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Maria è la Chiesa
Gisbert Greshake

Maria è la Chiesa

Un tema antico, una sfida per il presente

Prezzo di copertina: Euro 15,00 Prezzo scontato: Euro 14,25
Collana: Sintesi
ISBN: 978-88-399-2962-4
Formato: 11,5 x 19 cm
Pagine: 168
Titolo originale: Maria ist die Kirche. Aktuelle Herausforderung eines alten Themas
© 2020

Descrizione

La teologia cattolica contemporanea sembra aver parecchio “ridimensionato” Maria: ha ridotto drasticamente l’esuberanza mariana tipica dell’epoca moderna. Eppure la venerazione della Madre di Gesù continua senza sosta presso il popolo dei fedeli.
Qui Greshake prende sul serio l’istinto di fede della gente semplice. Con rigoroso fondamento biblico e dogmatico mostra il ruolo di Maria nella storia della salvezza, convinto che la fede della Chiesa – e il suo annuncio – non possono minimizzare o escludere questa figura senza grave perdita. Anzi, proprio perché la fede cristiana non può fare a meno di Maria, Greshake si concentra a buon diritto su quanto indicato nel titolo, seguendolo come un filo rosso: dire «Maria è la Chiesa» ha un grande significato, non solo perché richiama alla memoria la più antica riflessione della Chiesa su Maria (per questo il sottotitolo parla di «tema antico»), ma anche perché ne evidenzia la rilevanza per noi oggi («sfida per il presente»).

Recensioni

Gisbert Greshake è uno dei più importanti dogmatici di lingua tedesca del Novecento. Nel 2017 pubblicava in Italia un voluminoso lavoro mariologico dal titolo Maria-Ecclesia. Prospettive di una teologia e una prassi ecclesiale fondata in senso mariano. L’ampiezza e la complessità di quell’opera, che si sviluppa in ben 688 pagine, hanno condotto l’autore, in seguito a diverse richieste, a redigere una sintesi che chiarisse l’importanza di uno studio su Maria. Da queste premesse nasce il testo dal titolo Maria ist die Kirche, che qui presentiamo nella recente edizione in italiano. Tale “libretto”, come lo definisce lo stesso autore, tralasciando alcuni aspetti, segue il filo rosso indicato dal titolo.

La trattazione parte dalla domanda su chi è Maria e si divide in due parti. Nella prima è riportata l’analisi delle pericopi mariane nel Nuovo Testamento e con il richiamo ad alcuni temi veterotestamentari. In Maria infatti, sposa, credente, serva e vergine, si può rileggere tutta la storia d’Israele. Inoltre, indagando sul rapporto Maria-Chiesa nella tradizione, dai padri al concilio Vaticano II, emerge che la chiesa e Maria sono due realtà in correlazione. Maria è, certamente, una personalità individuale, ma rappresenta simbolicamente anche il popolo di Dio.

L’autore passa poi a considerare le differenze tra Maria e la chiesa. In primo luogo evidenziando la corrispondenza perfetta di Maria nel suo “sì” a Dio; poi trattando dell’intuizione della teologia medievale che, guardando alla chiesa nell’ottica sacramentale-istituzionale, aveva relegato Maria a un “caso speciale”. Con il cap. VIII di Lumen gentium la mariologia è stata reintegrata nell’ecclesiologia, ma non si è ancora verificato quanto auspica Greshake: una chiesa integrata in Maria, cioè un’ecclesiologia mariana.

A tal proposito, egli analizza i molteplici aspetti del binomio Maria-Chiesa. La comunità cristiana e Maria si caratterizzano per diverse prerogative comuni: a ciascuna si attribuiscono i ruoli di credente, sposa, madre, vergine e, non da ultimo, il riferimento alla sapienza. Greshake, infatti, rifacendosi a una lunga tradizione teologica, che dai padri giunge alla teologia dei sofiologi russi, avvalora il filone che identifica la sapienza biblica con Maria-Chiesa.

Nella seconda parte, l’autore riflette sulle conseguenze spirituali e pratiche che il binomio Maria-Chiesa porta con sé. In particolare, prende in considerazione aspetti essenziali della vita ecclesiale, quali la fede, la cooperazione all’opera della salvezza, l’approccio materno nei confronti dell’umanità, il rapporto con il mondo, il dialogo interreligioso, e il significato che questi assumono nella prospettiva mariana.

Nell’ultima sezione della seconda parte, Greshake costruisce una sintesi in tre punti. Nel primo, ribadisce l’affermazione dell’identità tra le due figure: Maria è la Chiesa. Nel secondo illustra il tema della sapienza alla luce della lettura dell’icona della “Divina Sofia” di Novgord, che evidenzia i due modelli che si sono rincorsi nel libretto: Maria di Nazaret e Maria identificata con la sapienza. Infine, esplicita le conseguenze spirituali della cancellazione della teologia dall’analogia tra Chiesa e Maria, e della successiva eliminazione di Maria dall’ecclesiologia, che produrrebbe una cultura disumanizzata e disumanizzante.

Il lavoro di sintesi e di snellimento di questo testo è ammirevole, anche se lo stesso autore invita il lettore a far riferimento al saggio completo. La prospettiva di Greshake è sempre la stessa: suscitare nella chiesa una sana inquietudine, che la porti a essere e vivere quanto è richiamato nel Magnificat: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Non esiste Maria senza Chiesa e non sussiste la Chiesa senza Maria.


V. Pezzella, in Asprenas 4/2021, 607-608

Il libro mette a disposizione, per i lettori di lingua italiana, la sintesi che G. Greshake ha fatto del suo prezioso Maria – Ecclesia. Perspektiven einer marianisch grundierten Theologie und Kirchenpraxis (2014, traduzione italiana del 2017) che, naturalmente, rimane imprescindibile per una lettura esaustiva e per utili chiarimenti o approfondimenti. Il volume sintetico si divide in due parti che si articolano, rispettivamente, in tre e quattro capitoli. L’ultimo di questi fa da sintesi conclusiva.

Come si legge nell’Introduzione, il filo rosso per la lettura del libro sta nel suo titolo. Questo «non solo richiama alla memoria la più antica riflessione della chiesa su Maria (per questo il sottotitolo parla di “tema antico”), ma ne evidenzia anche la rilevanza per oggi (“sfida per il presente”)» (p. 7). Infatti, nonostante sia trascurata, la prospettiva mariologica è necessaria per pensare la Chiesa, come peraltro suggeriscono alcuni teologi contemporanei (es.: H. Rahner, H.U. von Balthasar).

La domanda sul titolo costituisce il tema della prima parte, «cosa significa “Maria è la Chiesa?”». La risposta, anzitutto, prende in considerazione i testi biblici in cui si parla direttamente di Maria (es.: Lc 1:26-38; Gv 2:1-12) e dai quali si evince che ella «sta per l’intero popolo di Dio dell’Antico e del Nuovo Testamento, come sua sintesi e rappresentante» (p. 39). La rilettura dei dati scritturistici, nel cristianesimo delle origini (es.: Agostino, Cirillo di Alessandria), fa poi risaltare una forte correlazione reciproca tra Maria e la Chiesa, fino a porre l’accento sulla loro identità.

Per comprendere al meglio tale identità, secondo l’autore, bisogna prendere le mosse dal concetto di “personalità corporativa”, precisato, in dialogo con K.-H. Menke, nel senso del “paradosso” e dentro l’orizzonte relazionale della teologia trinitaria. La precisazione si accompagna all’immagine della sposa: Maria «come “corporate personality” della chiesa, rappresenta l’umanità sposa di Cristo […] realizza ciò che la chiesa è nella sua più profonda natura: come la “credente”, che è “unita nuzialmente” con Dio, ella genera Cristo e lo porta nel mondo» (p. 75). Diversamente da Maria, che vive in modo perfetto la propria chiamata al servizio del disegno di Dio, la Chiesa sperimenta delle difficoltà, sia per la propria peccaminosità e sia per la realizzazione della propria missione, nello spazio e nel tempo, in una forma istituzionale.

Alla rappresentazione di Maria – Chiesa come sposa, si accompagna quella della madre e della vergine. Un aspetto della realizzazione di Maria-Chiesa si esprime, in modo del tutto originale, mediante il ricorso alla Sapienza, di cui parlano i libri sapienziali. Greshake spiega che ci sono teologi e artisti (es.: P. Teilard de Chardin, M. Grünewald) «che identificano la Sapienza biblica con Maria-chiesa […]. Tutti costoro vedono nella Sapienza, che identificano con Maria-chiesa, la creatura creata per prima, anzi di più: la “creazione nel fondamento primordiale”, il “principio originario” creato […] di tutte le cose esistenti, la grandezza nella quale e per la quale Dio è totalmente nella sua creazione e la creazione totalmente in Dio» (p. 98). Sullo sfondo accennato, il realizzarsi della Chiesa chiede di essere pensato nell’orizzonte della creazione e della grazia.

Al concreto vissuto ecclesiale è riservata la seconda parte, «conseguenze spirituali e pratiche per la vita della chiesa», relativa alle “attuazioni fondamentali”, quali, ad esempio, la fede, la tensione tra una visione meramente istituzionale e una mistica, il dialogo con le religioni.

Anzitutto, va evidenziata la prospettiva dell’agire espressivo, opportunamente scelta per presentare la cooperazione all’opera salvifica. Questa, infatti, non è da intendersi nella linea di sorprendenti risultati da conseguire o di efficienti prestazioni da realizzare, ma della trasparenza, legata alla disponibilità radicale e al desiderio vivo di offrire segni autentici.

Una sottolineatura riguarda il riferimento al processo di riforma avviato da papa Francesco. Riflettendo sull’urgenza che la Chiesa si riappropri del profilo mariano, il testo orienta l’attenzione verso alcuni passaggi dell’esortazione Evangelii gaudium e mostra come si collegano bene con la necessità di recuperare la forma mariana. Questa richiede che si accordi decisamente la priorità al Vangelo, all’unione con Dio, alla fede, alla speranza e alla carità. Con il riferimento in questione, Greshake aggiunge un elemento nuovo, assente nel volume intero.

Infine, va dato risalto alla ripresa della Sapienza, per suggerire un peculiare rapporto con il mondo: «se Maria è intesa come “sapienza creata”, come “creata all’inizio delle sue vie”, la nostra idea di chiesa si allarga oltre ogni confine. Ella è la “chiesa fin dal principio”, una chiesa dalla quale […] non si può uscire […]. La conseguenza […] non è soltanto una nuova visione universale della chiesa, ma anche […] una prospettiva nuova in cui vedere il mondo, sperimentarlo come luogo della presenza di Dio, della sua incondizionata vicinanza e amore» (p. 145).

Il libro, come già il volume originario, ha l’indubbio pregio di spingere la riflessione teologica «a integrare la chiesa in Maria, per ottenere così un’intensificazione mistica dell’atto di fede e una sana “relativizzazione” del processo di istituzionalizzazione della chiesa» (pp. 138-139).


N. Capizzi, in Gregorianum 2/2021, 461-462

Chi è Maria? La domanda è semplice solo apparentemente, e sta a dimostrarlo il fatto che questo volumetto è la sintesi divulgativa di un’opera di oltre 600 pagine pubblicata dall’a. nel 2014 (Maria – Ecclesia. Prospettive di una teologia e di una prassi ecclesiale fondata in senso mariano, Queriniana, Brescia 2017; cf. Regno-att. 12,2017,352). Dell’approfondito studio biblico-teologico è ripresa qui la tesi di fondo, per cui è riduttivo vedere Maria nel suo significato individuale, mentre va approfondito il suo essere compendio e perfino simbolo e anticipazione della Chiesa.


D. Sala, in Il Regno Attualità 18/2020, 548