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Antropologia teologica
Giovanni Ancona

Antropologia teologica

Temi fondamentali

Prezzo di copertina: Euro 24,00 Prezzo scontato: Euro 22,80
Collana: Biblioteca di teologia contemporanea 171
ISBN: 978-88-399-0471-3
Formato: 16 x 23 cm
Pagine: 336
© 2014, 20193

In breve

Differenziandosi dal classico “manuale”, il presente volume presenta in modo puntuale e coerente i temi fondamentali dell’antropologia teologica: l’elezione (ovvero la predestinazione), la creazione, l’essere umano in quanto creatura, la grazia, l’essere umano in quanto peccatore, la sua giustificazione. Le pagine, appositamente pensate per l’insegnamento e per lo studio, sono scritte con un linguaggio che, senza inutili tecnicismi, facilita l’assimilazione del metodo e dei contenuti principali della disciplina. L’esposizione, evitando inoltre ogni ingenua e deleteria autoreferenzialità, tiene conto degli apporti delle scienze che studiano, secondo differenti prospettive, il mistero dell’essere umano.

Descrizione

Il volume ha lo scopo di presentare in modo rigoroso e aggiornato i temi fondamentali dell’antropologia teologia. l’elezione (ovvero la predestinazione), la creazione, l’uomo in quanto creatura, la grazia, l’uomo peccatore, la giustificazione.
La riflessione su ciascuna delle tematiche classiche dell’antropologia teologica è scandita in sezioni ordinate che innanzitutto analizzano il dato squisitamente biblico, poi tratteggiano lo sviluppo storico-teologico e infine convergono sulla riflessione sistematica. Quest’ultima muove dalla convinzione che il “principio” della rivelazione ha nell’evento di Gesù Cristo la sua centralità e pienezza: non è possibile tratteggiare la visione credente dell’uomo indipendentemente dall’evento cristologico. Anzi, l’evento di Gesù Cristo – immagine escatologica di Dio, oltre che concreta e compiuta verità sull’uomo – guida dall’inizio alla fine il concreto svolgimento della trattazione.
Gesù Cristo è compreso come l’evento normativo per il farsi dell’umano. La realizzazione definitiva e compiuta di ogni essere umano passa inevitabilmente attraverso il processo di conformazione della propria vicenda a quella di Gesù Cristo. Questa libera conformazione dell’uomo alla libera vicenda filiale di Gesù di Nazaret, poi, viene suggerita ad ogni essere umano (orizzonte universale), mostrando ragionevolmente come essa rappresenti la pienezza di quanto è di fatto possibile ad ogni esperienza autenticamente umana.
Le pagine del manuale sono state appositamente pensate per l’insegnamento e per lo studio: sono scritte con linguaggio semplice, esente da aridi tecnicismi, per facilitare a chiunque l’assimilazione dei contenuti principali.

Recensioni

L’Anthropologie théologique de Giovanni Ancona offre une synthèse claire et concise, principalement destinée aux étudiants en théologie, au sujet des Thèmes fondamentaux que sont la prédestination, la création, l’homme en tant que créature, la grâce, le péché et la justification, auxquels sont consacrés autant de parties. L’eschatologie n’y est pas traitée. En chacune des étapes, la réflexion systématique est préparée par la présentation des dossiers bibliques et historiques. Par conscience de sa grande difficulté, la confrontation avec les sciences est délibérément évitée, même si son importance est reconnue (11). L’ouvrage donne une bonne idée des grands consensus atteints dans l’anthropologie théologique contemporaine, touchant à l’unité ontologique de l’être humain, à la valeur du corps, à la dimension relationnelle de la personne, à la nécessité de penser le péché originel à la lumière du mystère de la grâce et, last but not least, au primat de l’appel à l’union à Dieu dans le Christ. Sans en donner de justification claire, l’A. a l’habitude de désigner ce concept clef de son anthropologie par l’expression « élection (prédestination) ». Les théologiens préférentiellement cités sont Ruiz de la Peña, Ladaria, Colzani, Grossi, Brambilla et Sesboüé. À l’une ou l’autre exception près, la littérature anglophone ou germanophone n’est citée que lorsqu’elle est déjà traduite en italien. La magistrale anthropologie de Pröpper est donc ignorée. Sa prise en compte aurait permis d’éviter de dire aussi facilement, avec Brambilla, que la prédestination est « infailliblement efficace » (50), même si seule la formule est retenue par ces deux auteurs, et non l’idée proprement augustinienne, de plus en plus reconnue comme inacceptable.


J.-B. Lecuit, in Teresianum 67 (2016/2) 554

Giovanni Ancona, docente ordinario di antropologia teologica ed escalologia presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Urbaniana, propone ai lettori un saggio di sintesi dei principali temi di carattere antropologico che hanno segnato il percorso della riflessione cattolica. La constatazione da cui muove l'A. è che «l'idea teologica cristiana della grazia, in quanto tale, non può che essere totalmente riferita al Dio di Gesù Cristo. Nella rivelazione di Gesù Cristo, infatti, Dio si autocomunica agli umani in modo assolutamente unico come Dio che si prende cura della sua creazione secondo un criterio amorevole e misericordioso, benevolo e riconciliante, libero e gratuito, al fine di salvare totalmente quanto è uscito dalle sue mani di creatore» (p. 206). La teologia della grazia sviluppata cristologicamente è il nucleo teoretico centrale della visione antropologica proposta da Ancona. Il volume, per dichiarata ammissione dell'A., non ha la pretesa di essere un manuale nel senso classico del termine. Egli diffida persino della stessa possibilità di uno studio sufficientemente esaustivo di questa disciplina. Tale consapevolezza lo spinge pertanto ad elaborare uno strumento che conservi del manuale il linguaggio piano e uno schema di fondo lineare e coerente, ma che disponga di quella libertà creativa nel soffermarsi in modo più ampio su alcune questioni specifiche, che di solito la manualistica, per sua natura, deve trattare solo en passant. Il risultato di questo sforzo possiede alcuni pregi osservabili già ad occhio nudo.

Innanzitutto, sebbene si tratti di uno studio che possiede una preoccupazione pedagogica e che è pensato per l'insegnamento accademico, esso risulta stimolante anche per lo specialista. Inoltre, la scelta selezionata di sei questioni fondamentali nella storia del trattato permette all'A. di poter rinviare ad opere enciclopediche o a monografie più specifiche l'approfondimento di alcuni argomenti peculiari che non risultano decisivi per un'introduzione di carattere generale, per potersi invece soffermare sugli snodi cruciali che hanno segnato lo sviluppo dell'antropologia teologica.

La scelta di Ancona cade su alcuni cardini tematici autonomi, quasi fossero trattati distinti che consentono una lettura non necessariamente interdipendente gli uni dagli altri. Naturalmente, la creazione in Cristo è il filo conduttore che lega tra loro i sei macroargomenti attorno ai quali Ancona articola la propria riflessione. Il testo inizia con il tema dell'elezione (predestinazione), prosegue con una teologia della creazione, la trattazione dell'uomo in quanto creatura, il tema (centrale) della grazia di Dio, l'immagine deformata, ossia l'uomo peccatore, e infìne la grande categoria della giustificazione.

Ogni scelta tematica, tuttavia, ha un suo prezzo. Si può opinare, ad esempio, l'assenza di riferimenti espliciti al XX secolo e ad autori come Rahner e de Lubac, così decisivi per il ripensamento dell'antropologia teologica in chiave attuale. Eppure occorre riconoscere che si tratta pur sempre di un'opzione coerente con l'intenzione originaria, che appare quella di offrire un'introduzione ai grandi plessi problemalici della storia della teologia, individuando uno sviluppo tematico che, in realtà, tiene conto anche delle acquisizioni più recenti. Non a caso il volume si apre con una riflessione sulla visione cristica dell'antropologia, cioè sull'elezione di Dio in Gesù Cristo, termine con cui l'A. traduce il più controverso «predestinazione» e che egli pone a fondamento del proprio itinerario teologico. Scrive Ancona: «L'evento della elezione (predestinazione) è comprensibile all'uomo nella fede e per la fede gli viene chiarito l'orizzonte del proprio vivere globale. Quando l'uomo, in altre parole, riconosce, crede, accoglie l'eterno progetto del Padre, il quale intende salvarlo, per mezzo di Cristo, nella forza dello Spirito, gli viene dischiuso l'orizzonte della propria storia e della storia universale e in tale orizzonte egli istituisce il suo agire concreto, legato alle vicende dell'esistenza» (p. 51). Se dunque l'evento dell'elezione è un'opera interamente dovuta alla grazia di Dio e alla sua iniziativa provvidente, tale dono si riverbera nella storia degli uomini e sul loro concreto porsi nelle vicende dell'esistenza, secondo il criterio della chiamata di Cristo di tutta l'umanità. Qui l'A. individua nello spazio della libertà il riflesso antropologico centrale dell'elezione-predestinazione. Elezione di Dio e risposta confidente e libera dell'uomo sono i due poli che costituiscono dialetticamente la storia della salvezza. Il dinamismo di chiamata e risposta è reso possibile da una «creaturale struttura trascendentale», che rende l'uomo capace di determinarsi liberamente nei confronti di un dono che risulta decisivo per la sua pienezza di vita. Di tale dono egli avverte già la presenza ed è propriamente ciò che contrassegna «tutto il percorso dell'esistenza umana credente e ne plasma l'identità» (p. 52).

Quello di Ancona è in definitiva un volume capace di prendere per mano il lettore e di accompagnarlo nella comprensione (biblica, patristica, storico-teologica e sistematica) delle non semplici questioni che hanno segnato la strutturazione del rapporto uomo-Dio in Occidente. Esso si segnala pertanto come uno strumento prezioso di sintesi e di raccordo.


E. Brancozzi, in Firmana 2/2015, 129-130

Giovanni Ancona propone ai lettori un saggio di sintesi dei principali temi di carattere antropologico che hanno segnato il percorso della riflessione cattolica. La constatazione da cui muove l’A. è che «l’idea teologica cristiana della grazia, in quanto tale, non può che essere totalmente riferita al Dio di Gesù Cristo. Nella rivelazione di Gesù Cristo, infatti, Dio si autocomunica agli umani in modo assolutamente unico come Dio che si prende cura della sua creazione secondo un criterio amorevole e misericordioso, benevolo e riconciliante, libero e gratuito, al fine di salvare totalmente quanto è uscito dalle sue mani di creatore» (206). La teologia della grazia sviluppata cristologicamente è il nucleo teoretico centrale della visione antropologica proposta da Ancona. Il volume Antropologia teologica. Temi fondamentali, per dichiarata ammissione dell’A., non ha la pretesa di essere un manuale nel senso classico del termine. Egli diffida persino della stessa possibilità di uno studio sufficientemente esaustivo di questa disciplina. Tale consapevolezza lo spinge pertanto ad elaborare uno strumento che conservi del manuale il linguaggio piano e uno schema di fondo lineare e coerente, ma che disponga di quella libertà creativa nel soffermarsi in modo più ampio su alcune questioni specifiche, che di solito la manualistica, per sua natura, deve trattare solo en passant. Il risultato di questo sforzo possiede alcuni pregi osservabili già ad occhio nudo.

Innanzitutto, sebbene si tratti di uno studio che possiede una preoccupazione pedagogica e che è pensato per l’insegnamento accademico, esso risulta stimolante anche per lo specialista. Inoltre, la scelta selezionata di sei questioni fondamentali nella storia del trattato permette all’A. di poter rinviare a opere enciclopediche o a monografie più specifiche l’approfondimento di alcuni argomenti peculiari che non risultano decisivi per un’introduzione di carattere generale, per potersi invece soffermare sugli snodi cruciali che hanno segnato lo sviluppo dell’antropologia teologica. La scelta di Ancona cade su alcuni cardini tematici autonomi, quasi fossero trattati distinti che consentono una lettura non necessariamente interdipendente gli uni dagli altri. Naturalmente, la creazione in Cristo è il filo conduttore che lega tra loro i sei macroargomenti attorno ai quali Ancona articola la propria riflessione.

Il testo inizia con il tema dell’elezione (predestinazione), prosegue con una teologia della creazione, la trattazione dell’uomo in quanto creatura, il tema (centrale) della grazia di Dio, l’immagine deformata, ossia l’uomo peccatore, e infine la grande categoria della giustificazione. Ogni scelta tematica, tuttavia, ha un suo prezzo. Si può opinare, ad esempio, l’assenza di riferimenti espliciti al XX secolo e ad autori come Rahner e de Lubac, così decisivi per il ripensamento dell’antropologia teologica in chiave attuale. Eppure occorre riconoscere che si tratta pur sempre di un’opzione coerente con l’intenzione originaria, che appare quella di offrire un’introduzione ai grandi plessi problematici della storia della teologia, individuando uno sviluppo tematico che, in realtà, tiene conto anche delle acquisizioni più recenti. Non a caso il volume si apre con una riflessione sulla visione cristica dell’antropologia, cioè sull’elezione di Dio in Gesù Cristo, termine con cui l’A. traduce il più controverso «predestinazione» e che egli pone a fondamento del proprio itinerario teologico. Scrive Ancona: «L’evento della elezione (predestinazione) è comprensibile all’uomo nella fede e per la fede gli viene chiarito l’orizzonte del proprio vivere globale. Quando l’uomo, in altre parole, riconosce, crede, accoglie l’eterno progetto del Padre, il quale intende salvarlo, per mezzo di Cristo, nella forza dello Spirito, gli viene dischiuso l’orizzonte della propria storia e della storia universale e in tale orizzonte egli istituisce il suo agire concreto, legato alle vicende dell’esistenza» (51). Se dunque l’evento dell’elezione è un’opera interamente dovuta alla grazia di Dio e alla sua iniziativa provvidente, tale dono si riverbera nella storia degli uomini e sul loro concreto porsi nelle vicende dell’esistenza, secondo il criterio della chiamata di Cristo di tutta l’umanità. Qui l’A. individua nello spazio della libertà il riflesso antropologico centrale dell’elezione-predestinazione.

Elezione di Dio e risposta confidente e libera dell’uomo sono i due poli che costituiscono dialetticamente la storia della salvezza. Il dinamismo di chiamata e risposta è reso possibile da una «creaturale struttura trascendentale», che rende l’uomo capace di determinarsi liberamente nei confronti di un dono che risulta decisivo per la sua pienezza di vita. Di tale dono egli avverte già la presenza ed è propriamente ciò che contrassegna «tutto il percorso dell’esistenza umana credente e ne plasma l’identità» (52).

Quello di Ancona è in definitiva un volume capace di prendere per mano il lettore e di accompagnarlo nella comprensione (biblica, patristica, storico-teologica e sistematica) delle non semplici questioni che hanno segnato la strutturazione del rapporto uomo-Dio in Occidente. Esso si segnala pertanto come uno strumento prezioso di sintesi e di raccordo.


E. Brancozzi, in Rassegna di Teologia 56 (4/2015) 662-664

Il volume presenta temi fondamentali dell’antropologia teologica, organizzati secondo un impianto che «è pensato per un utilizzo scolastico fondativo ed è essenzialmente “libero” da questioni che non facilitano l’assimilazione dei contenuti principali dell’antropologia teologica e del suo metodo di studio» (p. 11). Si tratta di questioni attinenti, ad esempio, all’interdisciplinarietà della materia, o alla sua formazione recente. L’itinerario proposto dall’A., che è docente ordinario di Antropologia teologica presso la facoltà teologica della Pontificia Università Urbaniana, ha come punto di partenza la disamina della categoria biblica dell’elezione/predestinazione (prima parte). Entrambi i Testamenti, sia pure con accentuazioni differenti, attestano il disegno salvifico di Dio (predestinazione) in favore della creazione intera, per Israele e per tutte le genti. Tre argomenti sono proposti dall’A. nel segmento dedicato alla riflessione sistematica: l’agire selettivo di Dio, l’elezione/predestinazione in Cristo, le sue implicazioni antropologiche.
L’elezione/predestinazione si dispiega a partire dalla creazione, che è oggetto di indagine nella seconda parte del saggio. Il progetto di Dio, che prende l’avvio con la creazione, ha il suo compimento in Cristo. Ne consegue la necessità di una lettura d’insieme dei testi biblici, pur rispettandone la peculiarità. Autori diversi e lo stesso magistero ecclesiastico si sono impegnati in questa materia, confrontandosi progressivamente con quei sistemi di pensiero che hanno messo in questione l’approccio biblico al tema.
La terza parte si concentra sull’essere umano in quanto creatura. Nel corso del tempo, dato anche l’influsso di altri sistemi di pensiero (basti pensare a quello greco), si è registrato un certo distacco dalle prospettive bibliche, una ripresa delle quali è avvenuta nel XX secolo (decisivo in tal senso è stato l’apporto della Gaudium et spes). L’essere umano come persona in Cristo, i costitutivi specifici della persona, la libertà dell’essere personale sono tre temi chiave per una riflessione sistematica.
La quarta parte è dedicata al tema della grazia, categoria che esprime in sintesi la peculiare relazione tra Dio e le sue creature, così come è espressa nell’AT e nel NT (un’attenzione particolare è posta sugli scritti di Paolo). Lo sviluppo della nozione, soprattutto nella tradizione teologica dell’Occidente latino (cfr sant’Agostino), è stato complesso. Benché non ancora concluso, esso oggi si caratterizza per una presa di distanza dalla tradizionale impostazione speculativa e per un radicamento nella storia della salvezza, in particolare nell’evento cristologico-trinitario.
Correlati al tema della grazia sono altri due argomenti — l’uomo peccatore e la giustificazione — che l’A. tratta rispettivamente nella quinta e nella sesta parte del saggio. Per quanto concerne il primo argomento, si segnala come la riflessione successiva, influenzata dal pensiero di sant’Agostino, si sia concentrata soprattutto sul tema del peccato originale (punto apicale è il dogma sancito a Trento), restringendo in un certo senso la visione biblica in materia. Dopo un tempo di stasi, l’argomento è stato ripreso dai teologi e il dibattito è ancora aperto.
Anche il secondo argomento, quello della giustificazione, ha conosciuto nel corso del tempo uno sviluppo piuttosto complesso (cfr Agostino, Lutero, Concilio di Trento). Ancona lo illustra, dopo aver chiarificato l’idea di giustizia di Dio, che in senso proprio attiene all’agire salvifico di Dio a favore degli esseri umani. Nello stesso tempo, segnala la ripresa del tema in età contemporanea, mettendo in risalto il contributo del dialogo ecumenico al riguardo. Per una riflessione sistematica, propone infine una triplice linea tematica: la giustificazione come opera salvifica di Dio in Cristo, la persona giustificata e il cammino verso la pienezza della giustificazione.
La destinazione del volume, dichiarata esplicitamente dall’A. fin all’inizio, configura in maniera coerente scelte metodologiche e contenutistiche. Lineare è la strutturazione delle sei parti: le fonti bibliche costituiscono sempre il loro punto di partenza, mentre a seguire sono illustrate le linee essenziali dello sviluppo storico-teologico, e anche gli elementi rilevanti per una riflessione sistematica. L’utilizzo dell’opera è favorito poi da altri strumenti, come il breve elenco di titoli messo alla fine di ogni sezione, la bibliografia e l’indice dei nomi nella conclusione. Per quanto riguarda i contenuti, la loro presentazione è consequenziale; qualche passaggio per così dire di «ricapitolazione» offre un punto di aggancio tra le diverse parti, consentendo così di non perdere il filo del discorso.


S. Mazzolini, in La Civiltà Cattolica 3976 (27 febbraio 2016)

Nel suo volume Antropologia teologica. Temi fondamentali per i tipi della Queriniana, Giovanni Ancona propone un succinto manuale di Antropologia teologica che offre una riflessione sui temi classici della disciplina: predestinazione, creazione, uomo in quanto creatura, grazia, uomo peccatore, giustificazione. Il volume presenta in modo chiaro le tematiche essenziali per lo studio curriculare della teologia, ma anche per un approfondimento personale. Lungo i capitoli, l’autore tratteggia i temi seguendo uno schema storico che presenta il dato biblico, seguito dalla riflessione storico-teologica per concludere con la convergenza della riflessione sistematica.

La riflessione di Ancona parte e ritorna continuamente al cuore cristologico dell’Antropologia teologica. L’A. spiega che cristologia e antropologia sono inseparabili: «La cristologia è il “principio” e la “forma” di ogni discorso cristiano sull’uomo». D’altro canto, il mistero cristologico è rivolto verso l’umano giacché la fede che Dio dona in Cristo «riguarda tutto l’uomo e tutti gli uomini». Se si volesse sottolineare una caratteristica del manuale, essa è sicuramente la centralità del tema dell’elezione (predestinazione). Attraverso la considerazione del tema, l’autore introduce tutto il trattato mostrando il disegno di Dio che illumina tutte le tappe del mistero salvifico.

L’AT interpreta le vicende del popolo d’Israele in riferimento all’esperienza dell’elezione basata sulla gratuità dell’amore di Dio. «Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio: il Signore, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra. Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli - siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri: il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re d'Egitto» (Dt 7,6-8). L’esperienza dell’elezione non è un privilegio esclusivo, il privilegio di Israele è per l’inclusione. Nelle parole dell’A. Israele è «un popolo privilegiato non per se stesso, ma perché metta tale privilegio a servizio di tutti i popoli della terra, testimoniando che Yhwh è l’unico Dio che opera nella storia degli umani per condurli alla pienezza della vita (la salvezza)».

L’universalismo dell’elezione si manifesta nella vicenda e nell’insegnamento di Gesù Cristo. In Cristo Dio «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4). Nello sviluppo storico, l’A. percorre varie tappe della considerazione e – a volte – dell’esasperazione del tema della predestinazione da Agostino fino a Karl Barth. La ripresa sistematica considera l’agire benevolo di Dio che costituisce un popolo scegliendolo e amandolo gratuitamente. In questa prospettiva di elezione gratuita ed eterna «è tolto alla comunità ogni motivo di desperatio. Ma soltanto sentendosi anche sotto l’ombra del rifiuto divino, essa può sfuggire alla praesumptio, che è inconciliabile col riconoscimento della grazia della divina elezione di grazia» (M. Löhrer). L’elezione di Dio non contempla una «doppia predestinazione» o una «doppia volontà», ma una chiamata salvifica universale (cf. 1Tm 2,4). La differenza tra eletti e dannati risiede nella serietà con cui Dio prende sul serio e fino in fondo la libertà umana con la grande possibilità del «no» al suo progetto e alla sua elezione. Cristo è la volontà originaria con cui Dio si muove verso l’uomo manifestando la sua gloria e rendendo l’uomo partecipe di essa. «Nell’esperienza del Figlio crocifisso-risorto, l’eletto del Padre, è rivelata ad ogni uomo la modalità concreta dell’agire elettivo di Dio, il quale non tiene in conto alcuno il peccato dell’uomo e conferma in assoluto il suo disegno salvifico proprio nella pre-donazione del Figlio».

Il mistero della predestinazione si traduce nella storia della comunità e dell’individuo «in un compito ineludibile: la diaconia per la salvezza dell’intera creazione». In Gesù, l’elezione di Dio è senza ritorno. Dio non può venir meno alla sua elezione. F.G. Brambilla spiega che «il senso del “non può” non indica una necessità estrinseca alla vicenda di Gesù, ma la verità della sua storia, come vicenda filiale pienamente corrispondente al Padre. Una vicenda contrassegnata da una dedizione “nello e in virtù dello Spirito” (la grazia!) al volto dell’Abbà-Padre». Il sì di Dio è senza ritorno, è segnato nella carne di Cristo, solo il no, il rifiuto personale dell’uomo determina la sua auto-esclusione dalla grazia riversata senza ritorno.


R. Cheaib, in www.theologhia.com novembre 2015