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L'ermeneutica
Jean Grondin

L'ermeneutica

Prezzo di copertina: Euro 14,00 Prezzo scontato: Euro 13,30
Collana: Giornale di teologia 360
ISBN: 978-88-399-0860-5
Formato: 12,3 x 19,5 cm
Pagine: 168
Titolo originale: L’herméneutique
© 2012, 20202

In breve

Davvero «non ci sono fatti, ma solo interpretazioni», come ebbe a scrivere Nietzsche? Nata da una riflessione sull’arte di interpretare i testi, l’ermeneutica è diventata una dottrina universale. Chinandosi sulle sue origini e sui suoi sviluppi recenti, Jean Grondin offre la prima presentazione sintetica dell’ermeneutica e delle forme che ha assunto.

Descrizione

Nata da una riflessione sull’arte di interpretare i testi e sulla verità delle scienze umane, l’ermeneutica è diventata, grazie a Dilthey, Nietzsche e Heidegger, una filosofia universale dell’interpretazione. Ha conosciuto i suoi sviluppi più conseguenti e più influenti nel pensiero di Hans-Georg Gadamer (1900-2003) e di Paul Ricoeur (1913-2005), scomparsi di recente.
Chinandosi sulle sue origini, sui suoi grandi autori e i dibattiti che essi hanno suscitato, ma anche sul senso della sua universalità, il libro offre la prima presentazione sintetica della grande corrente dell’ermeneutica, da Schleiermacher fino ai rappresentanti dell’ermeneutica postmoderna (Rorty e Vattimo).

Recensioni

«In questo volume, piccolo per mole ma denso di contenuti, l’Autore ci offre una sintetica ricostruzione del percorso storico della grande corrente filosofica dell’ermeneutica, dedicando i singoli capitoli alle sue figure più rappresentative: Schleiermacher e Dilthey, Heidegger, Bultmann, Gadamer, Betti e Habermas, Ricoeur, Derrida, Rorty e Vattimo. […] Pur all’interno di una rigorosa e obiettiva ricostruzione di un percorso storico, l’Autore fa intravvedere il suo orientamento filosofico, sottolineando, sulla scia di Gadamer e contro il nominalismo del pensiero moderno che riduce il linguaggio a strumento del soggetto sovrano, il carattere veritativo e universale dell’ermeneutica e la sua portata ontologica. Secondo tale prospettiva gli esseri umani vivono nell’elemento indispensabile del senso, di un senso che "è sempre il senso delle cose stesse, di ciò che esse vogliono dire, un senso che supera le nostre povere interpretazioni e l’orizzonte limitato, ma, grazie a Dio, sempre estensibile del nostro linguaggio" (p. 151)».


V. Bortolin, in Studia Patavina 60/2 (2013) 497s.

«Attraverso una scrittura chiara e coinvolgente, l’Autore ricostruisce i principali sviluppi dell’ermeneutica contemporanea introducendo il lettore ai molteplici significati dell’universalità dell’interpretazione e alla riflessione critica sugli esiti relativistici, particolarmente avvertiti nel dibattito filosofico italiano. La presentazione dei principali esponenti dell’ermeneutica contemporanea è attenta ad indicare volta per volta la peculiarità della proposta di ciascun autore, lasciando intravedere quanto nessuna posizione si dia in modo rigido e autoreferenziale. La strada percorsa da ciascuno, infatti, è esplorata fino al punto di rintracciare l’apertura all’orizzonte di prospettive diverse dalla propria. In tal modo alcune classiche contrapposizioni – quali quelle che si danno tra l’ermeneutica di Gadamer e la critica dell’ideologia di Habermas o tra la gadameriana centralità del dialogo e il decostruttivismo di Deridda – non vengono lasciate nella loro irriducibile diversità, ma sono collocate esse stesse nella prospettiva di una possibile fusione di orizzonti. Ne deriva, dunque, una ricostruzione non meramente storica, ma attenta a esercitare l’ascolto quale modalità conoscitiva di fondo per lasciare che l’altro esprima efficacemente le ragioni della sua posizione. Pur consapevole delle molteplici letture dell’ermeneutica contemporanea, inoltre, l’Autore non ha timore di indicare lo spazio per un possibile dialogo tra ermeneutica e metafisica. Presupposta la crisi di una metafisica irretita nei limiti del pensiero meramente oggettivante e nelle pretese di un razionalismo deduttivistico, proprio grazie all’ermeneutica Grondin ritiene possibile che la ricerca del senso non eserciti alcuna censura oscurantista, nemmeno nei confronti di un interrogare di tipo metafisico».


A. Trupiano, in Rassegna di Teologia 1/2014