebre conterraneo, quel Thomas Moore che prima di subire il martirio compose una famosa preghiera in cui chiedeva al Signore una buona digestione ma anche qualcosa da digerire, e che gli donasse il senso dello humour. In sintesi, potremmo dire che i suoi interventi manifestano una sentita, duplice preoccupazione in relazione al futuro: che ci sia ancora la terra e che ci sia ancora la fede. Gli scritti, lo stile, la passione di padre Timothy ci aiutino ad assumere le nostre responsabilità per la chiesa di domani e per il mondo di domani».
B. Salvarani, in
Settimana n. 36, del 9 ottobre 2011, 11