L’autore, Giuseppe De Virgilio, è presbitero della diocesi di Termoli-Larino e professore straordinario di Esegesi del NT e di Teologia Biblica nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università della S. Croce a Roma.
Nel primo capitolo del suo lavoro (pp. 9-56), egli analizza il tema della vocazione e i racconti di chiamata. Il termine “vocazione “e l’atto del “chiamare” da parte di Dio «fanno riferimento a un processo che descrive la condizione dell’uomo invitato a dialogare con il Creatore e, in conseguenza di tale relazione, a scegliere di vivere secondo un progetto di felicità e di salvezza» (pp. 10-11). L’autore ha di mira un approfondimento teologico-spirituale-ecclesiale del tema.
Vocabolario e schemi di racconti di chiamata
De Virgilio inizia con l’esaminare l’impiego biblico di “vocazione-chiamata” attraverso l’uso del verbo “chiamare”: qārā’ nell’AT e kalein nel NT. Passa poi a studiare il dinamismo della chiamata (klḗsis) secondo Paolo. Analizza i temi del discernimento e della chiamata così come sono espressi in 1Cor 1,26; 7,20, il progetto di Dio e la chiamata e, infine, il rapporto tra ministerialità e chiamata (studio di 2Tm 1,6-11).
Il passo successivo si sofferma su quattro schemi di “racconti di chiamata”.
Lo schema militare è strutturato secondo la dialettica ordine-esecuzione (cf. Gen 12,1-7: Abram; 1Re 19,15.19: Elia; Am 7,15: Amos; Os 1,1-3: Osea; Gn 3,1-3: Giona; Mc 1,16-20 i primi quattro discepoli; Mc 2,14: Levi).
Lo schema diplomatico è strutturato in cinque elementi: chiamata di YHWH, obiezione del chiamato, rassicurazione-protezione di YHWH, conferimento di un segno, esecuzione della missione. Esempi sono il racconto della chiamata di Geremia (Ger 1,5-9) e quello di Ezechiele (Ez 2,3-5.6-7; 3,1-7.8-9).
Lo schema politico presenta Dio come un sovrano circondato dalla corte, in cui il protagonista avanza la sua candidatura. Gli elementi sono: auto-designazione, conferimento dell’incarico, esecuzione. Esempio è il racconto di vocazione di Is 6,1-13.
Lo schema pedagogico prevede che la persona chiamata da Dio faccia un cammino di maturazione della propria vocazione lungo l’intero arco della sua esistenza. Lo schema interpretativo è rappresentato dal trinomio: ascoltare, obbedire, scoprire. Esempio dello schema è la chiamata del profeta Samuele (1Re 3,1-21).
Nel NT è presente anche una caratterizzazione “familiare” dei racconti di chiamata dei discepoli di Gesù. Quattro le tappe: la chiamata, la costituzione dei Dodici, l’istruzione e la missione pre-pasquale, la missione post-pasquale. I Dodici rappresentano la nuova famiglia di Gesù, in cui vige il dinamismo spirituale che porta a vivere relazioni di fraternità e comunione di vita esemplificate nella sequela di imitazione di Gesù.
Immagini vocazionali
Immagine e motivo letterario. Il capitolo secondo del libro (pp. 57-142) studia le immagini e i motivi vocazionali presenti nei testi biblici.
De Virgilio delinea innanzitutto a livello narratologico il senso e la funzione dell’immagine e del motivo letterario. L’immagine «si definisce come una parola che nomina (designa) una realtà o un’azione concreta» (p. 58). Essa implica una doppia operazione nella sua lettura: l’interpretazione letterale e quella simbolica che ne coglie le sfumature qualitative presenti nella sua valenza simbolico-progettuale. Quando si incontra un’immagine, il lettore deve chiedersi: qual è la raffigurazione concreta? Che cosa evoca l’immagine biblica per il lettore?
Per “motivo letterario” De Virgilio intende un «modello che si individua in uno schema emergente da un testo scritto. Lo schema è costituito da una serie di elementi che ricorrono così spesso in racconti tra loro simili, da diventare aspettative nella mente dello scrittore e del lettore» (p. 60). Per delineare il motivo con i suoi ingredienti, si individua una scena-tipo nella quale si riassumono le convenzioni e il funzionamento del motivo. Nei racconti di chiamata – ricorda l’autore – troviamo immagini incorporate nel motivo, che si evolve attorno a una trama narrativa.
Con “archetipo” De Virgilio intende invece «un elemento importante nella comprensione-trasmissione del racconto. Esso designa un’immagine o uno schema che ricorre nella letteratura e nella vita. Gli archetipi sono gli elementi universali dell’esperienza umana e generalmente rientrano in una delle tre possibili categorie: un’immagine (o un simbolo), uno schema narrativo o un tipo di personaggio» (pp. 60-61).
Immagini vocazionali. In un lungo paragrafo l’autore esamina quindici immagini vocazionali: esse ritraggono diverse figure bibliche, variamente collegate con il motivo vocazionale. L’approfondimento di ogni singola immagine evocata «è finalizzato a offrire una base biblico-teologica per l’interpretazione dei racconti biblici in prospettiva vocazionale» (p. 62).
Le immagini vocazionali esaminate sono: agricoltore-seminatore-lavoratore (impegno stabile, duraturo, stanziale; Caino, Gedeone, Eliseo, Amos ecc.); costruttore (progettualità; Dio, Abramo, Giacobbe, Davide e Salomone, Geremia, Aggeo e Zaccaria, le due case del saggio e dello stolto, il ministro di Cristo ecc.); giudice (giudizio, discernimento, collaborazione; i settanta di Nm 11,10-30, i “giudici” con Debora, i re, Gesù e i suoi discepoli, il ministro di Cristo a servizio della verità ecc.); guaritore-medico (Dio e collaboratori; Gesù e i suoi ministri, piano teologico e antropologico-pastorale, malattia e peccato ecc.); lottatore-soldato-guerriero-sentinella (YHWH, Abramo, Giacobbe, Debora, Gedeone, Elia, Eliseo, Giuditta, Gesù e i suoi discepoli, la lotta spirituale del battezzato ecc.); maestro-educatore (Dio verso Israele, Gesù e i suoi discepoli, lo Spirito Santo, i ministeri ecc.); mediatore-sacerdote (Abramo, Mosè, i leviti, i profeti, Gesù Cristo sommo ed eterno sacerdote e unico mediatore tra Dio e l’uomo ecc.); padre-madre (i patriarchi, Dio verso Israele nell’alleanza del Sinai e verso tutte le nazioni, condizione filiale di Gesù, paternità di Dio in Paolo, la tenerezza materna di Dio, il messia, la città madre di Gerusalemme; Maria di Nazaret; la ricchezza teologica contenuta nel binomio padre-madre si collega intimamente alla dimensione vocazionale, per la sua dimensione relazionale e generativa).
Altre immagini vocazionali studiate dall’autore sono inoltre: pastore-guida (YHWH, il re-messia, i capi del popolo, il messia-pastore, Gesù verso le pecore perdute di Israele, i Dodici con Simon Pietro, ministerialità pastorale in Paolo ecc.); pellegrino-viandante (Dio che si fa incontrare in luoghi determinati, Israele comunità in viaggio, i patriarchi, i pellegrinaggi festivi a Gerusalemme; Gesù pellegrino verso Gerusalemme, l’ascensione; la condizione del viandante è un’immagine efficace del cammino vocazionale e della missione che Dio affida alle persone che chiama; pellegrinaggio verso la patria celeste ecc.); pescatore di uomini (valore creaturale, giudiziale in Ger 16,16 e Ab 1,14-15; Giona “ripescato”, missione di Gesù e dei discepoli in Mc1,17 e Lc 5,10); predicatore-profeta-messaggero (i profeti e gli apostoli proclamatori della parola di Dio ascoltata e vissuta: Samuele, Elia, Eliseo, Davide, Culda, Giovanni Battista, Gesù e i suoi discepoli con stretto rapporto tra predicazione e chiamata al discepolato, gli apostoli e i “sette” ecc.); servo (sfera politica e cultuale: funzione oracolare, templare, sacrificale, spirituale con la preghiera e la benedizione; il Servo di YHWH, Gesù come servo in Mt 12,15-21; i discepoli con connotazione ministeriale in rapporto allo stile di Gesù “servo”, Paolo “servo” obbediente; il motivo del servizio è un aspetto essenziale della teologia della vocazione e implica un discernimento profondo il cui esito è vitale per la crescita della comunità ecclesiale e la diffusione del Vangelo).
Ultime immagini vocazionali esaminate sono: sposo-sposa (Dio verso Israele in Is 54,5, i racconti patriarcali caratterizzati da unioni matrimoniali e fecondità; simbologia sponsale applicata a giudizio profetico di infedeltà di Israele verso Dio in Os 1–3; Ger 31,31-33 ed Ez 16; simbolismo nuziale applicato alla sapienza e al suo amore, Cantico dei Cantici; Gesù “sposo” in Lc 5,33-35; simbologia nuziale in Mt 25,1-13, nella teologia paolina e in Apocalisse); testimone (attesta la veridicità circa una realtà o un fatto accaduto cui la persona è stata partecipe; funzione sociale, giuridica e religiosa: tema importante per la riflessione teologico-vocazionale; Mosè, i profeti, Giovanni Battista; Gesù verso il Padre e viceversa; missione dei discepoli prima e dopo la Pasqua in At 1,8; Simon Pietro, Paolo, Barnaba; centralità della testimonianza pasquale in 1Cor 15,15; la testimonianza dello Spirito in 1Gv 5,7-11 ecc.).
La dialettica vocazionale attraversa le diverse situazioni storiche dell’uomo. Nella lettura della Bibbia per applicarla alla propria vita è importante collegare la ricchezza delle immagini ivi presenti con la condizione antropologica che caratterizza la risposta di ogni persona di fronte all’appello divino.
La realtà della “vocazione” nella sua valenza globale – ricorda De Virgilio – va colta nel dinamismo del quotidiano, dove l’uomo e la donna esprimono la loro identità, la relazione con Dio e con gli altri. I motivi sopra ricordati permettono di individuare un percorso concettuale che favorisce una sintesi dell’evento vocazionale, del suo dinamismo generativo e della sua attualizzazione. Un percorso che l’autore espone in modo dettagliato ma sintetico nelle pp. 137-141.
Profili vocazionali e chiavi interpretative
Il capitolo terzo del libro (pp. 143-214) esamina i profili vocazionali dell’AT e del NT con le chiavi interpretative ad essi collegate.
De Virgilio ricorda l’importanza del racconto di storie vocazionali che hanno un valore non solo rivelativo ma anche performativo nei confronti dell’esistenza dei lettori.
I racconti hanno significati molteplici quali la legittimazione del protagonista, la sua relazione con Dio e con l’ambiente comunitario, la motivazione della missione a cui è chiamato, la memoria testimoniale della fedeltà lungo la storia al comando del Signore.
I testi hanno un’efficacia trasformativa, richiedono la collaborazione del lettore nel completare a loro “incompiutezza”.
Il lettore modifica il testo ma modifica anche se stesso, contribuendo a produrre una propria competenza e progettualità.
La narrazione costituisce un “ponte comunicativo” tra testo e il lettore, in grado di plasmare e sostenere le scelte progettuali del credente.
Dialogare con i personaggi dei racconti, comporta un lasciarsi interpellare da essi e aprirsi a una trasformazione interiore. «Il dinamismo della chiamata di Dio e della risposta libera del singolo protagonista – scrive l’autore – non è circoscritto al solo racconto di chiamata, ma va compreso nel più ampio percorso esistenziale. Esso si esprime nella missione di colui che è stato chiamato e nelle diverse tappe del suo itinerario esistenziale. In questo senso si intendono cogliere alcune chiavi vocazionali dei personaggi della Bibbia. Esse assumono un valore pedagogico e consentono di cogliere il dinamismo che caratterizza l’esperienza della vocazione e della missione» (pp. 146-147).
De Virgilio analizza cinque profili vocazionali dell’AT e cinque del NT. Ad ogni profilo presentato corrisponde un motivo teologico pregnante. Sono pagine in cui l’autore ricostruisce con molti dettagli il contesto narrativo e teologico riguardante il personaggio, nello sforzo di giustificare il motivo teologico pregnante riassuntivo dello stesso.
Per Abramo si focalizza il motivo della paternità, per Mosè quello della libertà, per Giuditta quello del coraggio, quello della sofferenza per Giobbe e, infine, quello della nuzialità per Tobia e Sara.
Per il NT si evidenzia il motivo della pienezza per Gesù Cristo, della maternità per Maria di Nazaret, della verità per Giovanni Battista, del Vangelo per Paolo e della testimonianza per il “discepolo amato”.
Ogni profilo fa emergere alcune chiavi interpretative attraverso le quali si comprende il senso della risposta dell’uomo al progetto di Dio. «A uno sguardo unitario – conclude De Virgilio – si coglie la ricchezza del motivo vocazionale, declinato nel corso della storia della salvezza, con una serie di elementi di notevole importanza e attualità per il discernimento spirituale» (p. 211).
La bibliografia (pp. 219-224), le abbreviazioni (p. 225) e le sigle dei libri biblici (p. 226) concludono il volume dell’autore, dedicato con linguaggio accessibile a una sintesi biblica, teologica e spirituale di un tema che tocca non solo i chiamati a una vocazione di speciale consacrazione al Signore, ma tutti coloro che sentono la loro vita come una chiamata a una pienezza e felicità contenute in un disegno divino che supera le dimensioni puramente umane ma che le realizza nella loro “verità” piena. Un testo che aiuta il discernimento sia a livello personale che comunitario.
R. Mela, in
SettimanaNews.it 11 luglio 2022