Il padre domenicano Emmanuel Durand, che si è occupato di teologia trinitaria in alcune opere di grande impegno, offre in questo libro una sintesi di grande interesse volta a cogliere con rigore le implicazioni della dottrina trinitaria nei vari ambiti della teologia. Lo scopo è dichiarato con chiarezza nell'Introduzione (Alcune sfide attuali della fede trinitaria, pp. 7-19): ci si chiede se è davvero possibile illuminare certe dimensioni chiave dell'esistenza cristiana partendo dal mistero del Dio trinitario, e questo evitando troppo semplici identificazioni o trasposizioni da un piano all'altro del discorso teologico.
Si tratta, dunque, di cogliere le implicazioni concrete della dottrina trinitaria superando alcune ambiguità circa l'immagine della Trinità che si sono presentate nel discorso teologico. Nei primi due capitoli (I. Fede trinitaria e monoteismo ebraico: Trasgressione o inclusione?, pp. 21-62; 2. Una ripresa economa delle acquisizioni sulla tradizione trinitaria, pp; 63-78) affronta la genesi della teologia trinitaria cogliendo il movimento essenzialmente esperienziale del discorso su Dio del Nuovo Testamento anche in rapporto col monoteismo ebraico al quale non si presenta come alternativo, bensì come «compimento inclusivo»; attraverso le sintetiche considerazioni sullo sviluppo della fede trinitaria nella tradizione fa emergere elementi essenziali che rappresenteranno lo sfondo delle considerazioni dei capitoli seguenti.
In particolare due temi innervano il suo discorso: la necessità di una visione complementare delle varie immagini della Trinità e lo sviluppo del concetto di persona. Le varie immagini e le varie analogie trinitarie, rigorosamente necessarie nel nostro discorso teologico, non possono essere assolutizzate senza cadere in visioni unilaterali che non sono in grado di dare ragione della Trinità come manifestata nel Nuovo Testamento.
È evidente la preoccupazione di cogliere la dottrina trinitaria: non come pura speculazione, ma come interpretazione credente dell'esperienza cristiana, come espressione della fede battesimale che viene ripensata in modo rigoroso. L’approccio indicato appare particolarmente fecondo nelle considerazioni antropologiche del capitolo terzo (3. La rinnovazione trinitaria del soggetto etico, pp. 79-104) dove la visione della persona trinitaria fonda uno sguardo nuovo sulla persona umana stessa, considerata precisamente nella sua capacità-possibilità relazionale che viene rivista sotto il concetto di filiazione e di votazione-missione.
L’uomo è caratterizzato dal suo essere chiamato alla sua realizzazione precisamente mediante l'assunzione della sua dimensione filiale, che si dispiega in modo dinamico in tutte le situazioni dell'esistenza. La stessa logica ritroviamo nel capitolo dedicato all'ecclesiologia (4. Fin dove la Trinità è un modello di comunità?, pp. 105-140), dove, ripercorrendo le considerazioni di Cipriano rivisitate da padre Congar, mostra la pertinenza dell'ispirazione trinitaria per una visione dinamica della chiesa sia considerata nella sua vitalità interna (tra unità e pluralità comunionale) sia nel suo rapporto col mondo al quale la chiesa è inviata e nel quale, per la sua stessa esperienza, abilitata a cogliere i segni della presenza di Dio.
La rivelazione della Trinità nella vicenda storica di Gesù Cristo è il tema dell'ultimo capitolo (5. Dove e come il Dio Trinità è rivelato nella vita di Gesù?, pp. 141-168). Discutendo criticamente la posizione di H.U. von Balthasar e la sua visione della crocecome momento rivelativo dell'essere di Dio nella sua dimensione kenotica, Durand riprende la visione tomista che vede negli eventi della vita di Cristo momenti della rivelazione del Dio trino grazie soprattutto al lumen cheproviene dallo Spirito. È solo questa luce che ci permette di cogliere la rivelazione di Dio in Cristo e che richiede la posizione del «piccolo», come esprime Durand nella sua conclusione (che l'autore precisa come un'«apertura»): «Per noi la posta in gioco principale della tradizione trinitaria consiste nel riceverla nella posizione dei piccoli, configurati al Figlio. Solo lo Spirito di Gesù può insegnarcelo» (Apertura: La tradizione trinitaria del Vangelo ai piccoli, pp. 167-176).
L’opera di Durand, per quanto sintetica, è davvero densa di intuizioni e di spunti per la riflessione, offrendo preziose indicazioni sul valore della teologia trinitaria nelle sue implicazioni con la concretezza della vita cristiana, evitando nello stesso tempo pericolose semplificazioni. Un lavoro davvero notevole che conferma la profondità del lavoro teologico di questo autore.
L. Boccardi, in
CredereOggi 1/2022, 195-197