Quante volte durante il lockdown ci siamo domandati come gestire il tempo dell’“isolamento”. Quante volte abbiamo riflettuto sulla necessità di rendere proficuo il vivere quotidiano, lontano dalle relazioni sociali. Quanto spesso ci siamo chiesti come procedere -nel tempo ordinario- verso quale direzione puntare, a chi guardare per non smarrire la rotta? “Ecco, ora è il tempo favorevole”! Un kairòs che aiuti a rientrare in noi stessi per andare verso l’altro, per l’incontrare l’Altro.
L’Avvento è il momento favorevole per ciascuno e per l’intera comunità. Un tempo forte da vivere appieno, per viaggiare verso il Natale. Ma non solo! Karl Rahner (1904-1984) tuttavia ci insegna che«questo tempo di Avvento è di più: esso ci fa vedere che l’esistenza cristiana, anzi la vita in generale, ha a che fare con la memoria e l’attesa» (p. 5).
Il testo, che qui viene presentato, offre al lettore la possibilità di incamminarsi lungo una strada interiore che conduce a riflettere positivamente sul tempo ordinario, quotidiano, feriale, vissuto come avvento. Le pagine che si hanno di fronte aiutano ad «andare verso Dio che ha irrevocabilmente promesso il suo avvento, la propria venuta in questo mondo e la trasformazione di questo nel suo futuro. “La vita”, dice Rahner, “è un unico avvento. La domanda è se siamo disposti ad accogliere e a celebrare la vita come un simile avvento”». (p. 6).
Sono quattro le settimane che conducono al Natale, in questo tempo sacro le letture bibliche e le preghiere della liturgia eucaristica ci educano a come non sprecare alcun momento della nostra esistenza per l’incontro con il Signore. Soprattutto a non lasciarci stressare dai preparativi delle feste, tralasciando il confronto con la Parola che salva. Questo -in sintesi- il contenuto della prima meditazione offerta dall’autore, che invita inoltre a riflettere così: «Ascolta, o mio cuore, Dio ha già cominciato a celebrare il suo Avvento nel mondo e in te. Con gesto lieve e sommesso, così lieve che possiamo non avvertirlo, ha già stretto il mondo, con il suo tempo, al proprio cuore; anzi, ha immerso in questo tempo la sua vita inafferrabile: noi la chiamiamo la sua eternità e con quella parola indichiamo ciò che è senza nome e totalmente altro da quel tempo, da cui siamo fatti tanto disperatamente tristi» (p. 21).
Nel secondo testo contenuto nel volume -che trae spunto dalla pericope di Luca 3,1-6- il teologo Rahner invita ad essere “precursori” come Giovanni il Battista. L’invito al lettore è a farsi protagonista nel quotidiano di questa pagina biblica, riflettere, meditare e agire nell’ordinario. «Ci viene proposto il comportamento dell’Avvento che il Battista in quanto precursore di Gesù ha vissuto prima di noi: è l’accoglienza volonterosa del compito quotidiano apparentemente piccolo, che ogni ora esige; il coraggio silenzioso necessario per ogni momento, anche se vediamo qualcosa di più grande che ci viene negato; la prontezza generosa a riconoscere quanto è nobile negli altri, anche se ciò offusca il nostro splendore; la speranza che l’ineffabile viene a noi anche nelle strettoie e nel carcere da cui non siamo in grado di uscire (…)» (p. 35).
Nello scritto conclusivo, intitolato “Che cosa dobbiamo fare?”, vi è un richiamo alla vita ordinaria in cui tutti sono chiamati a confrontarsi con la propria coscienza, ad agire in modo giusto, a perseverare nel compiere il bene. È nella vita ordinaria, infatti, che incontriamo Dio, perché è lì che si fa incontrare. Questo è l’Avvento… «Se solo vogliamo e pieni di speranza ci abbandoniamo al senso segreto e alla energia intima di questo clima quotidiano» (p. 49). Buona strada!
P. Manca, in
Presenza Italiana 6/2020, 22