Disponibile
Inviati per servire
Giacomo Canobbio

Inviati per servire

Ripensare il ministero

Prezzo di copertina: Euro 8,00 Prezzo scontato: Euro 7,60
Collana: Meditazioni 255
ISBN: 978-88-399-3255-6
Formato: 11 x 20 cm
Pagine: 120
© 2020

In breve

I preti, lungo la storia, non hanno sempre avuto il medesimo compito. E anche oggi sono sollecitati a reinventarlo. Queste meditazioni offrono un aiuto a trovare i punti fermi da cui prendere le mosse, nell’attuale scenario, per scrivere una nuova storia di fedeltà.

Descrizione

Le diverse situazioni culturali ed ecclesiali hanno sempre sollecitato, nei secoli passati, un ripensamento del ministero presbiterale. In effetti sono le necessità della missione che modellano le forme del ministero, senza far loro perdere il dato fondamentale, riscontrabile nel Nuovo Testamento.
L’attuale congiuntura provoca a ripensare ulteriormente il modo di vivere il ministero. Non è più in discussione – come avveniva alcuni decenni or sono, subito dopo il Vaticano II – la figura dogmatica, bensì il rapporto tra l’esercizio del ministero e il modo di vivere la vita cristiana tipico dei ministri ordinati.
Le meditazioni offerte in questo libretto, frutto di un corso di esercizi spirituali, vorrebbero aiutare a comprendere come oggi il prete possa vivere la sua vita da cristiano senza farsi fagocitare da attività alienanti e da attese indebite.

Recensioni

«Solo l’ignoranza della storia potrebbe giustificare la convinzione che il compito dei preti è sempre stato il medesimo» (p. 5). Con queste parole si apre la raccolta di meditazioni di monsignor Giacomo Canobbio, ex presidente dell’Associazione Teologica Italiana, intitolata Inviati per servire. Ripensare il ministero (Queriniana, pp 120, euro 8).

Una delle idee di fondo del libro è che per rilanciare il sacerdozio occorre sia approfondirne le basi teologiche sia descrivere il contesto in cui esso si esplica. Il prete si deve lasciare plasmare dalla Parola per diventare stabile memoria di Dio tra la gente disorientata, che cerca un testimone appassionato. In questo senso, secondo il volume, va intesa l’espressione alter Christus riferita al ministro ordinato, indicando che egli è tale nella misura in cui lascia trasparire la dedizione stessa di Gesù. In pratica, «il prete “rappresenta” Cristo non nell’atto di offrire il sacrificio eucaristico, bensì nell’atto di offrirsi come Cristo nel suo sacrificio» (p. 55).

Vivere il ministero significa non semplicemente esercitare alcune funzioni all’interno del popolo di Dio ma anche condividere la missione di salvezza che la Chiesa porta avanti sotto la guida dello Spirito Santo nel cammino verso la pienezza della gloria nella Gerusalemme celeste.

Occorre un rinnovamento profondo delle prassi pastorali stimolata dal nuovo contesto sociale, che non è più quello della cristianità. Una constatazione diffusa, ad esempio, è che dalla ripresa delle celebrazioni comunitarie a maggio manchi la metà delle persone rispetto a prima. Eppure, rileva il teologo bresciano, sembra che non si voglia interpretare il sacerdozio rispetto alla nuova condizione ma ci si lasci andare a nostalgie ritualistiche dimenticando il modello missionario oggi indispensabile.

Le domande che corredano ogni capitolo servono a stimolare la riflessione del lettore e la condivisione delle risposte nel contesto di un incontro formativo o di un ritiro meditativo. Il testo può interrogare tutti, dal momento che parlare di governo pastorale implica mettere a fuoco l’azione pastorale della Chiesa intera.


F. Casazza, in La Voce Alessandrina 1 (14 gennaio 2021), 14

I preti, lungo la storia, non hanno sempre avuto il medesimo compito. E anche oggi sono sollecitati a reinventarlo. L’attuale congiuntura, infatti, provoca a ripensare ulteriormente il modo di vivere il ministero. Non è più in discussione – come avveniva alcuni decenni or sono, subito dopo il Vaticano II – la figura dogmatica, bensì il rapporto tra l'esercizio del ministero e il modo di vivere la vita cristiana tipico dei ministri ordinati.

Solo la non conoscenza della storia potrebbe giustificare la convinzione che il compito dei preti sia stato sempre il medesimo. Per rendersi conto di questi cambiamenti basterebbe andare con la mente ai diversi termini che nel corso dei secoli sono stati utilizzati per indicarne una funzione: presbitero, sacerdote, pastore non hanno lo stesso significato e quindi denotano accentuazioni diverse di questo ministero. Si tratta di una variazione terminologica che è andata di pari passo con quella teologica.

Questo percorso, però, ha portato con sé anche una certa fatica, tanto che oggi c'è una certa difficoltà nel precisare quale sia il compito principale del presbitero. A rendere ancora più complicata la determinazione contribuisce anche la condizione in cui i presbiteri sono chiamati a svolgere il proprio ministero.

Sono state queste e altre considerazioni a spingere mons. Giacomo Canobbio, docente di teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale di Milano, a organizzare nel libro edito dalla Queriniana Inviati per servire. Ripensare il ministero, alcune meditazioni che aiutino a trovare i punti fermi da cui prendere le mosse, nell'attuale scenario, per scrivere una nuova storia di fedeltà.

Le pagine del libro, frutto di un corso di esercizi spirituali, vorrebbero aiutare a comprendere come oggi il prete possa vivere la sua vita da cristiano senza farsi fagocitare da attività alienanti e da attese indebite, che propongono un percorso che aiuti a ripensare il ministero del sacerdozio, tenendo conto sia delle acquisizioni dottrinali sia delle congiunture culturali ed ecclesiali nelle quali il prete si trova a svolgere la sua missione.

Inviati per servire è articolato in nove parti, ognuna delle quali, nello stile degli esercizi spirituali, si conclude con la proposta di tre domande attraverso cui aiutare il prete a vivere la sua vita da cristiano senza farsi fagocitare da attività alienati e attese indebite.


M. Garzoni, in La Voce del Popolo 1 ottobre 2020

Consigliati