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Comunità
Henri J.M. Nouwen

Comunità

Scritti e discorsi inediti

Prezzo di copertina: Euro 24,00 Prezzo scontato: Euro 22,80
Collana: Spiritualità 218
ISBN: 978-88-399-3818-3
Formato: 13,2 x 19,3 cm
Pagine: 224
Titolo originale: Community
© 2023

In breve

A cura di Stephen Lazarus
Prefazione di Robert Ellsberg

«La comunità non è una creazione dell’uomo, bensì un dono divino che richiede una risposta obbediente. Questa risposta può esigere tanta pazienza e umiltà, tanto ascolto e dialogo, tanto confronto e autoanalisi, ma dovrebbe sempre restare una risposta obbediente a un legame che è donato e non costruito» (Henri Nouwen).

Descrizione

Nouwen ha scritto e parlato molto di comunità nel corso degli anni. Una ricerca insistente di comunione ha alimentato le sue scelte di vita più importanti, compresa quella di lasciare l’incarico all’università per svolgere il servizio di cappellano in una comunità dell’Arca. Lì, vivendo a fianco di persone con disabilità intellettive e dello sviluppo, e accompagnandole con i loro assistenti, la sua comprensione della comunità e l’impegno a favore della vita comune sono giunti a maturazione. Tuttavia, stranamente, a questo argomento Nouwen non ha mai dedicato un libro specifico.
Ora, attingendo a conferenze, articoli e altri materiali del tutto inediti per l’Italia, Comunità fornisce un quadro esaustivo della visione che Nouwen ne aveva: per esempio come legame che è donato, anzitutto, e non costruito, come dono divino che richiede una risposta obbediente da parte umana. In questo libro, dunque, si dà ragione del perché egli percepisse la comunità come dimensione ineliminabile della vita spirituale.

Recensioni

>«Vivere un’esistenza cristiana richiede una conversione radicale. Ci chiede di cercare la nostra identità non là dove siamo diversi o crediamo di eccellere, ma là dove siamo uguali». Un compito difficile, avvertiva Henri Nouwen in un articolo scritto nel 1978 per il Catholic Worker – il settimanale fondato da Dorothy Day – perché ci chiede di lasciare molte «care illusioni, per affrontare direttamente la nostra pura condizione umana».

Questo atteggiamento è necessario per la convivenza, per costruire una Comunità, parola che dà il titolo a una raccolta di dieci riflessioni del sacerdote olandese, uno dei maggiori scrittori di spiritualità del Novecento (Queriniana, pagine 224, euro 24,00). E necessario è, dunque, «riconoscere la comune fragilità» e il «bisogno condiviso di guarigione». Parole che suonano ancora forti, a più di quarant’anni di distanza, nell’epoca del Covid e del post-Covid.

La raccolta è apparsa negli Stati Uniti in piena pandemia, due anni fa, in occasione del venticinquesimo della morte di Nouwen, avvenuta per un infarto nella sua Olanda nel 1996, a 64 anni, mentre era in viaggio per girare in Russia un film tratto dal suo libro più celebre, L’abbraccio benedicente. Sul tema della comunità Nouwen, tra il 1969 e il 1986, ha incentrato capitoli interi di otto dei suoi 39 libri, tradotti in tutto il mondo. Il curatore di questa antologia, Stephen Lazarus, ha esteso la ricerca a conferenze, meditazioni per ritiri spirituali in Nord America, articoli scritti dal sacerdote dai primi anni Settanta alla morte e altri materiali inediti nel nostro Paese. Il corpus è conservato nel fondo dedicato a Nouwen nella biblioteca del Saint Michael’s College dell’Università di Toronto.

A partire dal 1986, negli ultimi dieci anni della sua vita il teologo, lasciato l’insegnamento universitario, è stato assistente spirituale a Daybreak, comunità dell’Arca a Richmond Hill, Ontario, dove ha vissuto con disabili mentali. Esperienza che gli ha fatto riscoprire la gratuità rispetto all’efficientismo della vita accademica e dalla quale è nato Adam, amato da Dio, un altro dei suoi long seller.

Esperienza che si riflette anche in queste pagine, dove il bisogno di cura e di trovare una casa accogliente, la ricerca di appartenenza, è un filo rosso che le percorre. Come anche la dimensione dell’ascolto e della preghiera, che Nouwen, nel suo peregrinare, aveva sperimentato in modo particolare in diversi soggiorni presso i trappisti dell’abbazia di Genesee nello Stato di New York. Ed è nel primo dei dieci testi antologizzati, vero portale spirituale d’ingresso alla riflessione, che Nouwen indica la “disciplina” come via che – sulla scorta del passo del Vangelo di Luca in cui Gesù prima si reca sul monte a pregare, poi chiama i discepoli, infine va in mezzo alla gente – porta dalla solitudine alla comunità e al ministero: «Disciplina significa evitare che nella nostra vita ogni spazio sia riempito. Disciplina significa che da qualche parte, dentro di noi, non siamo occupati e sicuramente non preoccupati. Nella vita spirituale disciplina significa creare uno spazio in cui possa accadere qualcosa che non abbiamo pianificato o considerato».

Un dinamismo che rovescia le abitudini. «Spesso nel ministero io ho voluto fare da solo – confessa Nouwen –. Se non ce la facevo, andavo dagli altri e chiedevo “Per favore!”, cercando una comunità che mi aiutasse. Se anche così non riuscivo, allora – forse – cominciavo a pregare». Non mancano notazioni e citazioni dense di umorismo sulla fatica della vita insieme, come quella dell’educatore Parker J. Palmer, secondo il quale la comunità è «quel posto nel quale vive la persona con la quale meno vorresti vivere».

La conclusione del libro – nato da un’idea dello scrittore ed editore cattolico Robert Ellsberg, che firma la prefazione – è il testo di una conferenza inedita, tenuta da Nouwen pochi mesi prima di morire. Anche qui il teologo propone a singoli e comunità una triplice “disciplina”: «Attenzione a Dio, là dove egli può dire “Ti amo” (…). Attenzione al momento in cui Dio è proprio lì con te quando sei a tavola, nelle conversazioni e nella vita di comunità. E attenzione ai poveri, lì dove Dio porta sempre la sua benedizione». Una sorta di testamento spirituale che ancora risuona.


G. Santamaria, in Avvenire 2 novembre 2023

Un aspetto centrale del pensiero e dell’esperienza di Nouwen è la comunità, un tema del quale il prete olandese ha trattato in molti articoli e conferenze, ma che soprattutto rappresenta una dimensione che ha potuto vivere concretamente da quando è entrato nella Comunità dell’Arca di Daybreak (fondata nel 1969 a Richmond Hill, nell’Ontario, in Canada).

Il libro raccoglie dieci testi (tre dei quali anteriori all’ingresso a Daybreak) che fanno emergere i tratti essenziali della spiritualità cristiana in relazione alla vita comunitaria. «La nostra vera identità non va ricercata dove possiamo vantarci delle nostre qualità, bensì dove possiamo riconoscere la nostra fondamentale identità umana condivisa, scoprendoci fratelli e sorelle, figli e figlie dello stesso Dio»: questo è un passaggio decisivo, che scardina il mito della competizione e l’esaltazione delle differenze, per cercare anzitutto ciò che ci accomuna agli altri.

Rivelatore in tal senso è il rapporto con le persone con disabilità, che spesso è vissuto cercando di «normalizzarle», di risolvere, cioè, il loro problema, senza pensare che esse, in realtà, hanno già qualcosa da offrire agli altri in quanto appartenenti e portatrici della medesima umanità. Un’esperienza difficile da sperimentare in un mondo fortemente competitivo, come quello attuale. Perché la competizione promuove un contesto individualistico, nel quale anche le buone pratiche spirituali finiscono col rafforzare l’autocentratura.

La comunità, invece, si costruisce a partire da una serie di discipline, di attenzioni da avere: in primo luogo con se stessi, curando il proprio spazio di solitudine. Infatti, solitudine e comunità vanno di pari passo: senza comunità, la solitudine getta nell’isolamento; senza solitudine la comunità è un vuoto di parole e sentimenti (come già diceva Dietrich Bonhoeffer). Anzi, la comunità chiama a vivere fino in fondo la propria solitudine e il proprio dolore, che non si risolvono totalmente nella relazione con gli altri, ma proprio «lì dove si è più vulnerabili, dove si soffre maggiormente, dove si è più poveri, è lì che Dio dimora». E, allora, le nostre fragilità, le colpe e le debolezze che vorremmo nascondere diventano l’occasione di incontro con l’altro, di compassione, di perdono reciproco.

Infatti, l’orizzonte non è una comunità di perfetti, ma di figli amati che celebrano i doni gli uni degli altri.


M. Patassini, in Messaggero di Sant’Antonio 10/2023, 70

Presbitero, teologo e scrittore olandese di fede cattolica, padre Henri Nouwen è considerato tra i più grandi autori spirituali del nostro tempo. La consapevolezza di "essere comunità", un legame donato che richiede all'uomo una risposta, ha alimentato la sua esistenza, tanto da lasciare un incarico in università per svolgere il servizio di cappellano in una comunità per disabili mentali. li libro riporta conferenze e articoli inediti in Italia, offrendo un quadro esaustivo della sua visione.


In Jesus 7/2023, 94