«Un’opera assolutamente originale e di grande valore didattico.
Già in sede di introduzione vanno ravvisati due apporti significativi. Il primo di essi consiste nella spiegazione sintetica dei più importanti concetti riguardanti la teologia della creazione, una sorta di piccolo dizionario dogmatico, in cui la materia è ordinata in base a una distinzione veramente efficace, quella fra creatio (l’atto possibile solo a Dio) e creatura (il frutto dell’azione creatrice di Dio). Il secondo apporto significativo contenuto nell’introduzione riguarda, invece, la presentazione di alcune immagini, desunte dall’esperienza quotidiana, attraverso cui pensare in maniera analogica l’origine del mondo: la natura, l’arte, la politica e la famiglia.
La sezione più originale del manuale è senza dubbio la prima, nella quale l’Autore considera la forma attuale della fede cristiana nel Dio creatore partendo dall’esperienza liturgica e dalla religiosità popolare, ritenute entrambe fonti irrinunciabili per la conoscenza della fede nella creazione. In particolare la veglia pasquale è vista dall’Autore come il "luogo teologico" più evidente della fede nel Dio creatore. […]
La seconda parte del manuale, dedicata alla testimonianza biblica sulla creazione, non presenta differenze sostanziali rispetto alla tradizione manualistica contemporanea. […]
Di grandissimo interesse è la terza parte del volume, relativa all’interpretazione che la fede nel Dio creatore ha ricevuto nel corso della storia. L’Autore vuole evitare di ridurre questa sezione a una cava di citazioni, come a volte accade nella manualistica recente. Egli si limita, pertanto, a prendere in esame quattro passaggi decisivi per la riflessione teologica, rappresentati rispettivamente da Ireneo, Agostino, Tommaso e Romano Guardini. […] Nell’excursus storico appena considerato, l’Autore accenna anche ad alcune delle più importanti questioni dogmatiche relative alla teologia della creazione.
È, tuttavia, la quarta parte del volume a interessarsi specificamente delle questioni sistematiche, in particolare di quelle che sono connesse ad altre verità di fede e su cui è ancora aperto il dibattito teologico. […]
Nell’ultima sezione del manuale, Kehl si occupa di alcune questioni "di confine": la possibilità di un dialogo con le scienze, le emergenti spiritualità della creazione di ispirazione naturalistica, la questione ecologica, il dialogo interreligioso. Nel trattare queste tematiche l’Autore manifesta complessivamente un certo ottimismo. […]
A più riprese, all’interno del manuale, l’Autore ribadisce che le questioni che la fede nella creazione pone all’intelligenza credente non riguardano solo gli addetti ai lavori, ma interessano ogni cristiano, in quanto esse hanno a che fare con la sua esperienza di preghiera. Per il nostro Autore, infatti, "la preghiera è il caso serio e un test concreto per la fede nella creazione". Il fatto che tanti nostri contemporanei oggi facciano fatica a pregare dimostra la loro difficoltà a pensare correttamente la fede nel Dio creatore, la fede, cioè, nel totalmente Altro che si relaziona a noi. In ultima analisi, la "fenomenologia teologica della fede cristiana nella creazione" proposta da Medard Kehl vuole determinare una maturazione proprio in quell’esperienza credente a partire dalla quale egli ha avviato la sua analisi, dando così vita a un circolo ermeneutico davvero fecondo».
F. Badiali, in
Rivista di teologia dell’evangelizzazione XVI/32 (2012) 441-445