«L'Autore propone una sintesi di pensiero, forte della propria esperienza trentennale di storico dell'arte cristiana. Per altri tipi editoriali ha pubblicato numerosi e impattanti studi sulla lenta trasformazione dell'opera d'arte nel corso dei secoli, cogliendo di volta in volta aspetti specifici in relazione alla liturgia, alla preghiera, alla storia della Chiesa e così via. Ora, in questo libro "tascabile" Verdon propone un indice assai ricco e lontano, per fortuna, da certi sunti veloci e superficiali che inondano le odierne librerie megastore. L'Autore descrive con cristallina chiarezza le fasi iniziali del rapporto tra fede e arte, ne spiega il significato e il linguaggio simbolici, illustra le motivazioni della diffusione fino ai giorni nostri di un'arte intrinsecamente legata alla sua realtà cristiana. La solidità del costrutto si ravvisa nella sua limpidezza espositiva, innanzitutto quando l'Autore chiarisce quelle nozioni base, necessarie per affrontare e comprendere l'arte cristiana. Poi ricorda che la cultura bizantina, grazie anche all'apporto della patristica coeva, e in particolare del vescovo Cirillo di Alessandria, ha inteso l'arte cristiana come immagine mistagogica – i cicli musivi di Ravenna ne sono una splendida testimonianza –, dove all'interno della narrazione di pochi episodi sono rivelati l'evento salvifico e l'orizzonte escatologico in essi contenuti. La verità da esprimere è una, unica, mentre diversi sono i modi di attuarla: ma ridurre tutto – come fanno alcuni – a una esclusiva contrapposizione di stili (gotico versus romanico, Raffaello versus Michelangelo, Carracci versus Caravaggio ecc.) significa avere una visione troppo semplicistica dell'arte cristiana, dimenticandone, invece, il contenuto e il fine. In questo libro, invece, le varie fasi della storia dell'arte in Italia e in Europa sono articolate in modo tale che si riesce a cogliere la scansione fluida delle opere d'arte e degli artisti, dettata da committenze ecclesiastiche, da elaborazioni teologiche o dalla necessità di una rinnovata liturgia. Nonostante i radicali mutamenti storici ecclesiastici e al tramonto inarrestabile di un coinvolgimento religioso, Verdon sottolinea che nell'età contemporanea il carattere sacro dell'arte cristiana è voluto e perseguito anche dagli ultimi pontefici, da Paolo VI a Benedetto XVI. Nel 2009 con l'incontro degli artisti nella Cappella Sistina è stata lanciata la nuova sfida: ricercare l'autentica bellezza nell'arte sacra, che non è trasgressione fine a se stessa, ma "desiderio [ .. .] di cogliere il senso profondo del nostro esistere, il Mistero di cui siamo parte" (p. 269)».
L. Salviucci Insolera, in
La Civiltà Cattolica 3915-3916 (2013) 342s.