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L’utopia che ha il potere di salvarti
Carlo Carretto

L’utopia che ha il potere di salvarti

Prezzo di copertina: Euro 8,00 Prezzo scontato: Euro 7,60
Collana: Meditazioni 266
ISBN: 978-88-399-3266-2
Formato: 11 x 20 cm
Pagine: 96
© 2021

In breve

«Io non sono migliore di te. L’unica cosa che posseggo è una verità terribile, carica di una potenza sconvolgente. Una verità che ha salvato me e che mi ha dato la risposta a tutti i perché della vita: il Vangelo. Io so che è la verità e l’ho sperimentato mille e mille volte, ma fosse anche un’utopia ti posso assicurare che è un’utopia che ha la forza di salvare. Te ne parlerò da fratello».

Descrizione

Carlo Carretto ha scritto questo libro come un appello ai giovani. È per rispondere a tutti coloro che sono stretti nella morsa della tristezza, del pessimismo, del nichilismo, a quanti sono tentati di ripiegarsi su se stessi sperimentando le droghe o, all’opposto, percorrendo illusorie strade di violenza.
È un appello per tutti a rovesciare le situazioni disperate, a credere realizzabile l’utopia, a mettersi nella verità, a tentare cammini di speranza. Mostrando il necessario coraggio: «Tu da solo puoi niente, tu più Dio puoi tutto». Se credi in te stesso e se credi in Lui puoi vincere l’autodistruzione, puoi scegliere la non violenza.

Recensioni

Un discorso semplice e significativo, ricco di spunti. Carlo Carretto (1910-1988) vi riversa spirito pedagogico e passione: la pedagogia che gli viene dall’Azione Cattolica e la passione di cui è animata l’esperienza maturata tra i Piccoli fratelli di Gesù e nel deserto. Muove dalla lettera di una ragazza lacerata dalla droga e invita a riflettere sul vuoto nel quale sono immerse tante anime. I giovani devono essere sostenuti e accompagnati sui sentieri di quell’utopia che ha il potere di salvare: il Vangelo. Il volumetto continua a raccogliere ampio consenso: le edizioni si vanno moltiplicando dal 1980.
F. Pistoia, in Il Regno Attualità 20/2021, 643

C’è un posto per meditare le pagine di questo libro: è a Spello, Casa San Girolamo gestita dall’Azione Cattolica Italiana. Qui ho conosciuto Gigi Borgiani, Gianni Borsa, amici cari conosciuti grazie al sentire in comune della spiritualità di una persona che è sepolta nel giardino di casa San Girolamo. Lì ho pensato, ho ascoltato, ho taciuto. Quando un testo giunge alla 7a edizione significa che sono parole incise nel futuro.
Sto parlando di fratel Carlo Carretto (1910-1988).
Un plauso a Queriniana che pubblica nuovamente – e ne ha ben ragione – questo piccolo e intenso testo scritto da fratel Carlo come appello ai giovani.
Il testo si apre con una Lettera di una giovane che si droga. «Mi faccio di eroina tutti i giorni, due tre quattro volte al giorno, fumo hashish per tenere su il buco, e quando non ho bucato per tenermi su. Neppure io so ancora che cosa sia l’eroina, ma so però che ora tutto il mio vivere, la mia vita si risolvono in un attimo, quando faccio il buco, quando abbasso lo stantuffo e il mio sangue denso, scuro, si mischia all’indescrivibile soluzione, quando premo lo stantuffo e l’eroina comincia a galoppare nelle vene, calda, profonda ondata di eroina. Tutta la mia vita è quell’attimo».
Il testo è suddiviso in 13 parti:
1. Una verità terribile
2. Il vuoto
3. Il vero nemico: il piacere
4. La sfida della conversione
5. Credere alla vita
6. La presenza
7. Sì, la gioia di vivere
8. Fratello… salvati!
9. L’uomo più Dio
10. «Datelo in mano a Satana»
11. Il terrorismo
12. In me è nata una speranza nuova
13. Finale, per chi è maturo a capire.
«Voi persone normali – prosegue la Lettera – siete disposte ad accettare il drogato certo, solo però se si inchina all’inumana volontà di questa società in decomposizione, solo se vuol smettere di bucare, solo se si vuole reintegrare ma alle vostre condizioni. Ebbene, io non voglio vivere la vostra società, e non ho più l’illusione vana di poterla cambiare come quando ero giovane, cretina e comunista. Sono stanca, molto stanca, ma siccome la speranza fu inevitabilmente ultima nel vaso di Pandora, spero ancora, lo dimostra questa inutile lettera, che capiate, che la mia morte e quella di tanti altri come me, vi servano a capire: rendetevi finalmente conto che stiamo precipitando nel casino più totale, è inutile berciare, riempirsi la bocca di parole inutili e senza senso».
Fratel Carlo risponde a questa Lettera. Un testo che merita di essere donato ai ragazzi, ai giovani, ai giovani preti, agli animatori impegnati in Oratorio, ai docenti. Grazie fratel Carlo, e dal paradiso tienici una mano sulla testa.


G. Ruggeri, in RecensionediLibri.it 22 luglio 2021