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La siepe dei maestri
Matteo Bergamaschi

La siepe dei maestri

Trentasette luci dal Talmud

Prezzo di copertina: Euro 15,00 Prezzo scontato: Euro 14,25
Collana: Nuovi saggi 114
ISBN: 978-88-399-1074-5
Formato: 12 x 20 cm
Pagine: 176
© 2025

In breve

Prefazione di Marco Cassuto Morselli.

La siepe costruita dai maestri attorno alla Legge è un luogo di ospitalità, dove riscoprire la trascendenza dell’umano e custodire l’ascolto di quella Parola che proviene da Altrove.

Un libro che spiega anche ai Millennials cosa significhi oggi il perdurare della fede di Israele.

Un dono illuminante per decodificare il Talmud, con pagine dedicate allo studio e all’insegnamento, al male e alla speranza.

Descrizione

«Mosè ricevette la Torah dal Sinai e la trasmise a Giosuè, e Giosuè agli anziani, e gli anziani ai profeti. E i profeti la trasmisero agli uomini della grande sinagoga. Questi dissero tre cose: siate cauti nel giudizio; educate molti scolari; fate una siepe intorno alla Torah». – Trattato Abot

La siepe dei maestri offre un’immersione nelle profondità del Talmud grazie a trentasette brani accuratamente scelti dalle pagine dei suoi antichi trattati. Con una prosa densa ma accessibile, Matteo Bergamaschi dischiude temi fondamentali del pensiero ebraico, quali lo studio della Torah, la relazione tra maestro e allievo, i concetti di giustizia e misericordia, il significato intrinseco della parola. Al tempo stesso, l’autore dà corpo a un fecondo dialogo con la cultura occidentale, intrecciando le meditazioni talmudiche con le voci di filosofi, letterati e psicanalisti di differenti epoche.
La siepe dei maestri si configura così come introduzione a un testo millenario – un recinto innalzato per custodire un tesoro di sapienza, giunto fino a noi in una catena ininterrotta, per invitarci a meditare sulla condizione umana e il suo senso.

Recensioni

Nel suo La siepe dei maestri. Trentasette luci dal Talmud, edito da Queriniana, Matteo Bergamaschi si propone di avvicinare il lettore alla sapienza del Talmud attraverso un itinerario di trentasette letture selezionate, ognuna delle quali apre alla complessità e alla ricchezza dell’insegnamento ebraico.

Che cos’è allora il Talmud? Per Bergamaschi non è soltanto un libro, ma un autentico «approccio all’esistenza». Nell’introduzione, l’autore suggerisce un accostamento significativo: il modo in cui il Talmud concepisce lo studio richiama il senso antico della parola latina studium, che indicava una sorta di dedizione totale e zelo, che andava ben oltre il semplice concetto di studio che abbiamo noi oggi. Così, nel Talmud, lo studio diventa inseparabile dalla vita stessa: è un dialogo incessante tra maestro e discepolo, dove il sapere non si chiude mai in dottrine definitive, ma si fa movimento continuo, ricerca condivisa. Il maestro talmudico non custodisce rigidamente una verità, ma la cerca insieme all’allievo; insegnare, in questo orizzonte, non significa trasmettere contenuti predefiniti, bensì aprirsi a un significato che non si possiede una volta per tutte, ma che va cercato insieme.

Questa natura dinamica del Talmud si riflette anche nel titolo del libro. La siepe dei maestri trova la sua spiegazione nella Premessa: l’immagine è presa dal trattato Avot, dove si invita a «fare un recinto intorno alla Torah». La siepe non è un muro che separa e isola: è una protezione viva, porosa, capace di custodire senza soffocare. Tra i testi presentati nel libro, uno dei più intensi è senza dubbio La scuola dell’amore (Erubin 21b). Qui Bergamaschi mostra come l’amore per Dio si compia non nell’estasi, ma nello studio paziente della Torah, che diventa una vera e propria scuola d’amore: inteso non come possesso, ma come dono. Poiché, come recita un insegnamento talmudico ripreso nel libro, «Quando l’allievo interroga il suo maestro e gli dice: “Insegnami la Torah!”, se egli gliela insegna, il Signore illumina gli occhi di entrambi».


G. Tarditi, in Vita diocesana pinerolese 28 aprile 2025