Un libro particolare, quest'ultimo di Anselm Grün, rivolto sia ai malati sia alle persone che li assistono; nato dalle esperienze maturate attraverso la sua malattia e durante l'accompagnamento di persone malate; ricco di suggerimenti su come «incoraggiare i malati ad instaurare un rapporto spirituale con la loro malattia». Nell'introduzione l'autore ricorda che Gesù ha guarito molti malati ed ha assegnato a noi cristiani il compito di prenderci cura di loro e di aiutarli almeno nella loro guarigione interiore. La malattia non deve spingermi a guardare al passato, ma è uno stimolo per il futuro: è un ammonimento a prendermi più cura della mia anima e del mio corpo, secondo la visione di C.G. Jung. Di fronte al dolore il medico ha ricevuto da Dio il compito di alleviarlo. Nella fragilità del corpo l'uomo diventa umile e nella malattia mette in discussione l'immagine che aveva di Dio. Dio è l'Ineffabile: anche se non comprendo le sue «intenzioni» , continuo a credere che mi è sempre vicino, anche nel dolore. Il Salmo 38 può aiutare il malato a «pregare, gridare, lamentarsi con Dio», per poi tornare nuovamente a confidare in lui. L’autore esamina diverse guarigioni di Gesù e vede in esse la necessità di non darsi per vinti, la ferma volontà di guarire e di lottare per la propria salute.
Molto belle le riflessioni su «la malattia e le modalità di preghiera». Con la preghiera io voglio combattere per la mia salute, e sento di non essere lasciato solo. Preghiera di intercessione, preghiera di affidamento: affido a Dio la mia paura, la mia depressione, i miei disturbi e mi immagino che il suo amore penetri in tutto il mio essere. Appropriata la citazione del medico psicoterapeuta Viktor Frankl: «Il destino ci può portare via tutto, la salute, le persone care, persino la vita. Ma una cosa non ci può togliere: la libertà di reagire a tutto ciò». L’essere sani è sempre un dono: il mio tempo è limitato e per questo devo saperlo assaporare. Inoltre «la vita terrena non va in frantumi, ma con la morte si aprirà in tutta la sua pienezza».
Perché proprio io? Anche Gesù nel Getsemani ha sofferto chiedendo al Padre di allontanare da lui il calice amaro della passione. «Però, non come voglio io, ma come vuoi tu» (Mt 26,39). E in croce ha gridato: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», ma poi: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».
Hai paura prima di una operazione chirurgica? Affidati a Dio con la tua paura. Ritornano sempre parole di speranza e di fiducia. «Sapere che siamo nelle mani amorevoli di Dio». Vivere la vita unica che Dio mi ha destinato e far giungere agli altri il mio carisma. «Saper vedere Dio in ogni cosa, e l'incontro con Gesù è un'esperienza che ti guarisce». L’autore, infine, si sofferma sull'opera di misericordia «Visitare gli ammalati» e propone dei consigli per alleviare la malattia.
L’ultimo paragrafo La risurrezione: «Confida nel fatto che il Cristo risorto ti tiene sempre per mano: ora, nella malattia, per risollevarti, e poi al termine della tua esistenza, quando con la sua mano ti condurrà oltre la soglia della morte nel regno del Padre celeste... Allora sarà eterno giubilo ed eterna gioia».
M. Dicanio, in
Rocca 14/2018, 61