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Bibbia come parola di Dio
Valerio Mannucci, Luca Mazzinghi

Bibbia come parola di Dio

Introduzione generale alla sacra Scrittura

Prezzo di copertina: Euro 38,00 Prezzo scontato: Euro 36,10
Collana: Grandi opere
ISBN: 978-88-399-0118-7
Formato: 17 x 24 cm
Pagine: 584
© 1981, 201822

In breve

Una introduzione teologica alla Bibbia, apprezzata come nessun’altra nelle Facoltà di teologia italiane, esce ora interamente rivista, in una nuova edizione. Mazzinghi, presidente dell’Associazione Biblica Italiana, ha magistralmente provveduto ad aggiornare e integrare il testo, mantenendo intatte l’impostazione originaria e le coraggiose intuizioni di Mannucci. Testo ideale per lo studio, l’aggiornamento e la formazione personale.

Descrizione

Pubblicato per la prima volta nel 1981, questo manuale di introduzione teologica alla sacra Scrittura ha conosciuto un successo immediato e duraturo. Affrontava tematiche nuove con chiarezza di linguaggio, andando a costituire una proposta didattica che univa la serietà e il rigore alla semplicità d’uso da parte degli studenti.
Quell’apprezzatissimo manuale è stato ora interamente rivisto, con aggiornamenti e integrazioni, alla luce delle nuove acquisizioni delle scienze bibliche e teologiche, oltre che degli ultimi pronunciamenti del magistero ecclesiale.
Il lavoro di revisione ha badato a non alterare l’impostazione originaria del testo, ancora del tutto valida: quella di introduzione prevalentemente teologica alla sacra Scrittura. Si sono ridotti all’essenziale i tagli all’opera originale, mentre sono state introdotte volta per volta generose aggiunte – ora qualitativamente puntuali, ora quantitativamente sostanziose. Ampie revisioni e integrazioni hanno interessato la stessa bibliografia.

Commento

«Scrivere un libro è gioia e fatica insieme. Elaborare un manuale – e cioè il precipitato della propria esperienza di anni di insegnamento – è impresa sempre rischiosa. Se abbiamo reso un servizio utile ai colleghi professori e agli studenti di teologia, come del resto ci ripromettevamo, vuol dire che rischio e fatica non sono stati vani. Soprattutto, ci è stato concesso ancora una volta di sperimentare che “vi è più gioia nel donare che nel ricevere” (At 20,35)» (Valerio Mannucci).

Recensioni

Ventidue edizioni complessive sono prova eloquente del consolidato apprezzamento di questo manuale, che fin dalla sua nascita (1981) si è affermato quale riferimento maggiore, se non irrinunciabile in Italia, per introdurre teologicamente alla Sacra Scrittura. Il volume è stato più volte positivamente recensito. Quanti già si sono pronunciati hanno saputo abilmente presentare gli autori, il disegno, i contenuti e l’evoluzione dell’opera, oltre che segnalarne i valori e apportavi alcuni rilievi critici (minori). L’ulteriore presa di parola si giustifica non solo per il desiderio e l’opportunità di ribadire la qualità di questo libro, ma per l’offerta di un punto di vista connotato dall’impiego effettivo del manuale nell’attività di insegnamento. Dopo aver rapidamente presentato le coordinate del testo, dunque, ci soffermeremo su alcune sottolineature marcatamente didattiche.

Mantenendo le cinque parti del manuale di V. Mannucci – il cui impianto segue il piano espositivo e teologico della Dei Verbum, commentandolo quasi passo a passo – il presente volume rivisita, integra e aggiorna interamente l’originale, riuscendo nell’impresa di trasformarlo, senza snaturarlo, in un’opera a quattro mani (L. Mazzinghi è co-autore, non solo curatore). Introducendosi con un’analisi della parola umana (sue funzioni e suo modo di operare), la riflessione va incentrandosi – attraverso la dimensione amicale del linguaggio, decisiva in DV per qualificare la Rivelazione – sulla Parola di Dio (parte I). Di qui si passa a considerare il modo in cui tale Parola è stata trasmessa, studiando la realtà delle tradizioni (AT e NT) nella quale prende forma la Bibbia, che è la memoria del popolo di Dio scritta con linguaggio e strumenti umani (parte II). Gli autori affrontano quindi il problema del “canone ispirato”. Dapprima si abborda la riflessione circa l’ispirazione, mostrandone i fondamenti biblici, recensendo il secolare pensiero della Chiesa sul tema e annotando le questioni tutt’ora aperte su un tema difficile e inesauribile (parte III). In seguito si presenta la questione della formazione del canone (punto di vista storico-positivo) e del problema teologico che esso pone, con particolare attenzione al tema della verità della Bibbia (parte IV). La V parte si concentra sull’interpretazione della sacra Scrittura, presentando il problema dell’ermeneutica biblica (cattolica) – in epoca antica, moderna e soprattutto contemporanea – anche alla luce dell’insostituibile contributo della filosofia. Il testo si conclude con una sintetica considerazione della sacra Scrittura nella vita della Chiesa, sulla scorta delle indicazioni dell’ultimo capitolo di Dei Verbum.

Questo volume introduce in senso forte alla sacra Scrittura: invita ad accedervi ogni lettore ben disposto, facendolo vibrare per la bellezza appellante del testo sacro letto nella Chiesa e riconosciuto come Parola amicale di Dio. Senza celare l’impegno indispensabile per conoscere le Scritture, gli autori contribuiscono a rendere tale conoscenza accessibile e la familiarità con la Parola desiderabile. Sottolineiamo alcuni degli elementi che concorrono a rendere eccellente – per la sua qualità sia scientifica che spirituale – questa “introduzione”.

Le parti “strategiche” del testo sono molto ben fatte: i titoli dei capitoli e dei paragrafi sono intelligibili e offrono il quadro dell’opera, mentre le brevi introduzioni alle cinque parti del manuale (e al c. 20) tratteggiano, specialmente se lette in sequenza, il nitido senso globale del percorso, non senza un afflato poetico capace di muovere l’intelligenza e il cuore. Gli autori hanno quasi sempre l’accortezza di porgere in maniera patente gli elementi essenziali della loro argomentazione, anche quando questa si rivela più esigente. Tale presa immediata dei concetti centrali permette anche al lettore frettoloso di procedere senza perdersi.

La maniera di approcciare le problematiche(in particolare quelle dell’ispirazione, del rapporto fra Tradizione e Scrittura e della verità biblica) è didatticamente efficace, sia per la capacità di restituire in sintesi gli elementi storici irrinunciabili, sia per la chiarezza nella presentazione (aggiornatissima) dei vari status quaestionis. La conoscenza di tali problematiche è arricchita attraverso numerose citazioni(anche consistenti), utili non solo perché permettono agli esordienti di accedere direttamente ad autori che occorre conoscere, ma anche perché, nel complesso, queste vanno a costituire una pregevole antologia di pagine chiave (p.e. Agostino, G. Galilei, P. Grelot, L. Alonso Schöckel, P. Benoit, K. Rahner, N. Lohfink, P. Ricoeur). La bibliografia, del resto, è globalmente molto ricca e aggiornata. Soprattutto essa è impiegata per apportare al testo il frutto dei cambiamenti maggiori degli ultimi anni circa le prospettive esegetiche ed anche per integrare gli ultimi riferimenti magisteriali sui vari temi. La posturarispetto alla parola del magistero è perfettamente equilibrata, esemplare per chi (specialmente seminaristi) è agli esordi negli studi teologici: la si recepisce con assoluta serietà, ma anche con la serenità di poterne rilevare le debolezze, le omissioni, le lacune, i vuoti argomentativi.

L’apparato critico, pur imponente, non deborda al punto da frammentare la lettura, grazie anche alle accortezze tipografiche che rendono più gradevole questa nuova edizione del manuale. Nel senso della fruibilità del testo, vari recensori ne rilevano e lodano il linguaggio semplice e chiaro. Concordiamo, precisando che tale sforzo didattico è ancor più apprezzabile quando i contenuti abbordati sono, per forza di cose, di più ardua comprensione. In realtà, i temi più difficili rimangono impegnativi per il lettore, anche quello preparato, ma la trattazione non risulta mai astrusa o troppo ostica: certe pagine vanno lette con molta attenzione, e magari rilette, ma lo sforzo di applicazione è ripagato.

Diversi recensori sottolineano altresì l’utilità di questo testo per un corso di “introduzione generale alla sacra Scrittura”. Nei fatti, le ore che si possono dedicare a tale introduzione in un primo corso biblico, normalmente di AT, non bastano certo ad esaurire la materia proposta e questa, d’altronde, non è di sola competenza degli esegeti (annotiamo che Mannucci era dottore in Teologia e licenziato in Sacra Scrittura). Utile è, piuttosto, che i docenti delle varie discipline – anzitutto Bibbia (e Lingue antiche), Teologia fondamentale, Ermeneutica ed Ecumenismo (e, in parte, Teologia delle religioni), ma anche Teologia Pastorale (soprattutto Catechetica e Omiletica), Sacramentaria e Liturgia – sappiano che gli studenti dispongono di una simile risorsa trasversale, in modo da potervi fare riferimento in modo congiunto, anche ad una sola parte puntuale.

Questi servizi che, insieme ad altri qui non descritti, i due autori rendono ormai da generazioni ai loro lettori sono speciale manifestazione di una virtù, fra le altre: l’umiltà.


L. Castiglioni, in La Scuola Cattolica 148/3 (2020)

«Il libro è una sosta nella vita. Che il movimento in avanti prosegua». Questo augurio di Luis Alonso Shöckel, nel 1980 alla prima edizione del libro di don Valerio Mannucci, Bibbia come Parola di Dio. Introduzione generale alla sacra scrittura, è stato in un certo senso profetico, non soltanto per la grande accoglienza che questo libro ha ricevuto e per l’ispirazione che esso ha apportato a generazioni di studiosi, ma anche per l'ultima edizione riveduta, ampliata e aggiornata del volume fatta da Luca Mazzinghi per i tipi della Queriniana. Il nuovo volume ha quasi raddoppiato la lunghezza del primo facendo proseguire la ricerca, che ha fatto grandi passi dal tempo della redazione della prima edizione del volume, verso i lidi attuali della ricerca biblica.

Chi ha studiato teologia negli ultimi 35 anni in Italia, (e forse non solo), conosce l'agilità del testo del Mannucci il quale, pur rispettando il genere letterario del manuale, si era preso già nella prima redazione la libertà di non accontentarsi solo di informare, ma anche di esprimere ed appellare, trasmettendo non soltanto la scienza ma anche l'amore per la parola sacra. Pur volendosi un semplice commento alla costituzione dogmatica sulla Divina rivelazione Dei Verbum, il testo, di fatto, è molto di più e le sue 5 parti costituiscono una ricca miniera per chi volesse approfondire le questioni fondamentali riguardanti quello che i cristiani chiamano «parola di Dio».

La riflessione parte da una specie di «filosofia della parola», in quanto la parola non è assolutamente esclusiva della comunicazione religiosa o rivelativa-divina. La parola si declina in chiave di informazione, espressione e perfino di appello relazionale che coinvolge la dimensione dell’amicizia e dell’amore. Alla luce di quest’ultima dimensione, la Bibbia viene declinata in chiave di «parola amicale di Dio». Qui gli aa. analizzano, alla luce della Dei Verbum l’iniziativa di Dio a cui piacque comunicare e comunicare se stesso con parole ed eventi interconnessi (cf. DV 2). La riflessione, percorrendo la storia biblica nei due testamenti, manifesta in definitiva la natura cristologica della parola rivelativa.

La seconda parte del volume analizza la formazione del testo sacro ripercorrendo la trasmissione della parola scritta in Israele fino ai tempi di Gesù e degli apostoli e della formazione del NT. Questa parte si dedica a presentare le versioni più importanti del testo biblico, nonché i papiri tuttora disponibili e le edizioni critiche del testo sacro.

La terza parte guarda alla pagina sacra in quanto pagina canonica ed ispirata. In particolare i capitoli nove e dieci di questa parte si soffermano sulla riflessione storica riguardo all’ispirazione della Parola, tema attualissimo e sul quale, nell’ambito divulgativo ed omiletico, pesano troppe incomprensioni devianti. Opportunamente, questi due capitoli “storici” sono seguiti da un capitolo ricco che presenta gli sviluppi recenti sul tema e fa il punto sui problemi ancora aperti. La parte seguente, più storica, presenta i due canoni dell’AT (quello breve, palestinese e quello più lungo, alessandrino) e il canone del NT. La quinta parte si dedica, invece, alla questione dell’ermeneutica biblica, la questione più in movimento e più in crescita dati i passi da giganti fatti dai metodi ermeneutici dei testi antichi.


R. Cheaib, in Theologhia.com 20 novembre 2018

A Valerio Mannucci, docente di sacra Scrittura scomparso nel 1995, si deve la prima edizione di questo manuale: sottoposto a varie e approfondite riedizioni, è un volume nel tempo divenuto classico. Mantenendo l’impianto di fondo, Luca Mazzinghi, presidente dell’Associazione Biblica Italiana, ha compiuto un ulteriore apprezzabile lavoro di revisione e di necessario aggiornamento. Se è dunque vero che l’impostazione è rimasta sostanzialmente quella teologica primigenia, come era nelle intenzioni di Mannucci, l’opera attuale mostra rilevanti integrazioni legate alle acquisizioni delle scienze bibliche negli ultimi decenni. Una considerazione analoga puo essere condotta anche sulla inevitabile revisione della bibliografia, che accoglie titoli di volumi pubblicati praticamente sino ai nostri giorni.

Il manuale si struttura in cinque sezioni: La Parola di Dio; La trasmissione della Parola di Dio; La Bibbia e Parola di Dio; Il canone delle sacre Scritture; L’interpretazione della sacra Scrittura. Tali sezioni si dividono poi al loro interno in diciannove paragrafi. Infine, l’ampia conclusione è dedicata al tema della sacra Scrittura nella vita della chiesa, con un’attenzione del tutto speciale all’importanza della costituzione conciliare Dei Verbum.

L’impostazione ordinata e il linguaggio lineare, insieme con una notevole chiarezza sui temi rilevanti, danno vita ad un testo di alto valore, che dimostra la perizia scientifica e didattica dei due co-autori. Senza indulgere in questioni secondarie o troppo tecniche, i temi di teologia biblica essenziali vengono così svolti con rigore e semplicità. Si tratta di un manuale che continuerà a fare scuola e che può essere utilizzato con frutto negli studi sia di teologia che di scienze religiose.


D. Candido, in Parole di Vita 5/2018, 58

A trentacinque anni di distanza esce una nuova edizione interamente rivista dell’ormai classico volume pubblicato da V. Mannucci nel 1981 e divenuto ben presto un manuale di riferimento per l’Introduzione alla Scrittura nelle diverse Facoltà teologiche e negli Istituti superiori di scienze religiose in Italia (e non solo).

La revisione è stata curata da L. Mazzinghi, docente nella Pontificia Università Gregoriana e presidente della Associazione biblica italiana. Pur mantenendo intatte l’impostazione originaria e le coraggiose intuizioni di Mannucci, in particolare il forte riferimento al Vaticano II e una notevole apertura ecumenica, il volume è stato ampiamente aggiornato, alla luce sia del notevole sviluppo degli studi biblici che delle più recenti prospettive teologiche e magisteriali.

Particolarmente rinnovata è la sezione dedicata all’ermeneutica biblica, che già nella prima edizione si apriva agli apporti delle ermeneutiche filosofiche contemporanee; totalmente nuova è la parte dedicata ai metodi esegetici. Ampie revisioni e integrazioni hanno interessato, infine, la stessa bibliografia.


In Gregorianum 1/2018, 222

Quando fu dato per la prima volta alle stampe, nel 1981, il manuale di introduzione alla sacra Scrittura di mons. Valerio Mannucci fu una piccola, grande rivoluzione, tanto da diventare in breve tempo un classico, immancabile negli scaffali degli studenti di teologia. Il volume di Mannucci, infatti, presentava alcuni innegabili meriti. lnnanzitutto, si proponeva come un manuale di introduzione alla sacra Scrittura di forte impostazione conciliare, basandosi principalmente sulla Dei Verbum. Mannucci, inoltre, recepì e valorizzò le acquisizioni provenienti dagli studi biblici in ambito protestante, pur rimanendo profondamente cattolico. Inoltre, il manuale è molto chiaro e di buona leggibilità.

A più di trent'anni dalla prima pubblicazione, il volume resta, in sostanza, valido. L’Editrice Queriniana ha però pensato di affidarne la revisione e l'aggiornamento a mons. Luca Mazzinghi, docente di esegesi dell’Antico Testamento presso la Pontificia Università Gregoriana e presidente dell’Associazione Biblica Italiana. Il lavoro di revisione ha integrato le nuove acquisizioni scientifiche in campo biblico-teologico, oltre a una maggiore introduzione di studi biblico-teologici che tengono conto del magistero più recente. È stata anche aggiornata la bibliografia.


A. Passiatore, in La Vita in Cristo e nella Chiesa 1/2018, 62

Questa è l’edizione profondamente rinnovata ed aggiornata di un saggio che, dal 1981 in poi, ha consentito a molte persone, nelle istituzioni accademiche di carattere teologico e in altri contesti formativi, di avere un primo approccio ampio, serio e stimolante con l’universo “Sacre Scritture ebraiche e cristiane”.
In Parola & Parole. Periodico dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana 27 (giugno 2017)

Chi in questi ultimi trent’anni ha insegnato o studiato nei seminari o negli altri istituti teologici ha certamente avuto tra le mani questa introduzione generale alla sacra Scrittura di Valerio Mannucci. Pubblicato per la prima volta nel maggio del 1981, questo manuale ha avuto un successo immediato, tanto che è stato rivisto e ristampato dall’A. in ben 15 edizioni, l’ultima delle quali nel 1997, pubblicata postuma. Mannucci era improvvisamente scomparso il 27 febbraio 1995.

I motivi del successo di questo volume stanno innanzitutto nel fatto che in Italia non esisteva ancora un manuale di introduzione alla Bibbia che riprendesse in modo sistematico le tematiche della Dei Verbum; in secondo luogo l’A., sulla scia del suo maestro Luis Alonso Schökel, inizia a confrontarsi con la teologia protestante, aprendosi anche agli apporti delle ermeneutiche filosofiche contemporanee; in terzo luogo il successo è stato aiutato dalla chiarezza e semplicità del linguaggio adatto all’uso degli studenti.

La revisione di Mazzinghi non modifica sostanzialmente l’impostazione precedente del manuale, che rimane una introduzione per lo piú teologica alla Scrittura, scritta quasi come un commento alla Dei Verbum e dunque inserita nell’ambito della teologia cattolica. Questo manuale dunque, pur senza chiudersi all’apporto ecumenico, ha in mente prima di tutto studenti che si formano nell’ambito delle Facoltà ecclesiastiche. Il revisore ha cercato di attenuare o in qualche caso di eliminare del tutto alcune affermazioni ancora un po’ troppo apologetiche o che tendevano a contrapporre in modo troppo netto l’impostazione cattolica con quella delle altre chiese cristiane.

Mazzinghi ha riveduto l’intero manuale di Mannucci alla luce delle nuove acquisizioni della scienza biblica, della teologia e del magistero della chiesa cattolica. Il Manuale, ad esempio, non teneva conto del documento della PCB del 1993, L’interpretazione della Bibbia nella chiesa, e dei due documenti successivi sul Popolo ebraico e le Sacre Scritture nella Bibbia cristiana (2001) e su Ispirazione e verità (2013). Soprattutto Mazzinghi ha tenuto conto dei cambiamenti radicali delle prospettive esegetiche avvenute in questi anni (cf. il caso degli studi sulla formazione del Pentateuco, dopo il crollo della teoria documentaria, che Mannucci dava per scontata). Si è tenuto conto anche della ricezione effettiva della Dei Verbum nella vita della chiesa, sino alla Verbum Domini di Benedetto XVI, frutto del Sinodo sulla Parola del 2008.

Come criterio di revisione, Mazzinghi ha cercato di rispettare, per quanto possibile, l’impostazione generale originaria del libro, lo stile e il linguaggio di Mannucci. Segnalo alcune aggiunte piú significative. Il magistero della chiesa è a servizio della Parola di Dio, che è una parola vivente e personale di Dio e quindi inesauribile (cf. conclusione di cap. 2,5.4). La Parola, rivelazione, si può localizzare e datare; non si tratta di teorie astratte (cap. 3,2.1). Se la rivelazione è manifestazione e parola di Dio attraverso gesti-avvenimenti che cambiano il corso della storia, allora occorre accogliere e sperimentare concretamente il messaggio, se vogliamo comprenderlo davvero (cap. 3,7.3). La tradizione nella fede di Israele non è soltanto un dato di fatto, è una legge, un imperativo di Dio. La storia degli interventi di Dio e delle risposte d’Israele è affidata a una memoria viva. Tradizione-vitale e tradizione scritta sono le due forme di questa memoria viva che lega vicendevolmente la generazione d’Israele a una storia di salvezza, la quale, a un tempo, le attraversa e le trascende (cap. 4,2). Per quanto riguarda la formazione dell’Antico Testamento, Mazzinghi riporta una sintesi degli ultimi apporti dell’esegesi biblica sulla formazione del Pentateuco. L’attenzione si sposta sempre piú sulla redazione cosiddetta deuteronomistica, il cui sviluppo potrebbe essere databile all’epoca di Giosia e completata in epoca esilica. L’altro polo di interesse è rappresentato dalla redazione sacerdotale, che caratterizza l’epoca dell’esilio e dell’immediato ritorno in patria. Non è ancora del tutto chiaro quando e come, tra il V e il IV secolo a.C., il Pentateuco abbia assunto la sua forma attuale. Il tema del linguaggio umano della Bibbia è stato abbondantemente ampliato approfondendo gli ambienti dove esso sorge: linguaggio mitico, la sfera giuridica e del culto, l’ambito delle istituzioni civili, la letteratura sapienziale, la letteratura profetica, l’apocalittica. Anche la letteratura neotestamentaria viene inserita in un contesto letterario piú vasto (cap. 6,3-4). La storia del testo ebraico dell’Antico Testamento è stata rielaborata (cap. 7,4). Nuovo è un bel paragrafo sui cosiddetti libri «storici». In essi è andata a condensarsi la stessa parola di Dio creatrice della storia, affinché la parola di Dio scritta servisse di ammaestramento alle generazioni future (cap. 8,1.3). È stato rielaborato il paragrafo 7 del cap. 11 riguardante la Scrittura «ispirata da Dio» e anche «ispirante Dio»; riveduta è pure la breve storia del problema «La verità della Bibbia» al cap. 16,1. Riguardo alle difficoltà morali nella lettura dell’Antico Testamento, nuovo è il tema della «violenza nella Bibbia»: con l’evento di Cristo che muore in croce, tutta la storia biblica della violenza che ha Dio per protagonista diventa una grande metafora della sua giustizia e del suo amore (cap. 16,3.3). Nuovo è il paragrafo sulla «condiscendenza» di Dio, dove viene proposta una importante analogia tra Parola di Dio e incarnazione del Verbo. Giovanni Paolo II mette in guardia contro una ermeneutica che escluda l’aspetto «incarnato» delle Scritture (cap. 16,3.4). Nuovo è anche il paragrafo sulla necessità di tradurre e diffondere le Scritture (DV 22), che segna un passaggio da una posizione di difesa della centralità della Volgata alla richiesta di un largo accesso dei fedeli alla Scrittura (cap. 20,3). Mazzinghi aggiunge anche un aspetto importante che nella Dei Verbum, n. 6 non veniva ancora considerato appieno: l’uso della Bibbia nella catechesi e piú in generale nell’intera attività pastorale. Giovanni Paolo II nella Catechesi Tradendae, n. 27, ricorda come la Bibbia è anima di tutta la catechesi (cap. 20,7).

Il manuale si conclude con il ricordo dei «voti» del Concilio nella Dei Verbum, n. 26 e i loro sviluppi: «Come dall’assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della chiesa, cosí è lecito sperare nuovo impulso alla vita spirituale dall’accresciuta venerazione per la parola di Dio, che permane in eterno». Tale esortazione è stata ripresa da papa Benedetto XVI nell’esortazione apostolica Verbum Domini a conclusione del Sinodo sulla Parola di Dio e nella Evangelii gaudium di papa Francesco, il quale ricorda come Dio affida la Parola alla fragilità di una predicazione e di una testimonianza che è in «vasi di creta». La bibliografia è stata ampiamente rivista e integrata.

Conclusione. I motivi della vasta accoglienza nei seminari e negli studi teologici e nelle Facoltà ecclesiastiche di questo manuale di introduzione alla sacra Scrittura di Valerio Mannucci continuano anche in questa revisione e aggiornamento compiuti da Luca Mazzinghi, che ha saggiamente voluto mantenere l’impianto e lo stile del testo originale e soprattutto la chiarezza e la semplicità del linguaggio adatto all’uso degli studenti.


T. Lorenzin, in Studia Patavina 64 (1/2017) 169-171

Valerio Mannucci è stato docente di Scienze bibliche e preside dello Studio Teologico Fiorentino, e nel 1981 ha preparato per i suoi studenti un testo innovativo per l'introduzione generale alla Sacra Scrittura, nel quale si recepiva nella lettera, e soprattutto nello spirito, la costituzione dogmatica Dei Verbum del concilio Vaticano II. Egli inoltre è stato tra i primi in Italia a valorizzare in un manuale gli apporti dell'ermeneutica moderna, anche di impostazione filosofica, nonché gli innovativi studi di semiotica e di filosofia del linguaggio.

Non a caso il libro si apre con una trattazione generale del mondo della parola umana, dove si prendono in considerazione anche i contributi di pensatori e studiosi come Ludwig Wittgenstein, Umberto Eco e Algirdas Julien Greimas. Dopo la morte di Mannucci, avvenuta improvvisamente nel 1995, del fortunato manuale uscì ancora un'edizione postuma nel 1997 (la quindicesima) che recepiva gli indirizzi della pontificia Commissione Biblica (1993).

Questa nuova edizione è stata completamente rivista e aggiornata dall'allievo dell'autore Luca Mazzinghi, ordinario di Esegesi dell'Antico Testamento alla Gregoriana e attuale presidente dell'Associazione Biblica Italiana, ma conserva l'impostazione di fondo delle edizioni precedenti, il taglio didattico e soprattutto la profondità nella trattazione dei singoli argomenti con una grande chiarezza di linguaggio.

L'opera risulta divisa in cinque parti, rispettivamente così articolate: 1) La Parola di Dio; 2) La trasmissione della Parola di Dio; 3) La Bibbia è Parola di Dio; 4) Il canone delle Sacre Scritture; 5) L'interpretazione della Sacra Scrittura. Segue poi una Conclusione, che affronta il tema della Sacra Scrittura nella vita della Chiesa, entrando nello specifico di questioni attuali come il rapporto della Bibbia con la liturgia, la teologia, la predicazione, la riflessione personale e la catechesi.

Rispetto alle edizioni precedenti, completamente nuova è la trattazione delle questioni connesse con i moderni metodi esegetici, che l’A. presenta in maniera a un tempo esaustiva e sintetica.

Come sì precisa nella Prefazione, il libro è strutturato come un manuale di studio di impostazione saldamente cattolica e quindi pensato per le Facoltà ecclesiastiche cattoliche; ciò nonostante, resta culturalmente e doverosamente aperto al dialogo con le altre Chiese cristiane, in particolare con quelle di area protestante. La revisione compiuta rende il testo altresì adatto alle persone colte che vogliono essere introdotte allo studio della Sacra Scrittura o approfondire l'esegesi biblica.


R. Timossi, in La Civiltà Cattolica 3997 (31 dicembre 2016/14 gennaio 2017) 90-91

Nuova edizione di un manuale pubblicato per la prima volta nell’ormai lontano 1981, segno evidente della sua fortuna accademica ed editoriale.

Interamente rivisto, rifuso e integrato in diverse sue parti, al fine di far proprie le ultime acquisizioni a livello di ricerca biblica e teologica, il lavoro, proseguito e approfondito con rigorosa intelligenza da Luca Mazzinghi, mantiene l’originaria impostazione di Valerio Mannucci: offrire agli studenti e a chiunque sia interessato a esplorare la Bibbia un’introduzione prevalentemente teologica alla sacra Scrittura. Il vol. è arricchito da un’ampia e aggiornatissima bibliografia.


In Il Regno 20/2016

Aggiornare l’insegnamento dell’Introduzione generale alla sacra Scrittura come parola di Dio all’indomani del Concilio vaticano II è stata una grande impresa, degna di un maestro di solido spessore teologico e letterario.

L’allora preside dell’Istituto teologico fiorentino approntò per i suoi studenti un testo all’avanguardia (Firenze 1981; [4]1983): recepì in pieno il piano teologico espositivo del documento conciliare della Dei Verbum, si aprì agli apporti delle ermeneutiche filosofiche contemporanee (precorrendo il documento della Pontificia commissione biblica del 1993) e si avvalse di un linguaggio semplice ed estremamente didattico che assicurò al volume più di trent’anni d’uso negli studentato teologici.

Mazzinghi – discepolo di Mannucci, docente a Firenze e al PIB di Roma e attuale presidente dell’Associazione biblica italiana – ha ripreso in mano il grande lavoro del maestro per sfrondarne le parti caduche, aggiornare quelle che ne abbisognavano, introducendone delle nuove dove richiesto dai tempi e dagli sviluppi degli studi. Ne è risultato un volume di ben quasi 200 pagine più ampio rispetto all’originale di Mannucci. Insegnare questo corso è sempre stato impegnativo per i docenti, perché richiede competenze esegetiche teologiche unite a quelle di ermeneutica teologica e filosofica. Il benvenuto è assicurato!

Mazzinghi ha rispettato l’impianto generale originale ideato da Mannucci. La Parte prima studia La Parola di Dio (pp. 22-87). Nel c. 1 si tratta del mondo della parola umana, nel c. 2 della parola amicale di Dio e nel c. 3 della rivelazione nella storia e attraverso la storia.

La Parte seconda è dedicata a La trasmissione della Parola di Dio (pp. 88-172). I quattro capitoli trattano rispettivamente: 1) La tradizione nel tempo dell’Antico e del Nuovo Testamento; 2) La Bibbia è la memoria scritta del popolo di Dio; 3) Il linguaggio umano della Bibbia; 4) Il testo della Bibbia.

La Parte terza tratta il tema La Bibbia è Parola di Dio (pp. 173-282). I quattro capitoli affrontano di seguito i seguenti temi: 1) I libri della Bibbia sono parola di Dio; 2) L’ispirazione della sacra Scrittura; 3) La Chiesa si interroga sul mistero della Bibbia (giudaismo, padri della Chiesa, Tommaso d’Aquino, dal concilio Fiorentino al Vaticano II con la stesura della Dei Verbum); 4) Sviluppi successivi al Vaticano II e problemi ancora aperti (Dio “autore” della Bibbia e uomini “scrittori” dei libri sacri – K. Rahner; autori e ispirati ma anche opera letteraria ispirata – Benoit, Schökel ecc.; autore ispirato o autori ispirati?; il carisma dell’ispirazione biblica non è un carisma isolato; dimensione comunitaria dell’ispirazione, ma non ispirazione collettiva; sacra Scrittura e parola di Dio [la parola di Dio è una realtà analogica ma la Bibbia è parola di Dio]; la Scrittura “ispirata da Dio” è anche “ispirante Dio?” (Lutero, Calvino, K. Barth e Brunner, dimensione oggettiva e “soggettiva” dell’ispirazione); i libri delle grandi religioni.

La Parte quarta studia Il canone delle Sacre Scritture (pp. 283-390). Si affrontano in cinque capitoli il canone dell’AT e quello del NT, il problema teologico del canone, la prospettiva ecumenica L’importante capitolo della verità della Bibbia è studiato diffusamente (pp. 342-390): breve storia del problema; la verità della Bibbia secondo il concilio Vaticano II; principi fondamentali che presiedono alla verità della Bibbia: oggetto formale della rivelazione, i “generi letterari” e la verità della Bibbia, il progresso della rivelazione, la sygkatábasis divina in DV 13 [parola di Dio e Verbo incarnato], la verità dei singoli testi biblici nella globalità dell’intero messaggio dell’AT, valore perenne dell’AT. La Parte quinta si sofferma su L’interpretazione della sacra Scrittura (pp. 391-526), tracciando di seguito in tre capitoli la storia dell’interpretazione della Bibbia dalle origini al concilio Vaticano II, il problema ermeneutico nell’epoca moderna (con l’esposizione del pensiero ermeneutico di vari autori moderni e contemporanei) e infine il decisivo problema ermeneutico nel concilio Vaticano II e nell’esegesi cattolica contemporanea (pp. 460-526).

Dapprima Mazzinghi analizza i principi dell’ermeneutica biblica cattolica alla luce di DV 12, con l’indicazione della lettura “nello Spirito”, con tre criteri concreti di un’ermeneutica teologica: il contenuto e l’unità di tutta la Scrittura, la viva tradizione di tutta la Chiesa, l’analogia della fede. Il & 2 illustra chiaramente le indicazioni del concilio Vaticano II nel senso dell’ermeneutica moderna. Forse è utile citarle: 1) Un’ermeneutica a servizio del carattere interpellativo della parola di Dio; 2) Attenzione ermeneutica al linguaggio umano della parola di Dio; 3) Esperienza e processo ermeneutico; 4) Dimensione storico-politica dell’ermeneutica biblica; 5) Il “comprendere” nella fede e il problema dei “sensi biblici”, con la questione del sensus plenior; metodi esegetici e approcci con l’infuocato dibattito del confronto tra metodo storico-critico e altri metodi esegetici; dai metodi oggi si è passati a valorizzare maggiormente gli approcci, e Mazzinghi accenna anche a questo problema. Concludono opportunamente questa parte alcune pagine dedicate all’attualizzazione e inculturazione delle Scritture e all’ermeneutica biblica quale compito senza fine. Nella Conclusione (pp. 527-548) lo studioso riflette in otto brevi capitoletti sull’importante tema de La sacra Scrittura nella vita della Chiesa, commentando i nn. 21-26 della DV.

Anche la semplice ripresa dei titoli degli argomenti affrontati nel volume dà una pallida idea della preziosità della sua revisione e aggiornamento da parte di Mazzinghi. A p. 15 del testo il lettore troverà comodamente indicate dall’autore le principali omissioni e tagli compiuti rispetto alla prima edizione del volume di Mannucci, così pure le aggiunte più significative inserite. Ampie le revisioni operate nei capitoli riguardanti il canone e soprattutto, evidentemente, nei cc. 17 – 19 dedicati all’ermeneutica. Totalmente nuova, anche se forzatamente sintetica, la sezione riguardante i metodi esegetici. L’autore ringrazia anche vari colleghi che hanno collaborato alla miglioria di vari paragrafi. Anche la bibliografia generale (pp. 549-564) è stata opportunamente riveduta e aggiornata.

Non c’è chi non veda l’impegno, l’onerosità ma anche la l’estrema utilità dell’aver posto mano alla revisione di un volume classico di supporto a un corso cruciale e impegnativo svolto negli ambiti accademici di teologia. Di questo ringraziamo vivamente Luca Mazzinghi per l’opera generosa che ha messo a disposizione per la formazione biblica integrale e aggiornata degli operatori pastorali, in specie i nuovi presbiteri, insegnanti di religione e catechisti.


R. Mela, in SettimanaNews 25 ottobre 2016