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Cime e valli della vita
Anselm Grün

Cime e valli della vita

Prezzo di copertina: Euro 14,00 Prezzo scontato: Euro 13,30
Collana: Spiritualità 176
ISBN: 978-88-399-3176-4
Formato: 13,2 x 19,3 cm
Pagine: 144
Titolo originale: Von Gipfeln und Tälern des Lebens
© 2017

In breve

Il libro più personale dell’uomo Anselm Grün: «I filosofi greci sviluppavano le loro idee più importanti camminando: fare strada a piedi è sempre fonte d’ispirazione. In questo libro desidero parlare delle idee che mi sono venute camminando e interrogare la Bibbia su che cosa abbia da dire sul mistero della montagna».

Descrizione

«Più invecchio, più vedo nel camminare l’immagine del mio percorso di uomo. In questo libro vorrei meditare sulle escursioni in montagna come immagine del nostro itinerario di vita. Per me il camminare è diventato una parabola, la metafora della vita. Sia nel camminare, sia nella vita, ciò che conta, a più riprese, è mettere alla prova se stessi e le proprie forze, è crescere superando i compiti che ci si presentano davanti» (Anselm Grün).

Nelle escursioni in montagna, così come nel percorso della vita, ci si ritrova regolarmente ad affrontare sfide nuove. Quando ci si prefigge una meta, ci si deve attrezzare e preparare; si devono superare delle salite, arrampicandosi; una volta raggiunta la vetta, si può godere di grandiosi panorami; e alla fine occorre anche scendere a valle, ritornare a casa. In tutto ciò possiamo provare un senso di comunità camminando con gli altri oppure, all’opposto, possiamo assaporare la solitudine e confrontarci con noi stessi...
In questo libro del tutto personale, Anselm Grün incoraggia a rimettersi in marcia e a prendere commiato da ciò che abbiamo vissuto fino a questo momento, per avvicinarci alla meta del nostro anelito più profondo.

«La vita la attraversiamo a piedi: non ci muoviamo in macchina o in bicicletta. Perciò occorre vagliare attentamente quello che mettiamo nello zaino. Non possiamo portarci dietro tutto, ma solo ciò di cui avremo davvero bisogno per fare strada. Quali provviste ci servono assolutamente? E a che cosa possiamo rinunciare?» (Anselm Grün).

Recensioni

Nelle escursioni in montagna, così come nel percorso della vita, ci si ritrova regolarmente ad affrontare sfide nuove. Quando ci si prefigge una meta, ci si deve attrezzare e preparare; si devono superare delle salite, arrampicandosi; una volta raggiunta la vetta, si può godere di grandiosi panorami; e alla fine occorre anche scendere a valle, ritornare a casa. In tutto ciò possiamo provare un senso di comunità camminando con gli altri oppure, all'opposto, possiamo assaporare la solitudine e confrontarci con noi stessi...

In questo libro del tutto personale, Anselm Grün incoraggia a rimettersi in marcia e a prendere commiato da ciò che abbiamo vissuto fino a questo momento, per avvicinarci alla meta del nostro anelito più profondo. «La vita la attraversiamo a piedi: non ci muoviamo in macchina o in bicicletta. Perciò occorre vagliare attentamente quello che mettiamo nello zaino. Non possiamo portarci dietro tutto, ma solo ciò di cui avremo davvero bisogno per fare strada. Quali provviste ci servono assolutamente? E a che cosa possiamo rinunciare?».


R. Baldoni, in Consacrazione e Servizio 1/2018, 89

Anselm Grün, monaco benedettino dell’abbazia tedesca di Münsterschwarzach, è prolifico e notissimo scrittore di testi di spiritualità che hanno sempre avuto ampia diffusione. Teologo, filosofo, psicologo ed esperto di economia, è caratterizzato da una grande capacità di parlare a tutti toccando le corde più intime.

Nel recente volume, edito dalla Queriniana e intitolato Cime e valli della vita (pp. 144, euro 14), padre Anselm propone la rilettura di un’esperienza molto personale, qual è quella del viaggio, dotata di significati assai profondi e considerata come una suggestiva metafora della vita di ciascuno. Il ricordo delle passeggiate fatte in montagna con i fratelli e le sorelle lo fa riflettere sull’attitudine a marciare passo dopo passo, prefiggendosi piccole tappe intermedie, che permettono di giungere fino alla cima. «In questo libro - scrive l’autore - vorrei meditare sulle camminate in montagna come immagine del nostro percorso di vita… Sia nel camminare, sia nella vita ciò che conta, a più riprese, è affrontare nuove sfide, mettere alla prova se stessi e le proprie forze, crescere grazie ai compiti da superare».

La prima cosa da fare è la progettazione dell’itinerario, per realizzare il quale occorre accettare i rischi che esso comporta e avere dei compagni che condividono il percorso con tutto ciò che vi è connesso. Poi bisogna mettersi in marcia, con gli occhi fissi alla meta, ma anche armati della pazienza di sostare, riposarsi, bere a una sorgente, ripartire. Quando si arriva in vetta (e gli ultimi metri sono sempre i più faticosi), si vive un’esperienza esaltante, che deve essere compresa e gustata, cioè trasformata in una conquista interiore.

Poi bisogna saper discendere, tornare a valle, magari scegliendo percorsi diversi da quelli dell’ascesa. Anche la discesa è un simbolo della nostra vita: «Prima o poi tutte le strade che percorriamo - si legge nel libro – terminano nell’ultima discesa, nella morte, che però per noi cristiani è insieme l’ascesa definitiva alla vetta della vita e della gioia».

Grün si propone anche altro: indagare che cosa dice la Bibbia a proposito del cammino e del mistero della montagna, e così, nella parte finale del volume, propone varie immagini legate a queste due tematiche, tratte sia dal Nuovo che dal Vecchio Testamento. Il sentimento finale che Grün dice di provare è quello della gratitudine per Dio che lo ha sempre protetto, per la gioia e la soddisfazione condivise, per il tesoro che è rimasto nella sua anima.


M. Schoepflin, in Toscana Oggi 26 novembre 2017

Il cammino, reale o interiore, allarga l'animo verso lo scenario di orizzonti infiniti: te li porti dentro, tracciano strade affinché tu possa percorrerle con la tua stessa vita. È quello che Anselm Grün esprime, nero su bianco, suscitando il desiderio di afferrare il proprio "zaino" per guardare cosa c'è dentro, cosa oggi non serve più per partire dall'essenziale. L'Autore pone in parallelo alle immagini di escursioni in montagna, la profondità dell'esistenza umana con la sua sete d'infinito incisa in ogni passo.

Libro che accompagna e nutre, rilegge il sentiero, a volte impervio, di ogni giorno e aiuta ad andare avanti, a salire un po' più su con gli occhi fissi verso la Meta!
In Se Vuoi 6/2017

Anselm Grün, monaco e maestro di spiritualità, offre altri due contributi all’uomo assetato di Infinito e di pace. Con Cime e valli della vita (Queriniana, pag. 144, euro 14) ricorda che camminare è una metafora della vita. Quando si cammina possiamo portare dietro solo lo stretto necessario. Qual è il necessario? Cosa buttare? Come disfarcene? C’è l’invito a rimettersi in marcia e a prendere commiato da ciò che abbiamo vissuto fino a questo momento, per avvicinarci alla meta del nostro anelito più profondo.

In Una guida per l’Avvento (Queriniana, pag. 200, euro 17) il benedettino propone per ogni giorno un breve testo spirituale per vivere con consapevolezza l’Avvento e lasciarsi contagiare dal mistero del Natale.


F. Mariucci, in La Voce 40 (9 novembre 2017)

«Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno le cose che nessun maestro ti dirà». Probabilmente questo pensiero di san Bernardo di Chiaravalle descriva al meglio l'atmosfera che l'ultimo libro di Anselm Grün tradotto in italiano per i tipi della Queriniana con il titolo Cime e valli della vita.

Il libro parte dalla passione del noto monaco benedettino per le montagne, le scalate e le camminate in natura. L’autore sviluppa tutta una riflessione analogica sulla vita a partire dagli accorgimenti, dalle scoperte, dai rischi, dagli alti e bassi e dalle emozioni generate dall'attività di escursionismo. Così il camminare, lo scalare le montagne e la discesa a valle diventano istruzioni per l'uso per le cime e le valli della vita.

La sapienza dei piccoli passi

Le lezioni sono tante. Abbiamo lezioni sulla sapienza della progressività e della gradualità: «Quando si vede un alto Monte davanti a sé si pensa di non farcela a scalarlo. Ma se vado passo dopo passo, se mi prefiggo delle piccole tappe intermedie alla fine arrivo in cima» (p. 6). La stessa progettazione del viaggio si trasforma in una lezione di vita: Grün offre un'immagine ricca: «In bici ancora ancora posso portarmi dietro qualcosa che non è assolutamente necessario. Se invece sono io a portare lo zaino devo riflettere bene su che cosa metterci dentro».

«La vita la attraversiamo a piedi. Non ci muoviamo con l'automobile o in bicicletta. Perciò occorre vagliare attentamente quello che mettiamo nello zaino della nostra vita. Non possiamo portarci dietro tutto, ma soltanto quello di cui abbiamo davvero bisogno per procedere lungo il cammino» (p. 8).

Insegna Viktor E. Frankl, anche lui appassionato scalatore, che l'alpinista è «in concorrenza e in rivalità soltanto con una persona e quella persona è lui stesso. Pretende qualcosa da se stesso, esige qualcosa da se stesso». Frankl parla poi del fatto che l'essere umano necessita della tensione interiore, tra se stesso e una meta che si prefigge.

L’equilibro dell'esigere da sé

Bisogna saper esigere il giusto da se stessi. Esigere troppo ci scoraggia, esigere troppo poco ci annoia. «Quando, in un'escursione in montagna, stabiliamo una meta, creiamo in noi una sana tensione che ci fa bene. Se esigiamo sempre troppo poco da noi stessi, spesso nella nostra vita si insinua la sensazione di mancanza di senso. L'assenza di una meta impedisce che sviluppiamo davvero le energie che sono racchiuse in noi. La meta, però, deve essere scelta in maniera adeguata. Se ci poniamo obiettivi troppo ambiziosi, pretendiamo troppo da noi stessi. Se però non osiamo nulla, il viaggio della vita perde energia. La meta conferisce al nostro cammino una dinamica interiore che ci fa bene» (p. 9).

Nelle camminate, non si arriva direttamente in cima. Guardare direttamente la cima ci potrebbe scoraggiare. Per questo è necessario porsi degli obiettivi parziali e intermedi: «Guardo soltanto alla meta che posso raggiungere ora. Se invece guardo subito la fine, la "cima", ho la sensazione che non ce la farò mai. Se però mi prefiggo delle tappe, allora ho la forza di arrivare fino all'obiettivo intermedio successivo» (p. 42).

Non mancano nel libro parole sul riposo, sulla pausa, sulla ricreazione, sulla sapienza del limite e della sosta. Scrive Grün: «La pausa è qualcosa di creativo. E fa bene concedersela... assaporo semplicemente il fatto di riposarmi, di non dovere fare nulla. Mi abbandono alla quiete» (p. 49). L’equilibro consiste nel trovare un giusto ritmo di movimento e di riposo perché chi non si muove, si arrugginisce. Chi fa una sosta troppo lunga, perde l'energia della tensione.

«Così, anche nella nostra vita, c'è bisogno di un buon equilibrio tra sostare camminare, riposo e lavoro. In fondo è il ritmo prescritto dal nostro fondatore, Benedetto da Norcia, ai suoi monaci: ora et labora, il ritmo di preghiera e lavoro. Chi prega soltanto, ruota troppo intorno a se stesso. Chi lavora soltanto, sfrutta se stesso. E non di rado fugge da se stesso. Anche nel quotidiano abbiamo bisogno di fasi di riposo, per poterci rimettere al lavoro con nuovo piacere» (p. 52).

L'ultima Cima

Grün non trascura la riflessione sull'ultima cima, quella che raggiungeremo solo giungendo a Dio: «Su una cima posso salire. Ma a Dio non arrivo mai. Eppure sono sempre circondato dalla presenza di Dio e sono sempre in lui. Il mio proseguire verso l'alto diventa per me un'immagine che questo Dio è la meta di tutte le mie camminate e che, in fondo, sulla cima salgo davvero soltanto nella morte, quando vedrò Dio faccia a faccia» (p. 132).

In breve, questo libro è di gran lunga il più autobiografico di Anselm Grün, l'autore confessa di parlare delle idee che gli «sono venute camminando». La chiusura del libro è affidata alla Bibbia e all'esplorazione dei due filoni tematici nel testo sacro: il senso del camminare e il mistero della montagna.


R. Cheaib, in Theologhia.com 8 novembre 2017

La passione per la montagna, simbolo che attraversa tutti i testi sacri, rappresenta per il monaco benedettino una stimolante occasione per riflessioni spirituali. I sentieri tortuosi, le fresche e dissetanti sorgenti, le stanchezze, la gioia per aver raggiunto la meta, la paura di non farcela, gli imprevisti dell’ascensione sono metafore che si possono rintracciare anche nella Bibbia e nei Vangeli.


G. Azzano, in Il Regno Attualità 18/2017

Camminare come metafora dell'esistenza, come fonte di ispirazione. Camminare in montagna, in salita, affrontando vertigini e sentieri scomodi. Arrivare in cima e godere del panorama ma poi anche ritornare. In compagnia o da soli. Il monaco benedettino Anselm Grün sa come parlare ai cuori e qui ci offre il suo percorso personale.

«La strada per Dio continua sempre. E a volte è anche una strada disagevole, che ha bisogno di forza di volontà per non lasciar perdere. Percorro questa via con la promessa che i salmi e i profeti continuano a rivolgermi».


In Jesus 10/2017