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L’insostenibile divinità degli angeli
David Hamidovic

L’insostenibile divinità degli angeli

Saggio storico

Prezzo di copertina: Euro 35,00 Prezzo scontato: Euro 33,30
Collana: Books
ISBN: 978-88-399-2897-9
Formato: 13,5 x 21 cm
Pagine: 328
Titolo originale: L’insoutenable divinité des anges
© 2021

In breve

Un lavoro di cui si auspicava la realizzazione da decenni: una storia critica degli angeli nel giudaismo, nel cristianesimo e nell’islam.

Descrizione

Quest’opera costituisce il primo saggio storico che presenta la comparsa degli angeli. Prendendo in esame le tre grandi religioni monoteiste (giudaismo, cristianesimo e islam), presenta sia la comparsa degli angeli sia la loro diffusione: dalle origini (oltre 4.000 anni fa), lungo tutta l’epoca d’oro, fino al periodo moderno.
Di norma, l’idea corrente è questa: gli angeli sono principalmente delle creature celesti al servizio degli esseri umani. Hamidovic mostra invece che devono la loro esistenza soltanto al loro rapporto speciale con Dio. Ed è rilevante che gli angeli trovino posto proprio nel contesto delle tre religioni che proclamano la credenza in un Dio unico, diventando presenze magari discrete, ma ineludibili.
Lo studio di Hamidovic raccoglie e ordina i dati (continuità e discontinuità, mutazioni di forma nel tempo e nello spazio), scava nelle zone d’ombra, racconta il rovesciamento della situazione, spiega l’onnipresenza degli angeli nell’arte occidentale e, più ampiamente, nella nostra cultura fino a oggi. Per quanto l’infatuazione per gli angeli si sia affievolita con l’avvento del pensiero razionale, ovunque restano tracce dell’antica passione per queste simpatiche creature celesti.

Recensioni

Che siano gli angeli paffuti del Seicento barocco, o quelli del Primo Testamento, temibili messaggeri dell’eterno, o l’arcangelo Gabriele che annuncia a Maria la nascita di Cristo salvatore, o ancora coloro che custodiscono con la loro costante presenza ogni singolo essere umano, gli angeli hanno sempre costituito in Occidente un segno distintivo della sua storia religiosa, sebbene siano oramai ridotti a essere quasi solo un’espressione culturale a causa dell’avvento, negli ultimi secoli, del pensiero razionale.

Di essi David Hamidović, docente alla Facolta di teologia e di Scienze delle religioni dell’Università di Losanna, delinea le vicende e le interpretazioni date nel corso dei secoli in un saggio dal taglio prettamente storico.

Se la vulgata vuole che gli angeli siano, soprattutto, delle creature celesti poste da Dio a servizio degli esseri umani, per l’autore, al contrario, essi devono la loro esistenza esclusivamente al rapporto particolare che hanno avuto con Dio stesso. In tale ottica, è estremamente sintomatico che tali creature trovino un posto di rilievo in tutte e tre le religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo, islam) assumendo una presenza di fatto a cui non si può sfuggire.

La domanda di fondo che guida l’intero saggio si può riassumere in questo modo: se c’è un Dio unico, onnipotente e onnipresente, a che servono gli angeli? Sono state avanzate diverse ipotesi che, tuttavia, non permettono di comprendere tutta la letteratura elaborata su di essi e di spiegarne, di conseguenza, la loro ragion d’essere. Oltre a ciò, tutte le ipotesi fatte presentano come loro intrinseco vulnus una visione a priori in grado di collocare le credenze angeliche all’interno di un percorso storico lineare: l’emergere delle creature celesti, la loro denominazione e moltiplicazione, la creazione di gerarchie angeliche.

Hamidović, invece, non tralascia le contraddizioni e le oscurita sinora emerse: con onestà intellettuale ricostruisce i grandi tratti della storia degli angeli senza far passare sotto silenzio gli interrogativi rimasti senza risposta.


D. Segna, in Il Regno Attualità 18/2022

Luminosi, alati, potenti, buoni (quasi sempre), inviati da Dio. Gli angeli, nella storia e nell’immaginario delle religioni mediterranee, costituiscono una presenza radicata da quattro millenni, ma la loro fisionomia è stata tutt’altro che stabile o scontata. Elaborate dalle culture mesopotamiche e dalle civiltà della mezzaluna fertile, le creature angeliche hanno dovuto compiere un lungo percorso per affrancarsi, nella percezione degli uomini, da un panorama affollato da molte divinità ed esseri che, come loro, ne trasmettevano i voleri o ne mediavano la forza. L’emergere dei monoteismi, dall’ebraismo al cristianesimo e, infine, l’islam, ha complicato ulteriormente la 'vita' degli angeli, il cui ruolo necessitava di essere precisato per evitare di ricadere in forme di politeismo che le Scritture contrastavano a favore di un Dio vero e unico. Come si è dunque arrivati a capire chi erano gli angeli? E come oggi cristiani, ebrei e musulmani concepiscono queste creature, in bilico tra cielo e terra? A tutte queste domande dà risposta un saggio di David Hamidovic, storico francese, esperto di giudaismo antico, recentemente tradotto in italiano: L’insostenibile divinità degli angeli (Queriniana, pagine 328, euro 35).

Per la prima volta, scrive l’autore nella sua introduzione, si cerca di dare una lettura complessiva e di lungo periodo nell’itinerario che, dai millenni passati sino al Medioevo, ha portato a conferire un profilo preciso a questi messaggeri divini. Il testo accompagna il lettore in un viaggio nelle culture antiche, in sistemi di pensiero e religiosi ormai sepolti nelle nebbie della storia, con un’archeologia intellettuale capace di mettere in luce le continuità profonde nella storia dell’umanità. Hamidovic individua quattro grandi stagioni nel discorso sugli angeli: all’inizio, in un periodo antecedente al primo millennio avanti Cristo, gli esseri in cui si possono scorgere i tratti di quelli che saranno gli angeli si configurano come dèi minori, il cui ruolo è fare da tramite tra gli dèi principali. In questa cornice, a risultare rilevante non è la relazione tra cielo e terra, ma un rapporto, tutto celeste, tra divinità più importanti e divinità inferiori.

È solo nel millennio seguente che l’affiorare di una tensione verso sistemi monoteisti porta a un’evoluzione del quadro: nelle società antiche, si impone l’idea di un Dio superiore a tutti gli altri dèi, un monoteismo ancora molto imperfetto e larvale, ma che cambia radicalmente lo scenario. Nell’Antico Testamento e nella tradizione ebraica, che accelera lo sforzo di codificare l’unicità di Dio, gli angeli appaiono come funzionari di Yahweh, suoi emissari, con il ruolo sempre più evidente di mediare la potenza di Dio a vantaggio dell’umanità. Nel nome dato all’angelo si cela il tipo di delega che Dio ha affidato al suo messaggero, ormai proteso e rivolto al mondo degli uomini, a cui parla e si indirizza. Vi è poi una terza stagione, a ridosso dell’era cristiana, un’epoca di forti sconvolgimenti nel giudaismo. Gli uomini cercano vie di accesso e di comunicazione con Dio e gli angeli appaiono il canale più adatto per raggiungerlo. I loro tratti si differenziano sempre di più da quelli degli esseri umani, il loro numero aumenta e vengono attribuiti loro dei nomi. Ci si sforza inoltre di stabilire la loro gerarchia, dando un ordine alle schiere angeliche.

Questa esigenza caratterizza l’ultima stagione descritta da Hamidovic, con la necessità, nel primo millennio dell’era cristiana, di 'catalogare' gli angeli e di regolamentarne l’invocazione. L’ebraismo tenta di evitare derive pericolose in cui gli angeli sono oggetto di culto, mentre il cristianesimo nascente plasma l’angelologia, per precisare la dottrina sugli angeli e definire il corretto rapporto tra gli angeli e Cristo. Simili discussioni filtrano, alcuni secoli dopo l’avvento di Gesù, anche nell’islam, che riserva un ruolo di peso all’arcangelo Gabriele. E sono forse gli angeli, afferma Hamidovic in conclusione, a costituire ancora oggi un filo rosso che tiene assieme le tre grandi religioni monoteiste: un’occasione per ritrovare spunti di dialogo e di collaborazione che, grazie agli esseri celesti, renda il mondo un luogo più unito.


M. Al Kalak, in Avvenire 4 aprile 2021