Fin dai primi secoli del cristianesimo la competizione e il contrasto con gli ebrei si sono affiancati all'interesse per le Scritture ebraiche da parte di intellettuali cristiani, basti pensare a due giganti dell'antichità: Origene e Girolamo. Sorprende però che, sebbene i personaggi principali del Nuovo testamento fossero ebrei e siano vissuti in un contesto determinato dalla storia, dalle credenze e dalle pratiche ebraiche, non sia mai stata proposta finora un'edizione del Nuovo Testamento che affrontasse il suo background ebraico. La recente pubblicazione del Nuovo Testamento tradotto nuovamente in italiano e commentato dall'ebreo Marco Cassuto Morselli e dalla cattolica Gabriella Maestri (Castelvecchi 2021) ha offerto una interessante opportunità.
La novità. Costituisce però una vera novità un'opera pubblicata in inglese nel 2011, molto ampliata nel 2017 e recentemente edita in italiano dalla Queriniana con il titolo "Il Nuovo Testamento letto dagli ebrei". Il libro è stato scritto da ottanta specialisti americani, europei, australiani e israeliani, per la prima volta tutti ebrei, coordinati da Amy-Jill Levine e Marc Z. Brettler.
Relazioni millenarie. Inserendo gli scritti neotestamentari nel contesto dei loro autori e destinatari originari, i vari contributi mostrano come questi scritti hanno condizionato le relazioni tra ebrei e cristiani nel corso degli ultimi due millenni. L'opera non è caratterizzata da una nuova traduzione (nell'edizione italiana è quella approvata dalla Conferenza Episcopale, cioè la più diffusa). Innovativi sono però i testi introduttivi ai singoli libri, il commento molto puntuale, decine di riquadri, tavole e indici, e soprattutto – per quasi un terzo del volume – ben cinquantaquattro saggi sul contesto storico, sociale, religioso, letterario del Nuovo Testamento e sulle reazioni ebraiche al cristianesimo.
Le percezioni. I coordinatori e gli autori dell'opera introducono così il volume: «Sono trascorsi quasi due millenni dalla redazione dei primi testi inclusi nel Nuovo Testamento. Perlopiù questi secoli sono stati caratterizzati da un rapporto doloroso fra ebrei e cristiani. Sebbene le percezioni degli ebrei nei confronti dei cristiani e le percezioni dei cristiani riguardo agli ebrei siano migliorate notevolmente negli ultimi decenni, gli ebrei e i cristiani fraintendono ancora vicendevolmente molti dei loro testi e delle loro tradizioni. La pubblicazione di questo importante libro attesta tale miglioramento: idealmente, servirà per aumentare la nostra conoscenza delle nostre storie comuni, nonché delle ragioni che hanno condotto alla nostra separazione».
Fonte importante. I testi del Nuovo Testamento, indipendentemente dalla loro controversa accoglienza da parte degli ebrei, rimangono una delle più importanti fonti sulla vita e la cultura ebraica nel periodo del Secondo Tempio. Come sopra citato, i curatori non hanno però solo lo scopo di offrire un testo storico di riferimento, ma anche finalità didattiche; infatti questo volume non si rivolge soltanto a lettori cristiani, ma è mirato a un pubblico ebraico, affinché gli ebrei possano avere più familiarità con la Bibbia cristiana. Va infine notato che Il Nuovo Testamento letto dagli ebrei potrà contribuire a intensificare il dialogo interreligioso auspicato fortemente dal Concilio Vaticano II.
Il dialogo tra ebrei e cristiani. La possibilità di contestualizzare i passi del Nuovo Testamento nelle tradizioni testuali ebraiche rende più facile affrontare questioni controverse, quindi questo libro intende contribuire a rendere il dialogo tra ebrei e cristiani più fondato intellettualmente, più diretto e critico, come affermano i curatori: «Come noi ebrei desideriamo che i nostri vicini capiscano i nostri testi, le nostre credenze e pratiche, anche noi dovremmo comprendere gli elementi basilari del cristianesimo».<br>F. Dalla Vecchia, in <i>La Voce del Popolo</i> 18 gennaio 2024, 17
<br>Il monumentale volume pubblicato dalla Queriniana mette a disposizione dei lettori italiani un’opera molto importante a vari livelli. Pubblicata in prima edizione nel 2011 e poi ripubblicata ampliata nel 2017, è curata da due docenti emeriti. A.-J. Levine è emerita della Vanderbilt University Divinity School e insegna Nuovo Testamento e studi ebraici presso l’Hartford Seminary, mentre M.Z. Brettler è emerito della Brandesi University e insegna studi ebraici alla Duke University.
Essi hanno chiamato a raccolta un’ottantina di studiosi per leggere con occhi di esperti del mondo esegetico ebraico il testo fondamentale del cristianesimo, il Nuovo Testamento.
Si capisce immediatamente la ricchezza contenuta nel testo, visti i trascorsi non molto ricchi di rapporti positivi tra mondo giudaico e cristiano per quanto riguarda il NT, eccetto la figura di Gesù e di Paolo.
Commenti, box e mappe
Dopo le due Prefazioni e le Abbreviazioni (pp. V-XX), il volume raccoglie, in una prima parte, i commenti a tutti i singoli libri del NT (pp. 1-616). Viene riportata la traduzione CEI 2008 e il commento segue i singoli versetti o brevi pericopi. I termini greci sono traslitterati in modo scientifico. I versetti commentati sono citati in neretto, rendendo facile la consultazione.
Sopra il testo biblico, in cima alla pagina, sono inseriti un centinaio di box dedicati a punti specifici riguardanti temi e personaggi di particolare interesse. Citiamo, ad esempio, la genealogia matteana di Gesù, il grido di sangue, il “grido di abbandono” di Gesù, i farisei in Luca, varie parabole, i figli del diavolo, il Paraclito, gli ebrei e la morte di Gesù, Gamaliele, Paolo e gli ebrei, la Legge, Dio è uno per tutta l’umanità, Cristo come il fine della Torah, Libertà dalla Legge, costumi sessuali, maledire Gesù, visioni ebraiche dell’amore, lettura dell’antica alleanza, la disciplina nelle sinagoghe, I sette cieli – Né giudeo né greco, il codice domestico, espressioni particolari in Colossesi ed Efesini, il “muro di separazione” – «ha abolito la legge» – «un solo uomo nuovo», l’uomo dell’iniquità e colui che trattiene (2Ts 2,3-4), ispirazione, favole giudaiche, la schiavitù nell’Impero romano, la perfezione attraverso la sofferenza, la Parola piantata, Balaam nella tradizione ebraica e cristiana, il servo sofferente di Isaia e la sofferenza sotto la persecuzione, l’anticristo, l’espiazione, la letteratura su Enoch nel giudaismo del Secondo Tempio, Profezia orale e scritta, Cristo come aspetto visibile di Dio, le lettere alle sette Chiese, i cosiddetti giudei e le loro sinagoghe di satana ecc.
Sono presenti anche dodici mappe riguardanti la geografia dei quattro Vangeli, le terre natie dei pellegrini di Pentecoste, i luoghi delle prime attività missionarie cristiane, i tre viaggi missionari di Paolo, il viaggio di Paolo a Roma, i luoghi menzionati in Gal 1–2, le sette chiese dell’Apocalisse.
Cinquanta saggi
La seconda ampia parte dell’opera (pp. 619-881) è dedicata a cinquantaquattro saggi monografici riguardanti diverse aree tematiche attinenti il NT e che trovano un’interfaccia nel mondo giudaico e nella sua letteratura coeva e successiva al NT.
L’interpretazione rabbinica e talmudica di varie tematiche concorre a chiarire l’ambiente in cui operò Gesù e la Chiesa primitiva e permette di cogliere differenze, discontinuità e continuità tra i due mondi culturali e religiosi, oltre alle differenziazioni presenti all’interno del giudaismo stesso.
Tre saggi sono dedicati alla storia (sfondo greco-romano del NT; storia ebraica dal 331 a.e.v. – 135 e-v.; rivolte contro Roma) e sette alla società: giudaismo e identità giudaica; Iudaios; L’archeologia della terra di Israele al tempo di Gesù; la vita della famiglia ebrea nel I secolo e.v.; matrimonio e ripudio; genere.
Vengono quindi illustrati i movimenti ebraici del periodo del NT: farisei, movimenti messianici, il Gesù storico; Paolo e l’ebraismo; giudaizzanti, giudeo-cristiani e altri.
Quattro saggi analizzano i rapporti tra ebrei e gentili: opinioni ebraiche sui gentili; il concetto di prossimo nell’etica ebraica e in quella cristiana; cibo e comunione di mensa; Birkat Ha-Minim: una maledizione ebraica contro i cristiani?
Vengono quindi esaminate le pratiche religiose. Si passano in rassegna la legge, il sacrificio e il tempio, la sinagoga, la preghiera, il tempo con i calendari e le festività, la circoncisione, il battesimo e l’eucaristia, la sepoltura di Gesù fra testi e archeologia.
Al credo religioso sono dedicati quattro saggi: taumaturghi ebrei e magia nel tardo periodo del Secondo tempio; Esseri soprannaturali; Logos: una parola ebraica: Il prologo di Giovanni come midrash.
Per quanto riguarda la letteratura, i dieci saggi prendono in esame il canone del NT, la lingua del NT e la traduzione della Bibbia, La Settanta, Midrash e parabole, I Rotoli del Mar Morto, Filone di Alessandria, Flavio Giuseppe, Il NT tra Tanakh (Bibbia Ebraica) e letteratura rabbinica, una riflessione sulle rivendicazioni cristiane, Il compimento della Scrittura.
L’ultimo blocco di dodici saggi verte sulle risposte al Nuovo Testamento. Essi abbracciano le risposte ebraiche a chi crede in Gesù, Gesù nella tradizione rabbinica, Gesù nella tradizione ebraica medievale, Gesù nel pensiero ebraico moderno, Paolo nel pensiero ebraico, Maria nella tradizione ebraica, Gesù e il Nuovo Testamento nella moderna cultura yiddish ed ebraica, Il Nuovo Testamento nelle arti ebraiche, Cristologia, Ebraismo messianico, Pronunciare falsa testimonianza: errori comuni sull’ebraismo delle origini, Il Nuovo Testamento e le relazioni ebraico-cristiane.
Tavole, glossario, indice tematico
Chiudono il volume (pp. 882-935) varie tavole (cronologia, tavola cronologica dei governatori, alcuni rabbini tannaitici, alcuni rabbini amoraici, calendario, pesi e misure, testi paralleli, canoni della Bibbia Ebraica/Antico Testamento con aggiunte, bibliografia, divisioni e trattati della Mishnah, del Talmud e della Tosefta), il glossario, l’indice tematico (pp. 915-935), redattori e collaboratori.
Ricchezza interpretativa
Il volume rappresenta l’esempio di come gli studiosi ebrei conoscano e applichino anche il metodo storico-critico nell’approccio ai testi biblici, mentre, nell’interpretazione tradizionale, gli ebrei si servono delle catene di commenti tradizionali per la loro esposizione nelle omelie (derashot), fondate sulle riflessioni dei rabbini e dei mistici delle generazioni precedenti.
Gli studiosi responsabili dei commenti sono convinti che i testi del NT siano stati originariamente pensati e trasmessi in ebraico o in aramaico, prima di essere composti in greco. Molti generi letterari in cui si esprimono appartengono al mondo giudaico del Secondo Tempio. Varie tematiche e discussioni religiose sono tasselli che appartengono al variegato mondo del mondo giudaico del tempo. Giovanni Battista, Gesù, i loro movimenti (che possono essere visti come conservatori o innovatori) non possono essere compresi a fondo senza aver presente questo mondo religioso coevo.
Si discute quanto il pensiero instaurato con Gesù sia nuovo rispetto al mondo di idee del tempo e ci si interroga se era necessario che la “separazione delle vie” diventasse un aperto conflitto. Quali furono le spinte che diedero il via a un cambiamento di prassi giudaica divenuta secolare?
La conoscenza dei targumim, dei midrashim e delle tradizioni rabbiniche è di grande aiuto per illuminare e rendere ancora più credibili per i cristiani le tradizioni presenti nel NT.
I numerosi saggi presenti nel testo concorrono a illustrare tematiche decisive sulle quali possono essersi depositate interpretazioni non più sostenibili. Lo studio sul sinedrio, sui sacrifici, sul matrimonio e sul divorzio ecc. danno informazioni preziose per una comprensione più equilibrata del NT. Anche la questione del rapporto con i pagani (in cui Gesù oscilla fra apertura e chiusura) riceve ulteriore luce. La conoscenza dell’ambiente giudaico dell’azione e della predicazione di Gesù induce i cristiani a cautela e prudenza nella loro azione interpretativa.
Massimo Giuliani, in una sua recente presentazione dell’opera, conclude la sua esposizione con le espressioni che citiamo al termine delle nostre note. «Anche in Italia uno strumento come questo Nuovo Testamento letto dagli ebrei, al di là della curiosità, non può che contribuire a far superare insegnamenti obsoleti e omelie anti-ebraiche, anzi a far crescere la consapevolezza che l’identità ebraica di Gesù non è un ostacolo alla sua comprensione da parte cristiana, e che persino la predicazione paolina si capisce meglio alla luce del contesto religioso e politico della società ebraica di quel drammatico primo secolo».
Il volume si presenta quindi come uno strumento di grande valore per la consultazione circa l’interpretazione di singoli passi del NT, così come per una più generale migliore conoscenza del mondo in cui Gesù e i primi discepoli si mossero, che concorre a esplicitare meglio il loro pensiero e la loro azione.
I curatori dell’opera esprimono la certezza della profonda ebraicità di Gesù e di molti dei suoi discepoli e mirano a far conoscere agli ebrei la ricchezza della letteratura neotestamentaria – Scrittura per i cristiani e per lo più sconosciuta al mondo ebraico –, favorendo una maggior conoscenza reciproca fra ebrei e cristiani.
R. Mela, in
SettimanaNews 6 febbraio 2024