Padre Pier Giordano Cabra, piamartino, scrittore, giornalista già ai vertici della Congregazione e della pluricentenaria Editrice Queriniana, festeggia domenica 8 maggio i sessant’anni di ordinazione sacerdotale. Gli amici dell’associazione Ex Alunni Artigianelli gli hanno dedicato, con la forma di «un mazzolin di fiori», un opuscolo che raccoglie alcuni suoi scritti significativi. Lui, ricambiando, ha firmato per Queriniana un gustoso quanto eloquente libretto dedicato a piante e fiori nella Bibbia. Non è un trattato; è un viaggio, buono e illuminante.
Il sogno è «avere un giardino per amico»; la realtà è poter almeno guardare fiori e piante con la certezza di non essere considerati buontemponi o perditempo in cerca di emozioni. «Se sappiamo ascoltare – ha scritto la saggia Silipo - ogni albero, ogni rosa, ogni filo d’erba ci racconterà una storia e mostrerà una segreta visione del mondo». Se non abbiamo un giardino da curare e neppure da guardare, ma sappiamo leggere, allora potremo scoprire che piante e fiori ci appartengono perché appartengono, tutti, al libro dei libri, la «Bibbia», che raccontandoli li mostra nella loro sapienza esistenziale: buoni, oppure grami e inutili.
Scoprire piante e fiori nella Bibbia, soprattutto se li vogliamo circondati da «visioni e significati», non è facile. Però, qualcuno ci ha provato; e provando ha messo insieme un «breviario» ben scritto, arguto e meditato, pieno di pensieri pensati e di rimandi che facilitano la comprensione.
Questo cantore che sogna prati e boschi in perfetta armonia con l'uomo e il creato - un vero «inviato speciale» nel tempo, nell'anima e nella bellezza infinita che ci circonda - si chiama Padre Pier Giordano Cabra, prete da sessant’anni, scrittore di fama (per Queriniana ha pubblicato decine di libri), «giovane anziano» che non smette di dialogare con l'universo, con gli amici e il computer, strumento di scrittura e di conservazione del pensiero.
Il viaggio di Pier Giordano nella Bibbia (secondo lui «modesto e maldestro», secondo noi utile e istruttivo) incomincia dall'albero del desiderio, quello della conoscenza del bene e del male, «l’unico i cui frutti non potevano essere raccolti, perché dotati di speciali proprietà», capace di produrre «in quelle due povere creature (Adamo ed Eva, gli antenati dell’umana avventura) invecchiamento, ansia, litigiosità, vergogna». Poi, rapidamente, Pier Giordano Cabra prosegue, raccontando di ogni pianta o fiore meraviglie e utilità: querce solide, salici vitali, ricino terapeutico, giglio bello e irriso, palme pazienti e forti, zizzania invidiosa e gelosa, buona e generosa se ben usata, disastrosa se usata all'incontrario. Ulivo vigoroso, roveto che s’infiamma e non si consuma, cipresso capace di vivere mille anni, fico sapiente, fiori di campo eleganti e colorati, sicomoro un po' fico e un po' gelso, mandorlo profetico, issopo aromatico e purificante, rosa misteriosa come l'amore, cedro del Libano alto e citato ben settanta volte nella Bibbia, nardo profumato di bosco, cardo tenace e spinoso, frumento dorato e rivoluzionario, lenticchie piccole e vaporose, cipolle d'Egitto piangenti e doloranti, terebinti della Giudea, vite tonica-corroborante-giuliva-deprimente, lino buono per vestire l'umanità, incenso per rendere onore a Dio e anche all’io, papiro che diventa carta per la memoria umana.
Alla fine del racconto il cronista spiega perché gli alberi non parlano («la nostra comunicazione – dicono – è esclusivamente basata sul silenzio») e anche la differenza che c’è tra l’albero della vita contemplato dalla Bibbia e quello messo in mostra e fotografato nella piazza di Expo. Per tutti e per ciascuno il vecchio «padre» osa intonare un «Laudato si’» tanto nuovo e bello, tanto salutare e nobile.
L. Costa, in
Bresciaoggi 5 maggio 2016