In breve
«Questo è forse il miglior libro di Anne Lécu uscito finora» (Jean-François Rod).
Ed è esso stesso un frutto gustoso e nutriente. È un libro al servizio di una questione vitale: tutti vogliamo portare frutto, ma i nostri sforzi spesso inefficaci ci scoraggiano. Eppure, chi di noi vuol essere sterile? E chi, in fin dei conti, può giudicare la fecondità?
Un’analisi delle parabole e dei racconti biblici condotta con originalità di sguardo.
Descrizione
Le Scritture sono ricche di metafore vegetali. In queste pagine Anne Lécu esplora la metafora biblica della fecondità. Che cosa significa “portare frutto”? Come facciamo a distinguere tra frutti seducenti e frutti buoni?
Al termine di un viaggio inaspettato, in mezzo a frutti come spighe, viti, fichi, veniamo condotti di fronte a un albero piantato nel cuore del Libro per eccellenza: la croce di Gesù Cristo, frutto offerto per noi.
Lécu osserva come il frutto nasca dall’incontro tra seme e terreno, come si sviluppi – spesso nel segreto – grazie a un processo di maturazione che avviene sotto l’azione dello Spirito. L’autrice sottolinea che il vero frutto sfugge a definizioni e controlli (va infatti ricevuto, non afferrato) e ci invita a riflettere sulla nostra tendenza a confondere i “buoni frutti” con il successo: la fecondità di una vita, in realtà, non può essere ridotta a un semplice calcolo utilitaristico o a una valutazione puramente umana.
Ne risulta un libro intimo e realistico, ricco di spunti preziosi per una vita cristiana che sia autentica e radicata nella parola di Dio, un libro che pone domande stimolanti, portandole a maturazione con saggezza e profondità.