«Questo libro a due voci affronta la domanda che ogni essere umano, prima o poi, è costretto a porsi: "Chi sei tu, o Dio?". I due Autori intessono un dialogo di grande sincerità, in cui raccontano la loro esperienza di Dio. Emergono così dubbi, paure e preoccupazioni, che rendono la lettura stimolante.
Come dichiarano schiettamente nella loro premessa, gli Autori non hanno l’obiettivo di "dimostrare l’esistenza di Dio" e neppure pretendono "di saperne anche soltanto un po’ di più" su Dio. Vogliono offrire uno stimolo perché i lettori inizino a parlare con gli altri di Dio e più ancora a incominciare a dialogare con lui. È un consiglio prezioso, perché oggi sembra che in società sia cosa indiscreta chiedere a qualcuno: "Lei crede che Dio esista?". Eppure la questione di Dio è la madre di tutte le questioni!
Per prima cosa Müller ricorda un prezioso consiglio ricevuto da un vescovo amico: "Si deve parlare di Dio, ma a bassa voce". Ed è questo che dà il tono a tutto il libro. Quando si parla di Dio, bisogna avere la consapevolezza che i nostri concetti sono limitati e riescono appena a "sfiorare un lembo" della sua infinita realtà. Nessuno può pretendere di sapere esattamente chi sia Dio. Dopo questa professione di umiltà, i due interlocutori affrontano moltissimi problemi che riguardano Dio: anzitutto la sua esistenza e l’immagine che l’uomo ne ha. Sono due aspetti strettamente congiunti: spesso il rifiuto a credere in Dio è causato da una visione negativa, che lo considera come colui che punisce e blocca la vita, esattamente il contrario del Dio che si rivela in Gesù. A questo tema delle "immagini" di Dio è dedicato un intero capitolo, il terzo della prima parte, uno dei più interessanti del volume, perché tocca il delicato argomento di Dio giudice del bene e del male.
La seconda e terza parte dell’opera trattano più da vicino il rapporto tra Dio, visto come realtà ultima o assoluta, e la persona di Gesù, il "Figlio di Dio", che è la base della fede cristiana. Nella persona di Gesù, Dio diventa una realtà concreta, una Parola incarnata che mi interpella e mi mette in discussione. Il suo Spirito vive in noi, ha messo dentro di noi la sua sorgente. Questa libertà dello Spirito sembra in contrasto con la rigidità del dogma e dell’istituzione ecclesiastica, mentre ne è l’elemento vitale e vivificante.
La quarta e la quinta parte affrontano vari aspetti dell’esperienza di Dio nella vita personale, dentro il proprio cuore, nella natura, nell’unione mistica della preghiera e nei sacramenti. Infine la sesta e ultima parte è dedicata al problema del dolore e della sofferenza, che per molti è motivo di non credere. Sono pagine molto belle, dove i due terapeuti concordano nel sostenere che l’autentica esperienza di Dio, il sentirsi sorretti e ancorati in lui, può guarire anche le ferite più profonde che un essere umano subisce. Religione e fede, lungi dall’essere nevrosi illusorie, contribuiscono alla salute e alla guarigione di tutto il nostro essere. Scoprire e nel concreto sperimentare la realtà di Dio-Amore è l’augurio che i due autori fanno a tutti quelli che si mettono alla ricerca di Dio».
L. Dal Lago, in
CredereOggi 187/1 (2012) 113s.