«Noi non abbiamo mai visto il suo volto, non abbiamo mai sentito la sua voce». Si apre con un'ammissione socratica la Vita di Gesù che il romanziere giapponese Shusako Endo firmava nel 1973 e che torna oggi in libreria grazie a Querianiana (pp. 243, prefazione di Tiziano Tosolini - postfazione di Antonio Spadaro). Non una riscrittura soggettiva, ma un testo rigoroso e nutrito di studi biblici. Esemplare è l'approccio agli anni dell'infanzia - laddove, dagli apocrifi a noi, gli scrittori hanno sempre dato più libero sfogo alla fantasia - e che invece Endo salta a piè pari. I pochi inserti narrativi sono declinati al tempo presente, perché quella di Gesù non è una biografia chiusa e sepolta in uno scaffale. Occorre andare oltre il «Gesù dei fatti» per trovare il «Gesù della verità».
Le pagine si trapuntano d'interrogativi e tentativi di risposta, ma l'enigma della fede persiste: dove, i discepoli di Gesù, trovarono la forza per risollevarsi? Cosa, nella loro mente, tramutò la debolezza in forza? Rivelazione: «Poiché Gesù viveva di solo amore appariva un uomo debole ai suoi discepoli. Ma era necessaria la sua morte per sollevare il velo e far loro vedere che cosa si nascondeva dietro la sua debolezza».
Endo giunge a risposte convincenti perché aperte e dinamiche. Cosicché l'ultimo auspicio è di poter scrivere un domani, con l'esperienza accumulata nel frattempo, un nuovo libro sulla vita di Gesù. «E quando avessi finito di scriverlo, non perderei il desiderio di riscrivere di nuovo la vita di Gesù».
In
Jesus 10/2025, 91