Le monache clarisse di Cortona hanno approntato il commento a quindici testi liturgici letti nel periodo iniziale del Tempo ordinario dell’anno pari. Tredici riguardano l’AT e due il NT.
I testi mettono in luce un personaggio particolare che segna il cammino storico-salvifico di Israele con la propria individualità, con pregi e difetti che rispecchiano quelli del lettore odierno.
Si parte dalla dolente figura di Anna, mamma di Samuele, addolorata per la sterilità e in più rimproverata dall’avventato giudizio del sacerdote Eli. Si prosegue quindi con Samuele, donato a YHWH da Anna come ringraziamento della fecondità ricevuta. Di Gionata si mette in luce l’amicizia con Davide che sfida l’ira funesta dello schizofrenico re Saul. Davide “il piccolo” viene consacrato re e la sua dinastia davidica abbraccerà, a suo tempo, il più illustre dei discendenti, Gesù. Mentre sogna a Gàbaon, Salomone chiede a YHWH un «cuore che ascolta». Nella «voce di sottile silenzio» Elia percepisce la sua missione futura, per niente “dolce brezza”. Eliseo rimane un modello di pronta sequela, anche se Gesù richiederà una prontezza e un distacco ancora maggiori. Il re Ezechia rivolge un’accorata preghiera a YHWH in risposta all’arrogante discorso del re Sennacherib. Il profeta Amos, spedito dalla tranquilla Tekòa al santuario del re del Nord, a Betel, è testimone di un infuocato confronto col prezzolato sacerdote Amasia, venduto al potere. Gli mangia la faccia e mostra chi è il vero servitore di YHWH. La descrizione che il timido profeta Geremia fa della sua vocazione è limpido esempio di come YHWH sia la roccia che rende forte il suo inviato. Il misterioso e sconvolgente “accordo” celeste fa YHWH e Satana l’Avversario per mettere alla prova Giobbe, «uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male», dà l’avvio a una vicenda sconvolgente, tragica ma che illumina – senza risolverlo – il problema del male, mostrando il coraggio dell’uomo che discute con Dio ma che deve, alla fine, vivere con gratuità totale la propria fede.
Il racconto che Paolo fa della propria chiamata-rivelazione-missione profetica nella lettera autoriale di Galati mette in luce l’iniziativa gratuita di Dio e la natura apocalittica dell’evangelo, testimoniata dalla vita apocalittica dell’apostolo e dalle prove bibliche da lui addotte. La Lettera deuteropaolina di Tito riporta i compiti affidati da Paolo al suo collaboratore di fiducia inviato a Creta e i requisiti richiesti al presbyteroi ai quali egli dovrà imporre le mani.
Ogni capitolo del volumetto riporta il testo biblico letto nella liturgia, lo commenta nella lectio, vi riflette con considerazioni attualizzanti nella meditatio, lo trasforma in preghiera nell’oratio, lo personalizza nella contemplatio tramite un testo patristico, suggerisce come actio la ripetizione frequente di alcune parole chiave del testo biblico e, infine, riporta un brano di un autore moderno come aiuto “per un lettura spirituale”.
R. Mela, in
SettimanaNews.it 2 febbraio 2020