In breve
Disponibile dal 26 giugno 2023
Per rivolgersi all’umanità nella sua condizione reale, Dio ha fatto suo lo spessore della nostra carne, inclusa l’affettività: ha “provato emozioni”. Ora, che cosa esse esprimono? Sono semplicemente passioni umane attribuite al divino? Svelano l’intimità di Dio o svolgono un’altra funzione? Con quali strategie interpretarle sul piano teologico?
Un tema stimolante – la vulnerabilità di Dio al tumulto delle emozioni – trattato in modo profondo e dottrinalmente accurato.
Descrizione
Dio ha scelto di parlare la lingua degli uomini, anzi persino di farsi uno di loro. Per rivolgersi all’umanità, ha fatto sua la carne umana, inclusa l’affettività. Ecco perché il Dio biblico è soggetto di emozioni. Tuttavia, agli occhi della riflessione filosofica e teologica di ieri come di oggi, un Dio incorporeo risulta di per sé inidoneo alle emozioni. Forse che un Dio capace di emozioni è semplicemente una criticabilissima proiezione umana?
Per rispondere, Emmanuel Durand traccia qui un itinerario antropologico, letterario e teologico. Indaga anzitutto il significato delle emozioni e delle passioni umane. Si confronta poi con Origene e Agostino, con lo Pseudo-Dionigi e Tommaso, con Cartesio e Hume, ma anche con Jean-Paul Sartre. Esplora infine gli scenari biblici, cioè il contesto narrativo in cui compaiono le emozioni di Dio. E così esamina amore, gioia, speranza, godimento, ira, gelosia, tristezza non solo come nozioni teologiche da delucidare, ma anche come tratti salienti di un Dio che agisce nella storia. Tratti che si svelano come indicatori di un suo impegno totale nei confronti degli esseri umani.