Ancora oggi in genere sono chierici, religiosi o monaci, più o meno teologi, che eventualmente commentano documenti del magistero; da qualche decennio c'è spazio anche per le religiose, magari titolate o maggiorenti di qualche monastero o ente in vista. Rari i laici o le laiche. A contarli si farebbe anche presto. Qui abbiamo uno di questi esempi. L’autrice, ben nota peraltro e da sempre impegnata nella chiesa, intende sottolineare e valorizzare – come ben dichiara nell'Introduzione (pp. 5-6) – l'esortazione apostolica del 19 marzo 2018 Gaudete et exsulate (GE) di papa Francesco, convinta che la «chiamata alla santità nel mondo contemporaneo» sia un focus del suo magistero. Di più: una mozione e un progetto strategico per i nostri tempi.
Si parla di santità, ma non di quella a cui ci hanno abituati tanta predicazione, tante spiritualità specialistiche, tante «leggende»; qui la santità è la riproposta del valore della vita cristiana autentica, l'indicazione precisa per una pratica di vita cristiana attenta alla normalità dei gesti quotidiani di tutti i battezzati. Infatti, nessuno ha il copyright della santità, nemmeno la Congregazione romana delle cause dei santi, che è lì per riconoscere e sancire quanto lo Spirito crea nella vita del cristiano «marianamente» ben disposto.
Sapevamo che la via e la vita delle «beatitudini» non è certo una passeggiata, e fino ad oggi sembrava possibile solo per chi l'abbracciava a tempo pieno e in esclusiva. E se qualche benevolo predicatore si spingeva ad annunciarla come buona e vivibile per tutti era pur sempre, comunque, come un riverbero che filtrava dalle vetrate dei chiostri e delle cattedrali. E si preferiva illustrare «le vite dei santi» più che il vangelo stesso, che sembrava troppo per quanti, la maggioranza!, vivevano «nel mondo», si diceva, come se qualche altro ne fosse fuori. Niente da dire. Ma c'era qualcosa di stonato.
Ma ecco che la santità, la via e la vita delle beatitudini evangeliche, ci dice papa Francesco, è per tutti, accessibile a tutti in una maniera che ognuno qualsiasi vita decida di vivere può realizzare: con la propria "strumentazione", orchestrata nel ritmo del proprio tempo, negli spazi quotidiani della propria esistenza, purché il «pannello di controllo» visualizzi (celebri) la fede e il vangelo e implementi (pratichi) i gesti e le azioni di conseguenza. Resta sempre impegnativo e a volte complicato e difficile, ma né più e né meno che per gli altri «stati di vita» ecclesiali.
Niente di nuovo, qualcuno penserà, ma stavolta è il magistero che ne parla, e non la benevolenza di qualche ministro. E nel mezzo dei fortunali che continuamente scuotono la chiesa, il papa oggi si rivolge a tutti i cristiani non con un messaggino o una letterina, ma proprio con un'«esortazione», che dice quanto il papa la ritenga una questione importante e cruciale anche sul versante del magistero.
Con questo libro l'autrice esprime lo stesso convincimento e la stessa direzione. L’esortazione in sé non ha bisogno di commenti: si giustifica da sé, è chiara e comprensibile. Bisogna solo incoraggiare, spronare, sostenere, confortare quanti intendono attuarne il messaggio. È quanto propone l'autrice, che struttura quindici vere e proprie schede organizzandole ciascuna con una «introduzione», a cui segue un brano tratto dall'esortazione e un altro dalla Scrittura sacra; quindi la proposta di «spunti di meditazione» conclusi da una serie di interrogativi che aiutano a personalizzare i benefici.
È un testo per tutti; per la lettura personale ma utilizzabile anche nei lavori dei gruppi perché scandisce un itinerario formativo che aiuta a percepire al meglio le sfide della fede oggi e il fine stesso di tutta l'avventura cristiana.
D. Passarin, in
CredereOggi 238 (4/2020) 157-158