Il volume di S. Fenaroli è il primo studio monografico in lingua italiana dedicato alla prospettiva della deep incarnation. Il termine, coniato nel 2001 dal teologo danese Niels Gregersen, richiama una prospettiva dalle radici antichissime, ma riletta alla luce delle sfide contemporanee.
La crescente centralità delle questioni ecologiche nel dibattito pubblico e nel magistero ha riacceso nella teologia l’interesse per il rapporto tra Cristo e la creazione, spingendola a indagare più profondamente le motivazioni che guidano l’agire umano nel mondo. Benché discussa nel panorama internazionale da autori come Elizabeth Johnson, Celia Deane-Drummond, Ilia Delio, Christopher Southgate e lo stesso Gregersen, la deep incarnation non aveva ancora trovato un’esposizione così completa e articolata in lingua italiana.
Questo volume rappresenta dunque un punto di svolta per la riflessione teologica nel nostro Paese, aprendo nuove prospettive di dialogo tra fede cristiana, ecologia e scienze moderne. La pubblicazione si colloca inoltre accanto a due altri titoli di rilievo sul tema, editi sempre per i tipi Queriniana: Il creato e la croce. La misericordia di Dio per un pianeta in pericolo di Elizabeth Johnson (2021) e Incarnazione profonda. Sofferenza di Dio e redenzione delle creature di Denis Edwards (2024), quest’ultimo tradotto in italiano dallo stesso Fenaroli.
Il lavoro si struttura su due parti principali, precedute da un’introduzione che ne inquadra il contesto e le finalità. Nella prima parte, Fenaroli analizza le basi bibliche, storiche e teologiche della deep incarnation, soffermandosi su tre assi portanti: il fondamento scritturistico, il dialogo con la tradizione patristica e il ripensamento del rapporto tra trascendenza e immanenza. La riflessione parte dal Prologo di Giovanni (Gv 1,14), dove il termine sarx (carne) viene approfondito alla luce del suo significato biblico, non limitato alla natura umana ma esteso a tutta la creazione. Questo approccio permette di vedere nell’incarnazione del Verbo non solo la rivelazione definitiva di Dio in Gesù di Nazareth, ma anche l’assunzione della totalità del creato in Dio stesso, con tutte le sue fragilità e ferite.
Il dialogo con la tradizione patristica è un altro punto di forza del volume. Fenaroli recupera il pensiero di autori come Ireneo di Lione, Atanasio di Alessandria, i Cappadoci e Massimo il Confessore, evidenziando come già nei Padri fosse presente una visione unitaria della storia della salvezza, che a partire dalla creazione passa per l’incarnazione e culmina nell’escatologia. Questa prospettiva consente di riscoprire il valore cosmico dell’incarnazione e di superare una visione limitata al solo riscatto dell’umanità.
Un ulteriore approfondimento riguarda il rapporto tra trascendenza e immanenza, un tema che Fenaroli esplora anche riferendosi ad autori che hanno dialogato con le scienze contemporanee, come la fisica quantistica e la biologia evolutiva. I guadagni dal confronto con le teorie scientifiche permettono all’autore di proporre una visione di Dio come amore assoluto e presenza coinvolta nel mondo, capace di trasformare la creazione dall’interno. Questa prospettiva, che si colloca in una cornice panenteistica, arricchisce ulteriormente la comprensione del mistero dell’incarnazione, mostrandone la portata universale.
Nella seconda parte del volume, Fenaroli propone un confronto tra la deep incarnation e il monismo relativo di Paolo Gamberini, teologo gesuita noto per il suo impegno nel dialogo interculturale e interreligioso. Questo dialogo si rivela particolarmente fecondo, poiché consente all’autore di sviluppare una propria rielaborazione del tema, delineando una “teologia del mondo del Figlio incarnato”. In questa visione, il mondo creato viene inteso come parte integrante della storia di Cristo, e ogni creatura trova il suo senso e il suo compimento nel Mistero Pasquale.
Uno degli aspetti più significativi di questa pubblicazione è la sua capacità di rendere accessibili al pubblico italiano temi complessi e innovativi, che finora erano stati sviluppati principalmente in ambito anglosassone. Fenaroli riesce a coniugare un rigoroso approfondimento accademico con uno stile chiaro e coinvolgente, rendendo il libro fruibile sia per gli studiosi sia per un pubblico più ampio. La scelta di intrecciare costantemente il dialogo tra teologia, scienze e la crescente sensibilità ecologica del nostro tempo arricchisce ulteriormente il testo, trasformandolo in una lettura imprescindibile per chiunque desideri comprendere come il cristianesimo possa rispondere alle sfide del nostro tempo.
La deep incarnation, come emerge dal lavoro di Fenaroli, non è solo una nuova corrente teologica, ma una proposta capace di rimettere al centro dell’annuncio cristiano il mistero dell’incarnazione, interpretandolo come evento di redenzione per l’intera creazione. In un’epoca segnata dalla crisi ecologica e da una crescente consapevolezza della connessione tra tutte le forme di vita, questa prospettiva offre strumenti preziosi per pensare in modo nuovo il rapporto tra Dio, il creato e l’essere umano.
Il libro di Fenaroli rappresenta dunque un’opera di riferimento sul tema, sia in Italia che a livello internazionale. La sua pubblicazione testimonia l’impegno dell’Editrice Queriniana nel promuovere riflessioni di alto livello accademico, in grado di dialogare con le domande del presente e di aprire nuove vie per il pensiero teologico.
C. Tagliapietra, in
Rassegna di Teologia 4/2024, 599-601