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Il cammino dell'asceta
Tito Colliander

Il cammino dell'asceta

Iniziazione alla vita spirituale

Prezzo di copertina: Euro 8,00 Prezzo scontato: Euro 7,60
Collana: Spiritualità 28
ISBN: 978-88-399-1328-9
Formato: 13,3 x 19,3 cm
Pagine: 112
Titolo originale: The Way of the Ascetics
© 1987, 20172

In breve

Il volume è fondato sull'insegnamento dei Padri della Chiesa Ortodossa e risulta in gran parte composto da estratti dei loro scritti, in una traduzione a volte letterale, a volte più libera. L'Autore ha aggiunto delle spiegazioni necessarie e delle applicazioni pratiche.

Descrizione

Il presente volume è fondato sull’insegnamento dei Padri della Chiesa ortodossa e risulta in gran parte composto di estratti dei loro scritti, in una traduzione a volte letterale, a volte più libera. L’autore vi ha aggiunto delle spiegazioni necessarie e delle applicazioni pratiche.
La grande maggioranza delle opere dei Padri citate in queste pagine si trova nella Filocalia. La dottrina esposta rappresenta fedelmente l’insegnamento spirituale della Chiesa ortodossa, dottrina che è fondamentalmente comune all’Oriente e all’Occidente per il semplice fatto di essere “cristiana”.

Commento

2023 - Ristampa anastatica

Recensioni

Qualche mese fa, tra le centinaia di pubblicazioni di interesse religioso cristiano, è riapparso, nella discrezione più totale e a distanza di molti anni, un piccolo libricino di Tito Colliander intitolato "II cammino dell'asceta", ripubblicato da Queriniana. Fin qui, niente di straordinario, si dirà: l'ennesima riedizione di un testo qualunque. Eppure è qui che ci si sbaglia. Quello di Tito Colliander è un piccolo gioiello, uno dei quei libri che hanno segnato la letteratura spirituale del XX secolo.

Ma chi è Tito Colliander e perché questo libricino che non supera le 100 pagine dovrebbe essere così prezioso? Tito Fritiof Colliander (10 febbraio 1904 - 21 maggio 1989) è stato un autore cristiano ortodosso finlandese che scriveva in svedese. Di lui si hanno poche notizie, scarne ed essenziali. Nato a San Pietroburgo, figlio di un ufficiale dell'esercito russo, riceve un'educazione artistica. Sua moglie, Ina Behrsen, rifugiata russa in Finlandia, con cui si sposa nel 1930, è anche lei un'artista. A partire dagli anni Trenta dello scorso secolo, Colliander inizia a interessarsi di letteratura e pubblica una serie di romanzi e novelle che lo rendono famoso in Finlandia. Molti dei suoi romanzi vengono tradotti all'estero. A un certo punto c'è una svolta importante nella sua storia. Dopo aver visitato il Monastero di Pskovo-Pecerskij Uspenskij, al confine con l'Estonia, Colliander e la moglie abbracciano l'ortodossia e diventano membri della Chiesa ortodossa russa. Colliander era già entrato in contatto con la Chiesa russa durante l'infanzia in Finlandia: la Finlandia, infatti, fa parte canonicamente dei territori sotto la giurisdizione russa.

[…]

Del suo stile è stato detto che assomiglia molto a quello di Dostoevskij perché nelle sue opere Colliander cerca di far emergere il tormento interiore e la ricerca spirituale dei suoi protagonisti. Certamente, però, non ebbe la stessa fortuna del suo precedessore russo. Nel 1949 entra in un seminario ortodosso per approfondire i grandi temi della fede ortodossa. Dal 1950 al 1969 insegna religione in alcune scuole finno-svedesi. Nel 1951 esce un piccolissimo manualetto di storia e spiritualità della Chiesa ortodossa Grekisk-ortodox tro och livssyn (II credo greco-ortodosso e la visione della vita).

Nel 1952 è la volta di Asketernas väg (La via degli asceti), noto in italiano con il titolo II cammino dell'asceta, probabilmente la sua più importante opera di tema spirituale.

Muore nel 1989 ed è seppellito nel cimitero ortodosso di Helsinki, nei dintorni del quartiere di Lapinlahti. Di lui ha raccontato recentemente sua nipote, la giornalista finlandese Baba Lybeck: «Ho imparato da mio nonno che qualsiasi idea del mondo non deve essere chiusa su se stessa, che non bisogna affezionarsi a luoghi o cose perché tutto è fugace. Il capitale umano è la cosa più importante».

Il cammino dell'asceta rappresenta una pietra miliare nella letteratura ascetica e spirituale ortodossa contemporanea. Pubblicato nel 1952 si basa su un florilegio di detti di santi della Chiesa ortodossa che Colliander rialabora e ordina in maniera molto originale. Scrive l'autore come premessa al libro:

«Quest'opera è basata sui santi Padri della Chiesa Ortodossa e consiste ampiamente di stralci integrali o rielaborati liberamente dei loro scritti, insieme a una necessaria interpretazione e all'applicazione pratica».

Colliander riesce a condensare in poche pagine tutto l'essenziale della lotta spirituale cristiana, come via di liberazione e come maieutica dell'amore, a partire da una lenta digestione di ciò che la Patristica e la letteratura ascetica antica hanno scritto sull'argomento. Certamente, è innegabile che il linguaggio che il libro usa è forte e spesso può sembrare che prenda il lettore a schiaffi. Non è un libro per tutti. È un libro fatto per chi prende molto sul serio la propria vita spirituale e per chi non si accontenta di facili compromessi. I capitoli, brevi e taglienti, si possono suddividere in:

1. Ricerca e preparazione del "giardino del cuore", come luogo della battaglia

2. Rinnegamento di sé mediante la lotta e rinnovamento mediante la grazia

3. Preghiera e altre pratiche ascetiche

4. Resa totale alla volontà di Dio: "Sia fatta la tua volontà"

Ci si può sentire smarriti leggendo il libro perché esso fa un lavoro certosino di scavo e di abbattimento di tutti i confortevoli muri sociali, comunitari e personali che ci circondano. Il libro obbliga a rivalutare tutta la propria vita, fin nei suoi più minuti dettagli, alla luce del Vangelo e di Cristo. Tutta la modernità, e la secolarizzazione e il materialismo che ha portato, è messa in discussione e non ne esce particolarmente bene. Tutto ciò che distrae dall'obiettivo ultimo - l'unione con Cristo e la divinizzazione - va messo da parte come inutile ostacolo e perdita di tempo nel proprio cammino. Colliander ci ricorda che Cristo ci invita alla perfezione e non a mezze misure: "Siate perfetti come vostro Padre del cielo è perfetto" (Mt 5,48). O si è spirituali o si è mondani, o ci si allea con la carne o con lo spirito. È venuto il momento di scuoterci dal torpore e di scegliere una volta e per sempre. E bisogna farlo in fretta perché i giorni sono contati. Il libro è di una radicalità sconcertante.

Il capitolo che inaugura l'opera esordisce senza troppi giri di parole:

«Se vuoi salvarti l'anima e acquistare la vita eterna, scuotiti dal torpore, fatti il segno della croce e di': 'Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen».

Il manifesto dell'opera è messo subito in evidenza: il libro non è una dispensa di teologia ma semmai è più simile a un manuale di guerra.

«La fede non si ottiene con il pensiero, ma con l'azione. Non sono le parole e la speculazione che ci insegnano ciò che Dio è, ma l'esperienza. Per lasciare entrare l'aria fresca, bisogna aprire la finestra; per essere abbronzati, bisogna esporsi al sole. Per acquisire la fede, è la stessa cosa; come dicono i santi Padri, non si arriva alla meta standosene comodamente seduti ad aspettare. Imitiamo il figlio prodigo: "Partì e si incamminò verso suo padre" (Lc 15,20)».

Colliander ci indica cosa fare, non cosa pensare. O meglio ci indica come raggiungere l'unità tra pensiero e azione, partendo però dall'esperienza e non dalla speculazione. Dio non è un concetto ma è una Persona. Non va studiata, non se ne deve fare speculazione ma va vissuto, conosciuto, amato. Tutto si basa su questa prassi, su una ripetizione spesso ossessiva di gesti e pratiche perché, come dice Colliander: «Per imparare una lingua straniera, bisogna praticarla; così per imparare a pregare bisogna pregare, […] perché un'abitudine si fortifica con la ripetizione degli atti, ma muore se non le si dà del cibo». E ancora, sulla lotta ai pensieri:

«Chi sta dovanti a una finestra aperta, sente i rumori del di fuori; sarebbe impossibile diversamente. Ma può prestare o no attenzione alle parole che gli giungono; questo dipende dalla sua volontà. L'uomo in preghiera è continuumente sollecitato da un'onda di pensieri estranei, di sentimenti e di impressioni. Arrestare lo svolgimento fastidioso di questo film interiore è altrettanto impossibile quanto impedire all'aria di circolare in una stanza la cui finestra è aperta. Ma è in potere di ognuno fermarvi o no l'attenzione. Non lo si impara, ci dicono i santi, che con la pratica».

Nell'introduzione all'edizione inglese del 1981, Kenneth Leech, profilico autore anglicano scomparso nel 2015, segnala l'importanza di riscoprire l'Ortodossia in Occidente per tornare a vivere un aspetto essenziale e connaturato al cristianesimo, ormai quasi del tutto scomparso in Occidente, la mistica:

«La riscoperta dell'Ortodossia in Occidente non solo è importante in termini di ricerca dell'unità cristiana. È essenziale che noi riscopriamo quel senso perduto del carattere mistico e orante di tutta la teologia. Tutta la teologia è teologia mistica; tutta la teologia è teologia sociale. Poiché essa è radicata nella "vita nascosta con Cristo in Dio" e nella vita sociale della Santa Trinità. Quest'unità di mistico e sociale è qualcosa che abbiamo grandemente perduto in Occidente dove i cristiani sono spesso divisi tra "pietisti" e "attivisti sociali". L'Ortodossia non conosce una tale distinzione».

Lo stesso autore mette in guardia il lettore: nonostante la radicalità del libro (che, detto tra parentesi, fa sua fino in fondo un'altra radicalità, quella evangelica), Colliander non se la prende né con la materia né con il mondo in quanto tale. Tutto può essere veicolo della gloria di Dio. Scrive Leech:

«La "via degli asceti" non è un cammino tetro che nega il mondo; è una via di doxa, di gloria, la cui meta non è nient'altro che la nostra divinizzazione. Questo piccolo volume, che va letto lentamente, meditato, usato e riusato, perfino imparato a memoria, può esso stesso diventare parte delle nostre risorse spirituali mentre ci muoviamo da un grado all'altro di gloria».

Il libro si conclude con le stesse parole con cui si è aperto, indicando la novità circolare dell'azione ascetica: la nostra azione è sostenuta dalla grazia e la grazia stimola in noi un'azione rinnovata, in un movimento sempre nuovo che non ha mai fine.

«Così, dunque, se vuoi salvare l'anima tua e guadagnare la vita eterna, comincia sempre di nuovo a scuotere il torpore, a fare il segno della croce e a dire: "Concedimi, Signore, di incominciare bene, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen».

Natidallospirito.com ringrazia di cuore la casa editrice Queriniana per questo piccolo manualetto prezioso, questo "tascapane" per aspiranti asceti cristiani, atteso a lungo e finalmente ritornato nelle nostre librerie. Lettura consigliatissima.


In Natidallospirito.com 1 gennaio 2018