Il volume, pubblicato nel 2018 in Germania (dalla ed. Bonifatius), raccoglie la traduzione degli Atti del congresso tenutosi nel 2017 presso la Pontificia Università Gregoriana e organizzato congiuntamente dal Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani e dallo Johann-Adam-Möhler-Institut (Paderborn) in occasione della commemorazione del cinquecentesimo anniversario dell'inizio della Riforma luterana.
Esso contiene, oltre a un breve Editoriale a firma del curatore italiano A. Maffeis, alla Prefazione dei due curatori tedeschi e al saggio introduttivo La Riforma e la Chiesa cattolica del card. K. Koch, Presidente del dicastero vaticano coinvolto, i contributi di quattro teologievangelico-luterani (S. Tobler, Th. Dieter, J. Jolkkonen, F. Nüssel) e sei cattolici (A. Maffeis, M. Fédou, J.A. Scampini, E. Veto, G. Müller, W. Thönissen).
Come suggerisce il sottotitolo, tali contributi si concentrano principalmente sulla teologia dei sacramenti elaborata da Martin Lutero; tuttavia, prendono in considerazione, ove opportuno, anche le interpretazioni di pensatori luterani a lui successivi e, in alcuni punti, rilevanti documenti del dialogo cattolico-luterano dedicati alle questioni sollevate dal riformatore o emerse in seguito agli ulteriori sviluppi della teologia e della prassi sacramentale della Riforma, alcune delle quali continuano a essere oggetto di non poche e non piccole divergenze tra la Chiesa cattolica e la Chiesa luterana, e tra le rispettive teologie.
Quattro sono le "realtà sacramentali" - non tutte in verità identificate come "sacramento" negli scritti di Lutero - trattate dagli autori: il battesimo, la penitenza/confessione, l'eucaristia e il ministero ordinato. Ovviamente, il compito dei teologi è stato quello di evidenziare soprattutto i tratti salienti della comprensione di tali realtà da parte del wittenberghese, mostrando dove individuare e come interpretare il novum della sua teologia sacramentaria anche a livello della rispettiva prassi attuativa. Per il lettore è senz'altro arricchente che ogni singolo argomento sia trattato da due teologi: uno evangelico/luterano, l'altro cattolico, anche se non tutti gli autori cattolici si sono attenuti rigorosamente ai contenuti prefissati da investigare e ai materiali da utilizzare. Alcuni, infatti, hanno basato le loro delucidazioni più sui testi dei dialoghi ecumenici che sulle opere di Lutero e della Riforma, e hanno sostituito al tema di "Lutero e i sacramenti" quello dei "sacramenti nel dialogo cattolico-Iuterano", comunque attinenti e complementari. Completano il mosaico delle otto presentazioni i contributi Chiesa come luogo della giustificazione del card. G. Müller e Tridentino, Vaticano II e Lutero. Recezione implicita ed esplicita del noto ecumenista W. Thönissen, Direttore esecutivo dell'Istituto di Paderborn.
Se il lettore sarà interessato a verificare come la peculiare concezione di Lutero di una data "realtà sacramentale" sia stata presentata da una coppia di autori cattolico-luterana, sarà soddisfatto specialmente dai contributi sul sacramento del battesimo offerti dal luterano S. Tobler (La vita cristiana come battesimo quotidiano. La comprensione del battesimo di Martin Lutero fra promissio e fides) e dal cattolico A. Maffeis (La teologia del battesimo in Lutero). Per la loro attinenza al tema e la solida competenza degli autori, meritano di essere apprezzati anche i contributi dei teologi evangelici/luterani Th. Dieter (Il sacramento della penitenza), J. Jolkkonen (Lutero e l'eucaristia. Un difensore della presenza reale)e F. Nüssel (Ministero e ordinazione in Martin Lutero e nella dogmatica luterana).
Sulla base di una scrupolosa e approfondita conoscenza delle fonti, la coppia Tobler - Maffeis (cf. 49-99) fornisce spiegazioni in palese convergenza.Entrambi i teologi mirano a chiarire quali siano le originarie intuizioni e intenzioni che animano la concezione che Lutero ha del battesimo, ossia in che senso il primo sacramento sia una "realtà quotidiana" e perché sia considerato assolutamente centrale per la vita cristiana; perché vadano battezzati i bambini; che cosa significhi che gli elementi strutturali del battesimo sono promissio (la Parola di Dio che promette) e fides e come questi siano stati interpretati dal riformatore; come vada inteso il concetto del permanere del peccato nel battezzato, ecc. Mentre poi Tobler arricchisce il suo contributo con una breve rassegna, in ordine cronologico, dei principali testi di Lutero dedicati al battesimo, Maffeis inserisce nel suo un sintetico confronto tra Lutero e Tommaso d'Aquino, entrambi al contempo mostrando dove, nella teologia sacramentaria di Lutero, si trovino segni di continuità e di novità rispetto alla teologia/prassi della sua epoca. Ad esempio, risulterà evidente che, come già per la tradizione patristica e la teologia scolastica, anche per Lutero il battesimo è una realtà ecclesiologica, in quanto «è incorporazione nella comunità» (p. 69); mentre, quanto alla comprensione della Parola di Dio quale elemento costitutivo del sacramento del battesimo, si constaterà come Lutero la intenda quale parola attuale che promette salvezza, quindi come «una parola che non è rivolta primariamente all'elemento - come riteneva ad esempio la teologia medioevale dell'eucaristia - ma alla persona che riceve il sacramento e che assume la forma di assertio»(p. 86).
La presentazione del sacramento della penitenza, offerta da Dieter, ha le stesse caratteristiche dei saggi di Tobler e Maffeis: introduce con precisione nel cuore delle intuizioni originarie di Lutero, prestando attenzione al contesto storico-teologico e alle principali tappe di sviluppo della teologia luterana della penitenza. Spiega inoltre con molta chiarezza quali siano le misure originarie dei concetti/termini chiave di quest'ultima, inclusi quelli di peccato, penitenza, confessione, assoluzione, ecc. Ma soprattutto tratta un tema di grande rilievo per una più precisa comprensione della teologia della penitenza di Lutero: quello della ricognizione dei punti di cambiamento di quest'ultima rispetto a quella - condivisa da molti nel tardo Medioevo - esposta nel Collectorium circa quattuor libros Sententiarum di Gabriel Biel, opera che il riformatore conosceva molto bene sin dai tempi degli studi teologici a Erfurt (cf. pp. 103-108); un cambiamento decisamente importante, che modificò la posizione di Biel soprattutto nel modo di intendere l'agire salvifico di Dio.
Il contributo del teologo e vescovo luterano Jolkkonen, esponente della cosiddetta "Scuola luterana finlandese", è molto illuminante soprattutto per il lettore cattolico, abituato a sentire voci critiche - fino a oggi abbondantemente presenti nei testi di dogmatica sacramentaria cattolica - a proposito dei forti deficit, e persino degli errori, della teologia dell'eucaristia di Lutero. Dando perscontato il distacco del protestantesimo romantico e liberale da alcune idee originarie del riformatore, incluse quelle riguardanti i sacramenti, l'autore mette a fuoco e spiega quei punti della sua teologia eucaristica che sono stati e continuano a essere maggiormente discussi e fraintesi: il realismo sacramentale (la presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati), gli atti esteriori di adorazione degli elementi consacrati, il trattamento degli elementi consacrati come la comunione, la dimensione ecclesiale/comunitaria dell'eucaristia, la messa come sacrificio e memoriale, le obiezioni contro la teoria della transustanziazione, la necessità del calice ai laici e della frequente ricezione del sacramento dell'eucaristia. Attraverso uno stile espositivo sintetico e chiaro, Jolkkonen spiega quali siano le misure e i contenuti originari delle intenzioni teologiche del riformatore in riferimento ai punti sopra citati, cercando comunque di salvaguardare la propria libertà di giudizio nei confronti sia di Lutero, ammettendo ad esempio che l'amputazione del canon missae era una soluzione infelice (p. 163), sia dei critici cattolici, incluso J. Ratzinger - da lui, in ogni caso, molto stimato -, per un'interpretazione della teologia eucaristica del wittenberghese a suo parere non del tutto corretta (pp. 153-154).
Il contributo della teologa luterana Nüssel muove dal presupposto che il riformatore abbia «riflettuto sulla questione del ministero nel corso della sua attività riformatrice da vari punti di vista e posto accenti diversi, che poi nel quadro della nuova recezione di Lutero nel contesto delle unioni di chiese nel XIX secolo costruirono la base per interpretazioni divergenti rispetto alla sistematizzazione ampiamente unitaria nella teologia luterana nell' epoca confessionale» (p. 208). Come idee fondamentali di tale riflessione – sistematizzata nella teologia del ministero di Johann Gerhard, autore dell'imponente opera Loci theologici (1610-1622) – la Nüssel rintraccia in particolare il sacerdozio comune dei battezzati, l'istituzione divina del ministero, l'ordinazione dei ministri, la necessità dell'episcopato e la successione apostolica. Allo stesso tempo mostra in che consista – come in seguito descrive anche Gerhard – il novum della loro comprensione da parte del riformatore. Ad esempio, per la sua idea della successione apostolica risulta costitutiva la continuità della pura dottrina del Vangelo (successio doctrinae), oppure per l'idea del ministero vale che l'ordinazione «non conferisce alcun nuovo stato di grazia e alcun character indelebilis»(p. 224). Mettendo in luce le situazioni e le intenzioni che hanno spinto Lutero a sostenere queste idee, la Nüssel offre la chiave per una loro equilibrata interpretazione. Non dimentica, tuttavia, di soffermarsi sulle due sfide essenziali per un'intesa ecumenica: «La prima consiste nel fatto che Lutero e gli altri riformatori non considerano l'ordinazione un sacramento. La seconda si riferisce alla questione delle condizioni per un'ordinazione valida, più precisamente alla questione di chi può ordinare» (p. 222).
La lettura di tutti questi contributi, incluso quello conclusivo a firma di Thönissen, permette di apprendere molto sulla teologia dei sacramenti di Lutero, sui suoi sviluppi, sulle sue principali caratteristiche e sui suoi specifici contenuti. Al contempo induce a riflettere sul modo in cui alcuni teologi cattolici interagiscono con acquisizioni ormai consolidate negli studi offerti dalla Lutherforschung tedesca e internazionale. Ci riferiamo al fatto che, accanto alle documentate argomentazioni esplicative degli studiosi luterani, orientati a mettere in luce il vero volto della teologia dei sacramenti di Lutero, taluni cattolici continuano, ad esempio, a distinguere tra la Weltanschauung cattolica e quella protestante, intravedendo in questa seconda la centralità dell'idea dell'intrinseco individualismo di ogni battezzato (libero nella sua autonomia rispetto a una qualsiasi struttura o comunità), oppure a riproporre acriticamente giudizi sfavorevoli sulla teologia del riformatore e sulla sua "unilaterale ecclesiologia", formulati nella prima metà dell'Ottocento da J.A. Möhler. Rimane il dubbio che per qualche autore - senza che si premuri di vagliare con obiettività e senso critico la presentazione delle cause e degli sviluppi della nascente Riforma, proposta nel documento ecumenico Dal conflitto alla comunione (2013) - quella di Lutero sia stata semplicemente una Riforma fallimentare, in quanto, in fondo, fu la principale causa della rottura della Chiesa.
L. Žak – N. De Mico, in
Lateranum 1/2021, 207-211