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Sulla via
Rafael Luciani, Serena Noceti

Sulla via

Una Chiesa tutta sinodale

Prezzo di copertina: Euro 16,00 Prezzo scontato: Euro 15,20
Collana: Passi di sinodalità
ISBN: 978-88-399-4200-5
Formato: 12,7 x 20,3 cm
Pagine: 160
© 2025

In breve

Prefazione di papa Francesco

«La sinodalità non può essere qualcosa di “opzionale” per la vita della Chiesa. Si tratta di una realtà costitutiva che definisce l’essere e l’operare di tutta la Chiesa» (Dalla prefazione di papa Francesco).

Un sussidio, frutto di una collaborazione internazionale, pensato per:
- sporgersi come Chiesa in uscita e in costante riforma
- risalire alle fonti, a riflettere su cosa sia la sinodalità
- imparare dalle esperienze già esistenti, in modo da apprezzare la pratica concreta della sinodalità.

Descrizione

Questo volumetto, che inaugura la collana Passi di sinodalità, curata da Rafael Luciani e Serena Noceti, propone una visione chiara e approfondita della sinodalità. Impreziosito dalla Prefazione di papa Francesco, il libro invita a riscoprire la natura costitutivamente sinodale della Chiesa, come dimensione essenziale per l suo essere e il suo agire.
Nella prima parte – intitolata Pensare la sinodalità – i due autori presentano le motivazioni per intraprendere il “cammino sinodale”, ritornando ai presupposti fondati dell’ecclesiologia del Vaticano II. Esaminano poi come la Chiesa si costruisce sinodalmente, a livello tanto locale quanto universale, grazie al contributo di diversi attori e soggetti, attraverso relazioni comunicative come l’ascolto, il dialogo, la conversazione, la restituzione. Non evitano, infine, di affrontare le questioni ancora aperte, i nodi problematici, le sfide che emergono a livello di spiritualità, teologia e prassi.
Nella seconda parte del volume – intitolata Per una iniziazione alla sinodalità – gli autori offrono un momento di analisi concreta e fattiva della realtà a livello di atteggiamenti e resistenze personali e sul piano della vita comunitaria. L’approccio pratico e coinvolgente, che si sposa con coerenza alla riflessione teorica che precede, presenta suggerimenti operativi per divenire soggetti attivi nel cammino, aperti alla riforma.

Recensioni

È una sorta di “taccuino di viaggio”. Il primo di una serie di “piccoli libri” facenti parte della nuova collana Passi di sinodalità, pubblicata dalla Editrice Queriniana di Brescia e curata dal teologo venezuelano Rafael Luciani – professore di ruolo all’Università cattolica “Andrés Bello” di Caracas e docente straordinario al Boston College School of Theology and Ministry Massachusetts – e dalla teologa italiana Serena Noceti (professoressa stabile ordinaria di teologia sistematica all’Istituto superiore di scienze religiose della Toscana).

È fresco di stampa e ha un titolo accattivante: Sulla via. Una Chiesa tutta sinodale. Parlare, infatti, di via in un contesto di Chiesa tutta sinodale significa, da un lato, richiamare l’appellativo «uomini e donne della via» (At 9,1) con il quale i cristiani erano anticamente definiti in quanto seguaci del Signore Gesù – «via, verità e vita» (Gv 14,6) –che «insegna la via di Dio con verità» (Mc 12,14); dall’altro, rimandare ad un’esperienza cristiana aperta e dinamica da vivere non da soli ma come popolo in cammino verso il Regno di Dio in unione all’intera famiglia umana.

Si tratta di un sussidio agile e divulgativo, breve ed essenziale, che della collana Passi di sinodalità costituisce l’Introduzione. È scritto da due persone particolarmente apprezzate per la loro competenza teologica su tematiche ecclesiologiche e accomunate dalla condizione laicale, dall’attaccamento alla Chiesa e dal loro impegno professionale a mettersi instancabilmente al servizio delle Chiese locali e della Chiesa universale.

È impreziosito dalla Prefazione di papa Francesco, il quale ci ricorda che la sinodalità definisce costitutivamente «l’essere e l’operare di tutta la Chiesa» e che una Chiesa sinodale comporta «una conversione della nostra mentalità e delle nostre pratiche» (p. 5).

Prima di presentarne struttura e contenuti, è utile soffermarsi sulla collana Passi di sinodalità.

Una proposta editoriale di straordinario interesse

Indubbiamente una collana di grande interesse, la cui prospettiva è quella di «iniziare alla sinodalità» ogni comunità, prendendo in esame i soggetti, le dinamiche e le strutture richieste da una Chiesa costitutivamente sinodale.

Il piano complessivo della collana prevede la pubblicazione di 28 brevi libri scritti da esperti. Ogni volume affronterà un tema specifico in chiave monografica. Unirà una trattazione organica delle questioni e delle tematiche alla flessibilità e semplicità di utilizzo. Sarà articolato in due parti: “pensare la sinodalità”, raccogliendo quanto biblisti, teologi e pastoralisti hanno scritto su di essa e “per una iniziazione alla sinodalità”, offrendo proposte concrete su tre direttrici interconnesse (conversione sinodale personale, rinnovamento ecclesiale in prospettiva sinodale, riforma delle strutture pastorali perché diventino realmente ed efficacemente sinodali).

È previsto che nove titoli della collana siano riferiti ai soggetti di una Chiesa sinodale: Donne e uomini laici in una Chiesa sinodale; Giovani in una Chiesa sinodale; Il ministero della coppia in una Chiesa sinodale; Vescovi e presbiteri in una Chiesa sinodale; Diaconi in una Chiesa sinodale; Religiose e religiosi in una Chiesa sinodale; La leadership delle donne in una Chiesa sinodale; Teologhe e teologi in una Chiesa sinodale; I ministri istituiti in una Chiesa sinodale.

Undici titoli si soffermano sulle dinamiche di una Chiesa sinodale: Il sensus fidei di tutto il popolo di Dio; L’arte dell’ascolto: La conversione nello Spirito; Superare i conflitti in una Chiesa sinodale; Autorità e potere in una Chiesa sinodale; Discernere comunitariamente; Sinodalità e inculturazione; Liturgia e sinodalità; Sinodalità e democrazia; Cultura digitale in una Chiesa sinodale; Sinodalità e accountability; Sinodalità ed ecumenismo.

Otto titoli riguardano le strutture necessarie ad una Chiesa sinodale: Una parrocchia sinodale; Una diocesi sinodale; Consigli e sinodalità: discernere e decidere; Le assemblee locali, diocesane, nazionali, continentali; Un seminario sinodale; Riforma sinodale e diritto canonico; Il sinodo diocesano; Riforma del papato in una Chiesa sinodale.

Un’idea, quella di dar vita alla collana Passi di sinodalità, di straordinaria importanza ai fini della recezione degli orientamenti espressi dal Documento finale del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità del 26 ottobre 2024 che, approvato da papa Francesco, partecipa del suo magistero ordinario e, come tale, va accolto.

Utilizzati con intelligenza, pazienza e costanza, i quaderni potranno rivelarsi uno strumento particolarmente efficace e prezioso per accogliere l’esortazione di papa Francesco contenuta nel messaggio per la Quaresima del 2023: «essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità» e per sostenere la fase attuativa del processo sinodale, anche in vista dell’Assemblea ecclesiale che si celebrerà in Vaticano nell’ottobre 2028.

Struttura del libro

Della collana Passi di sinodalità il piccolo libro di Rafael Luciani e Serena Noceti Sulla via. Una Chiesa tutta sinodale approfondisce in modo esemplare l’idea di sinodalità negli otto brevi e succosi capitoli della sua Prima parte (pp. 27-127): essere Chiesa del terzo millennio significa edificarci come Chiesa sinodale (cap. 1); la sinodalità è il frutto più significativo della maturazione dell’ecclesiologia del popolo di Dio sviluppata dal concilio Vaticano II (cap. 2); la Chiesa è costitutivamente sinodale (cap. 3); la Chiesa si edifica sinodalmente soprattutto a livello locale (cap. 4); il popolo di Dio – nel suo insieme di laici, religiosi e clero – può e deve contribuire ad affermare e consolidare stile e prassi sinodali (cap. 5); le dinamiche comunicative (ascolto, dialogo, discernimento, restituzione) in un contesto ecclesiale ispirato alla sinodalità (cap. 6); la costruzione del consenso in una Chiesa sinodale (cap. 7); questioni aperte, nodi problematici e sfide da affrontare sul piano della spiritualità, della teologia e della prassi, perché la sinodalità possa realizzarsi ed essere compresa come cammino di popolo e come polifonia ecclesiale animata dalla forza creativa dello Spirito (cap. 8).

Nell’intento di segnalare «un cammino da fare insieme per una iniziazione alla sinodalità», la Seconda parte (pp. 131-143), offre tre schede – pensate per momenti di riflessione personale, ma utilizzabili anche in piccoli gruppi – vertenti su tre temi cruciali e interconnessi: maturare a livello individuale una visione più chiara e un’adesione più profonda all’essere Chiesa sinodale (conversione personale); apprendere e sperimentare comunitariamente la sinodalità per riplasmare in prospettiva sinodale il volto delle nostre comunità e l’agire pastorale (rinnovamento ecclesiale in prospettiva sinodale); operare con coraggio e creatività per creare strutture e procedure sinodali adeguate alla visione di Chiesa del Vaticano II (riforma sinodale delle strutture pastorali).

Della Prima parte del saggio di Rafael Luciani e di Serena Noceti mi limito ad evidenziare alcuni contenuti che a me sembrano di particolare rilievo.

Il carattere normativo della categoria popolo di Dio

La sinodalità è riconoscere il carattere normativo della categoria popolo di Dio che, riportata in auge dal concilio Vaticano II, dal 1985 si era andata offuscando nel magistero e nelle trattazioni teologiche. Ridando slancio alla fruttuosa circolarità tra popolo di Dio e gerarchia e affermando la pari dignità di tutti i credenti in Cristo in una corresponsabilità differenziata, la sinodalità è destinata a smontare la logica piramidale tipica dell’ecclesiologia preconciliare che ancora alberga, anche inconsciamente, nell’intimo dimolti pastori, operatori pastorali e fedeli (pp. 28-29).

È impressionante leggere, a 60 anni dalla conclusione del concilio Vaticano II, quanto il teologo Yves Congar scriveva nel 1963, ma che in realtà sembra scritto oggi: «Siamo ancora lontani dall’aver tratto le conseguenze della riscoperta, in linea di principio fatta globalmente, del fatto che tutta la Chiesa è un unico popolo di Dio e che i fedeli la compongono insieme con i chierici. Noi abbiamo, implicita e inconfessata, o addirittura inconscia, l’idea che la Chiesa è fatta dal clero e che i fedeli ne sono solamente i beneficiari o la clientela. Questa orribile concezione si è impressa in così tante strutture e abitudini da sembrare scontata e impossibile da cambiare. È un tradimento della verità. C’è ancora molto da fare per declericalizzare la nostra concezione della Chiesa» (p. 33).

Sinodale: la definizione più completa di Chiesa

Incontrando il 29 luglio 2022 a Québec i gesuiti del Canada, papa Francesco disse che il sintagma Chiesa sinodale gli sembrava persino ridondante, dal momento che «la Chiesa o è sinodale o non è Chiesa».

In effetti, la sinodalità sembra essere il modello ecclesiale che risponde a quella che papa Paolo VI il 29 settembre 1963, nel suo discorso di apertura della seconda sessione del Vaticano II, auspicava come «definizione più completa» di Chiesa (p. 47).

Una Chiesa costitutivamente sinodale

L’Instrumentum laboris della sessione sinodale dell’ottobre 2023 parla di sinodalità come di «dimensione costitutiva della Chiesa» (n. 26) e utilizza per la prima volta l’espressione «una Chiesa costitutivamente sinodale» (§ B.3.1).

Anche l’Instrumentum laboris della sessione dell’ottobre 2024 parla di sinodalità come di «dimensione costitutiva della Chiesa» (n. 5), mentre il Documento finale della seconda sessione afferma che «la sinodalità, dimensione costitutiva della Chiesa, è già parte dell’esperienza di tante nostre comunità» (n. 12).

L’uso dell’avverbio costitutivamente, che precede l’aggettivo sinodale – scrivono il prof. Luciani e la prof.ssa Noceti – «cerca di evitare che la sinodalità sia intesa alla stregua di una mera pratica di indole funzionale e organizzativa, a discrezione di chi esercita l’autorità». Ed aggiungono: «parlare di una Chiesa costitutivamente sinodale è un modo di concretizzare il classico principio medievale […], secondo cui quel che riguarda tutti, da tutti deve essere discusso e approvato» (pp. 71-72).

Detto in altri termini, la Chiesa costitutivamente sinodale non è – come scrive Dario Vitali nell’inserto del mensile Vita pastorale del marzo 2025 p. VI – «un’altra Chiesa o, come si usa dire oggi, un altro modello di Chiesa, ma più semplicemente e più radicalmente, la Chiesa che finalmente emerge da una recezione serena e matura del concilio Vaticano II».

Il primo livello di esercizio della sinodalità ha luogo in una Chiesa particolare

Il popolo di Dio non è una massa informe e inarticolata. Esso esiste nelle Chiese particolari e a partire dalla Chiese particolari. E la forma sinodale di Chiesa va pensata a partire dall’insieme delle Chiese locali dove essa nasce e cresce nell’ascolto della Parola, nella partecipazione all’eucaristia e nella testimonianza della carità, sotto la presidenza del vescovo e del suo presbiterio.

Ad affermare che «il primo livello di esercizio della sinodalità ha luogo in una Chiesa particolare» è un importante Documento del 2 marzo 2018 della Commissione teologica internazionale, dal titolo La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa (p. 81).

Una conseguenza di tale visione è rinvenibile nella «giusta comprensione dell’identità e della missione del ministero gerarchico» al quale va conferito «un carattere di servizio transitorio, storico, temporaneo, piuttosto che ontologico, ma non escatologico o autoreferenziale», con la conseguenza, ad esempio, che ha poco a che vedere con uno stile sinodale la prassi di ordinare vescovi che non hanno un legame vero con una Chiesa locale o che sono «impegnati in una discernimento della dottrina senza pastoralità» (p.82), correndo il rischio di parlare sempre al popolo di Dio senza mai ascoltarlo (p. 84).

Dalla suddetta visione deriva altresì la necessità di «coinvolgere il popolo di Dio nella sua totalità in tutti i processi di conversione e di riforma che la Chiesa intraprende», dal momento che lo Spirito parla a tutti attraverso diverse mediazioni, come l’ascolto assiduo della Parola, la preghiera, la carità vissuta, la rilettura credente degli avvenimenti della vita e della storia, ma anche come il confronto e l’espressione serena dei vari punti divista (p. 86).

Prestare attenzione al sensus fidei e al sensus fidelium

«Lo Spirito Santo – lo ricordava papa Francesco nell’udienza generale del 9 aprile 2014 –è l’anima e la linfa vitale della Chiesa e di ogni cristiano».

Si può ascoltare lo Spirito solo quando è effettivamente riconosciuta la dignità battesimale di ciascun fedele del popolo di Dio (p. 94), dotato di «identità e stili di vita diversi» (p. 91). Per essere in grado di ascoltare lo Spirito, a tutti i soggetti di una Chiesa sinodale va riconosciuta la stessa dignità battesimale (p. 93).

Il sensus fidei, che è «una sensibilità donata dallo Spirito a ciascuno per percepire e comprendere la fede», «si attiva quando si esercita come sensus fidelium, ovvero nell’interazione di e tra tutti i fedeli in dinamiche quali la consultazione e l’ascolto, il discernimento comune e le decisioni condivise» (p. 90).

Dal momento che «lo Spirito parla alle Chiese locali per mezzo dell’interazione delle tante e distinte soggettività umane dei fedeli» (p. 91), i pastori (vescovi e presbiteri) devono «prestare attenzione al sensus fidelium, che è la voce viva del popolo di Dio» (p. 91) e che «può rivelarsi un fattore importante nello sviluppo della dottrina» (p. 92).

E, per prestare attenzione al sensus fidelium, è necessario disporre di adeguati «mezzi attraverso i quali consultare i fedeli», rafforzando e rendendo obbligatori quelli già esistenti, come i consigli pastorali diocesani o parrocchiali, e crearne di nuovi affinché tutti, con procedure adeguate, «possano essere coinvolti e partecipare ai processi decisionali», nella consapevolezza che «è per mezzo della Chiesa intera che la fede apostolica è sostenuta dalla potenza dello Spirito» (p. 92).

L’importanza dell’ascolto e del dialogo in una Chiesa sinodale

È impossibile immaginare una conversione sinodale della Chiesa «senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del popolo di Dio» (p. 98). Ma perché questa partecipazione attiva sia efficace è necessario attivare pratiche e dinamiche comunicative idonee a far sì che i vari soggetti che partecipano allo sviluppo della vita ecclesiale possano interagire «organicamente e comunitariamente, sia a scopo consultivo che deliberativo» (p. 99).

In una Chiesa sinodale una dinamica comunicativa fondamentale è l’ascolto reciproco, che non è fine a sé stesso, ma serve a generare «processi personali e comunitari che possono portare a cambiamenti reali, tanto nelle mentalità quanto nelle strutture, perché nella reciprocità che gli è intrinseca, richiede il passaggio dall’io al noi» (p.100). Ascolto che non è semplice consultazione e diventa dialogo creativo non solo caratterizzato da apertura fiduciosa all’altro, intenzionalità di lavorare e pensare insieme, empatia, rispetto reciproco, natura partecipativa, dimensione generativa di visione e di relazioni, ma anche produttivo di «una nuova comprensione più ricca e più profonda del vangelo che genera la Chiesa» (p. 104).

«La forza del dialogo sta nel rifiutare di privilegiare una singola voce, prospettiva, ideologia e riconoscere il valore dell’apporto di molte voci indipendenti ma indirizzate mutuamente/reciprocamente» (p. 107).

La restituzione: una dinamica comunicativa non priva di sfide

Nel processo sinodale (2021-2024) è emersa una nuova dinamica comunicativa. È stata chiamata restituzione, nel senso che con essa si “restituisce” ciò che è stato ascoltato ed è stato oggetto di discernimento da parte di tutti e da ciascuno nelle Chiese locali. In questo modo, la restituzione entra a far parte del modo di procedere di una Chiesa sinodale, che deve sempre cercare il consenso di tutto il popolo di Dio attraverso processi organici di interazione e di comunicazione tra tutte e tutti. Si può dire che essa sostenga tutto il processo sinodale. La scelta della restituzione non risponde a un criterio organizzativo, ma a un principio sinodale. La fiducia è che, entrando in questo dinamismo di restituzione, ad ogni tappa possiamo crescere in una mentalità sempre più sinodale e rafforzare la prassi del camminare insieme, che è il principio fondante di una Chiesa costitutivamente sinodale.

«L’incorporazione della restituzione nei processi sinodali fa sì che essi non si concludano necessariamente con un’immediata opera di accoglienza o di approvazione, aprendo la possibilità di continuare il processo fino al raggiungimento del consenso di tutti i fedeli (consensus omnium filelium)» (p. 113).

Ascoltare soprattutto…

Una Chiesa sinodale è in debito di ascolto senza pregiudizi soprattutto nei confronti di alcune categorie di persone.

Vanno ascoltati i laici, riconoscendoli come veri compagni di cammino, «per il loro apporto – in carismi, competenze professionali, esperienze di vita – unico e insostituibile» (p.118). Ad essi ci si deve rivolgere con linguaggi «diversi da quello usuale in ambienti clericali ed ecclesiali, quelli di una quotidianità di lavoro, di vita familiare, di economia e politica, quelli in uso negli ambienti digitali, quei linguaggi cioè che laici e laiche adoperano nel quotidiano» (p. 118).

Vanno ascoltate le donne, le cui parole, grazie al concilio Vaticano II, sono diventate in ambito ecclesiale pubbliche, autorevoli e competenti, ma rimangono non adeguatamente prese in considerazione a causa del retaggio androcentrico e patriarcale che ancora affligge la Chiesa cattolica (p. 118).

Vanno ascoltati i giovani che spesso esprimono profondo disagio «in una Chiesa retta non raramente da una gerontocrazia» (p. 118) non disponibile, ad esempio, ad introdurre «cambiamenti nella liturgia che diano più spazio all’esperienza, all’emozione, ai linguaggi simbolici e al corpo» (p. 119).

Vanno ascoltati quei gruppi di credenti che, forse perché «esprimono critiche» (p. 117), sono per lo più lasciati ai margini della vita ecclesiale.

Un ascolto particolare va riservato ai religiosi e alle religiose che, con la loro secolare esperienza di sinodalità vissuta, possono essere di grande aiuto nel «rinnovamento delle parrocchie e delle diocesi, favorendo l’idea di ruoli di autorità assunti solo per un periodo, a rotazione, mostrando l’efficacia di unire il potere dell’uno (superiore/a) al contributo costante di un gruppo di consiglieri e a momenti assembleari che coinvolgono tutti (capitoli)» (p. 120).


A. Lebra, in SettimanaNews.it 8 aprile 2025

Queriniana, casa editrice cattolica di Brescia, inaugura una nuova collana Passi di Sinodalità, curata da Rafael Luciani e Serena Noceti, teologi – l’uno venezuelano, l’altra italiana – entrambi collaboratori di Donne Chiesa Mondo. Il primo volume Sulla via - Una Chiesa tutta sinodale è impreziosito dalla Prefazione di Papa Francesco, e invita a riscoprire la natura costitutivamente sinodale della Chiesa, come dimensione essenziale per il suo essere e il suo agire.

Nella prima parte – intitolata Pensare la sinodalità – i due autori presentano le motivazioni per intraprendere il «cammino sinodale», ritornando ai presupposti fondati dell’ecclesiologia del Vaticano ii. Esaminano poi come la Chiesa si costruisce sinodalmente, a livello tanto locale quanto universale.

Nella seconda parte del volume – intitolata Per una iniziazione alla sinodalità – i due teologi offrono una analisi concreta e fattiva della realtà a livello di atteggiamenti e resistenze personali e sul piano della vita comunitaria. L’approccio è pratico e coinvolgente.


In L'Osservatore Romano. Donne Chiesa Mondo 5 aprile 2025

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