Pregare i salmi con Cristo è l'ultimo degli scritti pubblicati in vita da Dietrich Bonhoeffer (1940). Dopo la guerra viene tradotto in francese, in italiano, in olandese, in spagnolo, in norvegese, in slovacco. L'edizione paperback della Queriniana che qui si presenta fa riferimento all'edizione critica delle opere del teologo tedesco. Questo lavoro biblico, che amplia il discorso che il teologo sviluppa in Vita comune sull'interpretazione e «sull'uso costante dei salmi», ha una chiara impostazione pedagogica, «Signore, insegnaci a pregare».
[…] La lettura bonhoefferiana del salterio è essenzialmente cristologica. Egli raggruppa i Salmi in dieci capitoletti, riguardanti la creazione, la Legge, la storia della salvezza, il Messia, la Chiesa, la vita, la sofferenza, la colpa, i nemici, la fine. Studia il rapporto tra queste sezioni e il Pater noster e spiega che tutto il salterio è «incluso nella preghiera di Gesù». Un saggio robusto, frutto di sofferta meditazione. Gianfranco Ravasi, che scrive la prefazione all'edizione italiana, e Gerhard Ludwig Müller e Albrecht Schonherr, che scrivono pagine introduttive e di commento (sono i curatori dell'edizione critica in lingua tedesca), ci guidano nella lettura del testo con riflessioni ricche di riferimenti storici, esegetici, teologici. I Salmi suscitano a una prima lettura sorprese, perplessità, dubbi: occorre accostarli non solo col cuore ma soprattutto con la mente, muovere dalla consapevolezza che l'importante «non è ciò che risponde al nostro volere, ma ciò che Dio vuole sia detto nella nostra vocazione». I Salmi sono Parola di Dio, e Parola di Dio «non è solo quella che Dio ci dice, ma anche quella che egli vuole udire da noi, in quanto Parola del Figlio che egli ama». Pregare i Salmi con Cristo: Cristo prega per noi, Cristo porta su di sé le nostre angosce; Cristo presenta al Padre le nostre ansie, le nostre inquietudini. Cristo muore «con le parole dei salmi sulle labbra». Bonhoeffer lo ricorda con passione. E aggiunge: «Una comunità cristiana perde un tesoro incomparabile se non ricorre al salterio, mentre scopre in sé una forza insospettata quando lo ritrova». […]
F. Pistoia, in
Rivista di Ascetica e Mistica 1/2016, 153-154