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Storia del dogma cristologico nella chiesa antica
Franz Dünzl

Storia del dogma cristologico nella chiesa antica

Prezzo di copertina: Euro 28,00 Prezzo scontato: Euro 26,60
Collana: Giornale di teologia 455
ISBN: 978-88-399-3455-0
Formato: 12,3 x 19,3 cm
Pagine: 256
Titolo originale: Geschichte des christologischen Dogmas in der Alten Kirche
© 2023

In breve

A cura di Michael Busser e Johannes Pfeiff

La sfida è quella di riconsiderare la fede nell’incarnazione di Dio nell’orizzonte della visione del mondo odierna. Per fare più luce su questa fede, vale la pena di risalire fino agli inizi delle tradizioni cristiane, anzi fino agli approcci neotestamentari della riflessione cristologica in senso stretto.

Descrizione

Cardine e fulcro dell’interpretazione cristiana della realtà non sono le dottrine, le norme etiche, le istituzioni ecclesiastiche, e nemmeno la Bibbia e i sacramenti, ma una figura storica, un uomo vissuto duemila anni fa: Gesù di Nazaret. In lui – come dice il dogma cristologico – Dio si è fatto uomo. Quest’idea, tuttavia, suscita molti interrogativi, e non solo da oggi. Il presente saggio delinea la lotta della chiesa antica per formulare una più profonda comprensione dell’incarnazione e aiuta a coglierne la rilevanza attuale.
Franz Dünzl si muove con perizia magistrale, mantenendosi nel quadro della storia della chiesa, ma sporgendosi altresì a esplorare questioni esistenziali. Emergono vicende in cui si alternano tesi e antitesi, trionfo ed esilio, slancio e disfatta: ogni compromesso per il quale si è combattuto viene di lì a poco rimesso in discussione, richiedendo ulteriori approfondimenti. E questo rende plasticamente tangibile quale abisso intellettuale e spirituale ci sfidi ad affrontare la convinzione di fede che Dio si è fatto uomo.

Recensioni

Per molti oggi è ritornato difficile poter credere in Gesù Cristo come presentato dalla teologia/cristologia classica. I "cristologi" lo sanno: l'accettazione e la conoscenza di Dio e dell'uomo oggi sono state rivoluzionate rispetto ai secoli passati. E non si tratta più ora di acquisire maggiore comprensione del Cristo attraverso l'analisi e l'approfondimento delle sue parole e del suo operare, ma di "giustificare" quasi la fede in Cristo. Si cerca cioè, nell'affrontare le fonti bibliche e gli sviluppi della tradizione teologica successiva, di far emergere qualche “prerogativa” singolare che generi fiducia in Cristo e nella sua opera che porti alla fede in lui. Con questa preoccupazione spesso nelle riflessioni spirituali e pastorali si sorvola sulle tesi classiche della cristologia uscite dalle controversie della chiesa antica. Si ritiene un grosso ostacolo oggi il linguaggio con cui si giunse alla confessione che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, con anima razionale e corpo; e che le sue due nature non sono né separate tra di loro e nemmeno mescolate; ma unite tra di loro nell'unica persona dell'unigenito Figlio di Dio e Logos. Eppure prima o poi dobbiamo pur rendere comprensibile come il mistero di Dio si manifestava nella persona di Gesù pur nella perfetta sua umanità, per non stare a ripetere, senza troppo comprenderle, formule sempre più lontane dalla nostra cultura. Un impegno che però non deve liquidare troppo sbrigativamente le questioni fondamentali, radicali, inalienabili affrontate a suo tempo, provando a rileggerle in modo efficace nel contesto e nel quadro di riferimento concettuale attuale.

È questa anche la prospettiva ermeneutica che regge questo saggio di Franz Dünzl (1960-2018) dedicato alla Storia del dogma cristologico nella chiesa antica. Un testo elaborato per le lezioni all'università di Würzburg. Un testo breve ma completo. Redatto senza tecnicismi, ma con un linguaggio preciso e puntuale circa i contenuti.

Per apprezzarne e valorizzarne al meglio il contenuto nel suo sviluppo storico nella concatenazione dei capitoli principali suggeriamo di leggere il capitolo conclusivo (pp. 209-223), dove l'autore tenta di tradurre i risultati delle controversie cristologiche nel linguaggio di oggi. Diventa allora veramente chiara la struttura del saggio che, riassunto brevemente la formula confessionale neotestamentaria che descrive Cristo katá sárka e katá pneuma (pp. 11-17), passa negli altri sette capitoli a tematizzare queste due dimensioni come sono state pensate inse stesse e nel loro intreccio nel tentativo "secolare" (si arriva fino all'VIII secolo) di "armonizzarle" in modo coerente (pp. 19-48).

Il pregio del saggio è proprio la capacità dell'autore di calare tutte queste conoscenze storiche nel quadro di una prospettiva attuale senza decostruire o relativizzare le verità della fede cristologica; anzi, sapendo valorizzarle per esplorare al meglio le attuali questioni della vita di fede.

Ben cosciente che diventa essenziale oggi fondare la nostra speranza sulla totale e integrale accettazione del mistero dell'incarnazione nel quale Dio in Cristo assume tutto l'uomo. È quanto anche questo fascicolo di «CredereOggi», nel ricordare i 1700 anni dal concilio di Nicea, tenta di far comprendere. In tempi difficili si cercò allora un modo per confessare insieme la medesima fede in Cristo Gesù Signore. Resta l'impegno a trovare oggi ancora le parole per dirlo.


D. Passarin, in CredereOggi 1/2025, 150-151

Franz Dünzl conclude così il suo saggio Storia del dogma cristologico nella Chiesa antica: «Nell’orizzonte della visione del mondo di oggi, la fede nell’incarnazione di Dio è una garanzia che la nascita dell’intero universo è voluta e sostenuta da Dio, accettata nell’incarnazione della sua Parola eterna, e che neppure una scintilla della nostra piccola vita si perde nelle tenebre dello spazio, ma viene salvata con il cosmo, qualunque sia il nostro destino».

Una lucida esposizione della speranza, espressa in termini assolutamente contemporanei. Il deciso rifiuto di ogni forma di nichilismo o di riduzionismo. Insieme all’accettazione e il riconoscimento dell’annuncio.


S. Valzania, in L’Osservatore Romano 14 settembre 2024

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