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Una giornata della vita di Gesù
Régis Burnet

Una giornata della vita di Gesù

Prezzo di copertina: Euro 16,00 Prezzo scontato: Euro 15,20
Collana: Itinerari biblici
ISBN: 978-88-399-2926-6
Formato: 13 x 21 cm
Pagine: 144
Titolo originale: 24 heures de la vie de Jésus
© 2023

In breve

«Nulla è più contingente di una giornata qualsiasi. Il caso la fa da padrone: in agenda c’era una cosa e ne è successa un’altra. Incontri, conversazioni, il flusso irresistibile di emozioni e sollecitazioni esterne ci hanno fatalmente allontanati da ciò che avevamo messo in programma. Solo a lungo termine il senso e la coerenza di una vita diventeranno del tutto manifesti» (Régis Burnet).

Descrizione

Di Gesù crediamo di conoscere tutta la storia, dalla nascita alla morte e… oltre. Niente di più sbagliato: come viveva davvero Gesù di Nazaret? A cosa potrebbe assomigliare la giornata tipo di quell’uomo che sfugge a ogni classificazione, attivo ai confini dell’Impero romano, agli albori della nostra epoca?
Régis Burnet, noto specialista del Nuovo Testamento, anziché proporre una nuova biografia di Gesù, cerca di ridare vita al mondo che lo attorniava. Rimescolando le conoscenze in nostro possesso, propone una maniera del tutto inedita di accostarsi a uno dei personaggi più misteriosi della storia universale: Gesù, figlio di un falegname, figlio di Dio.
L’intento è quello di presentare, ispirandosi direttamente ai testi evangelici, una “giornata tipo” della vita di quel personaggio illustre, combinando elementi rappresentativi – parole e gesti – della sua vita pubblica a noi familiare.
Una lettura facile (e preziosa) su un lato nascosto di Gesù.

Recensioni

Negli ultimi vent'anni in Italia il numero dei "praticanti regolari" si è quasi dimezzato, mentre i "mai praticanti" sono di fatto raddoppiati. Eppure, l'interesse, o almeno la curiosità, per Gesù, «l'oscuro falegname ebreo che ha spezzato la storia in due» (copyright Vittorio Messori) non conosce declino. Lo provano alcuni titoli recenti. […]

L'ultimo libro meritevole di segnalazione è pubblicato da un'editrice specializzata come Queriniana ed è a firma di un autorevole biblista, il francese Régis Burnet, docente di Esegesi neotestamentaria all'Università cattolica di Lovanio. Il suo Una giornata della vita di Gesù è un autentico gioiellino.

Lungi dal voler proporre l'ennesima "vita di Gesù", lo scopo dell'autore è quello di presentare una giornata-tipo dell'esistenza terrena di Cristo: per questo motivo il testo di Burnet non contempla i racconti della Passione e della Risurrezione. Lungo il cammino, l'autore presenta una serie di curiosità, ad esempio sull'aspetto fisico di Gesù, il quale, al contrario di una consolidata iconografia che l'ha presentato biondo con gli occhi chiari, aveva fattezze mediterranee, pelle scura e capelli folti ma non lunghi e una barba cortissima.


G. Fazzini, in Jesus 10/2023, 90-91

Scrivere la vita di Gesù è un’impresa ardua nella quale molti, a partire dagli evangelisti, si sono cimentati. Non è questo lo scopo di Régis Burnet, storico e filosofo francese, esperto del giudaismo e del cristianesimo delle origini, che insegna esegesi neotestamentaria all’Università cattolica di Lovanio.

Il suo libro – nella traduzione di Marisa Patarino – ci propone una giornata della vita di Gesù, percorsa secondo la suddivisione temporale dell’antichità: quattro veglie e dodici ore, a partire dalla prima veglia, al tramonto del sole. Sono nove le scene che vengono riprese, le quali si rifanno ad altrettanti episodi o aspetti della vita di Gesù: troviamo, ad esempio, la cena da Simone il fariseo, la tempesta sedata, alcune guarigioni e liberazioni.

Questa composizione di brani potrebbe sembrare un’operazione artificiosa, invece consente di entrare maggiormente nella pagina evangelica, soprattutto grazie alla contestualizzazione nel mondo di quel tempo. Rifacendosi agli studi archeologici e ad altre testimonianze, l’autore integra la narrazione con osservazioni sugli usi e costumi del tempo, riguardanti le consuetudini legate alla purificazione, il tipo di cibi, le imbarcazioni, i profumi e molto altro, con un’attenzione esegetica ai vangeli che però non ostacola la lettura, rendendo il testo accessibile anche ai non esperti.

Sono sviluppati alcuni temi centrali come il regno di Dio, il segreto messianico, le parabole e l’insegnamento del Maestro, la questione dei miracoli, perfino l’indagine su alcuni aspetti del profilo fisico di Gesù. Chi fosse interessato ad approfondire gli argomenti trattati, alla fine del libro può trovare un’interessante bibliografia che raccoglie gli studi principali sui quali si basa la ricostruzione offerta dal testo.


M. Patassini, in Messaggero di Sant’Antonio settembre 2023, 69

Una bella idea sostiene illibro dell’esegeta francese Regis Burnet, cioè quella di collocare gli eventi, le parole e il vissuto di Gesù di Nazareth nell'arco delle 12 ore che segnavano la giornata solare ebraica. Naturalmente il taglio è narrativo e l'approccio semplice, ma i contenuti sono altamente qualificati e aprono, su ogni aspetto trattato, riferimenti molto aggiornati e raffinati.

Burnet mette in movimento Gesù e così lo vediamo sedersi in casa di Simone alla prima veglia della notte, attraversare il lago e sedare la tempesta alla terza veglia, insegnare il Padre nostro all’ora terza, compiere miracoli a sesta e raccontare parabole a nona; infine proclamare le Beatitudini alla decima ora e incontrare qualcuno alla dodicesima ora, dopo il tramonto.

Ogni passo del vangelo è occasione per parlare anche del cibo che Gesù consumava, degli abiti che indossava, della cura del corpo che aveva, delle relazioni amicali e parentali. Simpatica considerazione: dal ritrovamento di teschi in aree sepolcrali del I sec, in Egitto, l’autore ci fa intuire che forse Gesù avesse pelle scura, capelli corti o un po’ folti, se ricci, e barba cortissima. Ma io mi domando: come faremo a liberarci dall’immagine secolare di Gesù biondo, occhi azzurri e barba ramata e fluente?


R. Lupoli, in L’Osservatore Romano. Donne Chiesa Mondo 1 luglio 2023

Sono tanti gli scrittori che si sono cimentati con la vita di Cristo: da quelle più famose dell’abate Giuseppe Ricciotti a quelle di Mauriac e Daniel-Rops, sino agli italiani Pomilio, Ulivi, Jacomuzzi e Parazzoli, e soprattutto Santucci, autore di Volete andarvene anche voi?, che a mio parere rappresenta il tentativo più riuscito nel nostro Paese. Poi, certo non vanno dimenticate le opere di teologi, biblisti e saggisti, a partire dal best seller Ipotesi su Gesù di Messori sino ai libri più recenti di Ravasi e Tornielli. A proposito della narrativa contemporanea, va detto che più che riscrivere i Vangeli, oggi gli scrittori ne prendono spunto, come nel caso di Sandro Veronesi con Non dirlo sul Vangelo di Marco e di Emmanuel Carrère col suo Il regno sul Vangelo di Luca.

Ora è uno storico e filosofo francese, Régis Burnet, docente di Esegesi neotestamentaria all’Università Cattolica di Lovanio, a cimentarsi sul tema con un’angolatura molto particolare nel libro Una giornata della vita di Gesù. Si tratta di un racconto ispirato ai testi evangelici e realizzato in base a una sequenza comune ai sinottici, con un collegamento fra l’episodio della cena a casa del fariseo Simone narrato da Luca e la tempesta sedata, le guarigioni dell’indemoniato di Gerasa, dell’emorroissa e della figlia di Giairo e infine l’incontro con Nicodemo. Sono poi stati inseriti i brani del Padre nostro, della parabola dei talenti, del racconto del giudizio finale di Matteo e delle Beatitudini.

L’autore precisa dalle prime pagine che egli ipotizza che tutte le scene si siano svolte a Cafarnao, «la base di supporto di Gesù in Galilea», tranne quella di Gerasa e il colloquio con Nicodemo, collocato esplicitamente a Gerusalemme, e invita il lettore a non spaventarsi per la disinvoltura con cui ha costruito il volume, perché «in linea con la prassi degli evangelisti stessi». Il suo intento insomma è quello di presentare una giornata-tipo dell’esistenza terrena di Cristo e non di scrivere una nuova vita di Gesù: per questo sono escluse pagine più famose come quelle sulla Passione e Risurrezione.

Oltre che descrivere e commentare gli eventi descritti nei Vangeli, Burnet costella la sua narrazione di divagazioni curiose, come quando ribadisce che duemila anni fa si consumava tranquillamente carne e smentisce il cliché di un mondo sporco e maleodorante. Nessuna “catastrofe sanitaria” come siamo soliti immaginare: nel bacino del Mediterraneo erano diffusi i bagni e le latrine romane, ambienti aerati e tenuti puliti; inoltre, anche nelle abitazioni private si è rinvenuto, attraverso le scoperte archeologiche, un gran numero di servizi igienici. Poi era consuetudine l’uso dell’olio profumato: «È quindi molto probabile che Gesù avesse un buon odore».

Rispetto all’antico dilemma sull’aspetto fisico di Gesù, il volume ricorda le due interpretazioni che a livello artistico si sono imposte. Nei primi secoli è prevalso il modello di un Cristo giovane e bello, con i capelli ricci e senza barba, con indosso una tunica corta o una toga. Poi, a partire dal V secolo, ereditata dai mosaici bizantini, si è imposta ed è giunta sino a noi l’immagine di un uomo alto, dalla pelle chiara, capelli lunghi e barba folta e un lungo mantello. «Il tipo adolescente – rileva Burnet – lo avvicina chiaramente ai giovani dèi ed eroi del paganesimo (Ercole, Marte, eccetera)». Nel secondo caso emerge la rappresentazione del grande maestro e qui il richiamo va ai filosofi greci. Ma secondo l’autore è piuttosto ai ritratti funerari del Fayyum in Egitto che bisogna guardare per avvicinarsi maggiormente all’aspetto che poteva avere Gesù. Quei volti hanno fattezze mediterranee, pelle scura, capelli folti ma non lunghi fin oltre le spalle e al massimo una barba cortissima.

Fra i vari episodi ricostruiti, quello dell’indemoniato di Gerasa colpisce in particolare. Innanzitutto, si precisa che ci sono varie ipotesi sul luogo dove avvenne il miracolo: la moderna Jerash, in Giordania, una cinquantina di chilometri a sud-est del lago di Tiberiade; oppure Gadara, città della Decapoli, sempre in Giordania e più vicina al lago; infine Gergesa, collocabile a Kursi in territorio israeliano e posta sul lago. Riguardo al male che colpisce la persona che scongiura Gesù di non tormentarlo – e che gli risponde: “Il mio nome è Legione, perché siamo in molti” – Burnet sostiene che «l’entità o le entità che hanno preso il controllo della sua mente rimandano all’esercito romano». Le sue condizioni insomma sarebbero state legate a un trauma dovuto all’occupazione straniera. Di qui anche la spiegazione del seguito del testo, con “gli spiriti impuri” che entrano nella mandria di porci e si gettano in mare, «distruggendo se stessi a causa della loro violenza». Un’interpretazione psicopolitica più che teologica o addirittura demonologica dunque.

Rimane il fatto che nei quattro Vangeli la presenza del diavolo è una costante, a partire dall’episodio delle tre tentazioni nel deserto fino appunto alla categoria degli indemoniati, di gran lunga la più rappresentata nella schiera dei miracolati da Gesù. L’Avversario è nominato in ben cinquantotto occasioni e molti hanno letto quanto accaduto a Gerasa come una lettura del male come pluralità, da Dostoevskij a Starobinski. Fino a Bernanos, che nel romanzo Monsieur Ouine vede il diavolo non incarnato in una persona sola, ma presente in tutti i protagonisti. E ancor più negli abissi che li separano, nell’assenza di comunione che c’è fra di loro. Quel Bernanos che nell’opera sua più celebre farà dire al curato di campagna: “L’inferno è non amare più”.


R. Righetto, in Avvenire 30 giugno 2023

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