In breve
Prendere la parola nell’assemblea per comunicare la Parola, ma anche per illuminare, per confortare, per accompagnare la vita di fede: una sfida per i presbiteri, certo, ma anche per religiosi e laici, uomini e donne.
Descrizione
Cosa significa “prendere la parola”? Non solo nell’omelia, durante la messa, ma anche nelle celebrazioni “in attesa di un prete” (ADAP), animate da diaconi, religiosi e religiose, da laici e laiche. E poi nelle altre azioni liturgiche, nella catechesi, nei gruppi di ascolto della Parola, nei diversi frangenti della vita di una comunità parrocchiale…
In modo chiaro ed estremamente concreto, i due autori, grazie alla loro competenza e alla loro esperienza, offrono una risposta. Perché prendere la parola in ambito ecclesiale non è solo esporre una teologia o saper applicare una tecnica oratoria. È tentare di raggiungere il cuore di un’esperienza e di un servizio preziosi: è comunicare la fede, destarla, accompagnarla, intenderne gli interrogativi profondi, sanare l’astrattezza o le debolezze, all’insegna di una spiritualità nutrita di sapienza e di audacia.
Uno strumento che aiuta anche laici e laiche a gestire un intervento omiletico, durante una liturgia della Parola: per comunicare il vangelo, ma anche per illuminare, per confortare, per accompagnare la vita di fede.