In breve
Edizione italiana a cura di Guglielmo Forni
In una controversia a tutto campo con il modernismo di Loisy Blondel sottomette il sapere delle scienze al sapere della teologia e stabilisce che il rapporto fra storia e dogma va risolto sul piano vitale e collettivo, non su quello intellettuale. È infatti Cristo, presente e attivo nella vita della chiesa, che valuta e accoglie ogni frammento di verità che gli uomini – nelle loro indagini storiche, filosofiche o teologiche – possono proporre.
Descrizione
Storia e dogma (1904) nasce come confutazione delle posizioni di Alfred Loisy (1857-1940). Se costui voleva subordinare la teologia alla storia, scienza suprema, Blondel voleva che il sapere fenomenico e spiecialistico delle scienze si sottomettesse al sapere globale offerto dalla metafisica e dalla teologia. La teologia, però, è una disciplina astratta. Ora, nell’anti-intellettualismo blondeliano al problema del rapporto fra storia e dogma si dà soluzione non sul piano intellettuale e individuale, ma solo sul piano vitale e collettivo. Perché l’esperienza di fede è qualcosa di vitale e olistico, una esperienza comunitaria. E la vita comunitaria è radicata in Cristo, che non è affatto da cercare (come voleva Loisy) in documenti morti o in un passato lontano. Cristo è presente, attivo nella vita della sua chiesa, ed è il suo Spirito che valuta e accoglie ogni frammento di verità che gli uomini nelle loro ricerche – storiche, filosofiche o teologiche – possano proporre. Questa è la conclusione di Blondel: la vita umana è fondata nel mistero e, dunque, anche la storia lo è. Ma questa posizione non conduce a una vanificazione del metodo?