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La vocazione nella Bibbia
Giuseppe De Virgilio

La vocazione nella Bibbia

Figure e simboli dei racconti di chiamata

Prezzo di copertina: Euro 17,00 Prezzo scontato: Euro 16,15
Collana: Itinerari biblici
ISBN: 978-88-399-2922-8
Formato: 13 x 21 cm
Pagine: 232
© 2022

In breve

Uno strumento agile per i corsi monografici su formazione e discernimento spirituale.

Testo adatto anche ai “non addetti ai lavori”: in parrocchie, associazioni, gruppi, vita religiosa.

Descrizione

La domanda sulla “vocazione” emerge a più riprese, non solo per rispondere alle concrete scelte di vita, ma per motivare il proprio orientamento verso la realizzazione di un progetto di felicità. Tra successi e fallimenti, a tutti noi è capitato di sperimentare, almeno una volta, la fatica di capire e di interpretare il nostro posto nel mondo.
Per aiutare a comprendere meglio il mistero della vocazione, questo libro propone di esaminare i racconti di chiamata nella Bibbia, approfondendo l’aspetto vocazionale espresso nelle figure e nei simboli della narrazione.
L’itinerario comprende tre capitoli, pensati secondo uno sviluppo progressivo. Il primo riassume la nozione di vocazione-chiamata e l’impiego del verbo “chiamare”, puntualizzando il genere letterario e il funzionamento dei racconti di chiamata. Il secondo mette a fuoco il senso e la funzione dell’immagine e del motivo vocazionale, proponendo una griglia di quindici immagini vocazionali. Infine, il terzo presenta in modo essenziale un percorso di dieci profili biblici con alcune chiavi interpretative, finalizzate alla conoscenza e all’attualizzazione del dinamismo vocazionale.

Recensioni

Giuseppe De Virgilio, sacerdote, biblista e docente di Teologia alla Pontificia Università della S. Croce, è da sempre interessato al tema della vocazione. Tra i suoi libri spiccano infatti: Dizionario biblico della vocazione (Rogate, 2007), Tu seguimi. Sussidio vocazionale per giovani (Rogate, 2008), Fatica di scegliere. Profili biblici per il discernimento vocazionale (Rogate, 2010) e Grammatica della vocazione (Rogate, 2016), oltre a letture «vocazionali» di diversi libri o passi biblici.

Questo suo ultimo lavoro affronta lo stesso tema attraverso l’analisi di immagini, motivi, simboli e figure bibliche per offrire uno stimolo e una guida al discepolato. L’approccio è quindi sia esegetico sia pastorale.

Dopo una breve introduzione che anticipa il tema e l’articolazione del testo, il primo capitolo fornisce alcune precisazioni terminologiche, spiegando, ad esempio, la differenza tra «vocazione» e «chiamata» o tra le diverse articolazioni dei racconti vocazionali biblici: l’elezione, la rivelazione di un progetto e la missione. L’analisi filologica della terminologia adoperata nell’Antico e nel Nuovo Testamento evidenzia il collegamento della vocazione con il discepolato e la salvezza e mette in risalto la particolare prospettiva teologica dell’apostolo Paolo, che «visualizza la relazione Dio-uomo in modo “nuovo” rispetto al retroterra anticotestamentario, a tal punto che il verbo “chiamare” è indicativo di una concezione antropologica e teologica compiutasi nella persona e nella missione di Cristo, crocifisso e risorto» (p. 30).

Attraverso l’analisi di alcuni passi paolini, l’autore insiste sul dinamismo della vocazione, che non è solo una chiamata alla fede da parte di Dio, ma una possibilità offerta all’uomo di «vivere il “compito” della propria esistenza e realizzare così il progetto di Dio» (p. 39). Particolarmente interessante l’esposizione dei quattro schemi di tipologia vocazionale, che De Virgilio riprende da Gianfranco Ravasi (G. Ravasi, I Profeti, Ancora, 1998): lo schema militare, fondato sul rapporto tra ordine ed esecuzione, di cui è un esempio la figura di Giona; lo schema diplomatico, modellato sui trattati di alleanza, con una dinamica di chiamata, obiezione, rassicurazione, segno ed esecuzione della missione, cui appartiene, fra gli altri, la figura di Mosè; lo schema politico, di cui è un esempio il profeta Isaia, che mostra Dio come un sovrano al centro della sua corte di consiglieri, che designa il candidato alla missione e gli conferisce l’incarico; infine lo schema pedagogico, in cui rientra la figura di Samuele, caratterizzato da un percorso di maturazione, le cui parole chiave sono: ascoltare, obbedire e scoprire. A questi quattro schemi De Virgilio ne aggiunge un quinto: quello familiare, che caratterizza la chiamata dei discepoli di Gesù, in cui si sviluppa una relazione profonda con il maestro.

Il secondo capitolo passa in rassegna alcune immagini bibliche attraverso cui si esprime il tema della vocazione: l’agricoltore e il seminatore, il costruttore, il giudice, il guaritore, il soldato e la sentinella, il maestro, il sacerdote e il mediatore, i genitori, il pastore, il pellegrino, il pescatore, il messaggero, il servo, lo sposo, il testimone. Ognuno di questi simboli è approfonditamente illustrato con richiami all’Antico e al Nuovo Testamento e attraverso le implicazioni teologiche ed ecclesiologiche che comporta: ad esempio, la connotazione «pastorale» della figura messianica o l’accostamento del pellegrino all’homo viator, in marcia verso la Gerusalemme celeste, o il primato della Parola che si esprime nell’immagine del messaggero o la connotazione diaconale e ministeriale della figura del servo o ancora il motivo giovanneo della testimonianza come «processo di rivelazione trinitaria e cristologica che conduce alla fede» (p. 136).

Il terzo e ultimo capitolo affronta alcuni personaggi chiave delle Scritture, enucleando dalla loro esperienza il loro messaggio più specifico. Abramo, ad esempio, esprime il motivo vocazionale della paternità, Mosè quello della libertà; Giuditta rappresenta il coraggio e Giobbe la sofferenza: questa, a parere dell’autore, è «la porta per accedere alla fondamentale domanda circa il “senso vocazionale” della vita e della sua relazione con Dio» (p. 163). L’immagine della sponsalità è rappresentata dalla storia di Tobi e Sara. Per il Nuovo Testamento l’autore si concentra sull’ovvia figura di Gesù che, non a caso, costituisce la «pienezza» e la cui vocazione è sintetizzata in cinque aspetti: il volto umano, il progetto di salvezza, la chiamata al discepolato, l’attenzione alla povertà, l’esempio dell’amicizia e della compassione. Maria – e non poteva essere diversamente – è il simbolo della maternità e «modello femminile di donna credente da imitare e da seguire» (p. 184), in quanto «incarna il modello vocazionale del discepolato di Cristo, che ogni credente è chiamato a realizzare» (p. 189). Il Battista è invece associato al modello veterotestamentario della vocazione profetica, mentre la centralità della vocazione paolina è quella del messaggero. Al «discepolo amato» spetta infine il ruolo del testimone veritiero.

Merito di questo testo è la ricchezza dei motivi e delle figure chiamati a illustrare l’evento della vocazione, che appare così non un fatto univoco e unilaterale, ma sfaccettato e dinamico.

Nuoce invece una certa prolissità e ripetitività che non lo rende particolarmente scorrevole. Testo indubbiamente per specialisti e soprattutto per chi intende affrontare il percorso del ministero pastorale, esso offre tuttavia spunti utili anche al semplice credente, che può trovarvi una guida per il proprio cammino di fede. Infatti, «il Cristo non chiede ai suoi interlocutori di svolgere un servizio specifico e di collocarsi in un quadro “istituzionale”, ma di coinvolgersi e compromettersi in un’avventura personale e comunitaria che implica scelte radicali e che ha come modello lo stesso modo di vivere del Signore» (p. 121).


A. Varcasia, in Protestantesimo vol. 78 (3-4/2023), 317-318.

Il libro di Giuseppe de Virgilio si potrebbe definire un agile “manuale biblico” della vocazione. L’autore raccoglie infatti nel suo lavoro sia le informazioni linguistiche di base, sia un’ampia galleria di immagini e ritratti biblici associati al tema della vocazione. Ne risulta uno strumento utile e poliedrico, consultabile anche in modo trasversale e rapsodico. Il lavoro e articolato in tre parti. La prima e dedicata all’analisi, in quattro paragrafi e una conclusione, della nozione di vocazione-chiamata nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Lo studio dei vocaboli piu ricorrenti nella Scrittura è accompagnato da un approfondimento del concetto in Paolo e da una descrizione dei racconti di chiamata secondo quattro schemi specifici (militare, diplomatico, politico e pedagogico). La seconda parte, forse la più originale, raccoglie una serie di quindici immagini bibliche, ricorrenti in entrambi i Testamenti, che possono associarsi al tema della vocazione o, più precisamente, a racconti ed episodi biblici di vocazione. Oltre ad accostamenti più consueti, con parole come “sposo”, “pastore”, “maestro”, è proposto lo studio anche di immagini a prima vista più lontane (come “pellegrino” o “giudice”). Proprio tale originalità suscita interesse nel lettore; anche se la presentazione e un po’ rapida, e curiosamente le quindici immagini sono presentate in ordine alfabetico (e non di importanza), la sezione consente di sfogliare moltissime pagine bibliche, in tutti o quasi i libri della Scrittura. La terza parte del libro è dedicata ad alcuni profili vocazionali, cinque per l’Antico e cinque per il Nuovo Testamento. A ciascuno di essi è associato un particolare concetto: Abramo e la paternità, Mosè e la libertà, Maria e la maternità e cosi via. Anche in questo caso, solo poche pagine sono dedicate a ciascun protagonista, ma quello che potrebbe essere un difetto rende l’analisi facilmente fruibile per ogni tipo di lettore, che troverà sufficienti spunti per la propria riflessione e spiritualità. Nel complesso, quindi, l’opera di De Virgilio è certamente utile e consente di accostarsi con originalità e intelligenza a numerose pagine della Scrittura.


P. Mascilongo, in Parole di Vita 5/2022, 56

La domanda sulla “vocazione” emerge a più riprese, non solo per rispondere alle concrete scelte di vita, ma per motivare il proprio orientamento verso la realizzazione di un progetto di felicità. Tra successi e fallimenti, a tutti noi è capitato di sperimentare, almeno una volta, la fatica di capire e di interpretare il nostro posto nel mondo.

Per aiutare a comprendere meglio il mistero della vocazione, questo libro propone di esaminare i racconti di chiamata nella Bibbia, approfondendo l’aspetto vocazionale espresso nelle figure e nei simboli della narrazione.

L’itinerario comprende tre capitoli, pensati secondo uno sviluppo progressivo. Il primo riassume la nozione di vocazione-chiamata e l’impiego del verbo “chiamare”, puntualizzando il genere letterario e il funzionamento dei racconti di chiamata. Il secondo mette a fuoco il senso e la funzione dell’immagine e del motivo vocazionale, proponendo una griglia di quindici immagini vocazionali. Infine, il terzo presenta in modo essenziale un percorso di dieci profili biblici con alcune chiavi interpretative, finalizzate alla conoscenza e all’attualizzazione del dinamismo vocazionale.
L. Partiti, in Il Posto delle Parole 12 agosto 2022

L’autore, Giuseppe De Virgilio, è presbitero della diocesi di Termoli-Larino e professore straordinario di Esegesi del NT e di Teologia Biblica nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università della S. Croce a Roma.

Nel primo capitolo del suo lavoro (pp. 9-56), egli analizza il tema della vocazione e i racconti di chiamata. Il termine “vocazione “e l’atto del “chiamare” da parte di Dio «fanno riferimento a un processo che descrive la condizione dell’uomo invitato a dialogare con il Creatore e, in conseguenza di tale relazione, a scegliere di vivere secondo un progetto di felicità e di salvezza» (pp. 10-11). L’autore ha di mira un approfondimento teologico-spirituale-ecclesiale del tema.

Vocabolario e schemi di racconti di chiamata

De Virgilio inizia con l’esaminare l’impiego biblico di “vocazione-chiamata” attraverso l’uso del verbo “chiamare”: qārā’ nell’AT e kalein nel NT. Passa poi a studiare il dinamismo della chiamata (klḗsis) secondo Paolo. Analizza i temi del discernimento e della chiamata così come sono espressi in 1Cor 1,26; 7,20, il progetto di Dio e la chiamata e, infine, il rapporto tra ministerialità e chiamata (studio di 2Tm 1,6-11).

Il passo successivo si sofferma su quattro schemi di “racconti di chiamata”.

Lo schema militare è strutturato secondo la dialettica ordine-esecuzione (cf. Gen 12,1-7: Abram; 1Re 19,15.19: Elia; Am 7,15: Amos; Os 1,1-3: Osea; Gn 3,1-3: Giona; Mc 1,16-20 i primi quattro discepoli; Mc 2,14: Levi).

Lo schema diplomatico è strutturato in cinque elementi: chiamata di YHWH, obiezione del chiamato, rassicurazione-protezione di YHWH, conferimento di un segno, esecuzione della missione. Esempi sono il racconto della chiamata di Geremia (Ger 1,5-9) e quello di Ezechiele (Ez 2,3-5.6-7; 3,1-7.8-9).

Lo schema politico presenta Dio come un sovrano circondato dalla corte, in cui il protagonista avanza la sua candidatura. Gli elementi sono: auto-designazione, conferimento dell’incarico, esecuzione. Esempio è il racconto di vocazione di Is 6,1-13.

Lo schema pedagogico prevede che la persona chiamata da Dio faccia un cammino di maturazione della propria vocazione lungo l’intero arco della sua esistenza. Lo schema interpretativo è rappresentato dal trinomio: ascoltare, obbedire, scoprire. Esempio dello schema è la chiamata del profeta Samuele (1Re 3,1-21).

Nel NT è presente anche una caratterizzazione “familiare” dei racconti di chiamata dei discepoli di Gesù. Quattro le tappe: la chiamata, la costituzione dei Dodici, l’istruzione e la missione pre-pasquale, la missione post-pasquale. I Dodici rappresentano la nuova famiglia di Gesù, in cui vige il dinamismo spirituale che porta a vivere relazioni di fraternità e comunione di vita esemplificate nella sequela di imitazione di Gesù.

Immagini vocazionali

Immagine e motivo letterario. Il capitolo secondo del libro (pp. 57-142) studia le immagini e i motivi vocazionali presenti nei testi biblici.

De Virgilio delinea innanzitutto a livello narratologico il senso e la funzione dell’immagine e del motivo letterario. L’immagine «si definisce come una parola che nomina (designa) una realtà o un’azione concreta» (p. 58). Essa implica una doppia operazione nella sua lettura: l’interpretazione letterale e quella simbolica che ne coglie le sfumature qualitative presenti nella sua valenza simbolico-progettuale. Quando si incontra un’immagine, il lettore deve chiedersi: qual è la raffigurazione concreta? Che cosa evoca l’immagine biblica per il lettore?

Per “motivo letterario” De Virgilio intende un «modello che si individua in uno schema emergente da un testo scritto. Lo schema è costituito da una serie di elementi che ricorrono così spesso in racconti tra loro simili, da diventare aspettative nella mente dello scrittore e del lettore» (p. 60). Per delineare il motivo con i suoi ingredienti, si individua una scena-tipo nella quale si riassumono le convenzioni e il funzionamento del motivo. Nei racconti di chiamata – ricorda l’autore – troviamo immagini incorporate nel motivo, che si evolve attorno a una trama narrativa.

Con “archetipo” De Virgilio intende invece «un elemento importante nella comprensione-trasmissione del racconto. Esso designa un’immagine o uno schema che ricorre nella letteratura e nella vita. Gli archetipi sono gli elementi universali dell’esperienza umana e generalmente rientrano in una delle tre possibili categorie: un’immagine (o un simbolo), uno schema narrativo o un tipo di personaggio» (pp. 60-61).

Immagini vocazionali. In un lungo paragrafo l’autore esamina quindici immagini vocazionali: esse ritraggono diverse figure bibliche, variamente collegate con il motivo vocazionale. L’approfondimento di ogni singola immagine evocata «è finalizzato a offrire una base biblico-teologica per l’interpretazione dei racconti biblici in prospettiva vocazionale» (p. 62).

Le immagini vocazionali esaminate sono: agricoltore-seminatore-lavoratore (impegno stabile, duraturo, stanziale; Caino, Gedeone, Eliseo, Amos ecc.); costruttore (progettualità; Dio, Abramo, Giacobbe, Davide e Salomone, Geremia, Aggeo e Zaccaria, le due case del saggio e dello stolto, il ministro di Cristo ecc.); giudice (giudizio, discernimento, collaborazione; i settanta di Nm 11,10-30, i “giudici” con Debora, i re, Gesù e i suoi discepoli, il ministro di Cristo a servizio della verità ecc.); guaritore-medico (Dio e collaboratori; Gesù e i suoi ministri, piano teologico e antropologico-pastorale, malattia e peccato ecc.); lottatore-soldato-guerriero-sentinella (YHWH, Abramo, Giacobbe, Debora, Gedeone, Elia, Eliseo, Giuditta, Gesù e i suoi discepoli, la lotta spirituale del battezzato ecc.); maestro-educatore (Dio verso Israele, Gesù e i suoi discepoli, lo Spirito Santo, i ministeri ecc.); mediatore-sacerdote (Abramo, Mosè, i leviti, i profeti, Gesù Cristo sommo ed eterno sacerdote e unico mediatore tra Dio e l’uomo ecc.); padre-madre (i patriarchi, Dio verso Israele nell’alleanza del Sinai e verso tutte le nazioni, condizione filiale di Gesù, paternità di Dio in Paolo, la tenerezza materna di Dio, il messia, la città madre di Gerusalemme; Maria di Nazaret; la ricchezza teologica contenuta nel binomio padre-madre si collega intimamente alla dimensione vocazionale, per la sua dimensione relazionale e generativa).

Altre immagini vocazionali studiate dall’autore sono inoltre: pastore-guida (YHWH, il re-messia, i capi del popolo, il messia-pastore, Gesù verso le pecore perdute di Israele, i Dodici con Simon Pietro, ministerialità pastorale in Paolo ecc.); pellegrino-viandante (Dio che si fa incontrare in luoghi determinati, Israele comunità in viaggio, i patriarchi, i pellegrinaggi festivi a Gerusalemme; Gesù pellegrino verso Gerusalemme, l’ascensione; la condizione del viandante è un’immagine efficace del cammino vocazionale e della missione che Dio affida alle persone che chiama; pellegrinaggio verso la patria celeste ecc.); pescatore di uomini (valore creaturale, giudiziale in Ger 16,16 e Ab 1,14-15; Giona “ripescato”, missione di Gesù e dei discepoli in Mc1,17 e Lc 5,10); predicatore-profeta-messaggero (i profeti e gli apostoli proclamatori della parola di Dio ascoltata e vissuta: Samuele, Elia, Eliseo, Davide, Culda, Giovanni Battista, Gesù e i suoi discepoli con stretto rapporto tra predicazione e chiamata al discepolato, gli apostoli e i “sette” ecc.); servo (sfera politica e cultuale: funzione oracolare, templare, sacrificale, spirituale con la preghiera e la benedizione; il Servo di YHWH, Gesù come servo in Mt 12,15-21; i discepoli con connotazione ministeriale in rapporto allo stile di Gesù “servo”, Paolo “servo” obbediente; il motivo del servizio è un aspetto essenziale della teologia della vocazione e implica un discernimento profondo il cui esito è vitale per la crescita della comunità ecclesiale e la diffusione del Vangelo).

Ultime immagini vocazionali esaminate sono: sposo-sposa (Dio verso Israele in Is 54,5, i racconti patriarcali caratterizzati da unioni matrimoniali e fecondità; simbologia sponsale applicata a giudizio profetico di infedeltà di Israele verso Dio in Os 1–3; Ger 31,31-33 ed Ez 16; simbolismo nuziale applicato alla sapienza e al suo amore, Cantico dei Cantici; Gesù “sposo” in Lc 5,33-35; simbologia nuziale in Mt 25,1-13, nella teologia paolina e in Apocalisse); testimone (attesta la veridicità circa una realtà o un fatto accaduto cui la persona è stata partecipe; funzione sociale, giuridica e religiosa: tema importante per la riflessione teologico-vocazionale; Mosè, i profeti, Giovanni Battista; Gesù verso il Padre e viceversa; missione dei discepoli prima e dopo la Pasqua in At 1,8; Simon Pietro, Paolo, Barnaba; centralità della testimonianza pasquale in 1Cor 15,15; la testimonianza dello Spirito in 1Gv 5,7-11 ecc.).

La dialettica vocazionale attraversa le diverse situazioni storiche dell’uomo. Nella lettura della Bibbia per applicarla alla propria vita è importante collegare la ricchezza delle immagini ivi presenti con la condizione antropologica che caratterizza la risposta di ogni persona di fronte all’appello divino.

La realtà della “vocazione” nella sua valenza globale – ricorda De Virgilio – va colta nel dinamismo del quotidiano, dove l’uomo e la donna esprimono la loro identità, la relazione con Dio e con gli altri. I motivi sopra ricordati permettono di individuare un percorso concettuale che favorisce una sintesi dell’evento vocazionale, del suo dinamismo generativo e della sua attualizzazione. Un percorso che l’autore espone in modo dettagliato ma sintetico nelle pp. 137-141.

Profili vocazionali e chiavi interpretative

Il capitolo terzo del libro (pp. 143-214) esamina i profili vocazionali dell’AT e del NT con le chiavi interpretative ad essi collegate.

De Virgilio ricorda l’importanza del racconto di storie vocazionali che hanno un valore non solo rivelativo ma anche performativo nei confronti dell’esistenza dei lettori.

I racconti hanno significati molteplici quali la legittimazione del protagonista, la sua relazione con Dio e con l’ambiente comunitario, la motivazione della missione a cui è chiamato, la memoria testimoniale della fedeltà lungo la storia al comando del Signore.

I testi hanno un’efficacia trasformativa, richiedono la collaborazione del lettore nel completare a loro “incompiutezza”.

Il lettore modifica il testo ma modifica anche se stesso, contribuendo a produrre una propria competenza e progettualità.

La narrazione costituisce un “ponte comunicativo” tra testo e il lettore, in grado di plasmare e sostenere le scelte progettuali del credente.

Dialogare con i personaggi dei racconti, comporta un lasciarsi interpellare da essi e aprirsi a una trasformazione interiore. «Il dinamismo della chiamata di Dio e della risposta libera del singolo protagonista – scrive l’autore – non è circoscritto al solo racconto di chiamata, ma va compreso nel più ampio percorso esistenziale. Esso si esprime nella missione di colui che è stato chiamato e nelle diverse tappe del suo itinerario esistenziale. In questo senso si intendono cogliere alcune chiavi vocazionali dei personaggi della Bibbia. Esse assumono un valore pedagogico e consentono di cogliere il dinamismo che caratterizza l’esperienza della vocazione e della missione» (pp. 146-147).

De Virgilio analizza cinque profili vocazionali dell’AT e cinque del NT. Ad ogni profilo presentato corrisponde un motivo teologico pregnante. Sono pagine in cui l’autore ricostruisce con molti dettagli il contesto narrativo e teologico riguardante il personaggio, nello sforzo di giustificare il motivo teologico pregnante riassuntivo dello stesso.

Per Abramo si focalizza il motivo della paternità, per Mosè quello della libertà, per Giuditta quello del coraggio, quello della sofferenza per Giobbe e, infine, quello della nuzialità per Tobia e Sara.

Per il NT si evidenzia il motivo della pienezza per Gesù Cristo, della maternità per Maria di Nazaret, della verità per Giovanni Battista, del Vangelo per Paolo e della testimonianza per il “discepolo amato”.

Ogni profilo fa emergere alcune chiavi interpretative attraverso le quali si comprende il senso della risposta dell’uomo al progetto di Dio. «A uno sguardo unitario – conclude De Virgilio – si coglie la ricchezza del motivo vocazionale, declinato nel corso della storia della salvezza, con una serie di elementi di notevole importanza e attualità per il discernimento spirituale» (p. 211).

La bibliografia (pp. 219-224), le abbreviazioni (p. 225) e le sigle dei libri biblici (p. 226) concludono il volume dell’autore, dedicato con linguaggio accessibile a una sintesi biblica, teologica e spirituale di un tema che tocca non solo i chiamati a una vocazione di speciale consacrazione al Signore, ma tutti coloro che sentono la loro vita come una chiamata a una pienezza e felicità contenute in un disegno divino che supera le dimensioni puramente umane ma che le realizza nella loro “verità” piena. Un testo che aiuta il discernimento sia a livello personale che comunitario.


R. Mela, in SettimanaNews.it 11 luglio 2022