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Quando preti e laici parlano in pubblico
Didier Mellière

Quando preti e laici parlano in pubblico

Con trenta esercizi pratici per migliorare

Prezzo di copertina: Euro 35,00 Prezzo scontato: Euro 33,25
Collana: Guide per la prassi ecclesiale 32
ISBN: 978-88-399-1879-6
Formato: 14,4 x 20,4 cm
Pagine: 384
Titolo originale: Homélies et prises de parole publiques. Trente exercices pour se perfectionner
© 2020

In breve

Introduzione di mons. Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi
Illustrazioni di Guézou
Edizione italiana a cura di Roberto Laurita


Una guida teorica e pratica, destinata non solo al clero, ma a tutti coloro che intervengono attivamente nelle celebrazioni e nella trasmissione della fede (lettori, catechisti, animatori…), per aiutarli a migliorare il proprio servizio.
Un libro che colma un vuoto: tecniche ed esercizi per perfezionare gli interventi che si tengono in pubblico.

Descrizione

Questa guida è destinata ai predicatori, ai preti, ai diaconi e ai seminaristi che devono parlare in pubblico, ma anche ai laici che hanno il compito di accompagnare liturgie della Parola ed esequie, battesimi e matrimoni… Sarà di aiuto anche ai lettori liturgici e a tutti i cristiani chiamati a prendere la parola davanti a un uditorio, piccolo o grande che sia.
Le attese sono immense e i carismi disuguali. La santità e le buone intenzioni, la volontà di trasmettere il messaggio della fede, le conoscenze bibliche o teologiche acquisite, da sole non bastano. In effetti, il tono di voce e il nostro linguaggio “non-verbale” possono attirare a Cristo e alla Chiesa, ma anche allontanare. Tutti, comunque, possono progredire, se sono disposti ad esercitarsi, seguendo un metodo e dei consigli adeguati.
Nato dalla pratica, il testo propone trenta esercizi per migliorare la comunicazione orale. L’obiettivo è chiaro: prepararsi più facilmente, acquisire sicurezza, avere una maggiore possibilità di toccare le menti e i cuori, e far crescere negli uditori il desiderio di ascoltare, di comprendere e di ricordare.

Recensioni

È un’esperienza che è capitata almeno una volta tutti: partecipare a una liturgia in cui l’omelia non finiva più, o come lunghezza o come noiosità. Il predicatore, non preparato, si infila in un cul de sac da cui a stento esce insieme ai suoi sfortunati uditori. Il chirurgo Didier Meillère, dopo essere stato primario e docente universitario, ha coordinato per diversi anni un organismo fondato a Parigi nel 2007, chiamato “Servizio per Ottimizzare le Omelie”, in cui alcuni laici, esperti del mondo delle comunicazioni, si pongono a disposizione per aiutare vescovi, presbiteri, diaconi, seminaristi, laici incaricati di presiedere le esequie, nel ministero della parola. Da questa bella iniziativa è nato Quando preti e laici parlano in pubblico, pubblicato da Queriniana (pp 380, euro 35).

Analizzando la predicazione di Gesù e attingendo al magistero pontificio il libro indica che bisogna innanzitutto guardarsi da alcuni errori, come il ritenere che la tecnica sia indifferente rispetto alla comunicazione: il modo incide sulla trasmissione della fede quanto il contenuto. Occorre poi avere in mente un progetto chiaro e strutturato di discorso attraverso un’adeguata preparazione prossima (altro che andare al microfono pretendendo di essere ispirati al momento dallo Spirito Santo!) e davanti ai testi chiedersi: che cosa l’autore ha voluto trasmettere? Che cosa il testo dice a me? Che cosa devo trasmettere alla comunità?

Attirare l’attenzione, convincere l’intelligenza, conquistare i cuori, aiutare a memorizzare, suscitare un agire cristiano: questo l’arduo ma necessario cammino che, in otto minuti al massimo, l’omileta deve far percorrere.

La seconda parte del volume contiene una serie di semplici esercizi, da effettuare da soli o, ancora meglio, in piccoli gruppi, per essere capiti da tutti, articolando bene le parole e i concetti, agganciando l’uditorio fin dall’inizio, toccando il cuore, intercettando le preoccupazioni degli ascoltatori, ponendo domande per suscitare la riflessione, evitando termini troppo teologici o ambivalenti.

Il senso ecclesiale (e non puramente tecnico) del contenuto del libro è ben sottolineato nella prefazione dall’arcivescovo Michel Aupetit, metropolita di Parigi: «Preoccuparsi della nobile dignità delle nostre celebrazioni, aver cura della qualità della nostra predicazione non può che concorrere alla crescita del popolo che ci è stato affidato». Preparare bene l’omelia e la catechesi è veramente un compito ministeriale che affonda nel dono e nel compito profetico che il battesimo (per tutti) e il sacramento dell’Ordine (per alcuni) ha affidato al cristiano.


F. Casazza, in La Voce Alessandrina 30 (9 settembre 2021) 14

Domanda: «Ti ricordi che cosa ha detto il don oggi nella predica?». Risposta: «Qualcosa, non tanto, però mi è piaciuta». Da questo piccolo dialogo tra due persone che hanno partecipato alla stessa Messa celebrata dal parroco, si intuisce che a colpire sono più i sentimenti (come lo dici), rispetto ai contenuti (cosa dici).
Didier Meillère è un laico, da più di 10 anni ha fondato e dirige, in Francia, il Servizio di ottimizzazione delle omelie. La nota casa editrice Queriniana ha tradotto questo suo testo (traduzione a cura di don Roberto Laurita per l’edizione italiana) dove sono raccolti 30 esercizi per migliorare la comunicazione orale.
Ora, sono ben consapevole che l’omelia è come La Gioconda, nota come la Monna Lisa: è la più commentata, argomentata, discussa, studiata, ecc. La teologia la chiama: omelia. La gente la chiama: predica. Qualcosa, forse, vuole dire!
«Questo libro contiene l’essenziale di ciò che ho imparato in questi dieci anni di accompagnamento individuale – evidenzia Meillère – e di sessioni tenute con il Servizio di ottimizzazione».
La prospettiva interessante da cui è partito l’Autore mi ha incuriosito e attratto: «Trent’anni fa – racconta – lavoravo alla direzione dell’associazione francese di chirurgia vascolare – perché Meillère ha svolto la professione di medico chirurgo per circa 30 anni – e lavoravo per la diffusione delle valutazioni presso i miei colleghi professori. Ho passato una parte della mia vita – precisando che ha incontrato tanto scetticismo nei colleghi – a spiegare che le valutazioni non hanno lo scopo di giudicare e di condanna, ma di aiutarci a fare il punto per migliorarci. Oggi le valutazioni sono divenute obbligatorie in molti ambienti medici e contribuiscono largamente alla prevenzione delle complicazioni e dei fallimenti delle cure».
La domanda, dunque, è: chi valuta il don nella sua omelia (predica) domenicale? Chi gli dà un ritorno, una valutazione sui contenuti, sul modo, sulla forma, ecc.? Che sappia io, nessuno (a meno che sia lui stesso a chiederlo in modo personale o che qualcuno gli dia dei ritorni).
Il testo è suddiviso in 5 parti:
1a. Perché esercitarsi anche sul modo di comunicare?
2a. Le chiavi
3a. Gli esercizi
4a. Altri interventi pubblici in ambito cristiano
5a. Sei appendici
«La valutazione – sottolinea Meillère – è uno strumento insostituibile. Da quasi 50 anni essa è imposta in tutte le attività umane, ma per quanto riguarda la gerarchia cattolica viene utilizzata in modo ancora insufficiente». L’Autore, in fondo al testo, mette a disposizione la sua mail personale per confrontarsi e affini: didiermelliere.5p@gmail.com. Voilà!


G. Ruggeri, in Recensionedilibri.it 14 aprile 2021

Interessante leggere gli esercizi pratici, tra tutti quello di riascoltare la propria omelia e poi rispondere ad alcune domande: siamo stati interessanti? C’è stato un momento in cui abbiamo perso il filo? Il predicatore dava l’impressione di crederci o di compiere un dovere? Interesserebbe ai giovani? Altro consiglio: lavorare in gruppo, coinvolgere altri preti, chiamare nel gruppo laici e professionisti della comunicazione. Un libro con una robusta parte teorica sul modo di trasmettere il messaggio evangelico e sulle regole della comunicazione orale, da leggere con un’avvertenza: tutto quello che nella guida riguarda le omelie è altrettanto necessario per ogni discorso pubblico.


P. Tommassone, in Il Regno Attualità 4/2021, 98

Nato dalla pratica, il testo propone trenta esercizi per migliorare la comunicazione in tutti coloro che intervengono nelle celebrazioni liturgiche e nella trasmissione della fede. L’obiettivo è chiaro: insegnare a preti, diaconi, catechisti e animatori a toccare le menti e i cuori di chi ascolta per far crescere in loro il desiderio di comprendere e partecipare. Le conoscenze bibliche o teologiche acquisite e la volontà di trasmetterle da sole non bastano. Bisogna lavorare sul tono di voce e sul linguaggio “non-verbale”, che incidono nell’attirare a Cristo e alla Chiesa. Già papa Francesco nella Evangelii gaudium aveva scritto: «L’importanza evidente del contenuto dell’evangelizzazione non deve nascondere l’importanza delle vie e dei mezzi» (n. 156).


In Vita Pastorale 1/2021, 78