«Il criterio del mio pensiero è la rivelazione biblica; il contenuto del mio pensiero è la rivelazione biblica; il punto di partenza del mio pensiero è la rivelazione biblica; il metodo è la dialettica secondo cui ci è fatta la rivelazione biblica; e l’oggetto è la ricerca del significato della rivelazione biblica sull’Etica»: questa ripetuta affermazione di Jacques Ellul non lascia dubbi. Lo scopo dell’intera sua opera, così saldamente critica verso il mondo della tecnoscienza e l’impero globale, con un uso anarchico e in un certo senso antireligioso della Parola, non può prescindere dal suo radicamento nella Sacra Scrittura e non tener conto che per lui la Verità con la V maiuscola non è una teoria filosofica né un’ideologia né un’utopia, ma una persona. Se Dio non si fosse incarnato assumendo la sembianza di uomo fino in fondo, indicando la strada da percorrere e lasciando l’uomo stesso completamente libero, non avrebbe senso parlare di alcun progetto di umanizzazione. Né nel passato, né nel presente e nemmeno nel futuro.
La frase di Ellul (1912-1994), sociologo e filosofo francese, di confessione protestante, autore di oltre 60 libri, è richiamata nella postfazione di Bernard Bouyssou al volume Una legge di libertà che raccoglie le lezioni tenute da Ellul nel 1978 nella sua casa di Pessac, dedicate alla Lettera di Giacomo. Ora le dodici ore di registrazione sono state trascritte e ne è venuto fuori questo saggio inedito, pubblicato in Francia nel 2020. Ed è curioso come il testo di colui che sarebbe stato il capo della Chiesa di Gerusalemme dopo la morte di Gesù sia lo spunto per riflessioni sulla società contemporanea, esattamente come ha fatto il teologo domenicano Dominique Collin di cui si è parlato di recente in queste pagine.
Il cristianesimo per Ellul è la “religione della libertà”. In un suo libro anch’esso tradotto da poco in italiano, Anarchia e cristianesimo (Eleuthera), l’autore scrive al riguardo: «La fede cristiana non immette in un universo di doveri e di obblighi, ma piuttosto in una vita libera» e cita più volte le epistole di Paolo a sostegno delle sue tesi. «Non cerco affatto – precisa – di dire ai cristiani che devono diventare anarchici»: si tratta piuttosto di essere anticonformisti, uomini e donne «senza potere». Poi si richiama a Francesco d’Assisi e a Charles de Foucauld per stigmatizzare la riduzione della fede «da messaggio libero e liberatorio a una morale» e per prendere le distanze da quella commistione col mondo del potere che ha reso spesso i cristiani, a partire dai vertici, insensibili alle ingiustizie sociali e allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Al contrario di Gesù, che rifiuta di sottomettersi all’autorità, di qualsiasi tipo sia, politico o religioso, e che non baratta la sua missione con «i regni di questo mondo» come gli propone il Tentatore.
In questo libro postumo Ellul, sulla scia del Vangelo e della Lettera di Giacomo, se la prende con i ricchi e con la ricchezza. Quest’ultima secondo lui è un elemento simbolico: «Rappresenta tutte le forme di potere, di dominio, di superiorità. Quello che si dice del denaro, dei ricchi, riguarda anche il ricco di intelligenza, di potere politico, di bellezza, di forza fisica. Tutte le forme di dominio e di superiorità, anche all’interno della Chiesa, sono prese di mira quando si parla del denaro. Tutti gli uomini sono presi di mira, anche quelli al servizio di Dio. Per esempio, affermare di poter mettere la propria ricchezza al servizio della Chiesa, rischia di essere un’eccellente giustificazione della propria ricchezza». Parole che ci possono sconcertare, così come lasciarono l’amaro in bocca al giovane ricco che incontrò Gesù, ma con le quali dobbiamo severamente fare i conti. Perché, ci dice ancora Ellul, «nel suo cammino con gli uomini Dio ci mostra una legge di non-potere. Il non-potere di Dio è ciò che è distruttivo del potere degli uomini. Dio è un meno potere che distrugge il potere dell’uomo».
Di fronte a tutto questo sta la legge della libertà. Libertà di Dio e libertà dell’uomo. È Cristo che ci libera dal male, dal peccato e dalla morte grazie alla relazione nuova che ha instaurato con noi, non più basata sulla paura e sull’obbedienza cieca e servile. «Non c’è altra legge – ci dice Ellul –, altra morale, che una legge e una morale di libertà. Non è la libertà di Sartre o della Rivoluzione del 1789, ma un’opera che Dio crea in noi. L’effetto della Parola di Dio è di renderci liberi».
R. Righetto, in
Avvenire 17 marzo 2023