Tutti possiamo entrare nella terra del silenzio, quello spazio vasto e profondo che è nostro da sempre anche se non ne siamo coscienti. Qui parlo di una guida per me imprescindibile, un volume di Martin Laird che finalmente parla del silenzio come nessuno vi è mai riuscito prima.
Se cerchi il silenzio esiste una guida che per me è divenuta imprescindibile. È un libro edito da Queriniana di Martin Laird. S’intitola Nella terra del silenzio. Una guida alla pratica cristiana della contemplazione. È vero, la guida è per chi segue la fede cristiana. Eppure, secondo me, ben si adatta anche a chi non ha fede o a chi segue altre fedi. E vi dico subito il motivo: alla base di questa guida c’è un dato che secondo me deve sempre essere tenuto presente da chiunque si avventuri nella terra del silenzio. E cioè il fatto che non occorre una predisposizione particolare per entrarvi. Nessuno, dice Laird e io condivido in pieno, nasce mistico.
Nel silenzio si scopre un fondamento che esiste e a cui è possibile arrivare in qualsiasi situazione ci si trovi, chiunque si sia. Quel fondamento è dato a prescindere da qualsiasi nostra predisposizione al silenzio, alla mistica, alla contemplazione. Non serve alcuna ascesi, alcuna rinuncia. Quel fondamento c’è e c’è per tutti.
Cosa fare allora? Laird lo dice subito citando il poeta Ronald Stuart Thomas: «Che fare, se non avvicinarci ancora un poco a questa ubiquità, rimanendo fermi?». In altre parole: che fare se non incamminarsi verso casa, verso il silenzio della nostra profondità, rimanendo fermi?
Il silenzio è una chiamata verso casa il cui primo passo lo si compie fermandosi. Restando fermi il silenzio si avvicina a noi, ci avvolge, e ci fa scoprire gli infiniti tesori esistenti nel suo mondo. Il silenzio, infatti, è l’esperienza di un grande abisso, di una profondità senza fondo, dove scopriamo che non vi è separazione fra noi e il fondamento di noi, potremmo dire fra noi e colui che in tanti chiamano Dio. Dice Laird che la separazione da Dio in fatti è un’illusione. Siamo sempre uniti con lui anche se non lo sappiamo.
Tuttavia colui che in molti chiamano Dio non è fuori di noi, bensì dentro di noi. Lui è noi e noi siamo lui. I tralci sono forse separati dalla vite? L’acqua è forse separata dall’oceano? Non c’è separazione.
Non voglio svelare tutti i segreti di questo volume. Voglio solo invitarvi a leggerlo per scoprire, insieme a Laird, quel nucleo profondo e completamente libero, vasto e silenzioso, che non può essere intaccato da pensieri e sentimenti, quel nucleo che fondamento e che da sempre chi chiede un nostro riconoscimento. Buona lettura.
P. Rodari, in
Paolorodari.it 6 maggio 2024