L’ecclesiologia, sorta in un contesto giuridico, si configura come catalizzatore dei molteplici aspetti della riflessione teologica. Essendo una delle espressioni per eccellenza della storicità della fede, essa porta nella complessità della manifestazione storica la necessaria sintesi tra cristologia, trinitaria, antropologia teologica, ecc. In questa pagina, in occasione della festa di san Pietro e Paolo, guarderemo alle idee fondamentali presenti nel Trattato sulla Chiesa di Severino Dianich e di Serena Noceti, edito dalla Queriniana e giunto alla sua terza edizione.
È innegabile che la figura di Pietro nel NT risalti rispetto alle altre figure degli apostoli. Basti guardare le numerose volte in cui è menzionato per me, anzi, sotto i vari nomi (Petros, Simon, Kephas). Questi tre nomi che esprimono anche un programma sono testimoni della centralità della sua figura.
Chiamando Pietro, Gesù gli pone il nome Kepha che, nell’originale aramaico, è singolare maschile (a differenza della traduzione italiana pietra o roccia che è femminile).
Un passo particolarmente centrale che manifesta la centralità della figura di Pietro all’interno del NT è Mt 16,13-20. In questo testo «ci imbattiamo nel luogo sorgivo della chiesa, la professione di fede in Gesù. Qui ne è protagonista un apostolo, Simone, colui che per primo riconobbe che Gesù era il Cristo. Su questo primo germoglio di quella che sarà in tutta la sua storia la fede cristiana Gesù intende costruire la chiesa e lo fa in maniera decisamente personalistica: rende Simone consapevole di aver ricevuto una chiamata profetica, in quanto il Padre gli ha rivelato ciò che egli ha professato».
Gesù cambia il nome di Simone in Pietro ad indicare che tutta la sua vita ormai è investita da una missione. Il nome nella Bibbia indica l’identità e la vocazione della persona, non è solo un fatto nominale, è un fatto essenziale.
Sul ruolo di Pietro, Gesù torna nel momento più drammatico della sua esistenza, la vigilia della sua morte. Lì, Gesù evoca la tentazione a cui Pietro soccomberà. Ma proprio in quel contesto, Gesù confessa di aver pregato particolarmente per Pietro. Questa intercessione che gli darà la forza di rimettersi in piedi per annunciare il Risorto che l’ha fatto risorgere da peccatore a pescatore di uomini.
Già Ireneo testimonia dell’opera di evangelizzazione di Pietro a Roma e gli scavi di metà secolo scorso tolgono ogni dubbio sulla presenza e sul martirio di Pietro nella capitale dell’impero romano.
R. Cheaib, in
www.theologhia.com 6/2016