Il volume che recensiamo, curato dai proff. G. Benzi, G. Cavagnari e X. Matoses, è il frutto di una settimana di studio organizzata dall'Istituto di Teologia pastorale della Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana, strutturata in termini di Visiting Lecturers (22-26 maggio 2017). Tra i relatori, il prof. Dioniso Candido, biblista e responsabile del settore «Apostolato biblico» dell'Ufficio Catechistico della CEI, ed altri docenti del curricolo di Licenza in Teologia pastorale giovanile. Il testo raccoglie la sfida di chiarire il rapporto tra Bibbia e pastorale, sia nella ricerca di un'alleanza feconda tra le scienze teologiche e quelle umane, in particolare tra le scienze bibliche e quelle dell'educazione, sia in prospettiva di una concreta ed efficace proposta di pastorale giovanile.
Il volume si articola in tre parti semplici e lineari e presenta alcune riflessioni interdisciplinari su temi specifici della pastorale biblica. La prima sezione, dedicata ai fondamenti, prende in esame l'epistemologia della pastorale biblica. La seconda parte si occupa, con approccio più specificatamente in terdisciplinare, degli ambiti della pastorale biblica. Nell'ultima parte si prendono in esame alcune esperienze di pastorale giovanile con l'uso della Bibbia, mettendone in evidenza i presupposti teorici e i criteri operativi.
La sezione dei fondamenti si apre con l'articolo del prof. X. Matoses: Bibbia e pastorale. Un'alleanza organica? L’orizzonte epistemologico dell'alleanza accomuna le discipline bibliche e la riflessione sull'attività pastorale. Non si tratta di stabilire un'alleanza estrinseca fra Bibbia e pastorale perché «le alleanze si possono stringere soltanto tra persone» (p. 42). L’alleanza suggella il legame tra Dio e l'umanità attestata dalla Bibbia, sostiene il rapporto tra il lettore ed il testo biblico, costituisce la condizione di possibilità per l'incontro fecondo tra giovani ed evangelizzatori. L’autore propone la lettura orante della Bibbia (lectio divina) come luogo favorevole all'incontro tra la parola di Dio e la vita dell'uomo.
Il prof. G. Benzi, nel contributo I presupposti per una pastorale biblica, delinea lo statuto epistemologico della pastorale biblica in termini di oggetto materiale (la Bibbia come Parola di Dio attestata), di dimensione ermeneutica (la fede e la comunità) e di orizzonte pastorale (la trasformazione della vita). I presupposti che fondano la possibilità di una autentica pastorale biblica sono di tipo antologico (la certezza dell'ispirazione della Scrittura), ermeneutico (tutta la Scrittura trova in Gesù la sua pienezza e il suo compimento), pedagogico (la lettura della Bibbia istituisce un dialogo con i lettori di tutti i tempi) e teologico (il carattere sacramentale della Scrittura che attualizza l'incontro tra Dio, che si rivela in Cristo nello Spirito, e il lettore).
Il testo del prof. D. Candido, La parola di Dio come Sacra Scrittura. Il compito dell'apostolato biblico nella pastorale biblica, approfondisce «alcuni aspetti "carnali" della Scrittura» (p. 73) quali la testualità (la Parola di Dio che si sedimenta nel corpus della Sacra Scrittura), la comunità (che ne attesta l'autorità e la fissa nel canone) e le traduzioni (che ne prolungano l'accessibilità ad ogni uomo di ogni tempo). Per l'animatore biblico si aprono tre sfide: introdurre il lettore in uno spazio dialogico tra la Parola eterna che si fa "carne" nel testo e gli interrogativi della parola umana, favorire un'esperienza spirituale in cui siano gli stessi testi biblici a "ispirare" nuove prospettive ai lettori e mostrare l'indole anti-ideologica della Scrittura che mette in crisi le certezze dei credenti stimolandone una progressiva crescita nella fede.
La seconda sezione del volume rivolge l'attenzione agli ambiti d'azione della pastorale biblica e si apre con il contributo del prof. R. Sala dal titolo Bibbia, pastorale, giovani. «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119,105). L’autore dapprima evidenzia il solido e fecondo rapporto tra la Bibbia, che offre «un accesso originario e certo» (p. 91) agli eventi della salvezza, e la pastorale, il cui compito è di accompagnare ogni credente a modellare la sua esistenza su quella di Crisro. Successivamente, volge l'attenzione verso le giovani generazioni approfondendo i nodi cruciali del legame Bibbia-liturgia e dell'animazione biblica di tutta la pastorale. Infine, verifica gli orientamenti vocazionali presenti nel Documento preparatorio del sinodo sui giovani.
La prof.ssa E. Massimi, nell'articolo Pastorale biblica e pastorale liturgica in dialogo, riflette sul legame inscindibile fra Bibbia e liturgia per mostrare «la necessità di una proficua interazione tra pastorale biblica e liturgica» (p. 118). Se la pastorale biblica deve essere l'anima dell'intera azione pastorale della Chiesa, altrettanto si può affermare per la pastorale liturgica. Infatti, mentre la pastorale biblica offre il punto di accessibilità alla Scrittura, la pastorale liturgica aiuta il fedele a scoprire i mirabilia Dei contenuti nel testo sacro ed attualizzati durante la proclamazione della Parola. Si tracciano poi alcuni elementi fondamentali che la pastorale liturgica deve avere perché i fedeli possano partecipare fruttuosamente all'evento della Parola di Dio che accade nell'azione liturgica.
La seconda parte si chiude con il testo di C. Bissoli sul tema Bibbia e catechesi, due realtà che s'intrecciano mutuamente e che «richiedono un dialogo inesauribile e sempre da ricominciare» (p. 126). La catechesi biblica è un atto comunicativo in cui entrano in gioco quattro componenti: il contenuto della Bibbia (dimensione esegetica), la significatività del messaggio per il soggetto destinatario (dimensione ermeneutica), la visione di fede ecclesiale che fa da contesto (dimensione teologico-ecclesiale) e il catechista che media l'incontro con il testo (dimensione pedagogico-didattica). Vengono proposte alcune indicazioni di carattere metodo logico sull'uso della Bibbia nella catechesi ed alcune competenze del catechista in quanto maestro, educatore, testimone.
La terza sezione delle Esperienze si apre con l'articolo di C. Pastore, "Dare" la Parola di Dio ai giovani. La Scuola della Parola del card. Carlo Maria Martini, che presenta la decennale attività di pastorale biblica attuata dal porporato con i giovani nella diocesi di Milano negli anni 1979-2002. La specificità della Scuola della Parola consiste nell'offrire ai giovani gli strumenti perché possano "porsi direttamente di fronte al testo per esercitarsi nella lectio divina" (p. 143). Si analizzano poi le condizioni che il cardinale riteneva necessarie per l'efficacia dell'esperienza e le motivazioni da suscitare nei giovani perché si sentissero parte attiva nell'incontro con la pagina biblica.
Nel contributo successivo, il prof. M. Wirth analizza il rapporto fra I giovani e la Parola di Dio a Taizé. Sin dagli inizi degli anni '60 del secolo scorso, nella comunità fondata da frère Roger, la Parola di Dio è stata al centro della vita e della preghiera liturgica della comunità. I giovani vi accorrevano a migliaia ricercando una "Parola viva, dinamica, per i viventi» (p. 156). A Taizé la Parola assume delle tonalità particolari: evita espressioni troppo complicate, parla all'intimità dei cuori, si canta con brevi ritornelli salmici, viene meditata nel silenzio, per essere vissuta nella comunione fraterna. Infine, l'autore delinea alcuni tratti della spiritualità biblica di Taizé.
Nel saggio di A. Zavattini, La Bibbia come role play: esperienze in atto, si affronta il tema degli stili comunicativi con cui la Bibbia è proposta ai giovani. Le nuove generazioni «hanno una forte necessità di soggettivare» (p. 169) i messaggi che ascoltano, piuttosto che subirli passivamente. Pertanto, si mostra efficace l'approccio interattivo dei "Laboratori della fede" con la Bibbia che in forma narrativa, immaginativa, ludico-espressiva valorizzano la soggettività dei giovani perché incontrino il kerigma. Fra essi, i role-play biblici che attingono la metodologia "attiva" dalle dinamiche teatrali e le incrociano con i racconti delle parabole evangeliche.
La sezione termina con la breve presentazione del prof. X. Matoses sulle esperienze formative promosse da don Fabio Rosini nella diocesi di Roma: I X comandamenti e i 7 segni del vangelo di Giovanni. Catechesi bibliche per la formazione dei giovani. Di entrambe se ne passano in rassegna l'intuizione originale, lo schema generale, i presupposti teorici, la metodologia, e i contenuti formali. La peculiarità dei due itinerari biblici consiste nel "muoversi ogni settimana per andare in un altro luogo e mettersi a contatto di un gruppo di gente che ricerca» (p. 178).
In conclusione, il volume che abbiamo esaminato offre ai lettori interessanti intuizioni e spunti di riflessione per approfondire fondamenti, presupposti e prospettive pastorali per un proficuo lavoro di animazione biblica.
M. Scarpa, in
Salesianum 4/2019, 779-781