«Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia»: esprimendo questa meravigliosa certezza, nella Prima Lettera ai Corinzi San Paolo ci dice quale sarà il destino dei figli di Dio che sono stati fedeli a Gesù Cristo. La visione del Signore è il premio ultimo che attende coloro che avranno creduto fermamente. San Giovanni, nel suo Vangelo, sottolinea con forza l’esperienza di uomini e donne che hanno visto Gesù con i loro occhi e lo hanno riconosciuto, anticipando, in un certo senso, la realizzazione dell’eterna beatitudine.
Il biblista Lorenzo Rossi, presbitero della diocesi di Mantova, ove svolge il ruolo di rettore del Seminario, ha di recente mandato in libreria un bel volume intitolato «Abbiamo visto il Signore». Itinerari di visione nel Quarto Vangelo (Queriniana, pp. 154, euro 12,00), nel quale vengono esaminate con particolare attenzione e viva sensibilità le narrazioni di quegli incontri, ricavandone innanzitutto una sorta di sfida: «Vedere Gesù e riconoscerlo come l’inviato del Padre; vedere i segni che egli compie, oggi come duemila anni fa, e credere che egli è il Signore». Allora anche noi, come gli apostoli dinanzi all’incredulità di Tommaso detto Didimo, potremo esclamare con gioia e convinzione: «Abbiamo visto il Signore».
M. Schoepflin, in Toscana Oggi 10 febbraio 2019, 14