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Il racconto della filosofia
Ugo Perone

Il racconto della filosofia

Breve storia della filosofia

Prezzo di copertina: Euro 26,00 Prezzo scontato: Euro 24,70
Collana: Books
ISBN: 978-88-399-2882-5
Formato: 13,5 x 21 cm
Pagine: 360
© 2016

In breve

«Ho voluto raccontare la storia della filosofia come il fluire variegato di grandi prospettive di senso. Un progetto contemporaneamente umile, perché conscio dei limiti impliciti nell’impresa, e ambizioso, per l’ampiezza di pubblico cui si rivolge e la libertà cui fa ricorso. Mi auguro che possa essere fonte di soddisfazione e di divertimento per i lettori, così come lo è stato per me» (Ugo Perone).

Descrizione

La sfida di questo saggio è percorrere la vicenda del pensiero filosofico considerandolo come lo snodarsi di un racconto che ha qualcosa da dire a tutti. Non dunque un’esposizione erudita e analitica dei diversi sistemi di filosofia considerati come tasselli di una disciplina specialistica, ma il tentativo di individuare per ciascun autore il fulcro della sua proposta, quella parola attorno a cui le sue riflessioni si sono affaticate e che egli ci ha voluto trasmettere. Così facendo, la filosofia diviene il fluire variegato di grandi prospettive di senso, capaci ciascuna ancora oggi di interpellarci. Essa è un racconto a più voci a noi rivolto. Ma perché ciò avvenga, chi ne dà conto e chi vi si accosta devono sentirsi partecipi di questa drammaturgia complessiva, in cui ognuno è chiamato a osare a sua volta una propria personale prospettiva.

Recensioni

Viviamo in un momento in cui nella crisi della filosofia si è inserita una sorta di filosofia che teorizza la fine della filosofia, come afferma Giovanni Reale (cf. la sua Storia della filosofia antica), e la percezione del filosofo, nell’immaginario collettivo, è sempre più quella di una figura estranea al mondo, ripiegata su se stessa, inutile a volte anche dannosa. A questo si accompagna la tendenza a una involuzione gergale asfittica del linguaggio filosofico, accessibile ormai soltanto agli addetti ai lavori.

La storia del pensiero umano fin dalle origini ha conosciuto lo scetticismo, il relativismo, la sfiducia nei confronti della possibilità della ragione di concettualizzare l’essenza degli esseri esperiti, ma oggi a tutto ciò si sono aggiunti il crollo delle ideologie, del mito della razionalità scientifica e una diffusa, anche se apparente, indifferenza nei confronti delle questioni fondamentali dell’esistenza. In questo senso, in un contesto come quello contemporaneo di crisi generale del pensiero, di ipertrofia della Verstand e atrofia della Vernunft, proporre un saggio sulla filosofia è una scelta davvero coraggiosa. Tornano alla mente le parole del filosofo Luigi Pareyson in Verità e Interpretazione che nell’analizzare il panorama culturale contemporaneo ha individuato, in modo profetico, nel prassismo e nel tecnicismo le concezioni più invasive e pericolose; esse, infatti, attestano quella crisi della filosofia che porta con sé come inevitabile conseguenza la superstizione scientifica, il fanatismo religioso, il trionfo dell’ideologia, tutte strumentalizzazioni queste di un pensiero che ha perso la sua originaria dimensione ontologica e la sua autentica funzione di verità. Nel difendere, allora, la filosofia e nel rivendicare la criticità di una verità che sia plausibile all’uomo contemporaneo, salda nella sua ulteriorità, ma accessibile a una pluralità di prospettive, secondo Pareyson si sceglie la via più difficile, che richiede audacia e coraggio.

Fare a meno della filosofia in favore della scienza o della politica o della religione, o ridurre la filosofia alla riflessione empirica delle cosiddette scienze umane come la sociologia o la psicologia o l’antropologia, o sacrificare la verità alla molteplice ma indifferente varietà delle forme storiche, sarebbe una cosa fin troppo facile. In questo senso l’idea-forza del saggio di Ugo Perrone, che riprende i percorsi seguiti nel tempo dalla ragione umana, accoglie la sfida contemporanea riportando la filosofia «alla portata di tutti»: una breve storia della filosofia presentata sotto forma di racconto «che si renda più affabile e stimolante di quanto non sia già accaduto», per coloro che l’hanno affrontata nel passato, ma anche per chi non le si è mai avvicinato (cf. 5-6).

L’obiettivo che ne deriva è quello di offrire un contributo nuovo per il riavvicinamento a una disciplina dimenticata o spesso sottovalutata. Ed è qui la premura dell’Autore di chiarire che la filosofia non ha mai affidato la propria definizione a una forma espositiva particolare: essa, piuttosto, ha cercato di essere un modo complessivo di rendere ragione della realtà circostante in forma di pensiero e per fare ciò ha costruito un mondo, il suo mondo, si è dotata di un linguaggio, il suo linguaggio e ha scelto la forma espositiva congeniale al proprio mondo intellettuale di riferimento… è così che si è fatta racconto, narrazione (cf. 7).

In queste oltre 300 pagine, dalla lettura scorrevole, si viene introdotti al mondo del pensiero, a quell’anelito universale della ragione umana in ricerca della comprensione della realtà ed emerge come ci sia corrispondenza tra ciò verso cui la filosofia è in cammino e il percorso biografico esistenziale dell’A. Egli dichiara, infatti di avervi preso dimora: «è il mio racconto della filosofia come l’ho appresa e intendo tramandarla» (6), ed è andato all’essenziale operando scelte, frutto di un gesto di libertà, nella convinzione che si possa trovare, in queste pagine, una chiave di lettura a cui non si aveva pensato.

Una dinamica di ricezione e attività, quindi, che si colloca nel dialogo tra ciò che si è appreso e ciò che si è scelto come essenziale in questa lunga vicenda dello spirito: è una «risposta personale, e a tutti indirizzata, alle questioni che il mondo ci pone e ai dubbi che esso suscita in noi, alla meraviglia che sollecita e al dolore che arreca» (7).

La filosofia è una via e, come diceva Russell nella sua Storia della filosofia occidentale, mentre le nozioni scientifiche investono singoli oggetti che non sono indispensabili a ognuno di noi, nella filosofia ne va sempre dell’essere nella sua totalità e quindi dell’uomo nella sua interezza. Nella filosofia ne va di quella verità che, una volta attinta, disvela profondità ben maggiori di ogni conoscenza scientifica, e il senso della filosofia ha un’origine diversa. Esso sorge prima di ogni scienza, e ogni qualvolta l’uomo si risveglia a se stesso. È Albert Camus (cf. Il mito di Sisifo), che ci ricorda che il camminare quotidiano dell’esistenza procede nel tempo ma soltanto un giorno sorge il perché e tutto comincia in una stanchezza che si colora di stupore. “Comincia”, questo è l’importante. La stanchezza arriva al termine degli atti di una vita automatica, ma allo stesso tempo inaugura il movimento della coscienza: lo desta e provoca, il seguito si decide e consiste o nel ritorno incosciente alla catena o nel risveglio definitivo.

In questa impresa Perone dimostra che la filosofia può essere accessibile a tutti perché si pone le ineludibili domande del senso della vita e i minuti sentieri percorsi dagli specialisti della ricerca filosofica hanno un senso soltanto se sfociano nel seno della comune umanità. Non si possono eludere, quindi, le domande che la filosofia ci pone, né persuaderci di aver trovato incontrovertibili risposte attraverso la scienza, ed è proprio della filosofia, dice l’A., affrontare la sfida di un qualcosa che ha la sua oggettività (cf. 7). Misurarsi con l’obiettività di ciò che è stato detto, ma riformularlo nell’unico modo che ne consente la comprensione e cioè nella forma personale: questo è il fascino e la difficoltà della prova a cui la filosofia oggi è chiamata. Il saggio ci rammenta che la dialettica è relazione viva con la realtà. Non è dei simboli della realtà da lui creati che narra il filosofo; egli mostra, bensì, quegli stessi simboli nel loro nascere dalla realtà. Egli non insegna (cf. 16), bensì fa egli stesso esperienza della realtà. La dialettica è, allora, un esperimento ininterrotto sulla realtà per giungere nell’intimo dei suoi strati più profondi e ogni metodo è ritmo, l’instancabile ritmo delle domande e delle risposte. Nessuna risposta, però, è la risposta ultima (cf. P.A. Florenskij, Stupore e dialettica).

L’Autore con umiltà è conscio dei limiti e della non esaustività, ma allo stesso tempo è ambizioso per l’ampiezza del pubblico a cui indirizza l’impresa. Il testo è diviso in 24 capitoli e il viaggio della filosofia, seppur a tappe selezionate, è lungo e articolato: dai primordi della filosofia greca, al suo sviluppo, dal confronto con la rivelazione del Dio cristiano, alla modernità e alla ridefinizione di concetti come esperienza e ragione per e a una ragione come giudice universale; da Hegel al positivismo e alla sua crisi; da Nietzsche decostruttore del logocentrismo occidentale alle ideologie, dalla filosofia analitica alle direzioni e ai temi della filosofia contemporanea, all’ermeneutica e alla questione delle differenze. Il linguaggio utilizzato dall’A. è generalmente accessibile a un vasto pubblico pur essendo rigoroso nel suo modo di procedere.


C. Caneva, in Lateranum 3/2017, 723-725

Quante volte parlando di filosofia ci si sente bisognosi di approfondire, completare o addirittura cominciare a studiare con la dovuta attenzione. Se la terza considerazione supera le altre, è necessario muovere i primi passi. Di introduzioni, manuali, guide, tascabili ecc. il mondo dell’editoria è pieno. Ma quando l’opera è degna di considerazione, è bene segnalarla. È utile anche per chi avendo già fatto filosofia, la vuole riprendere con una nuova angolazione.

Attenzione, lo studio non si cura di nutrire e soddisfare curiosità storiche, non di apportare chissà quali vantaggi, ma a stimolare la mente alla riflessione ed alla conoscenza dei presupposti logici che hanno formato il nostro “modo di pensare liberamente”. La filosofia è una conoscenza che non si cura dei vantaggi che potrebbe procurare, ma è fine a se stessa. Anche se forse «tutte le altre saranno più necessarie di questa, nessuna le sarà superiore» ricorda Aristotele.

Nel 2016 Ugo Perone pubblica un volume dal titolo Il racconto della filosofia (Editrice Queriniana) che stimola l’attenzione fin dal titolo. Infatti, il “racconto” non può essere che personale, anche se si avvale, indubbiamente, delle oggettive conoscenze storiche. È anche di facile comprensione, a differenza dello studio, dell’analisi, dell’approfondimento ecc. è un libro pensato per tutti.

Questa sfida editoriale è stata possibile solo grazie a giustificate scelte dell’autore che ha ridotto all’essenziale ciò che si voleva proporre, ma senza tralasciare le dovute precisazioni storiche. Vi si trovano in poco più di 300 pagine gli autori più importanti e le riflessioni fondamentali per il percorso che ha portato alla formazione di un’idea. Dalla Grecia di Platone fino ad Heidegger è stato raccolto lo sviluppo del pensiero occidentale in modo davvero esemplare.

Il punto di vista che Perone ha proposto in questo testo, permette di entrare nel mondo della filosofia. Perone fa notare, in modo originale durante il percorso, come da Agostino in poi la novità del cristianesimo irrompe nella filosofia. Le accuse di ignoranza mosse dalla cultura romana al cristianesimo, suscitarono una reazione volta a dimostrare la validità filosofica. I primi quattro secoli della tradizione cristiana, infatti, vedono i Padri della chiesa impegnati nel riuscito tentativo di far accettare culturalmente la novità del messaggio evangelico. Agostino ne è un esempio illuminante. Con lui la prima persona singolare fa ingresso nella filosofia. L’interiorità si fa biografia di un’anima che è insieme ricerca di Dio e ostinata fuga da Lui, la filosofia non è trattato impersonale, ma confessione biografica. Il tempo non è immagine mobile dell’eternità, quieto fluire dell’immutabile nelle forme del sensibile, ma opera dell’anima dell’uomo che trattiene con la memoria ciò che altrimenti sarebbe pura dispersione, non ha una consistenza sua propria se non perché esso è il distendersi di un’anima che trattiene il passato come ricordo, il presente come attenzione e il futuro come attesa. Il male non è più ultimo e inevitabile limite della realtà, ma espressione di un “non essere”. Il male è fondamentalmente il peccato, mancanza di essere, quindi non esiste ma è frutto della volontà dell’uomo a non partecipare al bene, quindi è frutto di una scelta umana. Agostino si libera così da una concezione oggettivistica del male per interrogarsi piuttosto sul modo attraverso cui esso sorge. E la scelta? Non è dunque un’assurdità quella di volere in parte e in parte non volere, è piuttosto una malattia dello spirito, sollevato dalla verità ma non raddrizzato del tutto perché accasciato dal peso dell’abitudine. Vi è nell’uomo un’inquietudine che è, al tempo stesso, desiderio del bene e resistenza contro il bene stesso. La storia, infine, non è processo esclusivamente immanente, ma luogo di un incessante intreccio di opera dell’uomo e provvidenza di Dio. Le famose due città? Sono frutto di due amori. Ci troviamo innanzi ad una scelta fondamentale: l’amore di sé fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena; l’amore di Dio fino al disprezzo di sé (come peccatore) la città celeste. Questo schema di radicale opposizione vale però solo sul piano dei principi. Nella storia concreta le due città si mescolano. Ecco i lineamenti del pensiero di Agostino.

Questo è solo un esempio di come Perone affronta la filosofia ed i suoi “pensatori”. La chiara capacità di sintesi dell’autore aiuta a riordinare la ricca produzione filosofica. Una prospettiva ambiziosa quella di offrire la filosofa in modo chiaro a tutti? Si, lo è. Ma il progetto sembra essere valido e perciò consigliato.


D. De Angelis, in Frammentidipace.it 25 settembre 2017

Condensare in un volume di poco piú di 300 pagine una storia, quella della filosofia, piú che millenaria: questa la consegna affidata dall’editore a Ugo Perone, illustre filosofo italiano, professore emerito di filosofia morale all’Università del Piemonte orientale e attuale titolare della Cattedra Guardini presso la Humboldt Universität di Berlino. Già autore (con altri) di un fortunato manuale di storia della filosofia per i licei, l’A. riconosce che il suo progetto è insieme «umile, perché conscio dei limiti impliciti nell’impresa, e ambizioso, per l’ampiezza di pubblico cui si rivolge e la libertà cui fa ricorso» (p. 6).

Si tratta infatti di un volume scritto «per tutti»: per coloro che, affatto digiuni di filosofia, sono alla ricerca di un agile strumento che li introduca alla sua storia e al suo lessico, come pure per studenti e docenti che potranno trovarvi «una chiave di lettura a cui non avevano pensato e che può essere utile» (p. 6). Esso si presenta inoltre, ermeneuticamente, nella forma del racconto, racconto della storia di quella filosofia che, di per se stessa, è già racconto: «narrazione del mondo attraverso il ricorso al mondo del pensiero» (p. 7). Un racconto che, «se trova un vincolo nell’oggettività di ciò che ciascun autore ha pensato e scritto» (p. 7), coinvolge pure il soggetto narrante, con la sua libertà, e interpella in prima persona i soggetti cui si rivolge, senza venir meno alla convinzione che la filosofia rappresenta «una forma di sapere che tenta di far intervenire negli accadimenti del presente il valore verità (o la critica di esso)» (p. 269).

Le scelte dell’A. emergono nettamente dall’impostazione generale del volume. Il racconto della filosofia, scorrevole nella forma e preciso nei contenuti, dà spazio soprattutto agli autori, ai grandi autori (Platone, Aristotele, Cartesio, Spinoza, Kant, Hegel, ecc.), accennando appena alle figure considerate minori e raccordando con brevi ma significative riflessioni le diverse epoche storiche. Da notare, in particolare, il rilievo dato agli autori della tradizione cristiana (Agostino, Tommaso d’Aquino, Duns Scoto, Pascal, Vico), come pure, nell’ambito della presentazione della filosofia contemporanea, l’importanza attribuita agli sviluppi del marxismo (Lukacs, Bloch, Horkheimer, Adorno, Benjamin).

Per limitarci a quest’ultima, interessante è l’interpretazione complessiva che ne viene data a partire da Nietzsche. Se questi celebra la crisi della filosofia nella sua pretesa hegeliana di giungere alla verità assoluta attraverso una serie di progressivi e lineari superamenti delle filosofie precedenti, la filosofia contemporanea viene vista come un tentativo di doppiare e oltrepassare la crisi presentandoci dei percorsi «che non procedono piú linearmente ma a ventaglio e offrendo cosí agli sviluppi successivi una piú variegata base di punti di riferimento» (p. 276).

Nell’ultimo capitolo l’esposizione «cessa di essere storia e racconto» (p. 322) per rivelarci in maniera diretta l’impegno filosofico dell’A. Le piú rilevanti linee di direzione dell’odierna filosofia vengono individuate nella filosofia analitica (che si distingue per la chiarezza e il rigore argomentativo) con i suoi piú recenti sviluppi di filosofia della mente, nello sviluppo «eretico» della fenomenologia realizzatosi in area francese con un sempre piú marcato interesse verso la tematica religiosa (Levinas, Henry, Marion) e infine nell’ermeneutica (Gadamer, Ricoeur, Pareyson). Se tutte e tre appaiono «istanze irrinunciabili (e componibili) della filosofia» (p. 343), all’ultima, in ogni caso, viene attribuito un primato.

Nel suo renderci consapevoli che quella verità e quel senso che la filosofia cerca ci sfuggono sempre proprio nel momento in cui si pensa di averli afferrati, essa ci permette di comporre identità e diversità, rendendoci cosí pure capaci di affrontare le sfide dell’attuale situazione culturale e politica.


V. Bortolin, in Studia Patavina 64 (1/2017) 181-182

La divulgazione della storia della filosofia è un'impresa al tempo stesso meritoria e rischiosa. Meritoria, perché sempre carente è la conoscenza del pensiero filosofico in Italia; rischiosa, perché da un lato è difficile definire lo stesso perimetro della ricerca filosofica (per esempio, quale rapporto con la scienza e con le scienze umane?) e dall'altro è facile non riuscire a trovare il giusto livello di comunicazione (non troppo alto per non mancare 1'obiettivo e non troppo basso da perdere di consistenza).

Per farcela occorre una salda conoscenza storica e teoretica della filosofia, nonché un'esperienza maturata sul campo della didattica e dell'informazione filosofica. Di entrambe queste competenze è sicuramente dotato Ugo Perone, già docente alle università di Torino e Roma e soprattutto coautore di un fortunato manuale di storia della filosofia per i licei (Lezioni di filosofia, Sei); competenze che ha cercato di mettere a frutto in quest'opera.

Ma «come restringere in poco più di 300 pagine una storia millenaria?». Questo è l'interrogativo che giustamente si pone l'autore all'inizio del suo saggio e la risposta è tanto semplice quanto sincera: «Andando all'essenziale ed esercitando scelte, che si cerca di motivare storicamente, ma sono frutto di un gesto di libertà».

È infatti evidente che qualsiasi operazione di sintesi nella scelta degli elementi essenziali dell'evoluzione del pensiero filosofico implica una buona dose di soggettivismo, quindi di libero e personale discernimento tra ciò che va incluso e ciò che invece viene escluso. Va tuttavia dato atto a Perone di essere alla fine riuscito a realizzare un libro su millenni di riflessione filosofica in Occidente toccando tutti gli snodi fondamentali e non dimenticando nessuna figura di filosofo che abbia in qualche modo "lasciato il segno".

In parte originale è anche l'impresa di articolare l'esposizione in forma di racconto, dal quale far emergere come è stata vissuta e può essere vissuta l'avventura del pensiero umano che interroga se stesso, che cerca il proprio fondamento. L’autore la giustifica col fatto che in fondo «la filosofia stessa è narrazione» che «sempre ha inteso dar vita a un mondo di pensiero (anche linguisticamente connotato con originalità) che dia ragione al mondo della realtà»; e perciò ricorda come non esista un solo genere di scrittura filosofica, ma i filosofi abbiano di volta in volta fatto ricorso tanto al trattato quanto alla poesia, tanto al dialogo letterario quanto al saggio critico, tanto al manuale di logica quanto all'aforisma e alla novella, ovviamente a seconda della diversa personalità di ciascun pensatore.

Se questo approccio può suscitare qualche perplessità in chi interpreta la storia della filosofia e la stessa indagine filosofica come attività di studio e ricerca rigorosa ed oggettiva, è tuttavia indiscutibile che il modo in cui vengono narrati i contributi dei diversi pensatori è senza dubbio obiettivo, così come del resto enunciano le stesse dichiarazioni di intenti preliminari dello stesso Perone: «Il racconto della storia della filosofia trova il proprio vincolo nell'oggettività di ciò che ciascun autore ha pensato e scritto».

Rispetto al mondo attuale, è infine particolarmente interessante l'ultimo capitolo, perché fornisce una chiara mappa della filosofia contemporanea. In conclusione, un testo che merita di essere letto sia per il punto di vista personale dell'autore sul pensiero filosofico occidentale, sia per arricchire la propria conoscenza della storia della filosofia.


R. Timossi, in Avvenire 30 dicembre 2016

«Come restringere in poco più di 300 pagine, questo l’imperativo editoriale, una storia millenaria?»: è questa la domanda che Ugo Perone, già ordinario di Filosofia nella Seconda Università di Roma e in quella di Torino e attualmente titolare della cattedra Guardini presso la Humboldt Universität di Berlino, si pone all’inizio del suo recente volume intitolato Il racconto della filosofia. Breve storia della filosofia. A siffatta domanda il lettore potrebbe aggiungerne almeno un’altra: perché proporre una nuova sintesi del secolare percorso effettuato dal pensiero occidentale quando in commercio ve ne sono già svariate decine? E, infine, come non sollevare anche alcuni interrogativi che, esplicitati più o meno chiaramente, riecheggiano spesso quando si parla di filosofia: a che cosa serve? Ha ancora senso studiarla? Procediamo con ordine. Alla prima questione è Perone stesso a dare una risposta assai sensata, affermando che il suo è un tentativo caratterizzato dall’umiltà di chi intende mettere a disposizione del maggior numero possibile di lettori un’opera introduttiva, scritta rifuggendo da eccessive complicazioni.

Possiamo annoverare questo libro tra quelli di alta divulgazione, frutto di grande competenza e di notevole capacità comunicativa. E non v’è dubbio che di opere di tal genere ci sia sempre bisogno. Passiamo agli altri interrogativi. Ogni epoca ha riletto, interpretato e discusso il cammino compiuto dal pensiero nei secoli precedenti: ciò, in ultima analisi, costituisce proprio la storia della filosofia.

Inoltre, il fatto che a presentare tale rilettura siano di volta in volta autori diversi è fonte di continuo arricchimento: dunque, ogni epoca propone la propria storia del pensiero e lo fa non attraverso una sola voce, ma grazie a una molteplicità di contributi che garantiscono la libertà e il pluralismo, essenziali allo sviluppo della cultura. Eccoci ora al problema finale, quello relativo al significato e al valore della filosofia. A questo riguardo le risposte sono state innumerevoli. Sulla scorta della lezione di grandi maestri, ritengo che la filosofia continui a suscitare vivo interesse perché affronta gli interrogativi fondamentali che abitano nel cuore dell’uomo, di ogni uomo. Di ciò si accorsero ben presto anche i primi cristiani, che manifestarono una grande attenzione critica nei confronti del pensiero classico con il quale seppero dialogare senza rigide chiusure e senza pericolosi cedimenti.


M. Schoepflin, in Toscana Oggi 5 giugno 2016

L’arte di pensare – spiegava Jean Guitton qualche decennio fa in un suo stimolante saggio – è anche l’arte dell’elezione e della gerarchizzazione. Potremmo dire che la sapienza è anche saper scegliere cosa ritenere, saper trovare i nuclei sintetici di un immenso pensiero, quelli che possiamo chiamare i nodi nucleari e gli snodi cruciali di una visione, dai quali si potrebbe contemplare la panoramica intera di un pensiero raccogliendo il fascino della luna in una goccia d’acqua.

È opportuno osservare che solo chi ha colto nel profondo la complessità di una questione può presentarne una ri-narrazione semplificata senza per ciò stesso annacquarla. È questo ciò che si potrebbe dire dell’impresa di Ugo Perone nel suo Il racconto della filosofia. Breve storia della filosofia, edito per i tipi della Queriniana e che vorrebbe essere «una presentazione snella ed essenziale del pensiero filosofico occidentale».

L’autore, cosciente dell’impresa preposta si chiede come sia possibile restringere in poco più di 300 pagine una storia millenaria, e la sua risposta rispecchia quando stavamo premettendo a questa presentazione: «Solo andando all’essenziale ed esercitando scelte, che si cerca di motivare storicamente, ma sono frutto di un gesto di libertà». Il «racconto» vorrebbe rivolgersi a tutti per ricordare chi già conosce dei passaggi essenziali e per istruire con agilità chi si accosta per la prima volta a uno sguardo globale alla filosofia e alla sua storia.

Perché «racconto»? È l’autore stesso a spiegare questo titolo: «La filosofia stessa è narrazione. Non perché sia favola o poema, ma perché nelle molteplici forme ch’essa ha assunto – dal dialogo al trattato, dal diario al saggio, dalle meditazioni alla forma di sistema, dal poema all’argomentazione, rigorosamente logica, e l’elenco potrebbe essere proseguito quasi indefinitamente – sempre essa ha inteso dar vita a un mondo del pensiero (anche linguisticamente connotato con originalità) che dia ragione del mondo della realtà». In altre parole, la filosofia è un modo sensibile e sensato per rinarrare la complessità della realtà, per trovare una ragionevolezza in un’esistenza che non sempre si presenta come ragionevole. È il ridirsi l’esistenza affinché sia più reale la sua realtà.

Il tutto non si esaurisce nel frammento, ma si intuisce. Il libro di Perone è una lettura della filosofia. Una lettura completa? Sarebbe un torto all’autore stesso rispondere di sì. Il libro è un invito alla lettura.


R. Cheaib, in www.theologhia.it 5/2016

Il racconto della filosofia di Ugo Perone è un saggio di spessore che intende percorrere la vicenda del pensiero filosofico considerandolo come il racconto del pensiero in movimento che ha qualcosa da dire a tutti. La filosofia - individuato il fulcro fondamentale di ogni autore - diventa così lo scorrere di grandi prospettive di senso, capaci ciascuna ancora oggi di interpellarci. Chi legge il volume, e chi lo usa come strumento per lo studio più approfondito, deve giungere ad esprimere necessariamente una propria personale prospettiva.
F. Mariucci, in La Voce 14 (22 aprile 2016)

Una «breve storia della filosofia» per tutti – questa l’intenzione dell’a. – raccontata come se si fosse di fronte ad amici, non necessariamente specialisti, ma che, dopo averne udite le vicissitudini e i diversi modi con cui essa si è presentata sulla scena del mondo, possono venire a loro volta presi dalla passione filosofica. Perone, che attualmente occupa la Cattedra Gardini presso la Humboldt Universität di Berlino, sceglie giustamente di dare ampio spazio agli autori e ai diversi nuclei tematici che via via si sono imposti come decisivi nel suo corso storico, assegnando una parte di rilievo alla filosofia moderna che ancora oggi ne caratterizza il profilo nella nostra contemporaneità.
In Il Regno 6/2016