«Studioso impegnato, conferenziere attivo, appassionato viaggiatore. Vasto spazio è la storia di una vita, l'autobiografia di un teologo e di uno scrittore di successo.
Jürgen Moltmann (nato nel 1926), professore a Wüppertal e Bonn e, dal 1967 al 1994, a Tubinga, narra la sua vita, con stile semplice e linguaggio accattivante, e insieme momenti di storia del mondo. Nazismo, fascismo, comunismo, dittature, guerre, colonialismo, terrorismo; ricerca della pace, cristianesimo ribelle, attesa di un futuro migliore: nelle pagine di Vasto spazio c'è il Novecento con le sue tragedie e le sue speranze. C'è Moltmann studente, soldato, prigioniero di guerra; c'è un padre col suo mondo affettivo e con le sue difficoltà economiche, con i suoi sogni e i suoi progetti; c'è un cristiano con la sua attenzione ai meno fortunati e ai disabili...
Il professore si reca, quasi sempre insieme con la moglie Elisabeth, teologa interessata ai problemi del femminismo, in vari paesi d'Europa, nelle Americhe, in Corea, In Giappone, in India... a discutere di diritti umani, di liberazione degli oppressi, dei diritti della terra e del creato, sospinto dalle sue conquiste nel campo degli studi. Conosce filosofi, teologi, pastori, predicatori, editori, traduttori, a molti dei quali si lega con sincera amicizia. Un'opera educativa, la sua, tesa a promuovere la crescita umana e il rinnovamento di strutture, di metodi, di prassi: tesa a promuovere il dialogo tra le confessioni cristiane, tra l'ebraismo e il cristianesimo, tra Scrittura e teologia politica.
Nell'ampio contesto in cui si diffonde, nel suo incontrare la teologia della liberazione latinoamericana, nel suo approccio a movimenti di dissenso e di protesta, il pensiero di Moltmann è colto spesso nelle sue sfumature più appariscenti. Ma la sua lettura, condotta tenendo conto dell'insieme della produzione moltmanniana e a distanza da eventi che in buona parte la datano e la segnano, alla luce delle indicazioni che la stessa autobiografia (vera introduzione all'opera del Moltmann) offre, rivela uno spirito tutto ancorato nell'incontro con Cristo e col suo messaggio di salvezza».
F. Pistoia, in
Avvenire del 15 maggio 2009, 26